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SECESSIONE, TRUMP E L'INEVITABILITA' DELLA GUERRA CIVILE

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A cura di Bosque Primario
Il 19 Marzo 2016
62 Views

DI DAVID SWANSON

Il governatore della California si è messo a scherzare sul muro che vuole costruire Donald Trump, se dovesse diventare presidente, tutto intorno al suo Stato. La Secessione non sarebbe una barzelletta se non avesse preso quel nome brutto e immeritato e quel nome non suonerebbe tanto brutto, se non fosse per la nostra accettazione, ormai universale, dell’imperialismo e di un modo troppo semplicistico di raccontare la storia della guerra civile negli Stati Uniti.

La schiavitù negli Stati Uniti del Sud fu diffusa fino alla seconda guerra mondiale, le leggi Jim Crow furono applicate fino al 1960, l’incarcerazione di massa fino ad oggi e ci sarà ancora amarezza nel pensare alla guerra civile anche in futuro. Se gli USA avessero evitato la guerra civile con qualche compromesso che avrebbe potuto delimitare la schiavitù negli stati schiavisti, o con qualche altro compromesso per limitarne la sua espansione, o semplicemente permettendo a certi Stati una secessione senza guerra, il risultato netto avrebbe potuto essere buono o cattivo. Ci sono poche certezze, ma l’amarezza per la guerra – oggi – non ci sarebbe, come non ci sarebbero stati i 700.000 morti, i tanti feriti, l’incredibile distruzione delle città e dei campi bruciati e la guerra civile non sarebbe stata glorificata a scuola, durante l’ infanzia delle tante generazione che poi avrebbero lanciato l’idea dell’imperialismo globale all’alba del 20° secolo.

Molto probabilmente la schiavitù sarebbe finita in modo più rapido e più completo di quanto abbia fatto. Naturalmente non possiamo dirlo con certezza. Ma una nazione per metà schiava e per metà libera avrebbe cercato di risolvere i suoi problemi senza guerra e la schiavitù molto probabilmente sarebbe finita con qualche forma di emancipazione che avrebbe compensato lo squilibrio abbastanza rapidamente, diventando solo il fanalino di coda in un processo di liberazione globale.

Due o più piccole nazioni nel cercare di evitare la guerra, molto probabilmente avrebbero cercato di mettere fine alla schiavitù in una o in tutte e due le nazioni, non solo per la pressione delle forze internazionali ed economiche contro una legge che punisce la fuga degli schiavi, ma anche perché più nazioni con le stesse caratteristiche avrebbero trovato modi più facili per arrivare alla democrazia. Se ci fossero nazioni più piccole in questo continente ora, o dovendo scegliere il loro futuro, la gente troverebbe come far salire la pressione popolare per chiedere ai governi di alzare le loro aspettative.

Naturalmente, non è certo una semplice questione morale se 4 milioni di persone fossero rimaste ancora schiave, o se una nazione avrebbe dovuto fare una guerra per stare meglio, anche se alla fine in realtà i benefici sono stati limitati e di breve durata se confrontati con i 700.000 morti e i tanti disastri che poi sono durati decenni. Non sono stati solo i risultati ad essere stati scoperti alla fine della guerra, ma anche la questione morale è stata inventata dopo la guerra. Molti nel Nord non volevano fare una guerra per liberare gli schiavi.

Ci fu bisogno di fare un progetto per riuscire, sia per il Nord che per il Sud, a costringere la gente a uccidere e a morire. E chi era al potere a Washington, tra cui il Presidente eletto Lincoln, non voleva una guerra per liberare gli schiavi, ma solo per impedire che la schiavitù si espandesse verso ovest. Solo quando il Sud non accettò di delimitare la schiavitù entro i suoi confini, i decision-maker del Nord scelsero di fare una guerra per l’ ” Unione” – preferendo una carneficina piuttosto che consentire al Sud, o a una parte del Sud, di uscire dall’Unione.

Mark Tooley ha pubblicato un libro dal titolo La pace quasi fatta: la storia dimenticata della Conferenza di pace di Washington del 1861 e l’ultimo tentativo per scongiurare la guerra civile. Può restare una storia dimenticata per almeno quattro ragioni che mi sono saltate agli occhi.

In primo luogo, Tooley racconta tanta fuffa e pettegolezzi su vestiti, feste, famiglie e chiese che è quasi fisicamente impossibile comprendere da questo suo libro, cosa è successo nella conferenza ed è veramente un peccato in una cultura che considera noiosa la pace ed emozionante la guerra. In secondo luogo, Tooley conclude che la guerra fu comunque “inevitabile” e allora perché starsene a preoccupare? (E perché ha messo quel titolo al suo libro?). In terzo luogo, Tooley vede che la possibilità di scegliere era in mano al Nord, se avesse permesso al Sud di vivere in pace. In quarto luogo, se si guarda ai dettagli si può comprendere quanto sarebbe stato facile scegliere la pace al posto della guerra, ma questo può creare un certo disagio mentale a molti.

Si potrebbe arrivare a pensare al fatto che molte nazioni hanno abrogato la schiavitù senza nessuna guerra civile, ma poi verrebbe da porsi domande su come in effetti anche tante altre guerre siano state davvero “inevitabili”.

Si potrebbe dire che la conferenza di pace cominciò troppo tardi, dopo che sette che stati membri avevano già fatto la secessione. Si sarebbe potuto fare una conferenza per una secessione pacifica prima di fare una secessione, o una conferenza per trovare un compromesso sulla schiavitù prima della secessione. Sarebbe stato più facile …. tra l’altro, l’unico argomento della conferenza fu la schiavitù, non si parlò nemmeno vagamente di qualcosa tipo “diritti degli stati” o qualcosa del genere. Tuttavia, la conferenza ebbe parecchie possibilità di arrivare ad un accordo, e alla fine si raggiunse un accordo – che il Congresso ignorò perché doveva fare la guerra, tanto che si avvalse anche di alcuni delegati, che avevano partecipato alla Conferenza di Pace, che, improvvisamente, si rimangiarono le loro stesse parole e votarono per la guerra. Tra questi ultimi l’ex Presidente degli Stati Uniti John Tyler che aveva presieduto la Conferenza di pace prima di tornare in Virginia e denuciare i risultati raggiunti.

Bisogna dire che al primo punto della conferenza non fu messa la schiavitù negli tanti schiavisti e certamente non era previsto che la Conferenza finisse nel riconoscere una emancipazione equilibrata, come avrebbero voluto che fosse sia a Washington DC che altri Stati stranieri. In discussione fu posta principalmente l’espansione della schiavitù verso l’impero occidentale. Entrambe le parti insistevano tanto su questa espansione imperiale da non poter arrivare a nessun dibattito. Se lo stesso dibattito si fosse svolto tenendo conto delle reali dimensioni del paese, si sarebbe risolta la disputa e scongiurata la guerra. Quindi, da questo punto di vista la guerra civile fu una guerra imperialista. Così sia i delegati del Nord che quelli del sud (tutti ex senatori o giudici) avevano tutti in mente una sola alternativa o “l’unione” o “la guerra”, senza nessuna possibile alternativa pacifica. Una maggior disponibilità ad accettare una separazione pacifica avrebbe potuto scongiurare la guerra.

Michigan, Minnesota e Wisconsin non mandarono delegati. William Lloyd Garrison parlò dell’opportunità di una guerra. Il delegato alla conferenza di pace Roger Baldwin del Connecticut si oppose a qualsiasi compromesso con la schiavitù. Alcuni delegati del sud si opposero a qualsiasi compromesso con la libertà, anche nei casi in cui nulla avrebbe minacciato diritti o lo stesso benessere personale, senza mai nessun pensiero volto a quella parte di popolo schiava negli Stati che i delegati rapprresentavano. La Conferenza di pace si trascinò senza pace per 19 giorni, con il Congresso e gli Stati che restarono con il fiato sospeso ma senza fare nulla.

Dopo che furono ascoltate e respinte tutte le più varie proposte, in ultima analisi, la conferenza di pace raggiunse un compromesso che ripristinò il Compromesso del Missouri e richiese alla maggioranza dei senatori degli Stati schiavisti di approvare un nuovo territorio, in cui sarebbe stata vietata l’interferenza del Congresso con la schiavitù, in cui sarebbe stata vietata l’importazione di schiavi dall’estero e sarebbero rimaste vigenti le leggi contro gli schiavi fuggitivi, ma sarebbero stati consentiti compensi corrisposti ad un proprietario per lasciare libero uno schiavo fuggito. Probabilmente questo accordo finale e tutte le altre proposte che furono respinte avrebbero appoggiato la schiavitù più che permettere la secessione. Il Senato e il Congresso ricevettero l’accordo di conferenza di pace e lo rifiutarono subito in un congresso che già era mancante dei rappresentanti di otto stati, altro motivo questo per cui agire prima avrebbe aiutato alla riuscita.

Nel corso della conferenza furono ascoltati alcuni suggerimenti che proponevano altri sviluppi possibili. Il Generale Winfield Scott disse che dividere il paese in quattro paesi sarebbe stato un “male minore” rispetto alla guerra. Il senatore Salmon Chase dell’Ohio disse: “La cosa da fare è lasciare andare il Sud”. L’ex governatore del Massachusetts George Boutwell disse che l’Unione doveva restare senza schiavi o senza Unione. (Ma avvertì minacciosamente che il Sud avrebbe potuto tentare di annettersi il Messico e altri territori e bloccare così l’espansione verso Nord sul Pacifico. Anche in questo caso, si trattava di “impero”). L’ex deputato di New York Francis Granger presentò un esempio di come sarebbero andate le cose se si fosse lasciato andare il Sud e disse che sarebbe stato un atto troppo crudele per essere preso in considerazione (tanto era vantaggioso, a suo parere, essere dentro l’Unione insieme al Nord). George Summers della Virginia propose di creare una nuova nazione con gli stati di confine, lasciando che il profondo sud ed il New England facessero i loro interessi.

La Vittoria, e di questo sono pieni i libri di storia, andò a chi volle la guerra, compreso chi si opponeva alla schiavitù, chi voleva l’ “Unione” e chi insisteva per espandere la schiavitù.

Ma quando si parlerà ancora di secessione in futuro, non dovremmo affrettarci a tutti a dire subito di no. Se il Nord avesse lasciato andar via il Sud, oggi entrambi i paesi potrebbero stare molto meglio.

Se, dopo la guerra civile, qualcuno fosse stato in grado di riportare indietro l’orologio di quattro anni, avrebbe trovato un Nord ben disposto a lasciare andare il sud e un Sud forse disponibile a rinunciare alla schiavitù, o almeno a che la schiavitù si espandesse verso ovest, pur di non vivere la follia e l’orrore della guerra.

La secessione può essere qualcosa di meglio rispetto a quello che abbiamo ora. Ci sono tanti immigrati che il Canada sta andando a prendersi …..

Fonte: http://www.washingtonsblog.com/

Link: http://www.washingtonsblog.com/2016/03/secession-trump-avoidability-civil-war.html#more-54566

16.03.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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