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La Redazione

 

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SMONTARE OSCAR GIANNINO IN 3 MINUTI E 45 SECONDI

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A cura di Davide
Il 12 Gennaio 2013
486 Views
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DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Giannino predica all’Italia che l’euro ci stava salvando, se
non fosse stato per il solito governo italiano ipertrofico e incompetente. Ecco
il gran proclama dell’Oscar:

Prendersela con l’euro è una scusa. Nei primi 8 anni, la moneta unica ha
garantito all’Italia circa 700 miliardi di minor spesa pubblica per interessi,
grazie allo spread bassissimo sui titoli tedeschi. Ma la politica italiana –
destra e sinistra – ha preferito bruciarli alzando la spesa pubblica.


Nel 1990-2010 il Pil nominale è cresciuto del
121%, la spesa primaria del 152%. Di qui una risposta altrettanto sbagliata,
con Berlusconi e anche con Monti: la stangata fiscale. Un conto è augurarsi
un’Euroarea più cooperativa, altra è disconoscere l’azzardo morale dei politici
nostrani.

Primo: i dati sono tutti sbagliati. Secondo: omette fattori di porzioni
colossali, come uno che dicesse che all’Aquila l’assessorato all’edilizia se ne
frega del centro storico senza ricordare che c’è stato un terremoto.

Gli spread fra Italia e Germania erano bassi anche prima dell’euro e tali sono rimasti, più o meno, fino al 2007. In
particolare erano bassi gli spread che più contano, quelli sui Credit Default
Swaps. Fra l’altro, fino al 2007 erano bassi anche gli spread di Grecia,
Portogallo, Spagna, Irlanda, rispetto alla Germania, con fluttuazioni varie ma
mai nulla di simile a oggi. (1)

Quindi i 700 miliardi che Giannino sbraita come guadagno dell’euro se li è
inventati lui sulla base di cali di spread immaginati da lui. Ripeto: gli
spread erano bassi anche prima dell’euro.

La politica italiana non ha affatto alzato la spesa pubblica, che dal 2000
al 2009 è stata assai più bassa che
dal 1990 al 2000. (2)

Giannino nella sua splendida analisi si dimentica di due piccole cose, cioè
Nagasaki e Hiroshima. Voglio dire: A) che nel 2007 scoppia la più grave crisi
finanziaria dal 1929 in tutto il mondo. B) che questa crisi becca Italia,
Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna con entrambe le mani legate dietro la
schiena a causa della perdita di sovranità monetaria causata proprio dall’Eurozona
(adozione dell’euro di proprietà della BCE). I mercati vanno nel panico e PER
QUESTO MOTIVO, cioè per il fatto che noi PIIGS non abbiamo più la capacità di
emettere una nostra moneta liberamente per onorare i nostri debiti, ci alzano
lo spread alle stelle, mentre si rifugiano obbligatoriamente nell’unico Paese,
la Germania, che, pur avendo perduto anche lui la sua moneta, ha però un
salvadanaio che scoppia grazie a un super export, e che ha un sistema
industriale interamente rinnovato da anni A SPESE DELLO STATO, mentre a noi sti
tedeschi ci imponevano di levare le mani dello Stato dalle nostre industrie,
sti bari (i tedeschi). L’impennata dello spread in Italia non ebbe nulla a che
fare con i politici, ma tutto a che fare con la nostra perdita di sovranità
monetaria. Come infatti oggi il calo del nostro spread non ha nulla a che fare
con Monti, come ho già scritto e spiegato (c’entra Draghi e altre diavolerie
finanziare non italiane) (3) (4)

La poca crescita dell’Italia dal 1990 al 2010 è un’altra bufala di
Giannino, che non studia un accidenti, o che studia ma deve però zufolare balle
per la pacca sulla spalla di Montezemolo. Se si guardano i dati, tutti i maggiori Paesi industrializzati
del mondo hanno ristagnato nelle crescita in quel periodo. I Paesi che sono
cresciuti in assoluto di meno sono la Svizzera, poi il Giappone, poi l’Italia,
poi la Germania. Quelli che invece oggi crescono maggiormente, sempre se uno studia,
sono: Qatar, Ghana, Mongolia e Turkmenistan, a prova del fatto, fra l’altro,
che questo mito della crescita come dato assoluto di benessere economico è una
scemenza. (5)

Ultimo è il proclama dell’Oscar (non per l’economia) secondo cui la formula
magica per salvare l’Italia sarebbe “meno
spesa pubblica, meno tasse!
” Ta-dammm!!!!!!

Cioè, si faccia ben attenzione: lo Stato cala le tasse, e a noi cittadini e
aziende viene in tasca, diciamo, 50. Poi però taglia la spesa pubblica per
cittadini e aziende, e se la taglia di 50, noi rimaniamo con un bello 0 in
mano. Allora avrebbe senso che lo Stato Gianninico tagliasse le tasse di 100 e
la spesa di 50, così a noi almeno rimane 50, ok? Ma se così accade, dove li va poi
a prendere lo Stato i soldini eurini da restituire con interessi ai mercati di
capitali privati che oggi, grazie dalla meravigliosa Gianninosa Eurozona, sono
quelli che prestano a Roma ogni singolo centesimo che spende per gestire la
nazione? Eh Oscar? No, perché la tua formula funzionerebbe se poi lo Stato che
ci lascia 50 col taglio di tasse non se li riprendesse il doppio coi tagli alla
spesa pubblica, potendolo fare grazie al fatto di avere una sua moneta sovrana, una sua Banca
Centrale che lo garantisce, e che i mercati stanno tranquilli per questi
motivi, come in USA, GB o Giappone. Solo così funzionerebbe la tua formula, con uno Stato
monetariamente sovrano, come chiediamo noi della Mosler Economics MMT. Ma
tu Oscar vuoi il pasticcio dell’euro di cui sopra, e quello non funziona. (6)

Oscar, se ti candidi come Ministro della Sartoria ti voto domani (forse).
Lascia perdere il resto.

Paolo Barnard
Fonte: http://paolobarnard.info
Link: http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=542
10.01.2012

(1)
Analysis of European Sovereign CDS Spreads before and after the Financial
Crisis, Department of Business Studies, Aarhus School of Business, August 2011 –
Bloomberg 5 year weekly CDS.

(2)
Ragioneria Generale dello Stato: La Spesa dello Stato Serie Storica 1862-2009.

(3) Prof.
Wynne Godley, Oxford Univ., the Observer, Agosto 1997 – The euro: It can’t
happen, It’s a bad idea, It won’t last, US Economists on the EMU 1989-2002, AEA
meeting San Francisco 2009.

(4) The
European Crisis Within the Great Recession, Joseph Halevi Univ. Sydney,
Riccardo Bellofiore Univ. Bergamo, 2010.

(5) IMF,
World Economic Outlook Database.

(6) Mosler
Economics MMT, Warren Mosler, Randall Wray, Bill Mitchell, Mat Forstater, Ian
Kregel, Stehanie Kelton, et al. 1992-2013 – Paolo Barnard, Il Più Grande
Crimine 2011.

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