DI MILO DRULOVIC E SIMONE SANTINI
Clarissa.it
La notizia è clamorosa: tre cittadini tedeschi sono stati
arrestati a Pristina con l’accusa di terrorismo. Lo scorso 14 novembre
una bomba era esplosa contro l’Ufficio Civile Internazionale della Ue
nella capitale kosovara. L’attentato, evidentemente dimostrativo, aveva
causato danni all’edificio ma nessuna vittima né feriti.
Poche ore dopo le autorità kosovare traevano in arresto tre
cittadini tedeschi di cui non sono state fornite le
generalità. La notizia, trapelata sul giornale locale
Express, è stata quindi confermata da “Der Spiegel” e dal
“Suddeutsche Zeitung”.
Le autorità tedesche si sono limitate a smentire
categoricamente che apparati governativi germanici possano in qualunque
modo essere implicati in attentati all’estero, eventualità
definita semplicemente “assurda”. Anche l’appartenenza dei tre uomini
ai servizi è stata smentita, almeno ufficialmente i tre non
avevano alcun accreditamento e non godono di immunità
diplomatica. Secondo “Der Spiegel” (ma la notizia non è
confermata) il gruppo lavorava proprio negli uffici oggetti
dell’attentato.
Il caso sta creando non poco imbarazzo e tensione tra Berlino e
Pristina. Il momento è particolarmente delicato, visto che
sono in corso negoziati per il passaggio di poteri tra la missione
UNMIK delle Nazioni Unite e la missione Eulex della UE, per l’organismo
che avrà il compito dell’amministrazione civile sul Kosovo
su cui vige un protettorato internazionale dalla fine della guerra del
1999.
Mentre Bruxelles e Belgrado avevano raggiunto un accordo sulla
definizione giuridica della nuova missione Eulex, Pristina l’ha
radicalmente rigettato ritenendolo un passo indietro rispetto alla
dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia proclamata lo
scorso febbraio.
L’attentato dei giorni scorsi era subito stato messo in relazione con
le vicende contrastate dei negoziati. Ma con quali scopi? Ora l’intrigo
diventa internazionale.
Milo Drulovic e Simone Santini
Fonte: http://www.clarissa.it
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25.11.2008