DI ALESSIO MANNINO
Questi del Pd non fanno neanche più incavolare: fanno pena. Il loro responsabile esteri presenta una mozione parlamentare per riconoscere lo Stato di Palestina, nome che copre la sottomissione militare ed economica a Israele, e la sospendono il giorno dopo perché a Israele non va. Sottomessi, dunque, siamo anche noi italiani, governati da un partito che ogni tanto (ma proprio ogni tanto) ne azzecca una, ma subito dopo se la rimangia. E la pena ridiventa rabbia. Possibile che basti un sopracciglio alzato di quegli arroganti palloni gonfiati degli Israeliani per farsela sotto e chinare il capo? Possibile e prevedibile. Tanto che ci eravamo sinceramente stupiti dell’iniziativa piddina.
Potevamo capirne il motivo di fondo, per una volta intelligente: dare un segnale di apertura al mondo islamico e arabo, in questo delicato frangente di guerriglia in Libia, alle porte di casa nostra. Ma non immaginavamo tanta intelligenza tattica. Oddio, capitan Renzi conosce solo quella. Ma aver sottovalutato la reazione dello Stato ebraico non è da loro, non è tipico di un’ex sinistra che appena può indossa la kippah, e quanto è bello e democratico Israele, e tuoni e fulmini e accuse di antisemitismo a chi s’azzarda a criticarne la politica d’apartheid, repressiva, aggressiva, obbiettivamente fascista
Qualcosa di buono, d’altronde, c’è dappertutto. Perfino nel Pd. Ma è durato lo spazio di una giornata e anche meno. Poi, dietrofront, l’ambasciata israeliana ha parlato: atto prematuro contrario alla pace. Preferiscono il riconoscimento non dello Stato palestinese tout court, ma della formula “due popoli due Stati”, che presuppone il veto di Tel Aviv. Appaltiamo la nostra politica estera ad una nazione straniera, e nessuno, nel partito di governo, fa una piega, una mezza piega, un quarto di protesta, un grugnito, un ruttino di insofferenza. Niente. La Palestina dev’essere uno Stato in virtù del diritto di ogni popolo all’autodeterminazione, e anche, come minimo, come risarcimento morale e giuridico, che mai sarà sufficiente, per la tortura a cui è stato sottoposto da settant’anni a questa parte. Ciò significa riconoscere Hamas, tacciato di terrorismo? Ma se Hamas ha, come ha ma non è detto che abbia in eterno, il sostegno di una buona fetta di popolazione, con quale credibilità di presunti democratici, noi occidentali possiamo noi negare l’elementare diritto alla sovranità? Ma sanno quel che (non) votano, i Democratici abusivi di tal nome? Io, fossi in loro, mi sparerei. Sarebbe un dignitoso suicidio che riscatterebbe una vita politica passata a fare i cani servili.
Alessio Mannino
Fonte: www.lintellettualedissidente.it
Link: http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/se-il-pd-volta-le-spalle-alla-palestina/
20.02.2015
Lo spostamento a destra del PD ha una chiara meta finale, che non può che essere
fascistoide. Nella politica estera questo è chiarissimo, dimostrato
dall’appoggio più che diretto al golpe nazista in Ucraina.
Effettivamente m’ero meravigliato anch’io della presentazione della mozione da parte di un partito tradizionalmente servo degli interessi usraeliani. Infatti dopo un severo cazziatone da parte dei loro padroni sono ritornati ad essere i soliti pidioti…
Sei troppo buono, questi sono solo burattini eterodiretti, senza un minimo di dignità e amor proprio, figuriamoci se possono tutelare gli interessi reali del Paese.
L’aspetto più allarmante non è che il PD sia ritornato sui suoi passi ma che esista ancora qualcuno pronto a credere nella sua buona fede.
Il PD è nei fatti un crescendo rossiniano di volontà politica al servizio delle grandi lobbies internazionali.
Ma a quanto pare c’è ancora qualcuno (a parte quelli in malafede) che rifiuta di accettare questa evidenza.
Veramente impressionante 🙂
Lo stato di Israele ha usurpato una entità biblica e con l’inganno e l’equivoco governa in modo secolare una repressione e pulizia etnica seconda solo all’annientamento degli indiani d’America.
egoisticamente credo che alla fine sia stato meglio cosi….se no arrivava qualche attentato "islamico” anche qui da noi stile parigi….siamo un popolo di sottomessi dai tempi di vespasiano….fatevene una ragione….
Infatti ho usato l’aggettivo "fascistoide", senza alcuna dignità vera o
presunta.
Il piddì si conferma sempre più come dicono le sue iniziali, il partito dei dementi.
Se permettete…..
quel che vota o meno il PD , e a prescindere dal complottismo ) il
riconoscimento di un “etnicizzato” Protettorato Bantustan di Palestina non
sarebbe affatto un danno per il progetto sionista ( l’Israele interamente
ebraico ) . E non lo sarebbe nemmeno se la nuova Palestina “etnicizzata” non
fosse un bantustan sotto protettorato , ma uno stato pienamente sovrano ( cioè
uno stato imperialista : come noto , la categoria di sovranità nazionale o è in
nuce fascista o non è ) .
non si contrasta legittimando la sua logica , cioè contrapponendogli un’alterità
inventata ( che sia rinchiusa in bantustan o potenzialmente imperialista ) .
L’apartheid sionista ( come qualsiasi altro nazionalismo ) si può contrastare
solo delegittimando la sua logica fascista : l’invenzione ,
la costruzione e l’organizzazione di etnicità fittizie da contrapporre le une
alle altre . ( PS non a caso il Partito Comunista Israeliano e il FPLP
, che appunto volevano un’unica repubblica senza distinzioni pseudoetniche sono
stati eliminati dai sionisti israeliani , al contrario di Hamas che è stata da
loro finanziata )
E dagli con questi termini desueti, lascia stare fascisti e nazisti e parla del PD, santo cielo!
Americani o Israeliani, in ginocchio stupidi Italiani!
"come noto , la categoria di sovranità nazionale o è in nuce fascista o non è".
E’si, a mettersi contro brutti ceffi in giacca e cravatta non solo si rischia la carriera ma addirittura di ritrovarsi suicidati o avere un incidente mortale in auto.
qualche giorno fa, mentre in senato si discuteva la legge sul negazionismo poi approvata a larga maggioranza, calderoli che presiedeva ad un certo punto dice :"salutiamo la delegazione della comunita’ ebraica che sta assistento alla presente seduta.."
chi non ha nulla da dire .
Ho scritto "come noto" per questioni di
sintesi , per non soffermarmi su questo aspetto , perchè il nocciolo del mio
commento riflette in realtà sulla ratio sionista ( e di qualsiasi
altro identitarismo ) di inventare e organizzare etnicità fittizie .
Comunque a questo punto sono costretta a chiarire brevemente quel mio "come
noto" : lo
jus ad bellum ( senza il quale non esisterebbe“sovranità” dello Stato come ci
insegnano tutti a partire da Hobbes e Macchiavelli fino a Carl Schmitt ; e che
logicamente , come la detenzione di quote di capitale , non può appartenere a
tutti , ma solo ai più forti ) e la “nazionalizzazione delle masse” ( G.Mosse )
sono strumenti in nuce fasciste .
Neanche tu tania hai granché da dire, mi pare. Che vuoi che ci sia di intelligente in quel che hai scritto? I riferimenti a Mosse, l’ennesima boutade sui fascisti? E per cosa poi, per dire che nel caso ai palestinesi fossero riconosciuti i diritti sulle proprie terre automaticamente questi sarebbero imperialisti, quindi fascisti?
sono troppo poco , sono dei bantustan senza più nulla . I palestinesi devono
prendersi tutto . Come ? Integrandosi con gli israeliani , cioè mettendo la
parola fine sul progetto sionista . E come si fa ? come ho
scritto sopra delegittimando la logica fascista su cui si regge il sionismo
israeliano : la logica dell’invenzione e organizzazione di etnicità fittizie da
contrapporre le une alle altre . Ora , la domanda successiva potrebbe essere
ancora “in pratica ?” .Denunciando ad esempio la legge del
Ritorno di Israele del 1951 ( e le successive e conseguenti leggi discriminanti
) come contraria ai diritti umani ( come noto Israele , a
partire da quella legge , ha dato concretezza al progetto sionista :
la trasformazione con un tratto di penna di una scelta
individuale come la fede in razza , in“etnia” , in sangue e suolo e carta
d’identità ) ; sostenendo le campagne di boicottaggio ; sostenendo gli attivisti
ebrei antisionisti e i movimenti israeliani antisionisti ; contrastando gli
squallidi razzismi e antiebraismi ( come noto il sionismo si legittima con
l’antiebraismo : come tutti gli identitarismi si può giustificare e mantenere in
vita solo grazie alla costante rappresentazione di un’alterità minacciosa ) .
Eccetera , eccetera
qualche autore è solo per dare qualche riferimento di lettura ai visitatori
interessati . Anche se si avesse voglia e tempo , un forum su internet
non credo si possa prestare a qualcosa di più ( non solo risulterebbe
antipatico , ma non sapresti nemmeno da dove partire perché non conosci il
livello di chi ti legge ) : al limite si può rispondere nel merito a chi ti fa
qualche osservazione pertinente sugli autori che tu proponi come riferimento di
lettura .
scritto “piuttosto consiglierei il silenzio a chi non ha nulla da dire” non è
certo perché mi interessi ostentare o mettermi in competizione chicchessia al
mondo . E’ semplicemente un modo per dire “se non sei d’accordo su qualcosa ,
perché non mi spieghi il tuo punto di vista , almeno un accenno , un riferimento
, invece di non dire nulla e perdere tempo a farmi il verso
?”
Per "ebrei antisionisti" cosa intendi?
questione privata , che si dissociano dal Sionismo , che
denunciano la sua funzione antiebraica e che lo contrastano per quello che è :
l’ultimo residuo dei razzismi eurocentrici , un nazionalismo di matrice europea
, un’ideologia laica prodotta dalla cultura dei nazionalismi europei di fine
Ottocento che storpia e strumentalizza l’ebraismo : i testi sacri della
religione ebraica parlano di un “ritorno a Sion” da un punto di vista meramente
spirituale , non trattano certo né del concetto di “Stato” né di quello di
“Nazione” ( come sappiamo il concetto di “Stato” inizia a formarsi , ad essere
pensato , grosso modo , con Macchiavelli e Hobbes e il concetto di“Nazione”
inizia ad essere costruito tra Sette-Ottocento ) . Il Sionismo ( in coerenza con
gli altri nazionalismi ) ha costruito il suo “popolo ” (sociologicamente e
storicamente non ha alcun senso parlare di “popolo ebraico”, se mai di
“comunità” ebraiche , “comunità” cattoliche , protestanti , sunnite eccetera :
gli yiddish , i falasha o i sefarditi erano comunità ebraiche che avevano quasi
nulla in comune l’una con l’altra , e nessuna di esse usava ovviamente nemmeno
un idioma “semita”) : il nazionalismo sionista ha costruito le tradizioni e la
memoria storica dell’ebraismo ad libitum , recuperando le forme ( come il
recupero , a partire dagli anni ’50 con D.Ben Gurion , di una lingua morta come
l’ebraico ) e svuotandole del contenuto originario religioso : uno , tra i tanti
, effetti paradossali ad esempio è la narrazione usuale ( anche sulla stampa generalista , e
questo mi sembra poco professionale e molto irresponsabile ) che distingue con
disinvoltura due termini che teoricamente non ha senso comparare , come quando
si dice "gli arabi e gli ebrei" : come se non potessero esistere arabi di fede
ebraica ( l’ebraismo si sviluppa nel sud della penisola arabica per dire , e ad
esempio , prima dell’arrivo dei nazionalisti sionisti che hanno avuto interesse
a creare divisioni e settarismi , nei sanjaq di palestina vi erano molti
fallahin arabi ebrei , insieme a drusi , cristiani copti ,
sunniti eccetera ) : quindi sono tutte mistificazioni che legittimano il
discorso sionista che vuole trasformare una fede in una nazione . Un altro
effetto deleterio è ovviamente la desiderata alimentazione
dell’antiebraismo : perché le identità collettive
nazionaliste , oltre ad essere tutte inventate , si possono rappresentare
esclusivamente grazie alla costruzione di un’alterità ( gli antiebraici
, oltre ad essere miserrimi in quanto tali , svolgono quindi
da sempre la funzione di migliori alleati del Sionismo )
praticanti intendo , puoi trovare , ad esempio , gli Haredim o i Neturei Karta
oppure i Falasha eccetera . Poi ci sono gli atei , che in
quanto atei in realtà non si sono mai nemmeno definiti ebrei , ma di “origine
culturale” ebraica ( essendo figli o nipoti di ebrei credenti ) : sono stati
“definiti ebrei” in realtà dagli altri , prima ancora che dalla legge fascista
israeliana del 1951 ( ovviamente mi riferisco al contesto contemporaneo , senza
risalire ad ambiti fuori contesto come i decreti di "limpieza de sangre"
dell’Inquisizione spagnola ) dalle leggi nazionalsocialiste di Norimberga che
appunto “scrissero” (la scrittura svolge un ruolo sempre cruciale
nell’invenzione delle identità , appunto perché le invenzioni delle identità
sono dispositivi di controllo “fissisti” ) fino a che quarto o ottavo di sangue
di parentela una persona fosse da “definire” ebrea . Ecco in questo senso di
“ebrei” ( tra virgolette) antisionisti attivamente impegnati ovviamente si può
parlare solo dal ’48 ( dalla fondazione dello Stato d’Israele ) : e l’elenco è
lungo , a partire da Hannah Arendt , Karl Jaspers o Herbert Marcuse , fino a
Noam Chomsky , Ilan Pappe , Tom Segev eccetera . Questa signora anziana ad
esempio è un’attivista “ebrea” antisionista :
https://www.youtube.com/watch?v=HPE_JJuNQ4
Capisco. Tu però scrivi che molti di "ebrei" (tra virgolette) atei non si son mai definiti tali, e mi citi tra gli altri Arendt, Marcuse e Chomsky. Ma che io sappia questi si son sempre definiti tali, anche solo un riferimento a ciò che racconta il figlio di Marcuse, Peter, mi sembra chiaro, essenzialmente "secular jew". Di discorsi sulla jewishness da parte di Hannah Arendt ne trovi a iosa, e non mi pare, ma magari sbaglio, che si sia mai vergognata di definirsi ebrea lei stessa. Idem Chomsky, sicuramente ateo, ma non nasconde certo il suo passato e la sua cultura. Che problema c’è?
la presenza o l’assenza della centralità politica del soggetto , della persona ,
della sua libera emancipazione in uguale dignità . Diventi invece fascista ,
come nel caso del discorso sionista , se la centralità politica la assegni ad
una ( inventata , costruita e narrata ) identità collettiva : l’Etnos , la
Nazione , la Cultura ; se reifichi la cultura spacciandola come natura
.
filosofo ) e Marcuse ( non so suo figlio ) non si sono mai occupati ( intendo
pubblicamente , nei loro libri ) del loro rapporto con l’ebraismo .
E’vero che Hannah Arendt intraprese una ricerca
intorno alla sua appartenenza all’ebraismo con lo studio psicologico letterario
sulla vita di Rahel Varhagen , ma fu un’opera che , come scrisse Walter Benjamin
, “nuotava vigorosamente contro la corrente dominante dell’apologetica ebraica”
: la ricerca delle proprie origini fu di natura squisitamente storica e politica
, in piena autonomia dalla religione ebraica che , come ogni religione , non le
diceva assolutamente nulla .
persona ( che sia sentita , praticata ed esplicitata , o che sia ricordata solo
come residuo culturale di “origine” famigliare ) che ti connota come fascista .
Lo è invece , appunto , la narrazione “identitaria” , come fa il Sionismo
.
Non capisco proprio tania. O meglio, capisco ciò che scrivi, ma mi pare ci sia qualche contraddizione. Primo, il fatto che Chomsky e Marcuse non abbiano mai trattato la questione nei propri libri non ha a che fare con il loro quotidiano. Ti ho citato Peter Marcuse proprio perché lui descrive la quotidianità del padre e della famiglia come una tipica "jewish family", "secular" ma con tutte le caratteristiche. Parole sue. Anche Chomsky racconta in diverse interviste questi aspetti e sostiene che sia difficile scappare dalla tua cultura, dal tuo passato, dalle tue emozioni, e si riferisce al passato in una famiglia tipicamente ebraica, pure credente, benché lui non lo sia. E non mi pare quindi sia affatto un "residuo culturale". Residuo è qualcosa di marginale, dopo tutto.
Caro Mannino, ma non ti eri accorto che negli ultimi anni il Pd è stato il miglior cane da guardia e difesa degli interessi dell’èlite USA? Non hai presente i comportamenti di un certo Napolitano, e i vari Monti, Letta, Renzi e compagnia cantante, che hanno fatto sembrare Berlusconi quasi un difensore di quella che era la nostra sovranità nazionale!!
Peraltro, Tania, trovi anche interviste in cui Marcuse risponde esplicitamente a queste questioni, dove dice esplicitamente "I support the establishment of a Jewish state, capable of preventing the repetition of a holocaust" e "the solution of the Jewish problem is a Jewish state which can defend itself" e, sottolineando l’aspetto religioso del sionismo e quindi la sua natura razzista, "If Zionism is transformed into a secular movement, then it is not racist".
ma ( se si sono espressi così ) spero ( anzi ne sono certa )
che non fosse loro intenzione reificare le culture come fanno
i fascisti , ma che si riferissero esclusivamente alla loro esperienza personale
, uniche e irripetibili ( certo i riti religiosi si ripetono , più o meno , su
più persone , ma qui stiamo parlando di atei ) : una yiddish
donna del XIX secolo , Eric Hobsbawm e un
falasha etiope , tutti ebrei , non hanno ovviamente nulla , nessuna esperienza
che li accomuni ( solo la fede , per i credenti ) . Le identità non esistono , a
maggior ragione le identità collettive :
sono sempre invenzioni , costruzioni ( "dispositivi di controllo" direbbe
Foucault ) . Tutto è flusso e mutamento a partire dalla natura plurale dell’Io (
come ha dimostrato la psicologia e la psicoanalisi )
, ma solo per capirci ).. Se ti chiedessi di spiegarmi le
espressioni che riporti , tipo “famiglia tipicamente ebraica” ( Peter Marcuse
pare , da quello che tu riporti , che si sia espresso così ) , avresti solo due
alternative ( semplifico ovviamente per capirci ) : 1) se sei ( consapevolmente
o meno ) di estrema destra tenteresti di rispondermi . E potresti farlo
solamente con una ratio razzista : è il discorso “fissista”, la
narrazione che serve a definire , creare , stabilire fissare la personalità del
soggetto ( per finalità escludenti ) a prescindere dal soggetto , ma per
“natura” . Il soggetto scompare ( e con lui la sua libera emancipazione in
uguale dignità ) , e la sua personalità viene narrata , fissata , de-cisa e
incasellata per “natura” ; 2) se invece sei di sinistra mi diresti che non mi
puoi rispondere , perché la “famiglia tipicamente ebraica” ,
“tipicamente cattolica” , “tipicamente italiana” , “tipicamente
spagnola” , “tipicamente islamica” eccetera non esistono : perché le persone non sono degli automi che eseguono un
programma chiamato Cultura X , Y eccetera ; la Cultura non è Natura
, e l’attività umana non è un
epifenomeno di processi non umani : la Cultura è un prodotto dell’attività umana
e in quanto tale perennemente in divenire , modificabile e permeabile . Quindi
l’espressione“famiglia o persona tipicamente ebrea” è priva di senso
.
meno ) come la 2 siamo d’accordo e mi fa piacere
.
tania, io non ho detto granché, ho solo riportato frasi altrui. Alla tua domanda non dovrei rispondere io, ma Marcuse, Chomsky e quant’altri, tuttalpiù. Io l’ho capito che a te piace ripetere sempre questi due schemi, ma non dobbiamo essere d’accordo o che, io sto cercando di ragionare sulle cose assieme a te, mica per giudicarti o etichettarti, solo per capire il tuo ragionamento.
il maquillage si può tentare l’impossibile , ma dubito che Marcuse ,
Derrida , Sartre e Foucault possano essere confusi come dei
nazionalisti o degli identitaristi . Nella
contingenza molte persone in buona fede hanno sostenuto l’urgenza
di aiutare gli ebrei resi "non persone" dall’Olocausto
, ma di certo non con l’intento di edificare un nuovo Stato razzista con
cittadini di serie A e , di nuovo , "non persone" .
Per il resto sei tu che
mi rispondi con espressioni ( "famiglia tipicamente ebraica" ) che evidentemente
condividi o di cui evidentemente ignori il significato : in quest’ultimo
caso non ne comprendo lo scopo .
"Io l’ho capito che a te piace ripetere sempre questi due schemi".
Ma cosa
ne sai ?
Ok , ho capito : ti sei presentato con
maleducazione giudicando sul personale ( "credi di dire qualcosa di
intelligente ?" ) , e attribuendomi pensieri a tuo piacimento ( "e questo per
dire che i palestinesi sono fascisti se pretendono il loro territorio" ) . Poi
mi rispondi con domande , o con frasi che però non chiarisci se le condividi o
meno , cambi discorso , giudichi eccetera
Troppo , non riesco a starti
dietro ..
Bé tania, Sartre te lo puoi cercare da te, vedrai che non decontestualizzo nulla. Derrida forse, ma anche lì, ti puoi cercare la frase precisa e vedi tu. Su Marcuse ti ho linkato un’intera intervista, quindi difficilmente starei decontestualizzando. Ti ho solo chiesto che differenza ci sarebbe tra il "jewish state" di Marcuse e quello di un sionista qualunque, ma non in termini di conflitto, in termini di identità collettive immaginate e inventate.
L’espressione "jewish state" non cambia di significato se detta
da Marcuse o da un Ariel Sharon : rimane sempre
un’espressione identitaria e nazionalista . Mi dispiace che Marcuse
l’abbia usata , non lo sapevo , spero a sproposito , non ho letto tutta
l’intervista ; in compenso ho letto il link di Derrida che mi hai segnalato e
non ho trovato nulla che m’abbia delusa ; immagino che sarà lo stesso
anche per gli altri . In ogni caso qualsiasi filosofa o filosofo , anche quelli
che amo di più , avessero detto qualche sciocchezza ( e sicuramente
ne ha dette ) o fossero scivolati in espressioni che si potessero
prestare a qualche strumentalizzazione , non cambia nulla al senso del mio
discorso ( appunto non capisco istwine dove tu voglia arrivare , anche
perchè non ti esprimi ) . Comunque , l’apartheid sionista si
può sconfiggere solo delegittimando la sua logica , non certo
rafforzandola contrapponendogli un’alterità .
Volevo sapere solo come interpretare alcune cose che avevo letto da parte di questi qui. Se tu mi dici che sono "scivolati in espressioni" mi sta bene, Sartre poi ci è andato giù col toboga su certe espressioni, ma insomma, mi sta bene pure questo. Mi hai chiarito il tuo punto di vista, e pure la metodologia, quindi apposto così tania!