SE GLI SPAZI SI RESTRINGONO…

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DI H.S.
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Lo confesso… non sono un bloggista esperto e , anzi , non ho una gran fiducia nel mezzo. Sono convinto che la democrazia , la possibilità di intervenire ed incidere sulle decisioni che ci riguardano tutti e , quindi , lo sviluppo di dinamiche che vengono “dal basso” , si realizzi altrove. E però bisogna riconoscere che la “rete” può costituire un veicolo importante per esprimere opinioni che , altrimenti , non avrebbero cittadinanza e non avrebbero la possibilità di trovare un orecchio disposto ad ascoltarle…

Personalmente ho fatto un po’ il “parassita” , ho usufruito di blog altrui per scrivere cose che , ritengo , potrebbero interessare , sia pure per essere contestate o rifiutate… Naturalmente devo ringraziare chi mi dà questa possibilità… la possibilità di scrivere riflessioni ed informazione libero da logiche di mercato , solo e semplicemente nella speranza di trovare occhi a cui poter comunicare. Questo discorso vale per me e vale per tutti coloro che si esprimono attraverso il mezzo. Alla fine dei conti è tutta una questione di spazio ; lasciamo perdere il discorso sulla democrazia perché è ovvio che viviamo in regime di falsa democrazia dove le decisioni vengono prese sulla testa dei cittadini o , perlomeno , senza che siano sottoposte al loro vaglio. La questione pura e semplice è quella della libertà : se io ho poche possibilità di intervenire sui processi decisionali , almeno mi si lasci la possibilità di esprimermi , di esporre le mie opinioni , di criticare…

E’una questione di spazio , perché la libertà si misura sullo spazio a cui accedere per esprimersi. Adesso il decreto Levi – Prodi , come è stato giustamente rilevato , viene approntato per ottenere il controllo della rete , per poter standardizzare informazione ed opinioni. Finalmente cade definitivamente il velo di ipocrisia dell’ondata di liberal liberismo a cui , da anni , tutte le forze politiche in campo hanno aderito. In questo paese si era , conformisticamente , tutti “fascisti” , poi tutti o “democristiani” o “comunisti” , infine tutti “liberali”. E ora , appunto , ci troviamo di fronte ad una questione centrale per il liberalismo e le dottrine liberali : la libertà di opinione e di espressione. I sedicenti liberali fanno approvare un provvedimento al Consiglio dei Ministri che contraddice in toto la professione di liberalismo. L’ipocrisia di certi Ministri poi – e non faccio nomi – è notevole : dopo aver approvato il decreto , viste le reazioni negative , hanno fatto marcia indietro come se loro fossero stati totalmente estranei. Onore al merito di chi ha scoperto la gravissima gabola… Viene anche da pensare che questi politici non siano poi granchè intelligenti : come potevano pensare che il fatto sarebbe rimasto all’oscuro ? E poi come fa un governo con una debole maggioranza come quello di Prodi a permettersi un azzardo del genere ? La verità è che qualsiasi nuovo governo , a qualunque “schieramento” sia riconducibile , riproporrà un decreto del genere. Le differenze di dettaglio sarebbero insignificanti… Il sospetto più che legittimo è che , paese dalla democrazia monca e dalla sovranità limitata come siamo , i “nostri” obbediscano ad altre logiche più – diremmo – sopranazionali : siamo o non siamo nell’epoca della “guerra al terrorismo” , dello “scontro di civiltà” e delle guerre più o meno “umanitarie” ? Qui più che il problema dell’espressione di opinioni , si pone quello dell’informazione… Come ormai sappiamo l’informazione della carta stampata di opinione è conformista e standardizzata… Taglia e cuce e ripete a pappagallo secondo il dettato dei poteri forti nazionali e sopranazionali…

La questione dell’11 settembre è stata centrale : l’informazione si è appiattita sulle parole d’ordine e gli slogan che sono stati profusi dai soliti noti. Oggi qualcosa sembra cambiato ; apparentemente si sono moltiplicate le “critiche” , sempre piuttosto blande , a Bush e alla sua banda , ma sulla rete da sempre è circolata informazione che mettesse in discussione le verità ufficiali sull’11 settembre. Bush non è un poveretto che sbaglia , un uomo che non sa gestire la presunta “guerra al terrorismo” , ma un potente che , pervicacemente , continua sulla sua dirittura che , riflettendoci solo un momento , è semplicemente imperialista. Sulla rete questo e altri tabù sono stati sminuzzati e ridotti in fumo e questa è pura e semplice informazione non mercenaria offerta invece da opinion makers stile Corriere della Sera , qualche anno fa molto vicini al pensiero “fallace” della Fallaci , oggi “critici” verso Bush. E la questione è , quindi , anche che , a monte dell‘opinione c’è l’informazione. Cosa succederebbe se un’informazione veramente libera circolasse fra la maggioranza dei cittadini , veramente le opinioni sui fatti che ci hanno afflitto e sconvolto in questi anni sarebbero le stesse ? No , per il Potere è meglio l’informazione standardizzata della carta stampata , ligia all’obbedienza dei soci di maggioranza… Sulla rete , invece . circola anche l’ostinata ricerca della verità… Il controllo della “rete” , la sua possibile “privatizzazione” aprono la strada alla completa cancellazione delle voci che si sforzano di ricercare e svelare la verità dietro la maschera di quelle ufficiose ed ufficiali. Per questi motivi , anche chi è semplicemente liberale , dovrebbe dire NO con decisione a questo scempio liberticida dello stato di diritto fatto in nome di giustificazioni sempre più ipocrite… Dire NO , oggi , domani e dopodomani , perché non finirà tutto con il governo Prodi… Dire NO se si ha cuore non solo la possibilità di esprimersi ma anche la ricerca delle verità che non dovrebbero essere tenute celate ai cittadini… Dire NO alla restrizione degli spazi , perché noi non sopportiamo la claustrofobia…

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Voglio introdurre un discorso che , almeno apparentemente , non c’entra nulla , ma , in realtà s’attaglia molto… Sul blog di Grillo è stata presentata un’interessante intervista a Noam Chomsky , celebre linguista ed importante guru della sinistra radical americana dai tempi della guerra in Vietnam. Secondo Chomsky , partendo naturalmente dall’esperienza della politica americana dei partiti , è necessario promuovere la democrazia nei partiti attraverso appositi meccanismi di selezione dei candidati per contenere lo strapotere delle concentrazioni economiche che condizionano pesantemente le decisioni politiche e la scelta stessa di chi dovrebbe far politica. Chomsky ritiene che , all’interno dell’intelligentia liberal e democratica americana , sia diffusa una diffidenza nei confronti della democrazia e dei cittadini ed io aggiungo che , oltre a tale diffidenze , conta soprattutto la mentalità di chi gestisce il potere economico , di chi è interno alle grandi concentrazioni. Costoro non sono democratici , semplicemente perché vorrebbero imporre scelte che non sarebbero accettate dalla maggioranza della popolazione. Chi accetterebbe di essere spogliato e deprivato ? Soprattutto , diamo per scontata una situazione di crisi economica , chi accetterebbe di fare sacrifici , mentre una parte – peraltro esigua – della popolazione , continua ad arricchirsi , ad infischiarsene della comunità , mentre , invece , dovrebbe essere la prima a dare il buon esempio ? Per questo la democrazia , così come si presenta e il discorso vale per gli USA , come per l’Italia e , sempre più , per le altre nazioni “civilizzate” , è in gran parte finzione… Finchè ha in mano le redini e il suo piatto vince , il potere elle grandi concentrazioni si offre al pubblico come democratico. E se poi , come in Venezuela , dovesse vincere un certo Chavez ?
Quindi la possibilità di approntare meccanismi per la selezione ed il controllo dei candidati dei partiti , è necessario ma non sufficiente… Perché il potere delle concentrazioni economiche , che non è democratico , può sempre condizionare ed intervenire , soprattutto con due mezzi : i finanziamenti e l’uso dell’informazione e dei mass media. Nel primo caso occorrerebbe una legge per regolamentare i finanziamenti sia pubblici che privati. Questa legge dovrebbe prevedere un tetto di finanziamento pubblico per partito , tetto massimo che escluderebbe eventuali organi di stampa.

Attraverso il finanziamento pubblico di organi di stampa , infatti , si sono finanziati a profusione anche partiti e gruppi politici. Invece la definizione di tetti massimi impedirebbe ai… rubinetti di aprirsi anche ad altri sprechi ! Per quanto riguarda i finanziamenti dei privati , oltre a stabilire , anche in questo caso , dei tetti che impediscano finanziamenti troppo elevati da parte dei singoli , i partiti e i singoli candidati dovrebbero rendere pubblici i nominativi dei privati , società e quant’altro , di modo che i cittadini possano riuscire ad interpretare il significato delle decisioni politiche (ovvero da chi possono essere condizionate). Nel caso di SPA o altre società dovrebbe essere resa nota la composizione dell’azionariato di maggioranza , quello che decide la linea strategica del gruppo , mentre dovrebbe essere vietati il finanziamento da parte di “scatole vuote” , società che sono proprietà di altre società che poi hanno altre composizioni azionarie , ecc… I finanziatori devono essere identificabili , devono avere nomi e cognomi e questa è vera trasparenza ! Passando a trattare invece il tema del condizionamento tramite organismi di informazione e massa media , bisogna dire che Chomsky ha sviscerato la questione più e più volte , sottolineando , ad esempio , come i maggiori media tendano a promuovere l’apatia ed il disinteresse delle persone nei confronti della politica. Forse il libro più celebre di Chomsky sull’argomento , scritto anni or sono , è stato “La fabbrica del consenso” , pubblicato in Italia dalla Marco Tropea. Il saggio mostrava come i principali organi di stampa americani come il Washington Post e il New York Times appoggiassero in maniera subdola le politiche delle amministrazioni reaganiane (siamo negli anni Ottanta). A mio parere , in questo caso , non c’è santo che tenga ! Io non posso certo impedire ai media principali di tenere le usuali linee conformistiche e di divulgare il conformismo , ma devo difendere gli spazi che promuovono informazione alternativa che permette di formarsi opinioni differenti. Qui torniamo al nocciolo della questione : l’unico modo per riequilibrare lo strapotere delle concentrazioni mediatiche è promuovere informazione indipendente , alternativa , controinformazione , insomma e difendere gli spazi ad essa riservati. Non c’è legge possibile , solo l’opposizione a qualsiasi tentativo liberticida.

Tornando alla questione della partecipazione dei cittadini alla democrazia di partito , non è comunque semplice il loro coinvolgimento , anzi spesso è un autentica scommessa. Di sicuro , però , le recenti (false) primarie del (falso) Partito Democratico con la (falsa) investitura di un leader scelto fra (falsi) candidati non è un grande esempio di democrazia. Veltroni è già stato scelto in partenza , potendo poi godere della strabordante pubblicità mediatica , e tutto è stato fatto per dare una parvenza di democrazia.

Fra tante pessime notizie la manifestazione dei precari di sabato getta qualche lumicino di speranza , soprattutto dopo la prova di forza di Fini ; prova che non ci rassicura sul futuro , anzi… I partiti di sinistra dovrebbero ora tentare di unificarsi e dare finalmente vita ad un soggetto che rappresenti che non è stato adeguatamente rappresentato e lo tuteli con la definizione di concreti programmi.
Staremo a vedere…

H.S.
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23.10.07

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