Questa composizione è nata, dopo diverse meditazioni sulla situazione, il primo maggio del 2020 che, credo ricorderete, fu vissuto in forma esclusivamente virtuale.
Era del resto successivo a un 25 aprile soppresso, per la prima volta nella storia del nostro dopoguerra. Azzerato, andato completamente deserto per la paura della pandemia.
La situazione mi turbò parecchio e diede sfogo a questi versi, che immaginavano un futuro in cui gli adulti di adesso si ritrovavano nonni, e dovevano spiegare ai nipoti cose che quei piccoli, per l’ignavia di venti anni prima di fronte alla soppressione dei diritti Costituzionali, potrebbero trovarsi a non conoscere.
Patrizia Varnier