SOGNANDO AMERICANO, DAL G1 AL BILDERBERG

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DI PEPE ESCOBAR

rt.com

Qual è il legame tra il summit del G7 in Germania, la visita in Italia del presidente Putin, il meeting del club Bilderberg in Austria e i negoziati a Washington sul TTIP – l’accordo di libero scambio USA-UE?

Cominciamo dal G7 nelle alpi bavaresi – piuttosto un G1 con un’aggiuntina di “partner minori” – con il presidente Obama a compiacersi della sua impresa promossa dai neo-con: precettare l’UE per estendere le sanzioni alla Russia, anche se l’UE distrutta dall’austerità ne patirà addirittura maggiormente le conseguenze.

Prevedibilmente, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande hanno ceduto – anche dopo essere stati forzati dalla realpolitik a intessere discussioni con la Russia e creare congiuntamente l’accordo Minsk-2.

L’ipocrisiometro nelle alpi bavaresi è già quasi esploso proprio al discorso di apertura della cena del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, ex primo ministro della Polonia e Russofobo/guerrafondaio conclamato: “Tutti noi avremmo preferito che ci fosse la Russia a guidare il tavolo del G7, ma il nostro gruppo non è solo un gruppo (che condivide) interessi economici e politici, ma prima di tutto è una comunità fondata su dei valori. Questo è il motivo per cui la Russia non è tra noi”.

Quindi tutto ruota attorno ai “valori” civili contro l’ “aggressione russa”.

Il “civilizzato” G1 + “partner minori” non può permettersi di rischiare globalmente una guerra nucleare sul territorio europeo a causa di un “Banderastan” impiantato a Kiev, no scusate, un’ “aggressione russa”.

Invece, il vero divertimento si svolgeva dietro le quinte. Le fazioni di Washington stavano rinfacciando alla Germania di aver fatto perdere all’occidente la Russia a vantaggio della Cina, mentre le menti adulte dell’UE – lontane dalle alpi bavaresi – incolpavano Washington.

Ancora più succosa è una visione opposta che circola tra i potenti Padroni dell’Universo nel mondo delle corporate statunitensi, non in quello della politica. Temono che nei prossimi due-tre anni la Francia si potrebbe ri-alleare con la Russia (ci sono molti precedenti storici). Identificano – ancora una volta – la Germania come il problema principale: mentre Berlino spinge Washington a coinvolgersi in una “Mitteleuropa” di stampo prussiano, gli Statunitensi stanno combattendo due guerre per evitare questa possibilità.

Per quanto riguarda i Russi – dal presidente Putin e dal ministro degli esteri Lavrov in poi – sale il consenso: non ha senso discutere alcunchè di sostanziale se si considera lo scarso pedigree intellettuale – o la totale stupidità neo-con – dei fautori della politica dell’amministrazione Obama del “non fare cose stupide”. Per quanto riguarda i “partner minori” – principalmente galoppini dell’UE – non contano, sono solo vassalli di Washington.

Sarebbe bello aspettarsi che le gang dei “valori” civilizzati proponessero alternative valide per la stragrande maggioranza dei cittadini delle nazioni del G7 che non possono aspirare ad altro se non Mac-lavori, oppure sopravvivere a stento come ostaggi di questo turbo-capitalismo della finanza spazzatura del quale beneficia solo l’1%. È piuttosto semplice individuare il solito capro espiatorio – la Russia – e proseguire con la retorica della paura e della guerra tipica della NATO.

La lady di ferro Angela Merkel ha trovato tempo anche per pontificare sui cambiamenti climatici – spingendo tutti ad investire per una “economia globale a basso uso di carbone”. Pochi si sono accorti che la presunta deadline per la “decarbonizzazione” totale è stata fissata alla fine del ventunesimo secolo, quando questo pianeta sarà già in grossi, grossi guai.

Acthung! Bilderberg!

La neolingua di Obama, sostenuta dai neo-con, continua a sostenere che la Russia sogni di ricostituire l’impero sovietico. Confrontiamola con quanto il presidente Putin dice all’Europa.

La settimana scorsa, Putin ha trovato il tempo di rilasciare un’intervista al Corriere della Sera alle 2 di mattina, questa è stata pubblicata mentre si svolgeva lo spettacolino nelle alpi bavaresi e prima della visita italiana di Putin del 10 giugno. Gli interessi geopolitici russi e i rapporti Russia-USA sono rappresentati molto dettagliatamente.

Quindi Putin era persona non gradita al G1 + galoppini? In Italia ha visitato l’EXPO di Milano, incontrato il primo ministro Renzi e Papa Francesco, fatto presente a tutti i “legami economici e politici privilegiati” tra Russia e Italia e menzionato le 400 aziende italiane attive in Russia e i milioni di turisti russi che visitano l’Italia ogni anno.

Ha anche parlato in maniera importante del consenso: la Russia rappresentava un punto di vista diverso come membro del G8, ma oggi gli “altri poteri” pensano di non averne più bisogno. Il concetto di fondo: è impossibile fare una conversazione tra adulti con Obama e i suoi amici.

E proprio al momento giusto, da Berlino – dove stava mostrando le sue roboanti credenziali in politica estera, Jeb Bush, fratello del distruttore dell’Iraq Dubya Bush, con il bigliettino dei suoi suggeritori neo-con, ha definito Putin un bullo e ha spinto l’Europa a combattere, e cosa se no, “l’Aggressione russa”.

L’offuscamento retorico su quello che è stato in realtà discusso nelle alpi bavaresi ha iniziato a diradarsi ai primi accordi della vera musica: il meeting del Bilderberg Group che è cominciato questo giovedì all’Interalpen-Hotel Tyrol in Austria, solo tre giorni dopo il G1 più partner minori.

Teorie cospirazioniste a parte, il Bilderberg può essere considerato un’ultraselezionata cricca di lobbysti – politici, boss delle corporate USA, ufficiali dell’UE, capitani d’industria, capi delle agenzie di intelligence, reali europei – organizzato ogni anno in una sorta di format da centro di pensiero/modo per organizzare la politica, per spingere la globalizzazione e tutti i punti più pressanti dell’agenda atlanticista. Chiamatelo pure la chiacchierata dei Padroni dell’Universo Atlanticisti.

Per rendere chiare le cose – non che siano grandissimi fan della trasparenza – la composizione del comitato direttivo è qui e in Austria parleranno di queste cose.

Naturalmente parleranno di “aggressione russa” (come se gli importasse del fallimento dell’Ucraina, devono impedire che la Russia faccia affari con l’Europa).

Naturalmente parleranno della Siria (come spartirsi la nazione, con il Califfato già catalogato come un evento post-Sykes-Picot).

Naturalmente parleranno dell’Iran (ovvero di come fare affari, comprare la loro energia e prezzolarli per farli entrare nel club).

Ma il colpo grosso è il TTIP – il paventato accordo di “libero scambio” tra USA e UE. In linea teorica tutti i più grandi lobbysti economico/finanziari che spingono il TTIP saranno sotto lo stesso tetto austriaco.

Non a caso il Bildeberg comincia un giorno prima che l’autorità presidenziale da “corsia preferenziale” sia discussa al congresso USA.

Wikileaks e una tonnellata di BRICS [1]

Guardiamo Wikileaks, con ciò che in un mondo migliore sarebbe un grosso aiuto per capire.

La Fast track authority estenderebbe il potere del presidente USA per non meno di sei anni: ciò coinvolgerebbe anche il prossimo inquilino della Casa Bianca, che probabilmente sarà Hillarator oppure Jeb “Putin è un bullo” Bush.

Questa autorità di negoziare accordi loschi non si riferisce solo al TTIP ma anche al TPP e al TiSA.

Wikileaks, appena in tempo, ha pubblicato l’allegato della salute alla bozza segreta del capitolo “trasparenza” del TPP, con le posizioni di ogni nazione nella negoziazione. Non c’è da stupirsi che questa bozza sia segreta. Non c’è nulla di trasparente riguardo ad essa, è un non nascosto attacco alle autorità sanitarie mondiali da parte di Big Pharma.

Il concetto di fondo è che questi tre mega-accordi – TPP, TTIP e TiSA – sono lo schema definitivo di quello che potrebbe essere educatamente descritto come una governante globale societaria, un sogno erotico del Bilderberg. Gli sconfitti: gli stati-nazione e il concetto di democrazia occidentale. I vincitori: le grandi società multinazionali.

Julian Assange, in una sua affermazione, in sintesi ha colto nel segno: “è un errore pensare che il TPP sia un trattato singolo. In realtà ci sono tre mega-accordi congiunti, il TiSA, il TPP e il TTIP, ognuno dei quali si configura strategicamente in un accordo più grande, che suddivide il mondo nell’occidente contro gli altri. Questo ‘Grande trattato’ è descritto dal Pentagono come il cuore del ‘Perno asiatico’ militare degli USA. Gli artefici stanno puntando nondimeno che all’arco della storia. Il Grande Trattato sta prendendo forma in totale segretezza, perché assieme alle indiscutibili ambizioni geostrategiche mette in opera una nuova ed aggressiva forma di corporazionismo transnazionale per la quale non c’è supporto pubblico”.

Dunque questo è il vero programma atlanticista – gli ultimi ritocchi da definirsi nell’arco di tempo che va dal G1 + galoppini fino al Bilderberg (aspettiamoci molte telefonate importantissime dall’Austria a Washington questo venerdì). La NATO in azione. Puntando all’Asia escludendo Cina e Russia. L’occidente contro tutti.

Ora il contraccolpo. Mentre si sviluppa lo spettacolo nelle alpi bavaresi, il primo Forum Parlamentare dei BRICS sta avendo luogo a Mosca – in vista del summit dei BRICS ad Ufa il mese prossimo.

I neo-con – con Obama a rimorchio – si crogiolano sognando che la Russia sia stata “isolata” dal resto del mondo grazie alle loro sanzioni. Da quando sono cominciate Mosca ha siglato grossi contratti strategico/economici con almeno venti nazioni. Il mese prossimo la Russia ospiterà il summit dei BRICS – 45% della popolazione mondiale, un PIL uguale a quello dell’Europa e a breve maggiore di quello del G7 – ed anche il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS), in cui India e Pakistan, attualmente spettatori, verranno accettati come membri effettivi.

G1 + galoppini? Bilderberg? Trovatevi un lavoro, non siete il solo spettacolo in città, di qualsiasi città si tratti.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://rt.com/

Link: http://rt.com/op-edge/266542-bilderberg-obama-g7-germany-ttip/

11.06.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

[1] gioco di parole sul termine BRICS e bricks, che significa mattoni e il cui suono è lo stesso, NdT

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