DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
Angela Merkel deve affrontare il momento cruciale della sua carriera politica. Un coro di voci sta spingendo per la riduzione del debito greco. Un accordo permetterebbe a Tsipras di tornare ad Atene come un conquistatore. Un mancato accordo rischierebbe di trasformarsi, per Berlino, in una grave crisi diplomatica. Ma non si deve dimenticare che qualsiasi salvataggio dovrà poi essere ratificato dal Bundestag tedesco e dai Parlamenti di Finlandia, Slovenia, Portogallo, ed Estonia.
La Germania ha finalmente ceduto alle pressioni di molti paesi e Istituzioni-chiave, favorevoli alla riduzione del debito greco. Un cambiamento strategico che potrebbe interrompere cinque mesi di stallo e scongiurare, nell’ultimo disperato vertice di Domenica prossima, la rottura potenzialmente disastrosa dell’Unione Monetaria.
Con una mossa altamente significativa il Consiglio Europeo ha invitato entrambe le parti a fare delle concessioni importanti, insistendo sul fatto che anche i paesi creditori devono fare la loro parte, insieme al Governo radicale di Syriza che proporrà, entro questa sera [9 Luglio], una nuova serie di riforme economiche.
“Le realistiche proposte greche dovranno essere accompagnate da una proposta altrettanto realistica da parte dei creditori sulla sostenibilità del debito”, ha dichiarato Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo.
E’ la prima volta che le Istituzioni europee ammettono chiaramente che il debito pubblico greco – pari al 180% del PIL – non potrà mai essere rimborsato e che nessuna soluzione duratura potrà essere trovata fino a quando non sarà ridotto.
Qualsiasi accordo di questo tipo concederebbe al Premier greco Alexis Tspiras un premio da portare al popolo greco, dopo che questo ha respinto le richieste di austerità con un referendum vinto a valanga lo scorso fine settimana.
Nonostante egli debba ancora fare delle difficili riforme e valicare delle importanti linee rosse [http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11728642/What-does-Greece-want-from-a-rescue-deal-sticking-points.html], un’adeguata ristrutturazione del debito gli permetterebbe di concludere la trattativa e di tornare ad Atene come un eroe conquistatore.
Il Parlamento greco dovrebbe ratificare le misure domani [10 Luglio].
La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che “un haircut classico” è fuori discussione, ma ha tacitamente aperto la porta ad altre forme di ristrutturazione del debito. I contorni dell’accordo di Domenica prossima stanno cominciando ad emergere.
Syriza ha chiesto un pacchetto triennale di prestiti da parte del “Fondo di Salvataggio” dell’Eurozona [ESM] – forse di 60 miliardi di euro – dichiarandosi pronta sia ad un aumento delle tasse [l’IVA su alcuni prodotti e servizi] che ad un taglio delle pensioni.
Il cambio di posizione della Germania è arrivato dopo che gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia hanno chiesto unitariamente la riduzione del debito, sostenuti da un crescendo di affermazioni enfatiche da parte di Christine Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale: “La Grecia è chiaramente in una situazione di forte crisi, che deve essere affrontata seriamente e con prontezza. Siamo fortemente impegnati a trovare una soluzione che ripristini la stabilità, la crescita e la sostenibilità del debito”.
Una relazione del FMI ha detto che “sarebbe necessario” un haircut pari al 30% del debito per raggiungere gli obiettivi originari che furono concordati nel 2012 [http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11713944/Greece-needs-another-50bn-to-prevent-bankruptcy-and-will-not-survive-without-massive-debt-relief-admits-IMF.html]. Questo risultato potrebbe essere raggiunto allungando a 40 anni le scadenze delle obbligazioni e abbassando il tasso d’interesse. Tutto questo risparmierebbe ai Governi dell’Eurozona il dolore politico di dover cristallizzare delle perdite dirette per i loro contribuenti.
Gli Stati Uniti hanno chiaramente perso la pazienza con gli europei, e hanno gettato nella mischia il loro enorme potere diplomatico [http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11727607/Europes-creditors-told-to-avoid-descent-into-uncontrolled-Grexit.html], temendo che gli errori sulla Grecia possano portare ad un fiasco geostrategico e a gravi danni per la Nato.
Il Segretario al Tesoro statunitense, Jacob Lew, ha dichiarato che: “Penso che sia un grave errore, per l’economia europea e quella globale, farsi carico dei rischi connessi ad una crisi incontrollata in Grecia”.
Il Sig. Lew ha detto che le differenze fra le due parti erano di soli 2 miliardi di euro quando i colloqui si sono interrotti. Ma, se la crisi dovesse andare fuori controllo, ad essere potenzialmente in gioco sarebbero centinaia di miliardi. Egli ha concluso dicendo che questa è una forma di gestione del rischio davvero bizzarra.
Per Berlino, la crisi greca rischia di trasformarsi rapidamente in una crisi diplomatica molto più grande sia a livello internazionale che nelle relazioni franco-tedesche, vista la forte determinazione di Parigi.
Il Primo Ministro francese Manuel Valls ha dichiarato che: “La Francia si rifiuta di acconsentire all’uscita della Grecia dall’Eurozona. Mantenere la Grecia nel cuore dell’Europa e dell’Unione Europea è fondamentale sia a livello geopolitico che geostrategico. Permettere che la Grecia se ne vada sarebbe un’ammissione d’impotenza”.
Tuttavia, anche se i leaders europei dovessero accettare, Domenica prossima, il pacchetto completo per la Grecia, non si deve dimenticare che qualsiasi salvataggio deve poi essere ratificato dal Bundestag tedesco e dai Parlamenti di Finlandia, Slovenia, Portogallo, ed Estonia.
Un centinaio di parlamentari della famiglia politica di Angela Merkel, CDU e CSU, hanno già minacciato di votare contro la concessione di denaro fresco alla Grecia. Tutto questo sta rapidamente trasformandosi nel momento cruciale della carriera politica di Angela Merkel.
Ambrose Evans-Pritchard – Mehreen Khan
Parentesi quadra […] Le Note del traduttore
Fonte: www.telegraph.co.uk
9.07.2015
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO