DI CLAUDIO MARTINI
il-main-stream.blogspot.it
È praticamente certo che la notizia relativa alla criminalizzazione del dissenso anti-UE in Grecia costituisca una grossa bufala.
Questa “notizia” è circolata su vari siti a partire da qualche settimana fa,
quando alcune voci, che spesso si rifacevano a Giorgios Panagiotis, giornalista
greco, cominciarono a metterci in guardia dell’imminente introduzione, da parte del parlamento greco, di una nuova fattispecie incriminatrice, destinata appunto a
colpire chi esprimesse opinioni anti-UE. Una successiva ricerca chiariva
come, di tali notizie, sulla web-sfera in inglese non risultasse la
minima traccia; molto singolare, vista l’enormità dell’innovazione
legislativa.
A seguito: “GRECIA, REATI D’OPINIONE, E MAESTRINE AVVENTATE (ALTRO CHE BUFALA)” (ilribelle.com);
Passa un po’ di tempo, e sul sito Teste Libere, riconducibile a Per
il Bene Comune, compare un post che risulta pubblicato da Monia Benini,
in cui si dà conto dell’avvenuta entrata in vigore (a partire dal 24
ottobre) della nuova norma contro l’euroscetticismo. Chi non è d’accordo con le politiche UE, si dice, rischia fino a due anni di carcere. Il
post viene ripreso da molti blog e piccole testate web (a mo’ di esempio: qui e qui). La fonte è un
post di Giorgos Delastik sul sito greco PRIN, che in effetti commenta
una modifica del codice penale greco. Solo che la modifica ha come
oggetto una cosa diversa da quanto affermato dalla Benini.
La mozione votata dalla maggioranza di “larghe intese” greca
inserisce un nuovo comma all’art 458 del locale codice penale, che già
conteneva la previsione di una pena pecuniaria per chi trasgredisse
provvedimenti amministrativi. Con tale modifica si sancisce che chiunque
violi intenzionalmente le misure sanzionatorie e restrittive decise
dalla UE o dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU a carico di Stati,
organizzazioni, persone fisiche e giuridiche, è punito fino a due anni*.
Vedete che siamo in un ambito completamente diverso (e lontano) sia
dai reati d’opinione, sia dall’implementazione delle politiche di
matrice UE nei confronti dei cittadini greci. Il vero ambito materiale
della nuova norma è la politica estera. Se l’UE o l’ONU designano come
“terrorista” un’organizzazione o una persona fisica, oppure qualificano
come responsabile di crimini internazionali uno Stato, e vi comminano
delle sanzioni, allora la violazione delle misure amministrative
comprese in queste sanzioni diviene una fattispecie penalmente
perseguibile. Es: un membro di una giunta militare africana è
destinatario di una limitazione di espatrio? Se io gli faccio arrivare
dei documenti che gli consentano i viaggi internazionali, o comunque lo
aiuto nella trasgressione della misura, sono punito. Finanzio
un’organizzazione politica/militare che la UE ha designato come
terrorista? Sono punito. Commercio con un paese sottoposto a embargo?
Sono punito. E così via.
A riprova di quanto affermato, basta leggere la reazione del
commentatore; il quale è sì polemico nei confronti dell’innovazione
legislativa, ma non certo perché limiti la libertà di opinione. “Ogni
greco che sostenga organizzazioni come Hezbollah e il PKK potrà essere
imprigionato!” si lamenta il commentatore, dove alla voce “sostegno” mi
sembra chiaro che non si possa comprendere una mera solidarietà ideale**.
Addirittura, ironizza Delastik, “con questa norma, ai tempi
dell’aggressione NATO della Serbia, si sarebbe dovuto chiudere in
carcere l’intera Grecia, visto che il 97% dei cittadini greci era
contrario!”
È chiaro dunque che non si sta parlando di reati d’opinione, e che
l’euro e la politica UE nei confronti della Grecia non c’entrano
assolutamente nulla. Siamo nell’ambito della politica estera, e più precisamente della cooperazione internazionale. L’intero equivoco è da far risalire alla
“traduzione” dal greco di Monia Benini, o di chi per lei, che è del
tutto interessata e fuorviante.
Di questo tipo di disinformazione è necessario liberarsi al più
presto. Non si combatte il mainstream producendo bufale. La menzogna
rende sciatti, e la manipolazione corrompe. Dovremmo abituarci ai più
alti standard di verifica delle fonti, per non incappare in simili
cantonate.
Claudio Martini
Fonte: http://il-main-stream.blogspot.it
Link: http://il-main-stream.blogspot.it/2013/10/servizio-anti-bufala.html?showComment=1383128939397
31.01.2013
Valga il vero: Όποιος µε πρόθεση παραβιάζει κυρώσεις ή περιοριστικά µέτρα που έχουν
επιβληθεί σε βάρος κρατών ή οντοτήτων ή οργανισµών ή φυσικών ή νοµικών
προσώπων µε αποφάσεις του Συµβουλίου Ασφαλείας του ΟΗΕ ή µε κανονισµούς
της ΕΕ τιµωρείται µε φυλάκιση τουλάχιστον έξι µηνών, εκτός αν από άλλη
διάταξη προβλέπεται βαρύτερη ποινή. Οι διατάξεις του προηγούµενου
εδαφίου εφαρµόζονται και όταν οι προβλεπόµενες σε αυτό πράξεις δεν είναι
αξιόποινες κατά τους νόµους της χώρας στην οποία τελέστηκαν. Questa è la versione originale del nuovo comma: nel corso del dibattito parlamentare il limite è stato portato a due anni.
** I greci sono tendenzialmente teste calde. L’idea di
“sostegno” per loro è assai concreta. Centinaia di volontari greci si
recarono in Bosnia e Kosovo per sostenere lo sforzo militare dei serbi,
negli anni ’90. I più in seguito sono confluiti in Alba Dorata. Si
vocifera che, ogi, elementi greci combattano a fianco delle milizie di
Assad in Siria.