TERREMOTO: COMPLOTTISTI SCATENATI NEL WEB

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ACCUSANO FRACKING, TRIVELLAZIONI E ALTRO

DI MARIA GRAZIA BRUZZONE
lastampa.it

Che la pianura Padana non fosse considerata a rischio terremoti fino a pochi anni or sono, è stato ormai detto e ridetto, anche per spiegare la scarsa prevenzione nella zona. Meno noti sono i rischi sismici – reali a quanto pare –  legati all’attività estrattiva di gas metano da rocce porose (shale gas) con una nuova tecnica di perforazione e frantumazione delle rocce detta “fracking”-  brevettata dalla Halliburton e già praticata in alcuni stati americani.

Di qui il corto circuito nel web. Dove vari blog più o meno complottisti fanno di tutta l’erba un fascio, nel “rivelare” presunte “cause umane” dei recenti sismi emiliani. Prendendo spunto dal fatto che quelle zone sono ad alta densità di trivellazioni, per estrazione di gas o prospezioni geologiche in vista di futuri pozzi. Ne ha accennato anche il TG7 del 30/5.
 
 Il tutto mentre il blog di Beppe Grillo rilancia le denunce del solito pseudo-sismologo Giuliani, che ancora una volta sostiene che anche il sisma emiliano “si sarebbe potuto prevedere” con 6 – 24 ore di anticipo, come quello abruzzese che lui si vantava di aver previsto (anche  qui) .Peccato che Giuliani  – “che non è un sismologo e non usa metodi scientifici – fosse poi rimasto all’Aquila, nonostante le sue catastrofiche previsioni”, si limita a commentare a Otto e mezzo Stefano Gresta, docente di Sismologia, senza voler entrare nel merito (sui rischi sismici nella “dimenticata” Padania una  interessante analisi dell’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
 
Qualche titolo dai blog allarmisti:
Le vere cause dei frequenti terremoti nella Pianura Padana”,dubbioso; altro   qui, confuso.
“Terremoto Emilia. fracking e possibili cause”;
“Terremoti e trivellazioni: coincidenze o prove schiaccianti? 8 pozzi attivi da 9 anni nella zona epicentro”
“L’Italia preda delle trivelle texane”. E, in crescendo, con Stampalibera.it sempre propensa a ogni genere di complotti:  “Italia sotto attacco. Terremoti indotti, sottrazione di moneta circolante, auto-attentati, riarmo ossessivo”
“Ecco la foto-pistola fumante”
E ancora (altro blog, altro focus) “Il governo Usa è responsabile del terremoto in Emilia Romagna”.

Tutte panzane? – sebbene riprese anche da giornali on line più seri (vedi  Blitzquotidiano) . Lo pensa fanpage.it proponendo addirittura di coinvolgere l’Ordine dei Giornalisti : “Prevedere i terremoti (o dare la colpa agli americani). Del rendersi conto delle fesserie. ma perché non li sbugiardiamo?”  

Panzane, ma con dei distinguo.  Ma  lasciando perdere le ipotesi più cospirazioniste e folli sul ruolo dell’HAARP. Con blogger che accusano direttamente il governo Usa di aver provocato il sisma emiliano attraverso il network dell’High Frequency Active Auroral Research Program, un sistema militare molto segreto di manipolazione della ionosfera basato in Alaska,  mirato – si dice – a condurre una guerra ambientale alterando il clima e perfino generando terremoti in zone bersaglio (es Iran 2003, Haiti), se ne sarebbe occupato anche il Parlamento Europeo.  Così il giornalista scientifico complottista Gianni Lanes, linkato da scienzamarcia.it.  “>O quest’altro blogger, che sull’HAARP riferisce cose ancora più fantascientifiche.  Il web è anche questo.

Restiamo al frackinge alla “foto-pistola fumante” , impressionante, che mostra un campo squarciato dal sisma e inondato da una fanghiglia grigiastra e sabbiosa  … un fenomeno normale con terremoti che avvengono in terreni sedimentari e alluvionali, spiega un geologo che commenta il post. Una bufala, insomma. Altro che prova provata che proprio il fracking avrebbe causato il sisma.  

Come un blog comunque più  informato come Petrolio.Blogosfere. it afferma netto: 
il fracking NON PUO’ aver causato terremoti in Emilia, e  più in generale in Italia per il semplice fatto che  quella tecnica in Europa non si pratica (ancora), con l’eccezione della Polonia, che vorrebbe liberarsi dalla dipendenza dal gas russo entro 2035. Qui, riportava   The Ecologist,  Halliburton ha effettuato il primo fracking europeo in un pozzo.  E però la cosa prosegue, racconta  qui il blog petrolio.

Chevron, Exxon e Shell sono già avanti nell’esplorazione di shale gas in altre zone europee, come Inghilterra, Svezia, Germania, mentre già si candidano Olanda, Spagna e Danimarca.
Che si arrivi anche all’Italia non è detto malgrado le aperture dell’ex  governo Berlusconi  (denunciate dai blogger). Pare che secondo le ultime ricerche geologiche, il nostro gas di scisti sia ancora più difficile e costoso da estrarre di quello americano.
 
Fracking e perforazioni. Forse vale allora la pena di vedere, sia pure rapidamente, cos’è questo fracking e quali rischi pone .  E quali pericoli ambientali derivano dalle trivellazioni – per prospezioni e estrazione di petrolio e gas  – queste sì in atto in Italia, nella pianura Padana e non solo, e che si vorrebbero aumentare a dismisura. Destinando per esempio il 50% dell’Abruzzo alla ricerca di petrolio e/o gas – se è vero quel che denuncia Maria Rita D’Orsogna,  prof alla California State University e blogger lei stessa, considerata un’autorità in materia dai blog ambientalisti e/o complottisti. ( qui il video su Youtube). 
 
Il fracking, dunque,o hydraulic fracturing. Come abbiamo detto è un sistema nuovo, perfezionato dal gruppo Halliburton di Dick Cheney, l’ex presidente Usa,   per estrarre da rocce sedimentarie porose quell’1% di gas che custodiscono. In pratica si tratta di indurre le rocce a spaccarsi, rilasciando il gas.  Si iniettano più volte  sottoterra ad alta pressione quantità inenarrabili di acqua, che poi torna fuori inquinata. Anche perché insieme  si pompano sabbia e sostanze chimiche “segrete” (brevettate) e cancerogene (pare).  Acque contaminate che verrebbero poi reiniettate nei pozzi, profondi 3km e più, usati proprio per seppellirci i liquidi tossici.

Il risultato – sintetizza Petrolio.blogosfere. it – è un disastro ambientale di notevoli proporzioni, per le emissioni e la perdita e il consumo dei terreni, ma soprattutto per la  contaminazione dei suoli e delle falde. Proteste e rivolte dei cittadini sono all’ordine del giorno, nelle zone coinvolte. Josh Fox, un agricoltore americano che ha rifiutato di vendere la sua terra a “quelli del gas” , ha realizzato Gasland,  documentario su segreti, bugie e contaminazioni del gas, indagando su cosa era capitato ai suoi vicini, e non solo.
 
Parliamo degli Usa,che puntano sullo shale gas per ridurre la dipendenza dal petrolio.  E in particolare dell’Arkansas dell’Ohio e dell’Oklahoma (solo qui 185.000 pozzi per il gas) dove oltre a morie di pesci e uccelli e altri animali si sono aggiunti ripetuti microsismi e veri sismi, di gran lunga più frequenti che in passato ( 500 in 3 mesi in Arkansas, negli altri stati  qui  qui  e  qui )
 
Terremoti dovuti al fracking?Pare di sì, per ammissione di almeno una società petrolifera, riportava Business Insider. E secondo il prof. Won Young Kim, del Department of Seismology and Technophysics della Columbia University, citato  qui.
In ogni caso le autorità dell’Ohio dopo il sisma del 31 dicembre scorso, particolarmente forte, hanno fermato le attività estrattive.
 
Ultimamente si sono mosse le  autorità federali, come l’EPA, l’ente di protezione dell’ambiente, il che dimostra che qualcosa di vero c’è.
Il Los Angeles Times, che  sul fracking in California ha fatto una vera e propria campagna, riferisce che l’amministrazione Obama ” ha proposto di aggiornare le regole per lo sviluppo di gas e petrolio sul territorio federale cercando di fare i conti col boom della controversa tecnica dell’hydraulic fracturing. Ma haavanzato un compromesso che non soddisfa né l’industria né gli ambientalisti”.  
 
Rischi sismici anche per le perforazioni e prospezioni petrolifere?  Il dubbio lo avanza la prof D’Orsogna nel video che abbiamo citato. Riferendo anche uno studio commissionato dal gruppo francese Chamberger a dei geologi russi realizzati in campi estrattivi dell’Asia centrale. Dove, a quanto racconta, si sarebbero verificati terremoti anche del 6°-7° grado della scala Richter  in zone dell’Uzbekistan mai considerate a rischio sismico, e per fortuna spopolate.
 
Che dire? Personalmente abbiamo dei dubbi, bisognerebbe approfondire.
 
Secondo la prof italiana basata negli Usa, continuare e anzi estendere le trivellazioni nel Bel Paese – già molto estese, più di quanto si immagina, vedi la mappa ufficiale delle trivelle pubblicata da stampalibera – non vale la candela.
Per via dei rischi ambientali da inquinamento di terreni e falde acquifere, questi sì concreti. Come si vedrebbe già in Basilicata, dove da 15 anni ormai si estrae metano  e si sarebbe arrivati a chiudere sorgenti perfino in parchi naturali.  Anche se poco se ne parla.

Maria Garzia Bruzzone
Fonte: www.lastampa.it
Link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=305&ID_articolo=183&ID_sezione=693
31.05.2012

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