DI GILAD ATZMON
Il mondo, così sembra, sta accogliendo con una grande ovazione il nuovo
oratore israeliano, l’autore David Grossman. Le pubbliche relazioni
di Israele hanno disperatamente bisogno di un intellettuale retto, un
autore che ‘parli di pace’, un uomo che predichi la
‘riconciliazione’, un uomo di shalom. Ieri The Guardian ha pubblicato un discorso
di Grossman, tenuto la scorsa settimana a Tel Aviv
davanti al monumento eretto in memoria di Yitzhak Rabin.
Grossman è un ‘israeliano illuminato’ di 52 anni, un sionista della
sinistra moderata che anela ad un cambiamento. Ho letto il discorso
di Grossman, e devo dire che benchè questa persona venga vista come
un israeliano intellettuale di sinistra, io vedo riflesso nelle sue
parole nient’altro che il cuore della supremazia ebraica, e anche la
difesa dei vecchi e crudeli piani razziali sionisti. Grossman, come
altri Israeliani, è totalmente immerso nel discorso fanatico e
centralista sionista, un discorso di negazione della causa
Palestinese; cioè il diritto al ritorno.
Ho raccolto e messo in evidenza alcuni passi oltraggiosi pronunciati
dal nuovo, emergente oratore ebreo di sinistra.Grossman e il Mito dei “Valori Universali Ebraici”
Grossman, l’israeliano che alcuni di noi amano amare, ci fa dono di
un ampio scorcio nei meandri della mentalitè laica sionista. “Io
sono”, così dice di sè, “un uomo senza la minima fede religiosa”. Ma
Grossman non si ferma qui. “Per me, l’establishment – e la stessa
esistenza – dello stato di Israele è qualcosa di miracoloso capitata
a tutti noi in quanto popolo; un miracolo politico, nazionale e
umano”. E io mi chiedo, da quando un laico crede ai miracoli?
Qualcuno dovrebbe ricordare al signor “intellettuale laico israeliano” che
un miracolo è ‘l’effetto di un evento straordinario, nel mondo
fisico, che oltrepassa tutti i poteri umani o naturali conosciuti, ed
è ascritto a cause sovrannaturali’. Ma Grossman, come molti altri
israeliani, è riuscito a seguire una nuova forma di laicità . E’ un
ateismo ascritto ad ‘alcune cause sovrannaturali’. Alquanto
bizzarramente, i laici sionisti sono degli ortodossi piuttosto
fondamentalisti nella loro nuova, patetica religione. Vorrei aiutare
Grossman, e rivelargli che non c’è davvero alcun miracolo eroico per
quanto riguarda lo stato di Israele. Israele è soltanto un volgare
stato razzista e ultranazionalista. Il relativo successo di Israele
sembra miracoloso semplicemente perchè per gli arabi nativi ci sono
volute solo alcune generazioni per doversi adattare al livello di
barbarie sionista.
Secondo Grossman, Israele ha sprecato questo ‘miracolo, questa “grande e rara opportunità che la storia ha concesso, l’opportunità
di creare uno stato democratico correttamente funzionante ed
illuminato che avrebbe agito in conformità ai valori universali
ebraici”.
Secondo questa panoramica offerta da Grossman sullo spirito ebraico,
l’illuminazione e la democrazia sono estranee agli ebrei, e quando
hanno luogo nell’ambito della sfera ebraica, dovrebbero essere
considerate come un miracolo. Forse senza rendersene conto, Grossman
riconosce che l’ ‘illuminazione’ e la ‘democrazia’ sono
intrinsecamente contrarie allo spirito ebraico. Certo, questa
corrente intellettuale non è nuova, nè originale. Le prime masse di
ideologi sionisti credevano che nella terra di Sion sarebbe emerso un
nuovo tipo di ebreo: civilizzato, laico, democratico e illuminato,
ribelle verso la diaspora moralmente degenerata dei suoi antenati.
Ancora più allarmante è quando Grossman inganna grossolanamente i
suoi ascoltatori parlando dei ‘valori universali ebraici’, come se
questi valori fossero ben integrati e accettati da tempo come dato di
fatto. Potrà suonare bizzarro, ma non è mai esistita una cosa simile
nella cultura ebraica. Esiste forse qualche libro che parli di
‘valori universali ebraici’ ? Non mi risulta. Se esiste un insieme di
valori che può essere inteso come ‘valori universali ebraici’, questo
può essere individuato nel cuore del giudaismo. Credo che gli ebrei
della Torah che sostengono con sincerità la causa palestinese possano
eventualmente sapere qualcosa di questi valori universali. Ma
Grossman si definisce un uomo laico. Certo non fa riferimento a
questi valori secondo l’interpretazione ortodossa giudaica, quando
parla in senso globale degli ebrei. Perchè è la cristianità che
traduce il giudaismo in un sistema di valori universali. E’ la
cristianità che trasforma il ‘vicino’ in un ‘altro universale’.
Sicuramente vi è abbondanza di umanisti universali ai quali capita di
essere di origine ebraica. Ma non esiste nessun sistema di ‘valori
universali ebraici’. Grossman, come altri intellettuali ebrei che
diffondono il mito dell’ ‘universalismo ebraico’, inganna sé stesso
e i suoi ascoltatori. E in più, il fatto che il laicismo ebraico sia
privo di una sua storia filosofica potrebbe spiegare la generale
bancarotta morale dello stato ebraico. Come leggeremo tra poco, anche
Grossman, lui stesso, cade in questa trappola. Potrebbe ben essere
cosciente del concetto di moralità, ma è incapace di offrire una
visione globale della moralità. Potrebbe anche comprendere l’effetto
negativo del razzismo, ma lui, lui stesso, cade molto facilmente nel
bigottismo suprematista.
Grossman il Razzista Schietto
Grossman è abbastanza coraggioso da prendere posizione e ammettere
che la “violenza e il razzismo” hanno preso il controllo della sua
casa, Israele. Fin qui tutto bene. Per un istante sono tentato dal
credere che Grossman sia davvero un ebreo laico anti-razzista
illuminato, ma poi torno subito sui miei passi quando sento la sua
frase successiva: “com’è possibile che un popolo dotato di un potere
creativo e rigenerativo come il nostro sia riuscito a ritrovarsi,
oggi, in una condizione così debole e disperata?”. Il lettore critico
si potrebbe chiedere cosa Grossman intendesse veramente quando
accennava ad un “popolo dotato di potere creativo e rigenerativo”? E’
piuttosto semplice. Grossman crede davvero nell’unicità del popolo
eletto. In altre parole, Grossman non è niente più che un biologo
determinista. Ciò che ci si dovrebbe chiedere qui è come sia
possibile che il quotidiano The Guardian dedichi tre pagine ad un
suprematista ebreo? Sono indubbiamente convinto che gli ebrei godano
di una certa libertà di cui il resto dell’umanità è priva. Per
esempio, mi riesce difficile credere che The Guardian dia credito a
un filosofo tedesco che predica il “potere creativo e rigenerativo”
della razza ariana. Ma per qualche strano motivo, un
intellettuale ebreo è libero di farlo.
Benchè Grossman sia onesto a sufficienza da ammettere che i
Palestinesi riconoscano Hamas come loro leader, sollecita il primo
ministro israeliano Ehud Olmert a “fare appello ai Palestinesi per
reclamare la testa di Hamas. Di fare appello ai palestinesi moderati,
quelli che, come voi e me, si oppongono a Hamas e alla sua ideologia”.
Signor Grossman, se realmente lei è un umanista universale, cosa che
io sospetto lei sia, le raccomanderei allora di ascoltare meglio le
parole di Hamas, invece di parlare ai Palestinesi della testa del
loro capo. E’ evidente che Grossman manca di rispetto verso i suoi
vicini; non è in grado di rispettare la loro scelta democratica.
Parlando in generale, suggerisco di indirizzare questo genere di
discorsi alle teste di Bush e di Blair. Gli intellettuali hanno il
privilegio di ascoltare e di agire eticamente.
Grossman, la Vittima
Ma la sua chutzpah (Ebr: audacia), non si ferma qui.
“Guardi ai Palestinesi, almeno una volta”, dice ad Olmert. “Vedrà un
popolo torturato non più di quanto lo siamo noi”. Sì, è proprio
così, non è uno scherzo. Grossman, il colonialista ebreo, che si
sofferma sulla Palestina occupata, una terra sottoposta alla pulizia
etnica della popolazione indigena, che guarda alle vittime
Palestinesi terrorizzate e contemporaneamente afferma che “vengono
turturate quanto noi”.
Questa la dice tutta. Riassume in toto il livello di cecità della
sinistra sionista. Certo che se questi sono gli Israeliani di
sinistra, chi ha più bisogno della destra?
Tant’è che Grossman, nella sua conclusione finale, ammette: “Le
differenze tra la destra e la sinistra sono ridotte ai minimi termini
oggigiorno”. E ha ragione. All’interno del discorso politico europeo,
Grossman, l’intellettuale di sinistra israeliano, non è niente altro
che un banale neoconservatore di destra. Un uomo che predica il
razzismo in nome della buona volontà. Un uomo che parla alle spese
delle teste altrui.
Grossman e la Soluzione dei Due Stati
Grossman inganna se stesso e chi lo ascolta, dicendo che “la terra
sarà divisa, e ci sarà uno stato palestinese”. In parte si
sbaglia, signor Grossman. Questa terra non verrà mai divisa. Le pongo
la questione in termini molto chiari e inequivocabili, in modo che lei e
i suoi pochi sionisti di sinistra ve ne rendiate conto una volta per
tutte. La Palestina è una terra, e Israele è uno stato. La Palestina
sarà sempre la Palestina, cioè una terra. E Israele, al contrario,
è uno stato razzista e nazionalista e scomparirà . La terra non sarà
divisa. Sarà riunita in un’unica Palestina. Anzichè mantenere uno
stato razzista e nazionalista, propongo a Grossman e ai suoi amici di
unirsi al movimento palestinese. Un movimento in nome
dell’eguaglianza nella terra di Palestina. Una Palestina con valori
universali.
Gilad Atzmon
Fonte: http://www.gilad.co.uk
Link: http://www.gilad.co.uk/html%20files/grossman.html
9.11.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RUGGERO ORLANDI