DI MARIO
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Per non farsi mancare nulla e leccare un pò di culi democratici il buon Saviano ieri sera non ha avuto nulla di meglio da dire che lui non vuole finire in un paese antidemocratico come Cuba od il Venezuela. Per strada si è perso Israele, La Colombia e L’Honduras; tanto per rimanere a luoghi in cui “democraticamente” si costruiscono muri, si fa la guerra e si fanno colpi di stato senza per scuotere la sua coscienza di indefesso difensore dei diritti di quelli vessati dalla camorra. Ma si sa Saviano è sionista, non frequenta i barrios di Caracas e neanche si sforza di dare un’occhiata alle ragioni per le quali una nazione viene tenuta in ostaggio, dagli anni 50, con un blocco economico dal suo vicino di casa. Non parliamo poi della Colombia, un posto ameno dove si scoprono fosse comuni piene di oppositori, senza che nessuno dica niente. E dire che lì ne avrebbe di materiale per capire chi e cosa tiene legati i fili della sua camorra al traffico di droga che arriva qui da noi.
Ci sarebbe anche da dire qualcosa sulla democrazia da fabbrica alla Marchionne, su cui questi non spendono un nano secondo della loro vita e delle loro considerazioni ma lasciamo stare, il discorso diventerebbe troppo lungo. Saviano è uno che lavora per Mondadori e fa programmi per Endemol società del buon Berlusconi. E’ uno dei tanti che continua a mangiare nella greppia del “cattivo” padrone. Il suo spessore e la sua “morale”arrivano solo fin lì, ha qualche problema a rescindere il cordone ombelicale che lo lega al satrapo in persona. E perché mai, ci chiediamo, collabora con il nemico contribuendo ad arricchirlo? Misteri di una mente così raffinata che noi, poveri tapini ed irriducibili censori di questo sistema, non riusciamo a capire.
Ieri insieme all’altro “compagno” Santoro una parte degli italiani ha ascoltato quanto è duro dover combattere per farsi firmare contratti per star internazionali (ma poi che cazzo c’entrano Bono o Benigni con la mafia?) e non poter denunciare, narrandole, tutte le malefatte di questo sistema di ladri. In effetti è un tipo d’informazione che non ha mai fatto nessuno o un tipo di battaglia a cui si è rinunciato da tempo. Il buon Impastato era nato nel periodo sbagliato e lui ci aveva rimesso solo la pelle continuando a stare pervicacemente nel paese di cui raccontava la “montagna di merda”, da buon comunista.
Questi per poterlo fare hanno bisogno della scorta e di pacchi di milioni.
A dare man forte a questo signore c’era la direttrice dell’Unità la quale si è avventurata su un terreno scivoloso per giustificare il perché certi valori debbano essere riconosciuti. E si riferiva ai soldi mica ad altro.
Ha detto “fare un certo mestiere mica è come dare il colore ad una staccionata” dando, in questo modo, il benservito a tutti quegli sfigati che al mattino presto riempiono il loro baracchino, prendono il tram e si trascorrono 10 ore del loro tempo nell’amata fabbrichetta o a costruire case per lor signori. In fondo se guadagnano poco è in ragione del loro scarso valore e questo il mercato lo riconosce molto bene. E allora a questo club esclusivo di radical chic milionari da salotto va il mio lapidario VAFFANCULO. Non è di voi e del vostro circo mediatico che ho bisogno per capire quanta merda c’è qui in Italia. Mi basta cercare un lavoro, oppure leggere i giornali facendo un presidio sotto un CIE pieno di gente povera e disperata perché senza futuro. Insomma mi basta continuare a vivere. La differenza è che voi amate stare con il muso dentro quella greppia e quel cordone ombelicale non lo reciderete mai, perché in fondo se va bene a loro va molto bene anche a voi.
Mario
Fonte: http://pensareinprofondo.blogspot.com
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22.10.2010