DI JOSEPH HALEVI
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Se volete capire bene la Grecia e perche’ e’ arrivata a questo punto cominciate da Augusto Graziani e dalla letteratura meridionalistica connessa al suo filone. Vi assicuro che e’ esaustivo solo in peggio riguardo la Grecia. Graziani individuo’ sul nascere la nuova fisionomia del meridione anni 60: un salto verso i consumi ed una base produttiva debole, pero’ tedesca/scandinavo/nipponica se paragonata alla Grecia.
La Grecia dalla meta’ degli anni 80 ha fatto esattamente come descritto da Graziani per il meridione mentre si assottigliava la sua base produttiva. Gli anni 80 e parte dei 90 sono anni di deindustrializzazione della Grecia, perdita della cantieristica, della meccanica se non quella piu’ grezza. Un miglioramento solo nel caseario. Anche la produzione di olio d’oliva non si modernizza e non si concentra per cui le olive greche che potrebbero produrre olio di alta gamma si vendono come materia prima per gli oleifici italiani.
Quelli greci per fare il salto produttivo dovrebbero capitalizzarsi fisicamente, cioe’ comprare macchinari avanzati (al 90% produzione italiana) ma perfino in condizioni pre-crisi solo pochissimi avevano la possibilita’ di farlo. L’industria del turismo e’ interamente soggetta alle importazioni considerando che la produzione agricola greca e’ molto inferiore al fabbisogno anche in rapporto alla popolazione stanziale. Dato che la Grecia triplica la popolazione con il turismo (pro capite ha piu’ turisti della Francia: 21 milioni contro 83, popolazione: 11 e 66 rispettivamente), le importazioni alimentari aumentano in proporzione. I servizi di sostegno al turismo, soprattutto quello massiccio verso le isole e verso Creta, richiedono una flotta molto consistente, tutta importata con la manutenzione da effettuare all’estero. Mentre sul piano produttivo la Grecia perde colpi da 30 anni, il settore dei servizi copre – da parecchio tempo ormai – l’80% del fantomatico PIL. Il settore industriale piu’ consistente e’ quello del cemento con una produzione di 12 milioni di tonnellate annue che servono alla cementificazione edilizia ove la Grecia e’ in ottima ed edificante gara con l’Italia. e la Spagna. Il rapporto importazioni/esportazioni era di oltre 3/1 negli anni Sessanta, oggi e’ di circa 2-2,5 a 1. Da due decenni la Grecia e’ diventata un centro per la raffinazione del greggio al punto che oggi il raffinato rappresenta il 31% del totale delle esportazioni. Malgrado cio’ il rapporto importazioni/esportazioni non si e’ modificato molto. Nonostante l’assenza di una base produttiva degna di questo nome per un paese di 11 milioni di persone, la Grecia ha esibito una forte crescita nei consumi privati arrivando in termini fisici pro-capite a livelli non dissimili da quelli italiani.
Joseph Halevi
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23.07.2015
Ps
Il settore pubblico ha in Grecia esattamente la stessa funzione che in Italia e nel Mezzogiorno in particolare. Anche le procedure sono le stesse: concorsi e clientelismo. Analogamente per il pensionamento che puo’ (poteva) scattare sotto i 60 anni. Era il meccanismo piu’ sicuro per creare posti di lavoro. Gli stipendi erano bassi, come in Italia negli anni 50-60, ed era sottinteso che i dipendenti pubblici potessero fare dei lavori extra. Ora gli stipendi sono bassissimi e il lavoro extra e’ pressoche’ scomparso. Inoltre migliaia sono stati licenziati. E’ tutto piu’ “efficiente” ovviamente anche se gli ospedali non hanno piu’ medicine e personale infermieristico in numero adeguato. In un post di uno o due mesi fa ho scritto della ciociarizzazione della Grecia ed intendevo dire che quello che e’ successo in Ciociaria grazie ad Andreotti illumina la traiettoria della Grecia, tutta. Mentre la Ciociaria aveva Andreotti che poggiava sull’Italia, cioe’ sulla capacita’ produttiva dell’Italia.