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“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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STRANIERI IN PATRIA

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A cura di Davide
Il 10 Luglio 2009
103 Views
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DI HS
comedonchiscitte.org

Meno tre… meno due… meno uno…

Si và ad iniziare… Inizia il consueto, squallido spettacolino… La patetica passerella viaggiante allestita questa volta da un impresario che per quanto si sforzi di essere hollywoodiano, si segnala sempre più come un piccolo agente da cabaret tipo “Il Bagaglino”. Senza nessuna intenzione di offendere quest’ultimo, peraltro…

Lo showman di Arcore ha allestito un notevole capolavoro trash della follia requisendo e sigillando una zona ancora scossa da movimenti tellurici di una certa intensità e nella quale ancora si possono ammirare le bellezze di un panorama devastato e macerato. Obama guarda e sgrana gli occhi “What is this ?”. In lumbard saremmo tentati di rispondergli che è “un bel rebelot” tanto per non essere volgari ed espliciti.

Nella foto: Gaetano SayaNon so voi, ma per una serie di ragioni mi sento ogni giorno di più straniero in patria. Patria senza patria, peraltro, perché se noi italiani fossimo tali nel senso più genuino del termine dedicheremmo le nostre energie alla salvaguardia del nostro patrimonio artistico e storico piuttosto che perdersi nel canto dell’Inno di Mameli con piglio da osteria e ravvivare la pessima tradizione di quegli italici vizi sempre più spesso riconducibili alla più sordida beceraggine…

Non so voi, ma io mi sento straniero in patria. Certo, siamo tutti molto forti e protervi, o almeno molti di noi lo sono, nell’applaudire le misure anti immigrati di questo governo che oltre a non brillare per efficienza mostra pure scarsa fantasia. Dagli allo straniero, allora ! Dagli all’extracomunitario, su dai ! Intanto però si permette che venga sequestrata agli italiani – sì sì parlo dell’italica fottuta stirpe ! – una porzione di territorio per metterla a disposizione di alcuni capi di stato e primi ministri stranieri, alcuni dei quali extracomunitari. Anzi, più che essere sottratto agli italiani, quel territorio è stato carpito ad una popolazione provata dalla sofferenza e dalle consuete promesse del primo fra gli imbonitori e dei prestigiatori. A quando la partenza per la crociera ? Intanto gli zatteroni continuano a sbarcare…

Non so voi, ma io mi sento straniero in patria al più un valletto delle cerimonie dei Grandi della Terra (oops…). Il G8 non si smentisce mai nella sua insistita e penosa vacuità, pessima pubblicità per gli Imperatori. Niente si decide e le promesse si susseguono. Da quando sono nato ho sentito ripetere l’insopportabile litania sulla necessità di sconfiggere la fame nel mondo fissando ogni volta obiettivi costantemente disattesi. Idem per la salvaguardia dell’ambiente naturale e per quanto riguarda le misure contro l’inquinamento planetario. Se si decide, lo si fa altrove e al riparo da occhi indiscreti. Ci sono il Bildenberg, il CFR, la Trilateral, le multinazionali, le corporations, l’alta finanza e potenti lobbies… Ma non è un governo del mondo… Al contrario non si governa nulla e oggettivamente si studiano manovre e strategie al più mediatiche e comunicative per far digerire il paradigma del Mercato, soprattutto in tempi di Crisi come questa… Intanto il ricco, il possessore maggioritario di sostanziose quote azionarie diventa sempre più ricco e il povero è condannato a rimanere tale e se è l’Altro, lo Straniero è destinato a perdere pure la dignità.

Eppure la folle fiera delle vacuità organizzata da un folle patentato per altri folli che scambiano le questioni di governo per sfarzosa mondanità non tollera il rumore e lo schiamazzo che per ragioni di politica interna ed internazionale prevedibilmente si paleseranno. E così, amanti della musica classica, gioite al richiamo di quel delizioso suono vagamente dodecafonico di un concerto per vecchi manganelli da vibrare su crani preferibilmente scoperti. Qualche segnale inequivocabile a Vicenza e in varie città italiane a seguito delle manifestazioni contro l’allargamento della base NATO a Vicenza e di quelle organizzare in solidarietà agli arrestati dell’Onda Anomala. L’aria puzza di militarizzazione dell’ordine… I movimenti antagonisti e i centri sociali troppo intemperanti sono avvertiti e il rischio di un’altra Genova non è mica poi così remoto. Fa sempre comodo preparare un gustoso teatrino di guerriglia e violenza urbana con funzionari delle forze dell’ordine e black blockers veri e presunti impegnati a darsele di santa ragione… Fa sempre comodo coprire la voragine di Nulla gi-ottina con il frastuono delle botte, delle manganellate, delle bastonate, delle vetrine infrante e delle molotov… Fa sempre comodo che si manifesti la rabbia più o meno controllata degli antagonisti, dei giovani, dei ragazzi e anche degli…stranieri. L’auspicio è quello di mantenere mente e nervi saldi, ma in questa terra di Nulla e di Vuoto come non sentirsi stranieri ?

Non so voi, ma io mi sento straniero in un paese ove sempre più spesso chi vuole dentro l’Onda coincide con chi fuori plaude alla Ronda. Retaggio quasi esclusivo di cotanto genio italico (ah ! Cosa non si fa per l’amor di patria senza patria…) su quest’ultima confluiscono paure, insicurezze, rabbie mai sopite, ecc… Lo scontro di civiltà e la paura dell’invasore musulmano, la guerra al “terrorismo” e l’intolleranza verso lo straniero, le politiche securitarie all’insegna della zero tolerance e della law and order promosse dal neoliberismo americaneggiante e di stampo anglofono, le fobie nei confronti della piccola delinquenza di strada e delle intemperanze giovanili e giovaniliste, ecc… Ma chi ha concepito il cosiddetto “pacchetto sicurezza” – con grande senso dell’ironia – ha pensato soprattutto a legalizzare quel che in uno stato democratico che si rispetti – non l’Italia evidentemente – non potrebbe essere accettato, perché è lampante come la luce del sole che le supposte “ronde” non sono normali associazioni di privati cittadini coordinati dalle forze dell’ordine nella pulizia dei quartieri. La Lega ha impacchettato un provvedimento a suo uso e consumo perché da tempo i bollori padani delle Camice Verdi attendevano di essere canalizzati. Anche altri gruppi e gruppetti appartenenti a talune ben note aree politiche si fregano le mani… Camice verdi, grigie o nere la sostanza non cambia… Ben note sono le manifestazioni di simpatie e affabilità che questi soggetti riservano agli extracomunitari, agli omosessuali, agli “alternativi”, alle “zecche comuniste”, ecc… Mentre in questi ultimi anni gli episodi a base di violenze ed aggressioni da parte di militanti e simpatizzanti delle destre radicali e anche fra le forze dell’ordine si sono moltiplicati. Il G8 di Genova docet…

Non si capisce allora questo accanimento verso tale Gaetano Saya, fondatore del Nuovo MSI e ideatore di discusse “ronde grigie”. Il personaggio si rifà al fascismo più delirante e grottesco, si professa ammiratore di Gelli e di Berlusconi – entrambi noti adepti della loggia P2 e non digerisce la svolta postfascista – neoconservatrice diremmo – di Fini e dei suoi. La sua presunta ed esibita biografia lascia di sasso. Reclutato nei servizi segreti militari da un altro noto piduista, quel generale Santovito al centro delle vicende del SuperSISMI con quel pupillo del consulente neoconservatore americano Michael Leeden che risponde al nome di Francesco Pazienza e con altri soci piduisti come l’altrettanto discusso Pietro Musumeci, Gaya sarebbe entrato a far parte di quella massoneria legata all’ambiente militare filoNATO e ai servizi segreti. Inoltre ha ripetutamente affermato di essere stato un “gladiatore”… Se – “e sottolineo se” come canterebbe Mina – tutto ciò risponde al vero non si saprebbe se ridere o piangere. Affidare la difesa dell’Italia e della sua cooptazione nell’Alleanza Atlantica e nel Mondo Libero (e liberato dagli angloamericani) dal pericolo del comunismo internazionale ed internazionalista a simili soggetti fa dubitare che la Guerra Fredda sia stata qualcosa di terribilmente serio, ma ben sappiamo ormai che la realtà supera qualsiasi fantasia, anche quella più mostruosa o ridicola. Successivamente Gaya ha creato una sorta di polizia parallela, la DSSA, per contribuire alla “guerra contro il terrorismo arabo ed islamista”. In questa vicenda si è sospettato il coinvolgimento nel reclutamento di mercenari da utilizzare in Iraq al fianco della “coalizione dei volenterosi”. E allora ? Allora la questione si fa un po’ più seria anche perché Saya è solamente uno dei tanti, in particolare quello più esibizionista e vanitoso. Avviare una procedura giudiziaria solo nei suoi esclusivi confronti significa farne il capro espiatorio di un problema di ben più vasta portata. Siete veramente sicuri che in un paese come il nostro, un paese in cui la legge e le regole sono messe costantemente sotto i piedi poliziotti e carabinieri possano imbrigliare e controllare le bande di italici (e padani) vigilantes ? Ammesso poi che vi sia da parte di questi ultimi la volontà accompagnata ai mezzi più adeguati per “inquadrare” le ronde. Camice verdi, grigie, nere… Ognuno con la sua idea di patria, di territorio e di sanguigne radici… Ognuno attestato nel suo quartiere pronto a difendere la sua posizione… Non solo Padania, ma anche una,dieci, cento idee di Italia… La tragedia jugoslava consumata nell’inutile sangue generato da conflitti “etnici” pare ormai dimenticata, ma forse dovremmo avere qualche motivo per ricordarcene… La proliferazione di organizzazioni paramilitari cementate dal richiamo etnico, linguistico e religioso è esplosa dopo la costituzionalizzazione e la legalizzazione degli eserciti degli stati federati. In quel caso un federalismo spinto ha contribuito a disgregare e distruggere la Jugoslavia mentre l’Occidente stava a guardare con una certa soddisfazione e in qualche segreta stanza qualcuno ha certamente pensato di versare ulteriore benzina sul fuoco. Il rischio di balcanizzazione è così lontano dall’Italia ? Un indicatore in esattamente opposto viene dagli stadi ove in questi ultimi anni vi è stata un’indubbia penetrazione della destra radicale e soprattutto della neonazista Forza Nuova fra gli ultras di varie tifoserie.

Proprio dagli stadi e dalle curve sono scaturiti i più agguerriti gruppi paramilitari della ex Jugoslavia, i gruppi che si sono macchiati dei crimini peggiori come quello della Tigre Arkan celebrata dalle curve laziali. D’altronde lo stadio insegna molto spesso l’abc dello sciovinismo.
In secondo luogo c’è un precedente storico piuttosto preoccupante a cui far riferimento: all’inizio degli anni Novanta nella crisi politico istituzionale portata alla luce dalle inchieste giudiziarie di Tangentopoli, sulla scia del successo della Lega un gruppo piuttosto nutrito di massoni, mafiosi e militanti di estrema destra diede vita a numerose “leghe meridionali” successivamente scolte con la creazione di Forza Italia e la normalizzazione berlusconiana… L’intento iniziale era quello di accelerare la destabilizzazione politica e territoriale per mettere un ginocchio la Repubblica e rilanciare certe “formazioni politiche”. Con l’approdo berlusconiano non era più necessario tenere in piedi le leghe autonomiste e separatiste. In effetti, oggi, con l’offuscamento dell’immagine del nostro premier e la sua fondamentale funzione di collante delle destre si apre la strada al conflitto e alla frammentazione. Il “nazionalista” Fini potrà mai andare d’accordo con i “padani” Bossi e Maroni ? E quale sarà atteggiamento terranno Fini & soci nei confronti delle “scorie” della destra radicale ? Come reagiranno le “ronde” di vario colore ? Vi sono buone ragioni per ritenere che se da un lato il declino del Cavaliere è auspicato all’interno della sua compagine, dall’altro è pure temuto per le conseguenze… In ogni caso in un contesto di frammentazione e di polverizzazione dell’idea di patria definirsi come italiani autentici significa trovare un altro modo di vagare fra le Terre del Nulla. E pensate che giornalmente abbiamo discettato di “globalizzazione” e di “altra globalizzazione”…

Non so voi, ma io mi sento sempre più straniero e quasi quasi vorrei chiedere la revoca della cittadinanza…

Cercherò un altro paese, altre sponde forse…

Farò domanda per diventare “cittadino del mondo” e mi dedicherò al riscatto di questa nuova terra…

Lavorerò per questo e mi sfiancherò dalla fatica, se necessario…

Anche questo, però, non è che sogno ed affacciandomi alla finestra per guardare il panorama che mi circonda e mi sovrasta non posso fare a meno di pensare e di domandarmi…

Se desidero con ardore di essere “cittadino del mondo” quale mondo potrà mai accogliere un nuovo cittadino come me ?

Ed è qui, su quest’ultimo pensiero, che cala l’ennesimo sipario.

FINE

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
10.07.2009

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