Salvatore Chirumbolo
Tempo fa, se qualcuno ha ancora buona memoria, avevo fatto una previsione e cioè che entro il 25 aprile 2020 sarebbe finito tutto. E’ chiaro che, per quello che è accaduto dopo e che continua ad accadere oggi, la mia sembra adesso una previsione cretina.Tuttavia, dovrò deludere la vostra osservazione e illustrarvi i dati che sto elaborando per un lavoro che intendo scrivere, con altri colleghi su un giornale internazionale di Salute Pubblica. In quel post su FB avrò sicuramente lasciato intedere che saremmo tornati alla vita di prima. Avremmo potuto farlo, ma non ho considerato appieno la folla di dissennati che ci guida. Ricordeete che dal primo DPCM Conte e soprattutto dall’8 marzo 2020, quando fu chiuso tutto il Paese, fino ad oltre il 25 aprile 2020, data cui farò riferimento in quest post, il tam tam mediatico era sempre lo stesso: aumento dei positivi, aumento dei ricoverati in terapia intensiva, aumento dei morti, eccetera. E il terrore veniva alimenato con le testimonianze puntiforme e agghiacciante di malati che avevano visto l’inferno. E che facevano da testimonial al macabro adagio:-State attenti! Mettete la mascherina! Non uscite! Chiudetevi in casa!- eccetera, che ha avuto un effetto devastante sulle nostre (già fragili) coscienze. Con tutto rispetto per questi testimoni e per i morti, per carità, si può supporre tuttavia e in buona sostanza con onestà intellettuale, che l’inferno potrebbero testimoniarlo i malati di tumore o altri testimoni di gravi casi di malattia, al confine con la morte, per fortuna scongiurata. Non ci sono solo i malati di COVID, presumo. Ma non voglio perdere il filo.
La foto che vedete rappesenta tre grafici, da me elaborati con un software statistico, che riportano, i valori dati dal Ministero della Salute a partire dall’8 marzo 2020 e fino al 25 aprile 2020, da sinistra e dall’alto, a) il numero di positivi totali di giorno in giorno, come differenza di positivi tra un giorno e l’alltro; b) il numero di guariti tra un giorno e l’altro c) la % di positivi sui tamponi da un giorno all’altro. I positivi si riducono di oltre il 100% (143%), i guariti aumentano di oltre il 26% (26,7%), la % di positivi sui tamponi si riduce di oltre il 100% passando da un +27,95% (tra il 15 ed il 16 marzo 2020) ad un -1,76% al 25 aprile 2020. mentre i tamponi incrementavano comunque, dato che al 25 aprile 2020 erano circa 38.676 tamponi in più rispetto al giorno prima. Dunque cosa è successo al 25 aprile 2020?
Cominciavano a venir fuori i “segni” di una caduta di virulenza del COVID, che, cioè, la popolazione italiana infettata da quel momento in poi avrebbe avuto circa 10 volte meno probabilità di ammalarsi gravemente, di andare in terapia intensiva e di morire. Se noi fossimo governati da gente saggia e rispettosa del bene comune, si sarebbe fatto questo ragionamento rotondo e raffinato, magari si sarebbe dovuto ascoltare di più Zangrillo, Bassetti o gente ben informata di questi dati, accessibili a tutti.
La ragione è una cosa seria. Molto, molto seria. Abbandonarla è un fatto grave e minaccioso, non dissimile da un’arma senza sicura puntata alla nuca da un bambino incosciente.

Salvatore Chirumbolo è scienziato biochimico clinico all’università di Verona. I suoi settori di ricerca sono scienze biomediche, cibo e nutrizione, medicina metabolica, farmacologia e tossicologia, salute pubblica.
Fonte: https://www.facebook.com/salvatore.chirumbolo/posts/3516935728373205