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DI HARRIET SHERWOOD

theguardian.com


A Gaza i combattenti di Hamas sono in mezzo ai civili. Non c’è altro luogo dove possano andare.

I fronti sono confusi quando viene combattuta una guerriglia in un’area così densamente popolata come Gaza, ma anche il quartier generale delle Forze di Difesa Israeliane è circondato da civili.

L’accusa di Israele che Hamas stia usando i civili come scudi umani è diventata sempre più stridente col peggiorare della guerra a Gaza.

L’accusa viene mossa violentemente dai leader politici, militari e dai commentatori mediatici, ripetuta nelle conversazioni tra membri dell’opinione pubblica ed echeggiata nelle considerazioni dei politici e diplomatici esteri. Sull’altro fronte del conflitto a Gaza, l’accusa è vigorosamente negata da Hamas e altri.

La verità viene persa in mezzo alla battaglia propagandistica intrapresa assieme a proiettili, bombe, fucili e razzi. Ciò che è certo, è che il quadro appare più complicato di quanto rivendichino entrambe le parti.

Mettere deliberatamente i non-combattenti all’interno e attorno agli obiettivi militari per impedire gli attacchi nemici – questa la definizione di scudi umani – è illegale secondo il diritto internazionale.

La Convenzione di Ginevra dichiara: “La presenza o lo spostamento di popolazione o singoli civili non dovrebbe essere usata per rendere determinati punti o aree immuni da operazioni militari, in particolare atti a proteggere obiettivi militari dagli attacchi o difendere, favorire o impedire operazioni militari. Le parti in conflitto non dovrebbero direzionare lo spostamento di popolazione o singoli civili per tentare di difendere obiettivi militari dagli attacchi o per proteggere operazioni militari.”

Il diritto internazionale vieta anche l’utilizzo di unità mediche o prigionieri di guerra come deterrenti di un attacco nemico.

In ogni caso, anche se Hamas violasse il diritto in questo modo, non giustificherei legalmente il bombardamento da parte di Israele di aree dove si sa che risiedano civili.

“Qualsiasi violazione di questi divieti non libererebbe le parti in conflitto dai loro obblighi legali per quanto riguarda la popolazione e i civili, tra cui l’obbligo di adottare le misure precauzionali” dicono le convenzioni.

Israele sostiene che Hamas abitualmente usi ospedali, moschee, scuole e case private per lanciare razzi su Israele, depositare armi, nascondere centri di comando e controllo, rifugiare il personale militare, celare passaggi a cunicoli sotterranei. Questa è la loro giustificazione per colpire tali luoghi, nonostante l’obbligo giuridico di assicurare la proporzionalità dei propri attacchi, di distinguere tra oggetti militari e civili ed evitare caduti tra la popolazione.

Israele dice di dare il dovuto avvertimento dell’attacco imminente – per telefono, messaggi di testo, consegna di opuscoli e “missili di avvertimento” – per dare ai civili la possibilità di fuggire.

Una tipica dichiarazione delle Forze di Difesa Israeliane, emessa nei giorni scorsi, dice: “Mentre l’esercito israeliano fa tutto il possibile per evitare vittime civili, Hamas mette deliberatamente la vita dei civili palestinesi in pericolo. Hamas nasconde armi e lanciamissili in aree densamente popolate. Invece di mantenere i suoi cittadini fuori pericolo, Hamas incoraggia e addirittura forza gli abitanti di Gaza ad unirsi alla sua violenta resistenza contro Israele. Invia uomini, donne e bambini direttamente verso la linea di fuoco per usarli come scudi umani dei terroristi.”

Mercoledì le Forze di Difesa Israeliane hanno realizzato una serie di mappe che pretendono di mostrare i siti militari di Hamas in prossimità – ma non all’interno – di scuole, ospedali, moschee, edifici residenziali. È anche stato pubblicato un video, che si è detto che mostri i militanti nell’atto di utilizzare un’ambulanza per fuggire dopo essere stati assaliti dalle truppe israeliane, si è inoltre detto che il territorio e le vicinanze dell’ospedale di al-Wafa a Gaza erano stati “ripetutamente utilizzati da Hamas e la Jihad islamica palestinese come un centro di comando, un sito per lanciare razzi, e una sede per abilitare i terroristi ad aprire il fuoco addosso ai soldati”.

Israele ha reiteratamente preso di mira l’ospedale di riabilitazione nel corso del conflitto, e infine, mercoledì scorso, ha pesantemente danneggiato l’edificio ormai vuoto.

Ma il direttore dell’ospedale ha respinto l’accusa israeliana che l’ospedale fosse stato utilizzato per scopi militari da Hamas o altri gruppi militanti. In una dichiarazione, Basman Alashi ha detto: “Israele ha preso di mira il nostro ospedale basandosi su affermazioni false e fuorvianti. Hanno puntato strutture sanitarie, i feriti, i malati e i nostri bambini, su tutta la striscia di Gaza. Vogliono farci sapere che da nessuna parte siamo al sicuro.”

Ha aggiunto: “Spero che le cose si calmino il più presto possibile. È doloroso vedere ciò che sta accadendo, e constatare che l’ospedale è diventato un bersaglio di attacchi militari”.

La scoperta dell’ONU di ripostigli di armi in due delle sue scuole, ha dato credito la settimana scorsa alle asserzioni di Israele. “L’UNRWA [l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi] ha immediatamente informato tutte le parti interessate e ha rilasciato una dichiarazione che condanna fortemente l’abuso dei suoi locali” ha detto un portavoce, Chris Gunness. I rifugi dell’UNRWA sono stati bombardati in quattro occasioni negli ultimi giorni, nonostante da parte degli ufficiali fossero state date coordinate precise alle Forze di Difesa Israeliane.

Israele ha anche sostenuto che Hamas aveva costretto i civili a rimanere nel quartiere periferico di Gaza Shujai’iya dopo che le Forze di Difesa Israeliane li avevano avvertiti di evacuare prima del loro assalto di domenica. I civili sono stati “trattenuti come ostaggi”, ha detto Peter Lerner, un portavoce militare delle Forze di Difesa Israeliane.

Queste affermazioni non sono state supportate da reportage indipendenti di giornalisti internazionali che seguono la guerra da Gaza. Invece, dispacci da terra hanno presentato argomentazioni complesse per giustificare che alcuni residenti non sono stati fatti evacuare da Shujai’iya e altre zone puntate da Israele. Molte persone hanno detto che a Gaza non si è al sicuro da nessuna parte, così non hanno visto un grosso motivo per abbandonare le loro case.

Altre persone hanno citato le proprie preoccupazioni sul non poter conoscere l’identità delle persone che sarebbero state i loro nuovi vicini di casa: avrebbero potuto evacuare da un quartiere conosciuto per uno che invece sarebbe risultato una roccaforte militare; altri erano semplicemente troppo terrorizzati per uscire in strada. Molte comunicazioni mediatiche hanno dichiarato che non c’era prova di coercizione da parte di Hamas.

In realtà, decine di migliaia di persone sono fuggite dalle loro case per trovare un posto che loro sperano essere più sicuro. L’UNRWA riporta che più di 140.000 persone hanno cercato rifugio nelle sue proprietà; chiese e moschee sono state travolte dai civili sfollati; i territori dell’ospedale Shifa della città di Gaza hanno cominciato ad assomigliare a un campo profughi improvvisato. Queste famiglie temono per la loro vita, ma indicano in modo schiacciante i bombardamenti e cannoneggiamenti israeliani come causa, piuttosto che le minacce da parte di Hamas.

Gaza è uno dei luoghi più affollati sulla terra. Quasi 2 milioni di persone sono stipati in una striscia di terra di appena 25 miglia di lunghezza e tra tre e mezzo e sette miglia di larghezza – all’incirca le stesse dimensioni dell’isola di Wight. In generale ci sono poche opportunità di andarsene; e in mezzo a un conflitto come questo, non c’è nessuna via d’uscita.

L’attuale guerra non viene combattuta su un campo di battaglia convenzionale. Israele sta martellando Gaza dal cielo, e in modo sempre più crescente le sue truppe stanno combattendo contro un esercito di guerriglia nelle zone urbane densamente popolate – che costituiscono gran parte della striscia di Gaza. Poiché i carri armati e le truppe israeliane si spingono ulteriormente all’interno città, è sempre più probabile che Hamas lancerà attacchi da posizioni nei pressi di edifici civili.

La separazione tra “civile” e “militare” nella striscia di Gaza è molto più attenuata che nel caso di un esercito convenzionale – sia fisicamente che nella psicologia degli abitanti di Gaza. Hamas e altri militanti sono incorporati nella popolazione. I loro combattenti non sono alloggiati in caserme militari, ma dormono di notte nelle loro case. Mentre non è difficile trovare antipatia per Hamas per le strade di Gaza durante tempi tranquilli, ora la maggior parte delle persone difende il loro “diritto di resistere” – e sotto un così persistente attacco militare, supportano l’ascesa di Hamas.

Israele, nel frattempo, non ha un record immacolato nell’uso di scudi umani. Nel 2010, due soldati furono condannati in un tribunale militare israeliano accusati di aver usato un ragazzo palestinese di 11 anni come scudo umano nelle loro operazioni tra il 2008 e il 2009 nella striscia di Gaza. I due soldati ordinavano al ragazzo di cercare nelle borse che loro sospettavano essere imbottite di esplosivo.

Era la prima condanna per ciò che ora è noto all’interno delle Forze di Difesa Israeliane con il nome di “procedura del vicino” – ovvero costringere i civili ad assistere le truppe in operazioni militari. Indagini di gruppi di giornalisti e organizzazioni per i diritti umani hanno suggerito che le Forze di Difesa Israeliane hanno usato i palestinesi come scudi umani in operazioni a Gaza e in Cisgiordania.

Nel frattempo, in risposta alle affermazioni di Israele sul fatto che Hamas collochi centri militari in aree civili, alcuni hanno sottolineato che il quartier generale delle Forze di Difesa Israeliane, il Kiriya, è nel centro di Tel Aviv, circondato da un ospedale, condomini di appartamenti, centri commerciali e uffici.

Harriet Sherwood

Fonte: http://www.theguardian.com

Link: http://www.theguardian.com/world/2014/jul/24/gaza-hamas-fighters-military-bases-guerrilla-war-civilians-israel-idf

28.07.2014

Traduzione a cura di Martinochka per www.comedonchisciotte.org

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