Di Belisario per ComeDonChisciotte.org
1. Lo scrivente da circa 30 anni è abbonato al quotidiano statunitense Wall Street Journal, e per qualche decennio è stato abbonato anche all’ International Herald Tribune. Come italiano, mi è francamente doloroso riconoscerlo, ma in materia di politica ed economia internazionale, c’è un letterale abisso tra il livello d’informazione del Wall Street Journal, del New York Times, e perfino del The Economist britannico da una parte, ed il livello medio della stampa italiana dall’altra. Indipendentemente dall’orientamento politico, tutte le questioni e problematiche di politica ed economia internazionale sono trattate in modo molto più approfondito dalla stampa Anglo Sassone, rispetto alla leggera superficialità ed approssimazione dell’approccio della stampa italiana.
E’ inoltre costantemente percepibile la preparazione di livello universitario, spesso specializzata, di giornalisti e opinionisti della stampa Anglo Sassone. Mentre ormai ogni giorno sui nostri quotidiani e settimanali si leggono articoli, e non solo di giovani giornalisti, di una mancanza di preparazione e di una superficialità assolutamente imbarazzanti; d’altronde, è perlopiù gente che salta di palo in frasca: un giorno scrive sul festival di SanRemo e il giorno dopo sui disordini in Iran.
2. Il Wall Street Journal ha una linea apertamente filoisraeliana. Ciò nonostante, da oltre tre settimane quasi ogni giorno, in prima pagina, esce un lungo articolo dedicato alle agghiaccianti condizioni in cui versa la popolazione di Gaza. Il realismo ed i dettagli degli articoli del WSJ sono simili a quelli di servizi ed articoli dei media arabi e filopalestinesi come Al Jazeera: assolutamente raggelanti. Perfino la guerrafondaia CNN fa servizi realisti ed agghiaccianti…..
Personalmente, leggere quegli articoli mi provoca un grosso stress emozionale. Quando si apprende che le pessime condizioni igieniche e sanitarie e la mancanza di appropriate cure dei feriti determinate dall’affollamento ospedaliero stanno favorendo la proliferazione di insetti e larve sulle ferite, nonché di malattie epidemiche; o del distacco degli apparati di terapia intensiva e dialisi per mancanza di corrente elettrica; o delle chirurgie, amputazioni incluse, effettuate senza anestesia…….
3. Molto poco, invece, delle condizioni agghiaccianti della popolazione di Gaza, si legge su tutta la stampa italiana “mainstream”: Corsera, La Stampa, Repubblica, Il Giornale, etc. La maggior parte degli articoli, anche quando dovrebbe essere di cronaca è quasi sempre di opinione (regolarmente filoisraeliana), e bisogna fare fatica perfino per trovare l’ultima cifra del numero dei morti palestinesi – ormai sopra gli 11.000. Si cerca di menzionare il numero al massimo “en passant”…. come un dato indipendente dai termini della questione.
Il noto adagio “Italiani brava gente”, temo che ormai appartenga al passato. Durante la guerra in Vietnam ero un bambino, ma ricordo perfettamente che le atrocità dei bombardamenti al napalm erano cosa nota e discussa ovunque, in Italia.
Verrebbe da pensare che da una guerra ed un massacro di civili all’altro (Libano, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina), anche in Italia siamo divenuti tutti molto meno sensibili….Ma in realtà, regna innanzitutto l’ipocrisia: durante la guerra alla Libia, anche la nostra aviazione militare bombardò la Libia, ma la cosa fu coperta dai nostri media per diversi anni…
4. Come se il cinismo di tale approccio riduzionista non fosse sufficiente, da oltre una settimana, solo in Italia, le prime pagine dei giornali sono occupate dalla nota vicenda del caso medico della bimba britannica Indi Gregory, di 8 mesi d’età. L’esplosione della vicenda sui nostri media è avvenuta dopo un viaggio di Giorgia Meloni a Londra, apparentemente per un convegno sull’ intelligenza artificiale: al suo rientro, la Meloni ha chiesto l’attribuzione della cittadinanza italiana ed il trasferimento in Italia della bambina. E’ da quel momento che è esplosa la copertura mediatica, in prima pagina.
5. Chiunque abbia un minimo di buon senso, e conosca anche sommariamente la storia dei mass media occidentali dall’inizio del 1900 ad oggi, dovrebbe sentire puzza di bruciato, ossia di una campagna manipolatoria, nello specifico di distrazione di massa. Le campagne manipolatorie, a partire dall’ esponenziale incremento dell’importanza dei mass media determinato dalla rivoluzione di internet, dei cellulari e dei nuovi media, vengono ormai decise e gestite dai mass media mainstream spesso in modo autonomo, ossia indipendentemente dalla concertazione con il potere politico. Come non ricordare, per esempio, la campagna sui presunti stermini di Gheddafi, propedeutica alla “ondata di sdegno” ed alla guerra ed ai bombardamenti in Libia? Oggi tutti concordano che si trattò di una campagna assolutamente esagerata, per non dire infondata.
6. Ma la genesi del caso in questione – ossia la sua esplosione mediatica al rientro della Meloni da Londra, con la sua richiesta di attribuzione della cittadinanza italiana e di trasferimento in Italia della neonata – non può che far insorgere il fondatissimo sospetto di una intenzionale pianificazione e partecipazione della Meloni alla campagna, prontamente scatenata anche dalla stampa cattolica, come L’ Avvenire.
Il risultato è che, tra i Paesi occidentali, solo in Italia la disgraziata vicenda di una neonata afflitta dalla nascita da una devastante malattia genetica, è da una settimana in prima pagina, prima o in concorrenza con la tragedia in corso a Gaza. La povera bambina è morta ieri, e dopo nemmeno qualche ora il Presidente Biden ed i media USA hanno annunciato al mondo che tra gli ostaggi di Hamas ci sarebbe un bambino americano di 3 anni: la notizia è già sulla prima pagina di Repubblica di oggi.
Ma la tragedia in corso a Gaza ha fatto 11.100 vittime, delle quali secondo l’ONU circa il 70% sono donne e bambini, ed almeno 4800 bambini. Insorge il fondatissimo sospetto che il problema è, semplicemente, che i 4800 bambini non sono nè ebrei, nè europei e nè cristiani: non è un bel messaggio per quasi 2 miliardi di musulmani, che da oltre mezzo secolo accusano noi Occidentali di avere ed applicare sistematicamente un doppio standard tra le vittime.
Perfino Macron – Presidente di un Paese, la Francia, che ospita una comunità ebraica di oltre mezzo milione di persone – ha ormai pubblicamente attaccato Israele per lo sterminio in corso dei Palestinesi, mentre buona parte degli Italiani pensava al doloroso caso di Indy Gregori. Il nostro Presidente della Repubblica, invece, pur cattolico osservante, continua a limitarsi a ricordarci che “Hamas non rappresenta i Palestinesi”.
Il noto adagio “Italiani brava gente” aveva resistito perfino alla Seconda Guerra Mondiale, specie considerata la nota e certificata resistenza all’Olocausto non solo della popolazione italiana, ma perfino da parte della stragrande maggioranza dei fascisti.
Oggi, semplicemente, insorge un dubbio atroce: se “siamo ancora più servi di quanto il padrone voglia”.
Di Belisario per ComeDonChisciotte.org
14.11.2023