SPREGEVOLE FECCIA UMANA

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DI PEPE ESCOBAR
atimes.com

” Spregevole Feccia umana” — “Peggio di un cane” — Un “traditore incallito” uno che “si è macchiato di atti contro il partito e contro la rivoluzione nel tentativo di rovesciare il capo del partito e dello stato, oltre che il sistema socialista”. Conclusione: una veloce sentenza di un tribunale militare e una immediata esecuzione “nel nome della rivoluzione e del popolo”.

Così era scritto nel destino di Jang Song- Thaek, 67 anni, zio del leader della Corea del Nord Kim Jong-eun (sulla trentina) come scrive l’agenzia di stampa statale KCNA. In Corea del Nord, la rivoluzione sicuramente non è come un invito a una cena per mangiarsi un piatto di “bulgogi”.La KCNA riporta che Jang – sposato con Kim Kyong -hui , sorella molto influente del defunto Caro Leader Kim Jong-il – ha ammesso di aver tentato di organizzare un colpo di stato militare. L’inevitabile follow-up è – cos’altro ci si poteva aspettare ? – stata una purga (amministrativa del Comitato Centrale) . Chi aveva detto che la guerra fredda era finita ?

Jang era, in teoria, il cardinale Richelieu del giovane Kim. E poi, di punto in bianco, lo si è visto in televisione trascinato di peso fuori da una riunione, umiliato pubblicamente, demonizzato come un tossicodipendente e un puttaniere, spogliato di titoli e onori (Capo del dipartimento amministrativo del partito, Vice Presidente della Commissione Difesa Nazionale), accusato di corruzione, condannato e giustiziato, come se tutto questo fosse il remake di una Pulp Fiction nordcoreana. Ma che significa tutto questo?

Rieducare o qualcosa in più

Vediamo la reazione dei soliti noti. Il Presidente sudcoreano Park-Geun-hye ha detto che nella Corea del Nord c’è un ” regno del terrore”. Il Ministro della Difesa giapponese Itsunori Onodera ha detto che c’è un remix della rivoluzione culturale cinese. Pechino, dimostrando la propria moderazione, lo ha definito solo “un affare interno”.

L’interpretazione più ovvia è che Kim abbia voluto ricordare alla Corea del Nord, alla penisola coreana e al mondo intero che ” Qui comando io e con me non si scherza .”

Ora qualche dettaglio

Il Piccolo Kim, sin dal momento che si è seduto sul trono del capo, era già immerso in un rimpasto di tutta la nomenklatura militare ( questo lo dice il Ministero della Ri-unificazione della Korea del Sud). Lo scenario più probabile è che la purga di Jang era già iniziata qualche mese fa.
O anche prima, perché Kim-Il-sung e Kim Jong-il avevano sempre sospettato che Jang volesse cominciare una scalata sociale (e soprattutto politica). Certi aiutanti di Jang erano già passati per il trattamento “Pulp Fiction”, ma chi aveva i soldi in mano, per sua fortuna era in Cina, sotto la protezione dei sudcoreani.

Non si potevano commettere errori: Jang era troppo potente e ben ammanicato. Tanto potente che la campagna di “rieducazione ” che doveva arrivare – che fosse diplomatica o di tipo medievale – non sarebbe stata facile.

Jang si trovava sempre nel centro del potere della Corea del Nord, cosa che si potrebbe più o meno riassumere come una élite rarefatta che può decidere quanto stare dalla parte del Partito dei Lavoratori per bilanciare il potere dei militari prima di imbarcarsi tutti insieme in una specie di apertura economica.

Dobbiamo sempre ricordare che la idea politica dominante di Kim-Jong-il era in origine “i militari prima di tutto” anche se poi ha iniziato a cambiare un po’ per preparare la sua successione. Piccolo Kim precauzionalmente ha messo un sacco di funzionari di partito in posizioni importanti ma ora il mantra è che avrà la supremazia nel partito. In questo contesto è importante anche tenere a mente che il Partito dei Lavoratori aveva già energicamente denunciato i “crimini” di Jang.

Qualsiasi riforma economica radicale dipende direttamente dal riuscire a controllare i militari – perché dopo tutti i responsabili della pianificazione economica nella Corea del Nord sono personaggi che vengono dal partito, e sembra inutile ricordare anche che lo sviluppo dell’economia è tanto cruciale quanto i missili e le armi nucleari.

A parte il suo presunto tentativo di colpo di stato, Jang era un difensore delle Zone Economiche Speciali della Corea del Nord ( SEZ), per attrarre investimenti stranieri ( Foreign Direct Investments) e per l’ esportazione di materie prime (come se Pyongyang stesse flirtando di nuovo con Pechino, come nei primi anni 1980). Pyongyang si sta già muovendo in questo modo – ad esempio investe in strade, ferrovie e infrastrutture portuali sul confine cinese e quello russo. Ma non sono solo la Cina e la Russia che vogliono investire nella Corea del Nord, si stanno candidando anche da Hong Kong, Taiwan, India, Indonesia e Mongolia.

Voglio di più

Ancora una volta, sempre, in un modo o nell’altro c’entra la Cina. Jang era vicino a Pechino – e voleva far arrivare un sacco di investimenti dalla Cina. Nessuno sa quanto questa purga influenzerà il mondo degli affari, c’è chi giurerebbe che questa sia tutta una operazione di Mobbing e che l’epurazione sia solo una tattica per alzare il prezzo della “cooperazione” nordcoreana con i cinesi.

Cosa che non è poi così campata in aria. Pyongyang dipende dalla Cina, ma non potrà mai permettersi di essere considerata solo un fantoccio. Myanmar se l’è giocata splendidamente: senza l’elemento Pulp Fiction non sarebbe riuscita a passare da un ieri – quando era chiusa e totalmente dipendente dalla Cina – ad un oggi in cui è “aperta” e pronta a “diversificare” con tanti partner, occidentali inclusi.

Quello che è certo è che i cervelli della politica di Kim-Jong -eun – il Partito dei Lavoratori che sia forte o addirittura più forte dei militari – comunque non sono cambiati. Quanto a quello che succederà dopo, Piccolo Kim potrebbe anche metterci un tocco personale per scuotere l’intero pianeta con il lancio di un missile nucleare o con un altro test nucleare per stimolare la “coesione nazionale”. I Nordcoreani – per non parlare dei sudcoreani, dei giapponesi e degli americani – capiranno bene il messaggio : “Non si scherza con lui o ti impala come nel Medievo”.

Pepe Escobar è l’autore di “Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War” (Nimble Books, 2007) e “Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge”. Il suo ultimo libro è “Obama does Globalistan” (Nimble Books, 2009).

Fonte: http://www. atimes.com

Link: http://www.atimes.com/atimes/Korea/KOR-02-131213.html

13.12.2013

Traduzione per ComeDonChisciotte.org a cura di Bosque Primario

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