Per creare il debito servono molti meno capitali di quelli che si mettono in circolazione. Vediamo come funziona il sistema…
DI ANDREA MONTELLA
valori.it
“La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa avere benefici. Le guerre devono essere dirette in modo tale che entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere.”
Amschel Mayer Rothschild (1773)
I Rothschild, che hanno quell’interessante punto di vista su come farci indebitare, hanno, in tre secoli, costruito un impero economico, con 40 uffici in 30 paesi e una posizione di leadership in tutte le maggiori operazioni di finanza straordinaria nel Vecchio Continente.
I Rothschild sono “alleati” ad altre banche che fanno parte della Federal Reserve americana, della BCE europea e delle varie banche centrali di ogni singolo Stato. Oltre ai Rothschild nelle principali istituzioni bancarie mondiali ci sono i Warburg, i Morgan della JP Morgan, i Rockefeller, gli eredi Goldman Sachs, i Lazard, i Kuhn Loeb e i misteriosi proprietari della Israele Moses Seif of Italy.
Questi ipermiliardari più che subire la crisi economica la governano, assieme ad altri personaggi come Warren Buffet, a cui la crisi ha permesso recentemente di entrare in Goldman Sachs con 5 miliardi di dollari, o a Michael Burry, dell’hedge fund Scion Capital Llc, che ha guadagnato sino al 400% sui mutui ad alto rischio. O come John Paulson, che tramite Credit Opportunities, ha scommesso sul crollo dei mutui subprime e ha guadagnato il 550%, per passare poi a personalità come Kyle Bass che per conto dell’hedge fund texano Hayman, che gestisce i due fondi Capital Master e Subprime Credit Strategy, ha realizzato dai derivati il 570%. Nel club dei “baciati dalla crisi” c’è anche Jim Melcher, di Balestra Capital, che ha guadagnato cifre esorbitanti da hedge fund come Harbert Management, Mkp e Passport.
Per arrivare a Andrew Lahde, 37enne che con il suo hedge fund Lahde Capital Management in un anno ha incassato un bottino del 1.000%, e nel chiuderlo ha ringraziato con una lettera gli “idioti” che l’hanno aiutato a farsi ricco e ha inneggiato alla legalizzazione della marijuana.
Questi soggetti economici non hanno beneficiato di una fortuna insperata, ma hanno attivamente controllato lo svolgersi di questa crisi finanziaria, con lo scopo di arrivare ad aumentare la concentrazione della ricchezza raccolta nelle loro mani.
Come abbiamo visto nella citazione di Amschel Mayer, i Rothschild e i loro sodali, sanno da secoli che chi controlla il debito circolante nel mondo, ne diviene il padrone e può decidere di fatto delle politiche di ogni singolo Stato grazie al controllo capillare esercitato sui Parlamenti, i partiti e i media, tramite strutture come la Massoneria, il Bilderberg, la Trilateral Commission, l’Aspen, i Rotary, i Lions, l’Opus Dei e le varie mafie.
Per creare il debito servono molti meno capitali di quelli che si mettono in circolazione: questa rete di banchieri, infatti, è la più abile utilizzatrice della tecnica bancaria conosciuta col nome di riserva frazionaria, che altro non è che un moltiplicatore del credito. È grazie a questa tecnica, trasferita nei sistemi finanziari, dilatata oltre ogni ragionevole misura che si è potuto indebitare ogni abitante di questo pianeta e molte generazioni future.
Vediamo brevemente come funziona.
In un sistema a riserva frazionaria diversa dal 100%, la banca può accreditare denaro in quantità superiori ai depositi che effettivamente ha, ma deve possedere del contante come contropartita ai soldi che gli vengono versati. In Europa la riserva frazionaria è allo 0% per le seguenti passività: depositi con durata prestabilita superiore a due anni; depositi rimborsabili con preavviso superiore a due anni; pronti contro termine; titoli di debito emessi con durata prestabilita superiore a due anni. È al 2% per ogni altra passività prevista dal regolamento 1745/2003 della BCE.
Quando la riserva è pari al 2% la banca può prestare fino al 98% del capitale depositato, cioè 98 centesimi per ogni euro versato. La somma di tutti i prestiti generati da un primo nuovo deposito risulterà un multiplo del primo deposito, ma di valore inferiore.
Si parla pertanto di moltiplicatore monetario che agisce a livello di sistema bancario e non, come molti erroneamente credono, a livello di singola banca: a fronte di una percentuale di riserva al 2%, il sistema bancario può arrivare a prestare fino a 50 volte il deposito iniziale.
L’espansione del credito assicura tassi di crescita per un periodo anche decennale, ma inevitabilmente porta a crisi di sovrapproduzione o a crisi dovute ad insolvenza delle imprese alla scadenza dei debiti, a cui segue un eccesso di moneta prestata che continua a circolare, non corrisposta da una ricchezza reale, causa a sua volta d’inflazione e calo della domanda.
Ma quali sono le ragioni prioritarie che muovono questi gangster in tight e fiore all’occhiello? Reperire da tutti noi, grazie a queste tecniche, quelle risorse necessarie alla riconversione del sistema produttivo su scala planetaria, che oggi deve iniziare obbligatoriamente dalla ristrutturazione delle fonti energetiche e dal sistema dei trasporti, con una particolare urgenza per il settore automobilistico. Tutta questa riconversione ha comunque al proprio interno una visione geopolitica precisa gli Stati Uniti devono rimanere centrali per ogni politica futura e i poteri forti del mondo sono i più fedeli esecutori del motto del giovane Tancredi che nel Gattopardo comunica al principe Don Fabrizio della sua decisione di unirsi ai piemontesi: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!” E ovviamente per realizzare ciò devono scompaginare la politica di ogni Stato, con le buone (corruzione) o cattive (guerra) per far credere al mondo che sono in corso grandi cambiamenti. Ma per realizzare i loro piani devono avere un presidente degli Usa che sia il fedele esecutore delle nuove direttive. Non dobbiamo dimenticare mai che la borghesia è una classe che ha una visione pragmatica e amorale. E quindi può far dire delle cose bellissime in campagna elettorale ai suoi due candidati e fargli fare esattamente il contrario subito l’elezione.
Quali sono le priorità strutturali che muovono le scelte di questi poteri forti?
In questa fase storica il petrolio, che dovrebbe essere un bene di tutta l’umanità, ma di fatto posseduto da una oligarchia, sta scemando e siccome le nuove forme di produzione di energia – solare, eolico, idrogeno – producono maggiore libertà ed autonomia delle classi subalterne e degli Stati, occorre per i Rothschild e compari, arrivare rapidamente alla gestione di tali fonti, privatizzando, dopo l’acqua, anche la Luna, il Sole e il vento.
Anche nel nostro Paese i Rothschild e soci, hanno il controllo di società legate alle fonti di energia come Eni e Edison. Lo stesso Angelo Moratti, il fondatore della dinastia italiana di petrolieri, era una creatura economica dei Rockefeller, da contrapporre al troppo autonomo Enrico Mattei.
Nel campo delle fonti energetiche si è aperta una lotta senza esclusione di colpi, per accaparrarsi anche l’elio-3 che si trova in abbondanza sulla Luna. Come ha affermato Ouyang Ziyuan dell’Accademia delle Scienze cinese, scienziato a capo del Programma Chang’e per l’esplorazione della Luna, che tramite tre voli annuali pensa di ottenere una fonte di elio-3, da cui trarre combustibile per generare energia.
Anche la compagnia spaziale russa RKK Energiya ha annunciato che prevede di estrarre elio-3 dalla Luna entro il 2020, oppure dalle giganti gassose. Forse l’India ha battuto tutti sul tempo perché il 22 ottobre, è partita la spedizione lunare Chandrayaan 1, che ha lo scopo di mettere le mani su quella fonte energetica.
Altro terreno di lotta all’interno dei poteri forti è quella relativa al controllo e allo sfruttamento degli idrati di metano che sono presenti negli abissi oceanici e nei sedimenti dei fondali oceanici. Le stime attuali parlano di milioni di miliardi di metri cubi di gas metano presente negli idrati di metano sia delle aree continentali – polari e sub-polari – sia marine – abissi oceanici- e ciò corrisponde a circa il doppio del metano equivalente di tutti i depositi fossili conosciuti, carbone, petrolio e gas naturale.
Ma tutta questa competizione costa, richiede risorse enormi, e dove andare a prendere i soldi per queste loro operazioni? Dalle tasche dei proletari di tutto il mondo, sottraendoci i nostri risparmi e i nostri investimenti nei fondi pensione, cioè il nostro futuro.
Per il controllo dei loro pozzi di petrolio, degli oleodotti e dei gasdotti hanno organizzato le ultime guerre, dai Balcani all’Iraq, all’Afghanistan. Nel nostro Paese i Rothschild si sono infilati in Finmeccanica, società strategica attraverso la quale si decidono la politica delle Forze Armate del nostro Paese (guarda caso inviate in Afghanistan) e che risucchia le maggiori risorse finanziarie riservate alle imprese.
L’Afghanistan poi è il più grande produttore mondiale di oppio, che da sempre è un gigantesco affare per i capitalisti, grazie all’intreccio perverso che si crea tra banche e malavita nel riciclaggio del denaro ricavato da questa attività criminale, usata dai banchieri come elemento di controllo sociale e devastazione delle classi subalterne.
L’enorme quantità di denaro che produce l’oppio, consente a questa Spectre di costruire strutture parallele agli Stati per le operazioni “coperte”, utili per destabilizzare Nazioni non ancora cadute sotto il loro controllo ed eliminare, se necessario, politici scomodi.
Dopo l’oscuro attentato dell’11 Settembre 2001 nasce la “lotta” al terrorismo planetario, il nemico invisibile gestito dal miliardario Osama bin Laden. Ultima trovata della Spectre dei banchieri-petrolieri-assicuratori per imporre l’assioma lotta di classe = terrorismo, e per applicare politiche antiproletarie su tutto il pianeta.
Questa casta di moderni pirati planetari ha sempre avuto una visione oligarchica della politica e dell’economia e hanno le mani ben salde nella Federal Reserve americana, motore della politica e delle scelte strategiche Usa, che era così composta sino all’anno scorso: Banca Rothschild di Londra, Banca Rothschild di Berlino, Banca Warburg di Amburgo, Banca Warburg di Amsterdam, Lehman Brothers di Parigi, Banks Israel Moses Seif of Italy, Lazard Brothers di Parigi, Goldman Sachs di New York, Banca Kuhln Loeb di New York, Chase Manhattan (Rockefeller) di New York.
Tra l’altro questo gruppo di potere attraverso matrimoni e parentele ha reso la Fed e le altre Banche centrali un affare di famiglia, che si apre anche alla Cina.
Il 17 di settembre 2008 Bank of China, la terza banca più importante della Cina, ha acquisito il 20 per cento de La Compagnie Financiere Edmond de Rothschild per 236,3 milioni di euro. Con questa transazione i cinesi, che hanno nelle mani la quota più grossa del debito Usa, hanno passato un’enorme somma ai Rothschild che, in questo modo implicitamente ammettono che vedono nell’Asia e nei governi poco democratici di quelle aree degli interlocutori con cui fare affari. Ed infatti i due soggetti hanno lanciato anche una collaborazione in Francia e in Cina
Inoltre i padroni della FED con la riverniciatina che si sono dati con l’elezione del loro nuovo presidente Barak Obama, potranno, grazie alla rapina di risorse avvenuta in tutte le Borse del mondo, fare una politica di sviluppo sociale e tecnologico negli Stati Uniti, ridare credibilità internazionale a questo Paese per arrivare in un secondo tempo ad aggredire l’Iran, probabilmente con armi atomiche, e destabilizzare ulteriormente l’area a favore dello Stato fasciosionista Israele.
Si sa per esperienza secolare che la guerra, distruggendo, consente al sistema capitalistico, con la ricostruzione, di rimettere in movimento l’economia in crisi di sovrapproduzione. Inoltre come afferma il sito francese Europe 2020, entro l’estate 2009, questo gruppo di potere potrebbe mettere a segno un vero golpe finanziario, approfittando di «un week-end prolungato o di una chiusura amministrativa di banche e Borse sul territorio americano per più giorni», instaurare un New-Dollar, per cui i creditori degli Stati Uniti scopriranno «che i loro Buoni del Tesoro US e i Dollari US non valgono più che il 10%».
Questo potrebbe essere il detonatore per un’instabilità planetaria capace di innescare uno scenario da terza guerra mondiale.
Del bisogno di una nuova moneta planetaria parla anche Joseph E. Stiglitz, su La Stampa del 21 novembre, dove riprende l’idea del Bancor, moneta pensata agli inizi del secolo scorso dal barone britannico John Maynard Keynes, per far uscire da un ciclo economico negativo il sistema finanziario angloamericano.
Come tutti gli economisti borghesi il cui compito principale è quello di far uscire dalle secche il sistema capitalistico, e come fece Keynes ai suoi tempi, la critica di Stiglitz non mette in discussione il modo di produzione capitalistico, ma cerca soluzioni, tutte interne al sistema stesso, aumentando la concentrazione dei poteri in pochi soggetti, ritenendo finita nell’era della globalizzazione l’epoca degli Stati nazionali.
Keynes scriveva nel 1936 come contributo agli economisti tedeschi e a tre anni dalla presa del potere di Adolf Hitler, nella sua Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, che la sua Teoria «si adatta assai più facilmente alle condizioni di uno Stato totalitario» che non alle «condizioni di libera concorrenza di prevalente laissez faire».
Stiglitz è l’economista più in linea con la politica di Obama, ma soprattutto in linea con quel disegno preparato da quella cerchia ristrettissima che siede nella FED, che vuole un Nuovo Ordine Mondiale, come ha affermato esplicitamente James Warburg nella riunione del Senato americano del 17 febbraio 1950: «Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito con il consenso o con la forza».
Una forma moderna di fascismo globale. Dove si può anche votare, ma non si può mettere in discussione il modo di produzione e il modello sociale che ne deriva. Quindi si vota ma sotto il rigido controllo da parte di una élite di individui che è di fatto ‘unica padrona della formazione dello spirito critico dei cittadini, che vengono costantemente disinformati ed emotivamente suggestionati, grazie al controllo del sistema mediatico e scolastico, in modo da predisporli alle soluzioni politiche più consone ai bisogni del gruppo al potere.
In conclusione tutti coloro che hanno sbandierato la vittoria di Barak Obama come un evento positivo e di portata storica, senza far comprendere che questa elezione è in linea con la politica dei poteri forti che hanno bisogno di un cambiamento, come afferma Stiglitz, o sono ignoranti o sono in malafede, in quanto ci vendono il presidente degli Stati Uniti come l’espressione di una reale democrazia. Gli Stati Uniti sono una repubblica, dove il presidente eletto giura sulla Bibbia, e il presidente di uno Stato che giura su un testo religioso con la democrazia ha poco a che fare.
Il presidente con quell’atto giura di fare solo gli interessi degli Stati Uniti, alimentando nelle classi subalterne il nazionalismo e l’illusione nel proletariato americano che servire, sino al sacrificio della propria vita quel Paese sui vari fronti di guerra, potrà ricavare benefici per sé e la propria famiglia e di aver accesso alla scalata sociale, il “sogno” americano. Ma il sistema americano funziona come il gioco d’azzardo, per uno che vince e si afferma, sino a diventare presidente degli Usa, tutti gli altri perdono.
E’ comunque evidente che in una fase come questa, di crisi economica e di ristrutturazione del sistema, non ci devono essere per la borghesia Usa, estese lotte sociali, quindi dovranno dare qualche contentino e un po’ di Stato sociale.
Ma i costi di questi miglioramenti verranno scaricati completamente su ogni cittadino del mondo che vedranno ridursi drasticamente le politiche sociali nel proprio Paese, perché oltre a mantenere la propria borghesia avrà sulle proprie spalle anche quella della nazione più forte.
Negli Usa sino a quando non rinascerà una vera coscienza di classe e i proletari non smetteranno di identificarsi con gli interessi dei banchieri e dei vari capitalisti, l’umanità intera sarà costantemente a rischio.
Possiamo e dobbiamo uscire da questa situazione di crisi internazionale con un rafforzamento della solidarietà umana e un netto indebolimento della cultura della competizione. Politica che deve tradursi in un’azione capace di costruire in tempi rapidi un soggetto politico nazionale ma con un respiro Internazionale che sia l’espressione degli interessi storici, politici, ideologici del moderno proletariato.
Tra gli obiettivi che dobbiamo raggiungere è quello di nazionalizzare le banche, trasformandole in meri uffici pubblici che distribuiscono la carta moneta stampata dalla Banca centrale e corrispondente alla produzione reale di beni.
Trasformazione delle Borse, da luoghi di speculazione in luoghi di investimento di risorse per lo sviluppo di progetti e brevetti di pubblica utilità. Le valutazioni sugli investimenti devono essere decise dai lavoratori, dagli studenti, dai ricercatori e dai cittadini che collegati telematicamente possono decidere in modo democratico quale priorità dare alla ricerca e all’investimento produttivo da fare. Vince la gara colui che ottiene il maggior consenso.
Agganciare le polizze-auto a criteri meritocratici. Facendo diventare la polizza, per chi non fa incidenti, per almeno dieci anni, un’integrazione alla pensione. Non si capisce per quale ragione l’assicurazione si deve tenere i soldi di un cittadino che non ha procurato alcun danno.
La politica sulla casa deve essere completamente rivista, partendo dal fatto che i suoli di una nazione non sono privatizzabili ma appartengono alla collettività e possono essere solo dati in concessione d’uso. Portando in questo modo il valore delle case e dei mutui a parametri non speculativi. Le case, se non ci sono eredi, ritornano di proprietà pubblica e vengono ricollocate secondo parametri di utilità sociale.
Le fonti energetiche sono da considerare un bene universale, come l’acqua, l’informazione, la terra, l’aria, la salute, il lavoro, la scuola, il cibo e non possono essere privatizzate o fonte di speculazione.
Comunque per chi ha scarsa memoria o ha venduto l’anima per trenta denari o non ha fatto buone letture possiamo dire che Marx, lo scienziato comunista, scriveva nel “Capitale”, capitolo 24:
“Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipare loro denaro.
Quindi l’accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d’Inghilterra (1694). La Banca d’Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al governo all’otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal Parlamento a battere moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un’altra volta al pubblico in forma di banconote. Non ci volle molto tempo perché questa moneta di credito, fabbricata dalla Banca d’Inghilterra stessa, diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non bastava però che la Banca desse con una mano per aver restituito di più con l’altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua della nazione fino all’ultimo centesimo che aveva dato”.
Per concludere, i borghesi in passato ci hanno usato per rovesciare i nobili e per fare le loro rivoluzioni, oggi ci vogliono usare per scaricarci i costi sociali della crisi del loro sistema capitalistico.
E’ ora di dire basta e pensare ad una società diversa per noi e i nostri figli: egualitaria, solidale e che distribuisca, secondo necessità, il prodotto interno lordo e che sia in grado di produrre in modo compatibile con l’ambiente.
Andrea Montella
Fonte: www.valori.it
Link: http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=943
3.02.2009