DI ALBERTO BAGNAI
…e Soros di qua, e Soros di là, e Soros organizza la resistenza contro il compagno Trump, e Soros finanzia Killary, e Soros è dietro le ONG che indirizzano l’opinione pubblica, e Soros è dietro i postkeynesiani che difendono l’assetto vigente (quelli austeritàbbruttaeurobbello), Soros, Soros, Soros, Soros, Soros…
Tutto vero (forse), ma… vi ricorda nulla?
A me sì.
Questa mattina, forte delle mie recenti esperienze in matematica inutile (avere figli riserva anche questo piacere), mi sono permesso di twittare una semplice proporzione:
TTIP:CETA = Soros:x
Nessuno ha capito cosa volessi dire, il che dimostra che il mondo è pieno, ma veramente pieno, stracolmo, rigurgita, di beati, e di santo ce n’è uno solo: S. Alberto (“Auguri!” “Grazie!”), che li sopporta.
Io non dico che il generoso filantropo ungherese non sia un problema, come non dico che il TTIP non sia (stato?) un problema. Quello che vorrei cercare di farvi capire è che uno dei tanti modi per gestire il dissenso è canalizzarlo verso un obiettivo altamente simbolico, la cui carica iconica sia talmente potente da abbacinare i dissenzienti, impedendo loro di darsi un’occhiata intorno.
Uno specchietto, ma non per le allodole: per i polli (voi, with all due respect).
Vi ricordate il mio sospetto verso certi meccanismi comunicativi così evidenti nel caso del TTIP? Per me fu assolutamente e irrevocabilmente chiaro che sotto l’ostentata segretezza (ossimoro) del TTIP c’era qualcosa che non tornava quando vidi questa simpatica allegoria dell’utile idiota esibirsi nella seguente pulcinellata, che forse alcuni di voi ricorderanno:
E infatti, poi, saltò fuori quello che temevo, ovvero che questi scombinati figuranti stavano semplicemente distogliendo la nostra attenzione dal vero rischio, il CETA, del quale, nonostante fosse in anda da molto più tempo, molti pochi (incluso me, che in teoria queste cose le studierei) avevano sentito parlare.
Ce lo confermò Mario Nuti nel suo blog, ospitando un articolo di Peter Rossman, poi tradotto da vocidallestero.
Quindi, chi TTIPava h24 oggettivamente (cioè indipendentemente da quanto credesse, volesse, o gli fosse stato detto di fare) stava nascondendo il CETA.
E allora?
E allora, cari amici, state sereni (cit.): scopriremo che Soros, alla fine, è folklore. Il vero Male, quello con la “M” maiuscola, non si fa vedere e non ve lo fanno vedere. Con questo non dico che non dobbiate prestare attenzione alle mosse del simpatico magnate magiaro, né tanto meno sostengo che molte di queste mosse, per come ci vengono rappresentate, non siano preoccupanti. Solo che sono molto, troppo evidenti, e visto che vi giungono attraverso un sistema dei media che è per forza di cose, tautologicamente, controllato da chi ha i mezzi per farlo (lui in primis), io qualche cautela la userei. Insomma: dopo esservi indignati, come i suoi media vogliono che facciate, contro Soros, continuate a darvi un’occhiata intorno. La parte più delicata e (per alcuni) appetibile della vostra spoglia mortale è stata posta da Nostro Signore fuori dal vostro campo visivo. In un mondo nel quale assistiamo a tante piroette da parte degli araldi del sistema (spettacolare l’inversione a U del FT su Trump, per non parlare di quella del neokeynesiano Krugman sul NYT!), ogni tanto una piroetta fatela anche voi: consentitevi il lusso di 360 gradi di orizzonte, in un mondo nel quale molto evidentemente tutti vogliono che vi concentriate su un punto solo.
Il Male si muove sotto la superficie, ma siccome è grosso, qualche increspatura ogni tanto la lascia.
Cerchiamo di non distrarci.
E comunque: #hastatoSoros…
(…ultimo avvertimento: per favore, parliamo di cose serie…)