DI WILLIAM BLUM
Killing Hope
“Il nostro governo ci ha tenuto in un perpetuo stato di timore – ci ha tenuto in una continua rincorsa di fervore patriottico –al grido di “grave emergenza nazionale”. C’è sempre stato qualche male terribile in patria o qualche mostruosa potenza straniera che ci avrebbe inghiottito se non ci raccoglievamo ciecamente dietro al governo fornendo gli esorbitanti fondi richiesti. Eppure, retrospettivamente, questi disastri sembrano non essere mai avvenuti, sembrano non essere mai stati affatto reali.”
Generale Douglas MacArthur, 1957[1]
E così ora siamo (colpo di tosse) appena stati (respiro di sollievo) salvati dalla simultanea esplosione di dieci aeroplani diretti dal Regno Unito verso gli Stati Uniti. Uau, grazie britannici, grazie Homeland Security. Ben fatto, ragazzi. E grazie per aver prevenuto la distruzione della Sears Tower a Chicago, per aver salvato Lower Manhattan da un’alluvione scatenata dai terroristi, per aver sgominato lo spaventoso “complotto terroristico” canadese con 17 arresti, idem per i tre terroristi di Toledo, e per aver stroncato il complotto di al Qaeda di lanciare un aereo passeggeri dirottato in un grattacielo a Los Angeles.
Il complotto di Los Angeles del 2002 fu orgogliosamente annunciato da George W. all’inizio di quest’anno. Poi è stato totalmente screditato. Ha dichiarato un alto funzionario dell’antiterrorismo: “Non c’è mai stato alcun complotto definitivo. Non si è mai materializzato né ha mai superato la fase dell’ideazione.”[2]
E l’allarme ricina nel Regno Unito, che il nostro stesso Cheney ha usato come parte del battage per l’invasione dell’Iraq, dicendo a un uditorio il 10 gennaio 2003: “la gravità della minaccia che affrontiamo è stata evidenziata negli ultimi giorni quando la polizia britannica ha arrestato […] a Londra dei sospetti terroristi e ha scoperto una piccola quantità di ricina, uno dei veleni più mortali al mondo.”
Emerse che non solo non c’era alcun complotto, ma non c’era ricina. I britannici scoprirono quasi immediatamente che la sostanza non era ricina ma lo tennero segreto per più di due anni.[3]
Da quel che è tipico degli allarmi terroristici, è probabile che gli individui arrestati nel Regno Unito il 10 agosto siano colpevoli di quello che George Orwell, in 1984, chiamava “psicocrimini”. Cioè in realtà non hanno FATTO niente. Al massimo, hanno PENSATO di fare qualcosa che il governo etichetterebbe come “terrorismo”. Forse neanche pensieri molto seri, forse solo lo sfogare la propria rabbia per il ruolo eccezionalmente violento svolto dal Regno Unito e dagli USA in medio oriente e pensare ad alta voce su come sarebbe bello rigettare un po’ di quella violenza in faccia a Blair e Bush. E poi, il momento per loro fatale che rovina le loro vite per sempre… le loro parole rabbiose vengono ascoltate dalla persona sbagliata, che li denuncia alle autorità (Nel caso dell’alluvione di Manhattan i formidabili, pericolosi “terroristi” menzionarono in una chat room su Internet la possibilità di far saltare in aria qualcosa.)[4]
Presto un agente provocatore del governo appare, si infiltra nel gruppo, e poi in realtà incoraggia gli individui a pensare e a parlare ulteriormente di azioni terroristiche, a sviluppare piani reali invece di fantasticherie giovanili, e fornisce perfino a questi individui alcuni dei mezzi concreti per portare a termine queste azioni terroristiche, come materiale esplosivo e know-how tecnico, denaro e mezzi di trasporto, qualsiasi cosa sia necessaria per portare avanti il complotto. È noto come “trappola”, e dovrebbe essere illegale, dovrebbe essere un potente elemento a difesa dell’accusato, ma le autorità la fanno franca in continuazione; e l’accusato viene messo sotto chiave per moltissimo tempo. E dato il ruolo svolto dall’agente provocatore, potremmo non sapere mai se qualcuno degli accusati sarebbe andato avanti per proprio conto a fare una bomba o, nel caso in questione, avrebbe mai prenotato dei voli transatlantici, dato che molti degli accusati sembra non avessero nemmeno i passaporti. L’infiltrazione e il controllo da parte del governo è una cosa; l’incoraggiamento, spingere avanti il complotto, e spaventare il pubblico per sfruttarne politicamente la paura è tutta un’altra cosa.
I pubblici ministeri hanno detto che a Miami sette uomini accusati di cospirazione per far esplodere la Sears Tower a Chicago e edifici dell’FBI in altre città avevano giurato fedeltà ad al-Qaeda. Questo è accaduto dopo che si erano incontrati con un informatore confidenziale del governo che si atteggiava a rappresentante del gruppo terroristico. Avevano giurato o avuto questa fedeltà, bisogna chiedersi, prima di essersi incontrati con l’informatore? “Essenzialmente”, ha riferito The Independent di Londra, “tutto il caso si basa su conversazioni fra Narseal Batiste, l’apparente capo del gruppo, con l’informatore, che si atteggiava a membro di al-Qaeda ma in realtà apparteneva alla task force antiterrorismo della Florida meridionale [dell’FBI].” Batiste ha detto all’informatore che “stava organizzando una missione per costruire un ‘Esercito islamico’ per fare la jihad.” E ha fornito un elenco delle cose di cui aveva bisogno: stivali, uniformi, mitragliatrici, radio, veicoli, binocoli, giubbotti antiproiettile, armi da fuoco, e 50.000 dollari in contanti. Abbastanza stranamente, una cosa che non è stata chiesta è un qualche tipo di materiale esplosivo. Dopo perquisizioni di vari luoghi a Miami, gli agenti del governo non hanno trovato esplosivi o armi. “Questo gruppo aspirava più che operare,” ha detto il vicedirettore dell’FBI, mentre uno degli agenti dell’FBI li ha descritti come “socialmente disadattati”. E, ha aggiunto il New York Times, gli investigatori hanno apertamente riconosciuto che i sospetti “avevano discusso di un attacco solo nel modo più preliminare.” Eppure Cheney ha poi salutato gli arresti in un evento politico di raccolta fondi, chiamando il gruppo “una minaccia molto reale”. [5]
Una minaccia grande forse quanto il sospetti nel complotto per scatenare un’alluvione catastrofica in Lower Manhattan distruggendo un’enorme muraglia sotterranea che trattiene il fiume Hudson. Questa è stata la storia pubblicata all’inizio dalle autorità; dopo un po’ è stata sostituita dall’affermazione che i sospetti in realtà stavano complottando qualcosa contro i tunnel della metropolitana che corrono sotto il fiume.[6]
Cos’è più affidabile, bisogna chiedersi, delle informazioni raccolte in chat room su Internet oppure le soffiate sulle armi di distruzioni di massa fornite da informatori iracheni della CIA? Oppure informazioni ottenute, come nel caso attuale nel Regno Unito, da interrogatori pakistani dei sospetti, e nessuno degli interrogatori è noto per essere un ardente sostenitore di Amnesty International?
E i tre uomini arrestati a Toledo, Ohio, in febbraio sono stati accusati – siete pronti? – di complottare per reclutare e addestrare dei terroristi per attaccare truppe americane e alleate all’estero. Per salvarci da questo orrore dobbiamo ringraziare un testimone pagato dell’FBI. Era un informatore dell’FBI da quattro anni, e con estrema probabilità era stato pagato per ogni nuova dritta che forniva.[7]
Devono esserci milioni di persone negli Stati Uniti e altrove che hanno dei pensieri su “azioni terroristiche”. Potrei anche essere uno di loro quando leggo di un raduno di Bush, Cheney, e neocon assortiti che sta per avere luogo. Dato l’orrore quotidiano dell’Iraq, dell’Afghanistan, del Libano e della Palestina negli ultimi tempi, poco del quale si verificherebbe se non fosse per il governo degli Stati Uniti d’America e per i suoi alleati, il numero di persone che ha pensieri del genere deve moltiplicarsi rapidamente. Se fossi stato in un aeroporto americano o britannico mentre si svolgeva l’ultima storia di allarmi, aspettando in una fila interminabile, con il mio volo cancellato, oppure mentre mi dicevano che non potevo portare con me il bagaglio a mano, a un certo punto avrei potuto trovare irresistibile dichiarare ad alta voce ai miei compagni di viaggio sofferenti con me: “Sapete, gente, questa merda di sicurezza non farà che peggiorare finché gli Stati Uniti e la Gran Bretagna continueranno a invadere, bombardare, sovvertire, occupare e torturare il mondo!”
Quanto sarebbe passato prima che mi avessero tirato fuori dalla fila e gettato in qualche forma di detenzione?
Se MacArthur oggi fosse vivo oserebbe esprimere pubblicamente i suoi pensieri sopra citati?
Decisori e esperti di sicurezza, riferisce l’Associated Press, dicono che “le forze dell’ordine adesso sono disposte ad agire rapidamente contro simpatizzanti di al-Qaeda, anche se questo significa agguantare mancati terroristi i cui complotti potrebbero essere solo castelli in aria.”[8]
Spesso i “terroristi” vengono tenuti d’occhio per molti mesi, poi la polizia salta loro addosso in un momento politicamente opportuno. Nel caso attuale le ragioni potrebbero derivare da qualche aspetto delle amministrazioni Blair e Bush sotto attacco da tutte le parti, compresa la sconfitta del supersostenitore della guerra, il senatore Joseph Lieberman (solo 36 ore prima dell’annuncio britannico), e le imminenti elezioni di novembre, quando i repubblicani faranno campagna sul problema della Guerra al Terrorismo. “Settimane prima dell’11 settembre, questo avrà un grande effetto,” ha detto un funzionario della Casa Bianca, aggiungendo che “in queste circostanze alcuni candidati democratici non ‘sembreranno altrettanto attraenti’.”[9]
Facendo riferimento al preteso complotto terroristico britannico il New York Times ha riferito che: “La Casa Bianca e il partito repubblicano si sono avventati su questa notizia, insieme alla sconfitta del Senatore Joseph I. Lieberman nelle primarie democratiche del Connecticut ad opera di un candidato contrario alla guerra, Ned Lamont, per dipingere i democratici come deboli sulla sicurezza nazionale. Cheney è arrivato fino a implicare che la sconfitta di Lieberman, un forte sostenitore della guerra, avrebbe incoraggiato ‘i tipi di Al Qaeda.”[10]
Votate repubblicano o i terroristi vinceranno!
L’annuncio di questa particolare minaccia terroristica potrebbe essere spiegato anche da questa notizia:
“Buona parte della discussione trasmessa ieri in televisione riguardava gli strumenti investigativi a disposizione in Gran Bretagna che dei funzionari americani credono abbiano permesso alle autorità di anticipare il complotto prima che si rivelasse catastrofico. [Il segretario della Homeland Security Michael] Chertoff ha detto che la capacità di monitorare comunicazioni e transazioni monetarie e di arrestare i sospetti per un periodo di 28 giorni per motivi di emergenza ha fatto una differenza significativa nel caso.”[11] Dovremmo sentire qualcos’altro dall’amministrazione su queste cose.
L’Impero americano per gli stupidi (un estratto da un libro non scritto)
1. Gli Stati Uniti sono determinati a dominare il mondo, per non parlare dello spazio. Questo non è un cliché di sinistra, le vedette dell’impero strombazzano il desiderio, i mezzi e l’intenzione di dominio di Washington, mentre assicurano il mondo dei nobili fini che stanno dietro a questa crociata. Dopo la fine dell’Unione Sovietica queste dichiarazioni sono state ripetutamente esposte in documenti politici emanati dalla Casa Bianca, dal Pentagono, e da think tanks strettamente associati all’establishment della sicurezza nazionale. Questi hanno chiarito perfettamente che ogni rivale potenziale dell’unica superpotenza del mondo deve essere, e sarà, seriamente sfidato. Ecco il primo di questi avvertimenti, del 1992: “Dobbiamo mantenere i meccanismi per dissuadere concorrenti potenziali anche solo dall’aspirare a un maggiore ruolo globale o regionale.”[12]
2. La dominazione mondiale include la dominazione del medio oriente; si potrebbe dire del medio oriente in particolare. (Si vedano i capitoli 3, “Petrolio”, e 6, “Israele”. Si prega di notare che non c’è capitolo su “Democrazia e Libertà”.)
3. In tempi recenti solo Iraq, Siria e Iran hanno ostacolato la dominazione USA del medio oriente (l’eufemismo usuale è “rimodellare il medio oriente”). Adesso l’Iraq è sull’orlo del caos.
La caosizzazione della Siria aspetta solo una scusa quasi plausibile, che si sperava Israele provocasse suscitando una reazione siriana ostile nella recente guerra israeliano-libanese.
L’assalto americano-israeliano al Libano mirava a caosizzare Hezbollah in modo che non potesse venire in aiuto dell’Iran attaccando Israele durante la caosizzazione dell’Iran; quest’ultima potrebbe cominciare con sanzioni, approvate da un Consiglio di sicurezza docile. Questo è stato uno dei modi chiave per iniziare la caosizzazione dell’Iraq. Non crediate alla frottola che la Francia sia ostile alla politica estera degli USA. Ripetutamente, dentro e fuori dal Consiglio di sicurezza, la Francia ha sollevato una piccola obiezione a questo o quel punto della politica di Washington perché ha bisogno di fingere e sentire che è ancora una grande potenza e ha un ruolo significativo da svolgere negli affari mondiali, ma alla fine spiana la strada all’impero.
E la Germania contro la guerra degli USA in Iraq? Non proprio. La Germania ha aiutato lo sforzo di guerra americano in una mezza dozzina di modi importanti, anche sul terreno in Iraq, anche mentre dei politici tedeschi facevano campagna elettorale su una piattaforma contraria alla guerra in Iraq.
Carlos Romulo, ex presidente dell’Assemblea generale dell’ONU: “Se c’è un problema fra una nazione debole e un’altra nazione debole e l’ONU agisce, il problema scompare. Se c’è un problema fra una nazione forte e una nazione debole e l’ONU agisce, la nazione debole scompare. Se c’è un problema fra una nazione forte e una nazione forte e l’ONU agisce, l’ONU scompare.”
4. La dominazione mondiale include anche l’Asia centrale e le sue massicce riserve di petrolio e gas naturale. L’Afghanistan con i suoi oleodotti e gasdotti e le sue basi militari americane è vitale per questa impresa. Negli ultimi anni, attraverso una guerra o l’altra, gli Stati Uniti sono riusciti a stabilire basi/servizi militari in tutta la regione, compreso in Pakistan, Kazakistan, Tagikistan, Kirgizistan, e Georgia, vitali per proteggere le condutture verso il Mediterraneo orientale; una di queste si estenderà a Israele, che, con la Turchia, ci si aspetta svolga un ruolo nella protezione dell’area.
Il punching bag cubano ad infinitum
A malapena ho potuto contenere la mia sorpresa. Il 1 agosto un conduttore del giornale radio stava parlando alla National Public Radio (NPR) con un corrispondente della NPR che aveva appena lasciato una conferenza stampa alla Casa Bianca e stava riferendo che il Presidente, in risposta a una domanda, aveva affermato che gli Stati Uniti non avevano assolutamente niente a che fare con le politiche israeliane in Libano e a Gaza. Il conduttore, Alex Chadwick, ha chiesto allora al giornalista: “Come sai a cosa credere dalla Casa Bianca?”
Era questo un segno del vento di scetticismo a lungo atteso che comincia a soffiare nei media dominanti? No, non lo era. La storia me la sono inventata io. Quel che è successo in realtà è stato che il corrispondente ha riferito come il governo cubano avesse annunciato che Fidel Castro stava per subire un’operazione e che suo fratello, Raul Castro, lo avrebbe temporaneamente sostituito. Allora Chadwick ha chiesto: “Come sai a cosa credere a Cuba?”[13]
È successo anche questo: Jay Leno nel suo programma il 7 agosto: “Ci sono notizie di una grossa crisi medica da Cuba riguardante Fidel Castro. Sembra che stia migliorando.”
Pensate a un presidente degli USA che lotta con una malattia grave e un conduttore alla televisione cubana che fa un’osservazione del genere.
Qualcuno riesce a trovarci un messaggio nascosto?
Le seguenti citazioni vengono tutte dallo stesso articolo nel Washington Post del 4 agosto di Ann Scott Tyson riguardante la città irachena di Hit: “I residenti sono pronti a sostenere che la presenza americana incita quegli attacchi, e danno la colpa ai militari americani piuttosto che agli insorgenti per trasformare la loro città in una zona di combattimento. Gli americani si dovrebbero ritirare, dicono, e lasciare che loro risolvano i propri problemi.”
“Noi vogliamo la stessa cosa. Io voglio tornare a casa da mia moglie,” dice un soldato americano.
Un altro ufficiale americano è più franco: “Nessuno ci vuole qui, così perché ci stiamo? Questa è la grande domanda.”
“Se ce ne andremo, tutti gli attacchi cesseranno, perché ce ne saremo andati.”
“Il problema è con gli americani. Portano solo problemi,” dice il venditore di cocomeri Sefuab Ganiydum, 35 anni. “La chiusura del ponte, il coprifuoco, l’ospedale. Per le forze USA è meglio lasciare la città.”
“Cosa abbiamo fatto per avere tutta questa sofferenza?” chiede Ramsey Abdullah Hindi, 60 anni, seduto davanti a una sala da tè. Ignorando i soldati americani a portata d’orecchio, dice che gli iracheni sono giustificati ad attaccarli. “Hanno il diritto di combattere contro gli americani per via della loro religione e per il maltrattamento. Sopporteremo fino all’ultimo,” dice cupamente.
Anche i funzionari dell’amministrazione comunale sono inflessibili sul fatto che le truppe USA debbano lasciare Hit.
“Io sono quello che fa la cose buone e mi sparano in continuazione! Nessuno è pro-americano in questa città. O ci sopportano o ci odiano del tutto,” dice un maggiore dei Marines.
“Se ce ne andiamo, la città starà molto meglio e la costruiranno molto meglio.”
Ultime notizie: Dubya ha appena letto questo articolo e dice che il messaggio nascosto è che gli Stati Uniti stanno portando libertà e democrazia all’Iraq.
William Blum
Fonte: http://www.killinghope.org/
Link: http://members.aol.com/Bblum6/aer36.htm
18.08.06
Traduzione di LUCA TOMBOLESI
NOTE:
1. Vorin Whan, ed. “A Soldier Speaks: Public Papers and Speeches of General of the Army Douglas MacArthur” (1965)
2. The Daily News (New York), 10 febbraio 2006
3. Washington Post, 14 aprile 2005; United Press International, 18 aprile 2005
4. Time, 7 luglio 2006, articolo di Joshua Marshall; Associated Press, 14 luglio 2006
5. Caso Sears: Knight Ridder Newspapers, 23 giugno 2006; The Independent (Londra), 25 giugno 2006; St. Petersburg Times (Florida), 24 giugno 2006; New York Times, 13 agosto 2006
6. Associated Press, 14 luglio 2006
7. Associated Press, 18 aprile 2006
8. Associated Press, 8 luglio 2006
9. Agence France Presse, 11 agosto 2006
10. New York Times, 17 agosto 2006, p.23
11. Washington Post, 14 agosto 2006, p.9
12. “Defense Planning Guidance for the Fiscal Years 1994-1999”, come citato nel New York Times, 8 marzo 1992, p.14, il corsivo è mio.
13. NPR, Day to Day, 1 agosto 2006, 12:08 pm