DI BEN WEST
atimes.com
La mattina del 29 novembre sono stati aggrediti due scienziati iraniani, coinvolti nel programma di sviluppo nucleare dell’Iran. Uno è stato ucciso e l’altro ferito. Secondo i media iraniani il deceduto, il dottor Majid Shahriari, era a capo di un gruppo responsabile dello sviluppo della tecnologia necessaria a progettare la componente principale di un reattore nucleare, e il Time Magazine si riferisce a lui come la persona non-nominata più alta in grado che lavora a questo progetto.
Rapporti ufficiali indicano che Shahriari è stato ucciso quando i killer in motocicletta hanno attaccato una bomba adesiva al suo veicolo e l’hanno fatta detonare qualche secondo più tardi. Inoltre, il resoconto del Time Magazine dice che un dispositivo esplosivo nascosto all’interno della macchina è detonato, uccidendolo. L’autista di Shahriari e sua moglie, entrambi in macchina in quel momento, sono rimasti feriti.
Nel frattempo, dalla parte opposta della città, il dottor Fereidoon Abassi è stato ferito in un attacco con una bomba adesiva, secondo alcune fonti identico a quello che gli ufficiali han detto aver ucciso Shahriari.
Anche sua moglie, che lo accompagnava, è rimasta ferita (alcuni rapporti dicono che ci fosse anche un autista al momento dell’attentato). Abassi e sua moglie sono in condizioni stabili.
Abassi è addirittura collegato più strettamente al programma nucleare iraniano di quanto lo fosse Shahriari, in quanto era un membro dell’elite del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ed è stato nominato in una risoluzione del 2007 delle Nazioni Unite che sanzionava membri d’altro rango della difesa dell’Iran e gli organismi militari ritenuti alla ricerca di ottenere armi nucleari.
Gli attentati di lunedì sono avvenuti in un momento di incertezza riguardo a come le potenze globali e i vicini dell’Iran gestiranno un Iran accusato di cercare di ottenere armi nucleari nonostante le sue pretese di sviluppare solo un programma nucleare per uso civile e di affermarsi come potenza regionale in Medio Oriente. Attraverso le sanzioni economiche entrate in vigore lo scorso anno, gli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania (il cosiddetto “Iran Six” o “P-5 +1”) hanno fatto pressione sull’Iran per avviare negoziati sul suo programma nucleare e discutere degli aspetti più delicati del programma, come gli elevati livelli di arricchimento dell’uranio.
Gli attacchi del 29 novembre sono arrivati circa una settimana prima che Saeed Jalili, capo della sicurezza nazionale dell’Iran, dovesse guidare una delegazione per incontrare gli Iran Six a Vienna dal 6 al 7 dicembre, la prima di queste riunioni da più di un anno a questa parte. Gli attacchi sono avvenuti anche nelle ore successive al rilascio da parte di WikiLeaks di cablogrammi riservati del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, pieni di preoccupazioni internazionali circa il controverso programma nucleare iraniano.
A causa del controllo internazionale e delle sanzioni su qualsiasi hardware necessario a sviluppare un programma nucleare, l’Iran si è concentrato sullo sviluppo di tecnologie domestiche che possano colmare le lacune. Ciò ha richiesto un’iniziativa nazionale coordinata dall’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran (OEAI) per costruire il programma nucleare del paese partendo da zero, uno sforzo che richiede migliaia di esperti dei vari settori delle scienze fisiche, nonché le tecnologie necessarie.
Ed è stato il leader del OEAI, Ali Akhbar Salehi, ad aver detto il 29 novembre ai media che Shahriari era “a capo di uno dei grandi progetti” presso l’agenzia. Salehi ha anche avvertito i nemici dell’Iran “di non giocare col fuoco”.
Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha completato l’avvertimento, accusando i “Sionisti” e i “regimi Occidentali” di essere dietro agli attacchi coordinati contro Shahriari e Abassi. Il desiderio del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (assieme a Germania e Israele) di fermare il programma nucleare iraniano e l’apparente coinvolgimento degli scienziati vittime degli attentati in quel programma ha portato alcuni funzionari iraniani ad accusare rapidamente gli Stati Uniti, il Regno Unito e Israele per gli attacchi, dal momento che questi paesi sono stati i più attivi nel condannare l’Iran per le sue ambizioni nucleari.
Sembra che alcuni rivali interni del regime iraniano potrebbero trarre benefici da questi attacchi. Uno qualsiasi dei numerosi gruppi militanti iraniani in tutto il paese potrebbero essere stato coinvolto in un modo o nell’altro, magari con l’aiuto di una potenza straniera. Uno sguardo alle tattiche usate negli attentati potrebbe fare luce sugli autori.
Modus operandi
Secondo i rapporti ufficiali iraniani, Abassi stava guidando per andare a lavorare da casa sua (nel sud di Teheran) all’Università Shahid Beheshti (nel nord della città), dove lavora. Mentre l’auto sulla quale lui e sua moglie stavano viaggiando era in Artash Street, gli assalitori su almeno due moto si sono avvicinati al veicolo e hanno collegato un dispositivo esplosivo improvvisato (IED) sul lato della porta del guidatore. Il dispositivo è esploso poco dopo, ferendo Abassi e sua moglie.
Immagini riferite al veicolo di Abassi mostrano che il lato del guidatore è stato distrutto, ma che il resto del veicolo e le superfici circostanti mostrano danni poco consistenti. Può essere notato qualche buco sull’asfalto dietro la macchina di Abassi ma poc’altro per indicare che una bomba fosse esplosa nelle vicinanze (rapporti precedenti che indicavano che ciò fosse dovuto all’auto di Abassi si sono rivelati errati). Ciò indica che lo IED era una carica cava con un target molto specifico. La prove sia della carica cava che dell’utilizzo di proiettili nel dispositivo suggeriscono che il dispositivo sia stato assemblato da un costruttore di bombe competente ed esperto.
Un testimone oculare dell’attentato offre una spiegazione del perché il dispositivo non abbia ucciso Abassi. Secondo l’uomo che era alla guida dell’auto immediatamente dietro a quella di Abassi, la vettura ha subito un brusco arresto nel traffico, dopodiché Abassi è uscito dall’auto ed è andato verso il lato del passeggero, dove era seduta la moglie. Il testimone oculare ha detto che Abassi e sua moglie erano a circa due metri dalla vettura, sul lato opposto a quello dove la IED è esplosa. Abassi sembrava essere consapevole del fatto che ci fosse un attentato in corso, cosa che a quanto pare gli ha salvato la vita. Il testimone non dice se ha visto gli assalitori collegare il dispositivo prima che esplodesse, ma che avrebbe potuto essere ciò che fece capire ad Abassi in che situazione si trovasse. Se le cose fossero andate così, colui che ha costruito la bomba potrebbe aver svolto bene il suo compito nel costruire il dispositivo, ma gli attentatori si sono traditi quando l’hanno impiantato.
Secondo i rapporti ufficiali, quando avvenne l’attentato mortale contro Shahriari, anch’egli stava andando al lavoro in macchina con sua moglie all’Università Shahid Beheshti, nel nord di Teheran. I rapporti indicano che egli aveva sicuramente un autista, cosa che sembra indicare che Shahriari fosse considerato una persona importante. La loro auto stava attraversando un parcheggio nel nord di Teheran, quando gli assalitori su almeno due moto si sono avvicinati al veicolo e hanno attaccato uno IED alla macchina. Testimoni oculari dicono che lo IED è esploso pochi secondi dopo e che i motociclisti sono fuggiti. Shahriari è stato presumibilmente ucciso nell’esplosione, mentre la moglie e l’autista sono stati feriti.
Il resoconto ufficiale dell’attentato è stato contraddetto dalla relazione del Time Magazine, che cita “una fonte di un intelligence occidentale a conoscenza dell’operazione”, un modo per dire che lo IED che ha ucciso Shahriari è detonato dall’interno del veicolo. Le immagini di quello che sembra essere il veicolo di Shahriari sono di qualità molto inferiore rispetto alle immagini dell’auto di Abassi, ma sembrano mostrare danni al parabrezza e agli altri finestrini della macchina. Però la vettura è ancora abbastanza intatta, e il fatto che l’autista di Shahriari e la moglie se la siano cavata solo con qualche ferita suggerisce che il dispositivo utilizzato contro Shahriari fosse anch’esso una carica cava, specificatamente destinata a lui.
Funzionalità
Attacchi come i due effettuati contro Abassi e Shahriari richiedono un elevato livello di abilità, raggiungibile solo da uomini ben addestrati. Sotto l’apparenza di attacchi come questi accade molto di più di quanto non sia immediatamente chiaro quando si leggono i rapporti dei media. In primo luogo, il gruppo di aggressori che hanno attaccato Abassi e Shahriari dovevano identificare i loro obiettivi e confermare che gli uomini che stavano per attaccare erano davvero scienziati di alto rango coinvolti nel programma nucleare dell’Iran. Il fatto che Abassi e Shahriari avessero incarichi così importanti indica che sono stati appositamente selezionati tra i bersagli e non vittime di un attentato andato a buon fine.
Secondo, il commando doveva sorvegliare i due scienziati. La squadra ha dovuto individuare con certezza i loro veicoli e determinare i propri orari e percorsi, in modo tale da sapere come e quando sferrare i loro attacchi. Entrambi gli attacchi avevano come obiettivi gli scienziati mentre si recavano a lavoro, probabilmente nel momento in cui erano più vulnerabili, un modus operandi comunemente usato dai sicari in tutto il mondo.
In terzo luogo, qualcuno con sufficiente esperienza ha dovuto costruire gli IED che avrebbero poi ucciso i loro obiettivi. Entrambi i dispositivi sembrano essere IED relativamente piccoli che erano destinati proprio agli scienziati, il che potrebbe essere stato un tentativo di limitare i danni collaterali (la loro piccola dimensione può anche essere dovuta al tentativo di occultare il dispositivo). Entrambi i dispositivi sembrano essere stati adeguati ad uccidere i loro obiettivi e, a giudicare dal danno alla sua vettura, pare che Abassi avrebbe subìto ferite mortali se fosse rimasto nel sedile del conducente.
La fase del dispiegamento sembra essere quella nella quale le cose sono andate storte per gli aggressori, almeno nell’attacco ad Abassi. Non è esattamente chiaro che cosa lo avesse messo in guardia, ma sembra che avesse un certo livello di consapevolezza riguardo alla situazione ed è stato quindi in grado di determinare che fosse in corso un attentato.
Non è affatto sorprendente che uno come Abassi fosse consapevole della situazione. Questa non è la prima volta che gli scienziati legati al programma nucleare iraniano sono stati attaccati, e le agenzie iraniane legate al programma nucleare hanno probabilmente fornito indicazioni generali di sicurezza ai propri dipendenti (soprattutto quelli di alto rango come Abassi e Shahriari).
Nel 2007, Ardeshir Hassanpour è stato ucciso in un presunto avvelenamento che fonti STRATFOR (una compagnia privata d’intelligence globale, n.d.T.) hanno attribuito ad un’operazione israeliana. Ancora una volta, nel gennaio 2010, Massoud Ali Mohammadi, un altro scienziato iraniano che ha insegnato all’Università di Teheran, è stato ucciso in un attacco con lo IED che lo ha colpito una mattina mentre si recava a lavoro. Mentre alcuni sospettavano che Ali Mohammadi potesse essere stato preso di mira dal regime iraniano a causa dei suoi legami con l’opposizione, Abassi e Shahriari appaiono troppo vicini al regime per essere bersagli del loro stesso governo (tuttavia, nulla può essere escluso nella politicamente volatile Teheran). Le analogie tra l’attentato ad Ali Mohammadi e gli attacchi contro Abassi e Shahriari suggeriscono che potrebbe essere in atto una campagna segreta per attaccare gli scienziati iraniani.
Non c’è dubbio che gli attacchi del 29 novembre abbiano assestato un colpo maggiore allo sviluppo del programma nucleare dell’Iran rispetto ai due precedenti attentati. Shahriari sembra aver avuto un ruolo fondamentale nel programma. Mentre lui sarà probabilmente sostituito e il lavoro andrà avanti, la sua morte potrebbe rallentare il progresso del programma (almeno temporaneamente) e alimentare ulteriori timori per la sicurezza nella comunità internazionale riguardo lo sviluppo nucleare dell’Iran.
Gli attacchi arrivano durante le rivelazioni di WikiLeaks riguardo alle discussioni fra il re saudita Abdullah e funzionari statunitensi circa il proposito di assassinare leader iraniani, alle accuse che gli Stati Uniti o Israele fossero dietro il worm per computer Stuxnet (un worm che spia e riprogramma PC industriali, n.d.T.) che avrebbe presumibilmente preso di mira i sistemi informatici che eseguono il programma nucleare iraniano; e il ritorno a casa di Shahram Amiri, uno scienziato iraniano che sosteneva che gli Stati Uniti lo detenevano contro la sua volontà all’inizio dell’estate.
L’evidenza indica che potenze straniere stanno cercando attivamente di investigare e sabotare il programma nucleare dell’Iran. Tuttavia, farlo non è così semplice. Teheran è ben lontana dall’essere una città accessibile quanto Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove agenti israeliani sono sospettati di aver assassinato un leader di alto livello di Hamas nel gennaio 2010. E’ improbabile che gli Stati Uniti, Israele o qualsiasi altra potenza straniera possa schierare la propria squadra di assassini a Teheran per effettuare una lunga operazione di osservazione, sorveglianza e attacco senza qualche aiuto sul campo.
E vi è certamente abbondanza di aiuti sul campo in Iran. Militanti curdi come il Partito per una Vita Libera in Kurdistan hanno compiuto numerosi omicidi contro religiosi e funzionari iraniani nella
provincia occidentale del Kurdistan in Iran. Militanti separatisti sunniti nella
provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan, rappresentati dal gruppo Jundallah, negli ultimi anni hanno preso di mira anche gli interessi iraniani nell’Iran orientale.
Altri gruppi regionali di opposizione militante come il Mujahideen-e Khalq, che ha offerto informazioni sul programma nucleare iraniano agli Stati Uniti, e i separatisti azeri rappresentano una minaccia marginale al regime iraniano. Tuttavia, nessuno di questi gruppi ha dimostrato la capacità di poter colpire funzionari di alto livello nel cuore di Teheran con un tale grado di professionalità.
Sebbene ciò sia improbabile, essi hanno capacità ed esperienza nell’eliminare dissidenti grazie ad omicidi. Inoltre, la falsità dei molti resoconti contraddittori dei media rende gli attacchi sospetti.
E’ improbabile che una qualsiasi potenza straniera sia stata in grado di svolgere da sola quest’operazione ed è altrettanto improbabile che un gruppo militante locale sia stato
in grado di condurre senza qualche aiuto un attentato come questo. La combinazione dei due elementi però potrebbe fornire una spiegazione di come gli attentati diretti contro Shariari e Abassi siano andati così vicino ad un completo successo.
Ben West
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/LL04Ak01.html
4.12.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PASCAL SOTGIU