(Andrea Cavalleri)
La guerra moderna è strana, viene svolta sovente con mezzi differenti da quelli del passato, e i cittadini in guerra non vengono avvisati dalle sirene antiaeree di rintanarsi nei bunker anti bombe, ma vengono frastornati dalle sirene mediatiche per trasformarsi nei peggiori nemici di se stessi.
Un analista militare piuttosto brillante (il Saker) ripete sovente che la guerra moderna è per un 85% informativa, per un 10% economica e per il restante 5% cinetica (proiettili e bombe).
Gli avvenimenti degli ultimi due anni ci permettono di stabilire senza ombra di dubbi che una parte degli strumenti della guerra vertono anche sui mezzi medici, alimentari ed ambientali, a cui dunque andrebbero assegnate le rispettive percentuali; percentuali che non devono poi essere così basse se il nemico, tramite il suo portavoce Bill Gates, dice di aver fiducia di poter sterminare il 10% dell’umanità tramite i vaccini.
Nel titolo affermo che, noi Italiani, siamo in guerra da oltre dieci anni.
Si potrebbe obiettare che il termine guerra è improprio, in quanto possono esistere tensioni politiche e contrasti che non scaturiscono in una guerra conclamata, come nel caso della “guerra fredda”.
Io invece insisto che si tratta di guerra aperta a tutti gli effetti, con tanto di dichiarazione.
Quali sono le parti in guerra
Questo è il concetto più difficile da capire, perché siamo abituati a pensare le guerre come scontri tra nazioni, che si affrontano mettendo in atto tutta una serie di accorgimenti per discernere chiaramente chi sono gli amici e chi i nemici: bandiere, divise, linguaggi, parole d’ordine…
Oggi i soggetti in guerra contro gli Italiani non sono altre nazioni, ma gruppi di potere, di influenza politica e finanziaria, di lobbismo ideologico, in buona parte anche italiani.
Una prima approssimazione potrebbe essere quella di considerare l’aggressore la classe ricca, che ha deciso di eliminare la classe media per assoggettare la popolazione in un regime neo-feudale che vede una divisione netta tra una élite dominante e la massa di servi della gleba.
Tuttavia un’analisi più accurata rivela che non tutti i ricchi sono impegnati nelle strategie aggressive, anzi una buona parte di essi sono soggetti passivi che hanno l’unico torto di usare i propri mezzi per tentare di sfuggire all’oppressione organizzandosi un esilio dorato in qualche angolino pacifico del mondo, anziché reagire contro i soprusi.
I nemici dunque non sono necessariamente i ricchi.
Un’ipotesi più calzante sembra essere quella di identificare il nemico nei ricchi parassiti.
Il parassita per definizione è un soggetto che non si procura i propri beni o alimenti tramite un’attività creativa, ma mette in atto strategie che gli consentono di nutrirsi sottraendo le risorse ad un altro soggetto che le ha create o se le è procurate con un lavoro.
E in effetti, tra coloro che arrecano i massimi danni alla popolazione (e quindi certamente nemici) abbondano i finanzieri, i boiari di stato e i carrieristi senza merito che hanno raggiunto posizioni di vertice tramite scambi di favori in stile mafioso (o massonico, la differenza è trascurabile).
Tuttavia anche questa categoria non è sovrapponibile esattamente a quella dei nemici, perché esiste una folta schiera di parassiti che, una volta sistematisi, abbandonano la tendenza a nuocere al pubblico (che, anzi è la loro gallina dalle uova d’oro).
Questi parassiti facilmente diventano collaborazionisti dell’aggressore per paura di perdere i propri privilegi, ma non sono ancora esattamente il nemico.
Con un terzo passo possiamo avvicinarci ancora di più all’identikit del nemico, raggiungendo un’ottima approssimazione: il nemico è un gruppo di ricchi parassiti che condivide una certa mentalità.
E questa mentalità è la visione del mondo gnostica.
La gnosi è una cosmogonia che vede un dio primigenio emanare da sé delle copie imperfette (eoni) i quali ne emanano altre sempre meno buone, finché l’ultimo e degenerato eone è il demiurgo che ha creato il mondo.
Questa favoletta strampalata potrebbe sembrare estranea alla guerra dell’uomo contro l’uomo; eppure, applicando la logica, si vedrà che le sue conseguenze sono quelle che riscontriamo nella realtà dei fatti.
In primo luogo se il mondo è opera di un autore degenerato, significa che il mondo stesso è malvagio; e infatti il nemico è dichiaratamente contrario alla vita, innalza la bandiera malthusiana e predica ossessivamente la riduzione della popolazione.
In secondo luogo se la legge morale ci è pervenuta tramite il demiurgo, essa non giova; e infatti il prototipo del nemico è un personaggio che si reputa superiore agli altri perché non ha scrupoli morali che lo trattengano nel perseguire quelli che sono i suoi obiettivi; e all’occorrenza cerca anche di disgregare il senso etico presente nella gente comune quando questo agevoli i suoi piani.
In terzo luogo il mondo è incomprensibile nella sua conoscibilità immediata, in quanto gli uomini sono immersi nell’oscurità creata dal malvagio demiurgo, e solo un ristretto gruppo di illuminati può capire cosa sia meglio e a questo deve applicarsi ignorando completamente le aspirazioni delle masse brute.
Quest’ultima conseguenza, cioè della conoscenza riservata ai fortunati illuminati apre un problema: se il mondo è immerso nell’oscurità in cui tutti sono avvolti, come fanno gli illuminati a sapere che il loro preteso sapere superiore non sia un’illusione, il frutto di un’auto-suggestione o un’infantile millanteria?
E la risposta a questa domanda ci offre la quarta caratteristica tipica dei nemici: essi sono malthusiani, immorali, elitisti e stupidi (e/o alienati).
Esemplificazione di qualche nemico
Un personaggio, defunto nel 2017, che ha incarnato perfettamente il prototipo del nemico è stato David Rockefeller, malthusiano per eccellenza finanziatore di planned parenthood e delle agenzie abortiste di mezzo mondo, fondatore e finanziatore del Bilderberg e della Trilaterale (autentici “stati maggiori” dell’esercito nemico), elitista fautore di un governo mondiale di banchieri e intellettuali, nemico della democrazia (come ha scritto nero su bianco nelle sue memorie).
Di famiglia altamente parassitaria il cui motto è “preferisco guadagnare l’1% sul lavoro degli altri piuttosto che il 100% sul lavoro mio”.
Un’istituzione nemica è la UE che ha proclamato nel 2011 che una campagna anti-aborto è incompatibile con i valori dell’UE e nel 2021 ha iscritto l’aborto nella carta dei diritti fondamentali.
Questa insistenza sulla soppressione dei nascituri si spiega solo in base alla credenza che la vita debba essere un male.
Del resto anche un ragionamento spiccio permette di comprendere che al più l’aborto potrebbe essere giustificato come dolorosa necessità e disgrazia, ma non certo come vanto di cui andare orgogliosi, se non per aver evitato un male: la nuova vita.
La UE promuove anche attivamente l’impoverimento dei suoi cittadini tramite regolamenti senza senso (quali il “fiscal compact”), svuota tutte le istituzioni rappresentative di qualsiasi potere e attribuisce arbitrio e impunità ad alcuni personaggi non elettivi, come il governatore della BCE e i commissari.
La UE ha anche portato ai vertici delle proprie istituzioni personaggi privi di qualsiasi competenza (e talvolta anche privi di onestà) come Junker, la Von der Leyen, la Mogherini…
Agli onori delle cronache è salito negli ultimi anni Klaus Schwab, anch’egli preoccupatissimo di correggere gli errori del demiurgo attraverso un programma di transumanesimo, di controllo capillare delle masse ignoranti che andrebbero manovrate come automi con un joystick e di accentramento di tutte le risorse terrestri nelle mani della élite illuminata, privando il resto dell’umanità persino del diritto di proprietà privata.
Anche la sua volontà di controllare i cambiamenti climatici (evidentemente si crede più influente del sole, rivelando così il suo delirio di onnipotenza) passa attraverso l’equiparazione delle persone umane agli altri oggetti materiali, animati o inanimati, che dunque possono essere sacrificate per il bene del “pianeta”, anzi per una misura di temperatura che non si sa nemmeno se rappresenti un bene per il “pianeta” (quest’ultimo discorso rivela la quarta caratteristica degli gnostici, la fondamentale stupidità).
Stato della guerra e prospettive
Dicevo che l’Italia è formalmente in guerra da oltre dieci anni, e lo affermo perché esiste una dichiarazione di guerra.
Tale dichiarazione è datata 5 agosto 2011 ed è espressa con una lettera da parte di un evidentissimo nemico (la BCE) firmata da Draghi e Trichet.
In detta lettera, pur con evidenti contraddizioni tra gli intenti dichiarati e i mezzi espressi (mala fede o stupidità? La seconda, la seconda! Mai dimenticare che gli gnostici sono stupidi) si insiste fondamentalmente su questi punti: abbassare pensioni e stipendi, vietare gli investimenti pubblici, fomentare una guerra tra poveri per la sopravvivenza, privatizzare e attribuire ai nuovi proprietari diritto di vita e di morte economica sui dipendenti.
Tale programma esprime la volontà di conquista e schiavizzazione del popolo italiano, ciò che ai tempi degli antichi egizi si otteneva con una guerra tra imperi, che nei tempi moderni si otteneva con le guerre coloniali e ai giorni nostri si può ottenere anche con la guerra finanziaria.
Purtroppo detto programma è stato in gran parte realizzato, ma come ha fatto il nemico ad ottenere tali successi?
Oggi il presidente del Consiglio è Mario Draghi, come se nel 1944 Goering fosse diventato primo ministro inglese e in tali condizioni si può al massimo organizzare la resistenza, non si può certo condurre una vera guerra.
Facendo un passo indietro bisognerebbe chiedersi come ha fatto un gerarca nemico a diventare premier.
Probabilmente tale spettacolare fenomeno è dovuto allo stato del sistema di informazione, caduto quasi totalmente in mano al nemico, con tanto di autorità di sovvenzione per le narrative approvate e censura per quelle disapprovate: come se dal 1939 (ma anche prima) il supervisore di tutta l’informazione inglese fosse stato Goebbels.
Lo stato della guerra è pertanto disastroso, poiché il Paese è governato e controllato dal nemico che gli ordina scientificamente di autodistruggersi.
Le prospettive tuttavia non sono altrettanto cupe.
Non può sfuggire infatti che per quanto il nemico occupi delle posizioni-chiave, esso sia numericamente trascurabile e tutto il suo potere si regga sul fatto che la catena di comando non venga interrotta, ma cittadini nuocciano ad altri cittadini obbedendo agli ordini che pervengono dal vertice.
L’obbedienza è a sua volta sorretta dalla credibilità del governo, fondata sulla propaganda dell’orwelliano “ministero della verità” altrimenti detto “sistema dei media democratici”.
Ma in questa fase della guerra alcuni comportamenti del nemico stanno facilitando la resistenza del popolo aggredito; ne elenco alcuni.
La tracotanza: la forma, la dimensione e la spudoratezza delle menzogne che giustificano l’azione del governo (che in base a tali menzogne sarebbe condotta “per il nostro bene”) è tale da minare seriamente la credibilità dell’apparato goebbelsiano. Nemmeno i nemici al governo mostrano più di credere alle proprie bugie, come nel caso di Draghi che non riesce del tutto a trattenere le risate mentre afferma che “se non ti vaccini muori” o la Lamorgese che risponde a un’interrogazione parlamentare con una poesia dadaista (le parole sul movimento ondulatorio non hanno nessun significato nella vita reale e possono essere classificate come espressioni del surrealismo, del futurismo o, meglio ancora, del dadaismo).
La fretta: chi capisce gli avvenimenti in corso sa che il nemico sta correndo su una lama di coltello, perché tanto maggiori sono i danni che arreca al popolo, tanto più difficilmente riuscirà a giustificarli come provvedimenti benevoli.
Ecco dunque che il governo volto a distruggerci cerca di giungere quanto prima a una situazione irreversibile per tutelarsi da una rivolta che assumerebbe nei suoi confronti i connotati della ferocia.
La hybris, la fretta e la stupidità tipica degli gnostici, faranno certamente commettere loro qualche errore imprevisto che risulterà esiziale per il loro piano.
Ipotesi conclusive
Non credo che draghi e so(r)ci la facciano franca, ma reputo più verosimile per loro una fine simile a quella di Mussolini.
Tuttavia questo non significa che il popolo avrebbe vinto la guerra, perché la vittoria per il popolo non consiste nella distruzione del nemico (quale invece è l’obiettivo politico delle élite illuminate) ma nella vita e nel benessere, e occorreranno anni per ricostruirli.
La liberazione dall’oppressore è una precondizione della vittoria del popolo ma non ne è la garanzia.
Citando il saggio Gandalf
..non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a quelli che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare. Ma il tempo che avranno non dipende da noi.
(Tolkien, “Il Signore degli anelli” – l’ultima discussione)
La storia è una struttura aperta, per cui non si può parlare di conclusione definitiva della vicenda che è anche impossibile da prevedere con precisione.
L’esito della guerra sarebbe inevitabile se gli aggrediti schierassero le loro forze compatte e preponderanti contro gli aggressori invece che combattersi internamente.
Ma per arrivare a questa conclusione logica ed auspicabile, bisogna capire chi è il nemico (per non cadere sotto il fuoco amico) e, a maggior ragione, capire una volta per tutte che siamo in guerra.
Andrea Cavalleri per ComeDonChisciotte