DI GABRIELE ADINOLFI
noreporter.org
Sono iniziati i giochi olimpici invernali di Sochi.
Dappertutto è questione di gay. Il governo russo viene presentato come dittatoriale perché si oppone al matrimonio omosessuale e alle adozioni di minori da parte di coppie delle stesso sesso.
I tedeschi, che sembrano degli ignari coglioni che non si rendono conto come tutto sia messo in opera proprio per indebolire la Germania e per ridurre il potenziale economico ed energetico dell’intesa russo-tedesca, sfilano con pagliaccesche tenute arcobaleno.
Il governo di Putin viene trattato qui da noi come un regime oscurantista e liberticida.
Il bello è che gli diamo lezioni di tolleranza dagli Emirati Arabi, dal Qatar, dall’Arabia Saudita, ovvero da quelle autocrazie teocratiche che agli omosessuali non vietano il matrimonio ma il diritto all’esistenza, con condanne detentive spaventose quando non con la pena di morte.
Sono gli stessi alleati che, con l’utilizzo di Al Qaeda e dei Salafiti, ci hanno aiutato a “democratizzare” l’Iraq e la Libia dove ora c’è l’anarchia totale e si muore ogni giorno in mano a pazzi scatenati.
E i giochi di Sochi sono minacciati, guarda caso, dal terrorismo jihadista e dal separatismo islamico che tanti aiuti, sostegni, denari ricevono da Wall Street, dal Pentagono, da Soros.
Ma noi ci preoccupiamo dei diritti delle chiappe (che oltretutto in Russia non sono vietati mentre lo è un’interpretazione illogica e antietimologica del matrimonio che è tutt’altra cosa) invece di preoccuparci del terrorismo internazionale.
Giusto così: siamo arrivati a uno scontro di civiltà tra l’occidente trozkizzato, reichizzato e dissolto da una parte e la gente che nel mondo, un po’ ovunque, ragiona con semplice buon senso.
E’ corretto che ci si accanisca così: il buon senso è la negazione della nostra postcivilizzazione terminale e terminata e non possiamo tollerarne alcun rigurgito, come si sarebbe detto con il dizionario antifascista doc.
Il tramonto dell’occidente è roba di ieri. Altro che tramonto! Qui oggi ci troviamo in un gorgo senza fine.
Conta fino a un certo punto cosa si pensi e per cosa si creda di battersi, quel che conta è il ridicolo assoluto – di cui abbiam perso la cognizione – in cui sprofondiamo senza più essere in grado di coglierlo.
Niente più ironia, figurarsi l’auto-ironia, solo patologiche drammatizzazioni isteriche.
Sul podio della demenza siamo tutti lì arroccati, con la medaglia d’oro.
Il resto è disciplina sportiva. Ma a qualcuno importa ancora?
Gabriele Adinolfi
Fonte: www.noreporter.org
Link: Sochi contro Frochi
08.02.2014