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SE PO' FFA

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A cura di Davide
Il 25 Febbraio 2008
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DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek

“Yes, we can!” è lo slogan dei democratici americani, e fa pensare a una schiera di venditori in giacca e cravatta sotto la frusta del loro animatore: “Can we increase sales by ten per cent this year?” “Yes we can!” “By twenty percent?” “Yes we can!”

I copioni veltroniani hanno tradotto lo slogan. Che da noi suona “se po’ ffa’“, la frase cara a innumerevoli oscuri mediatori per conto di onorevoli e di cardinali.

Le prossime elezioni saranno un duello tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni per decidere quale dei due potrà trasformare l’Italia in qualche forma di regime presidenzialista.

L’Italia è quello che è, e chiunque vinca, finirà impantanato anche lui; ma rimane il fatto che due maschi stanno litigando per avere più potere di quanto abbiano avuto i loro predecessori, a parte Benito Mussolini.

Solo che i due devono contendersi il paese a colpi di immagine, lavorando su due elementi.

Il primo è la Novità.

Che Silvio Berlusconi, ormai settantenne, stia sempre lì per fare la rivoluzione, lo sappiamo da quattordici anni.

Mentre Walter Veltroni, che divenne vicepresidente del Consiglio la bellezza di dodici anni fa ed è parte organica dell’attuale governo, lancia “dodici proposte innovative per cambiare l’Italia“.

Proposte approvate ieri in un video di saluto da Francesco Totti, seconda autorità morale di Roma dopo il Papa.[1]

L’altro elemento che  sfruttano sia Berlusconi che Veltroni che tutti, è la Jeune Fille (leggere con attenzione l’articolo che linkiamo qui).

Infatti, i due maschi si manifestano al mondo attraverso alcune femmine-immagine.[2]

La destra punta su quel fenomeno paradossale che è il puttaniere con il crocifisso d’oro al collo, tutto telecomando, turismo sessuale e matrimonio in chiesa.

Si parla infatti di seggi sicuri a destra per varie troiette spettacolari, recuperate dal Grande Fratello o da altre discariche virtuali, anche se sembra che nulla sia stato ancora definito.

Più sottile e interessante la femmina-immagine di Veltroni: Marianna Madia, ventisettenne “ricercatrice”.[3]

Il Partito che Cambia Tutto offre un seggio sicuro, quindi, a una rappresentante di quell’immensa schiera di figli (e soprattutto figlie) della piccola borghesia, che hanno studiato tanto, perso tanti treni e si arrangiano precariamente e onestamente. Il grande serbatoio del ceto intellettuale subalterno. Dove risiede la forza identitaria del centrosinistra.

Dice la Madia di se stessa, “Porterò tutta la mia straordinaria inesperienza”. E aggiunge, come in uno spot per detersivi, “Se una come me è stata chiamata per questo ruolo vuol dire che è in corso una rivoluzione. Una rivoluzione dolce.

Anzi, c’è pure il finto scandalo: Madia nega di essere lei che ha scalzato De Mita dalle liste del Partito Democratico.

E su questo, soffermiamoci un attimo.

Intanto, nella società mediatica della pseudotrasgressione, se non c’è scandalo, non c’è divertimento, e quindi attenzione.

Solo che lo “scandalo” verso cui si attira l’attenzione consisterebbe nella sostituzione del vecchio e corrotto notabile democristiano con una giovane bella e simpatica.

Lo scandalo, abbiamo detto, è finto.

Uno, perché dubito che qualunque essere umano normale avrebbe trovato “scandalosa” la sostituzione.

Due, perché la Madia è capolista nel Lazio, e De Mita notoriamente non è laziale.

Ma come si crea comunque lo scandalo inesistente? Negandolo, come fa la Madia.

L’ottimo David Lognoli, che è ricercatore precario (fisico) sul serio, ha scoperto chi è davvero la Ragazza-Detersivo di Veltroni.

O meglio, lo ha letto su un altro blog, ma da solo non ci sarei arrivato, e poi volevo fare un po’ di pubblicità lo stesso all’ottimo blog di David.

L’altro blog ha scoperto che Veltroni non ha trovato Marianna Madia “in fila al supermercato”.

Marianna Madia, infatti, è figlia di un consigliere di una “lista civica per Veltroni“, amico personale di Veltroni.

Lei lavora alla Presidenza del Consiglio, mentre “collabora” con  l’Agenzia Ricerche e Legislazione fondata da Andreatta e attualmente nell’orbita di Enrico Letta (da qui la sua qualifica come “ricercatrice”) e conduce pure una trasmissione alla Rai.

E siccome un certo mondo è molto piccolo, Marianna Madia è pure l’ex fidanzata di Giulio Napolitano, figlio del presidente della Repubblica. No, nemmeno Giulio è un giovane ricercatore, è un sistemato professore universitario.

Metto qui una foto che risale ai bei tempi della loro relazione. Non per la Madia, ma perché è la prova che anche i figli dei potenti possono avere un ghigno da deficienti.  

napolitano

Note (parecchie e lunghe, oggi):

[1] Veltroni ieri è riuscito anche a combinare un mediatico abbraccio pre-elettorale tra due parenti di vittime degli anni Settanta – Giampaolo Mattei, figlio e fratello di tre proletari di Primavalle bruciati vivi da un commando di borghesi-bene di Potere Operaio, e Rita Zappelli, madre di Valerio Verbano, giovane di sinistra ucciso a sangue freddo da un commando neofascista.
 
Sacrosanto il superamento dei massacri demenziali di allora, ma il messaggio che manda Veltroni è quello del “perdono” esteso a tutti coloro che hanno “peccato” di antagonismo, da una parte o dall’altra. E Santa Madre Chiesa ci insegna che chi estende il perdono, possiede le chiavi del paradiso e dell’inferno, nonché molte chiavi terrene.

[2] Tra i minori, una Jeune-Fille ha scippato direttamente il primo piano. “La Destra” candiderà infatti la Daniela Santanché come premier.

[3] Veltroni ha imbarcato anche l’operaio-immagine (suo malgrado), Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo della Thyssen.

 Michele Nobile, nel suo saggio su “la politica come professione” in Forchettoni Rossi. La sottocasta della sinistra radicale (Massari editore, 2007), documenta come nel parlamento uscente vi siano attualmente due deputati operai (uno eletto nella Rosa nel Pugno, uno nell’Ulivo) e tre o zero senatori operai (secondo le fonti). Nessuno, comunque, in tutta la “sinistra radicale”.

Boccuzzi siederà in parlamento guardato a vista da Pietro Ichino, il grande teorico della demolizione dei diritti sociali, anche lui patrocinato da Veltroni.

Miguel Martinez

Fonte: http://kelebek.splinder.com/
25.02.08

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