SACCHEGGIANDO LA', SACCHEGGIANDO QUA; FALLUJAH LA', NEW YORK QUA

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DI JUAN COLE

Nell’aprile del 2003 i soldati statunitensi stettero a guardare, e permisero il saccheggio di Baghdad. Non furono soltanto gli stabilimenti privati ad essere svuotati, ma persino tutti i maggiori ministeri (ad eccezione di quello del petrolio) furono saccheggiati e bruciati. Allorché gl’Iracheni si lamentarono presso le nuove autorità d’occupazione, i militari li informarono che fermare il saccheggio “non era la loro missione”. I documenti conservati nel Ministero degli Esteri baathista, che avrebbero potuto illuminare sui rapporti di Reagan, Bush senior, Schultz e Rumsfeld con Saddam Hussein prima del 1990, furono utilmente bruciati. La moderna storia dell’Iraq, incluse le riunioni di gabinetto dagli anni ’30 e ’40, è per lo più andata in fumo (sarebbe come se gli Archivi Nazionali USA d’ogni amministrazione a partire da Roosevelt fossero bruciati, insieme con tutte le copie impresse su nastro). Il Museo Iraq, un santuario vitale per l’antica civiltà mesopotamica e la storia dell’umanità, fu razziato di dozzine dei pezzi migliori, e migliaia di quelli meno pregiati.


Il saccheggio diffuso e l’inizio del disordine indirizzarono l’Iraq verso la sua discesa nel caos.
Quale fu la risposta dell’uomo responsabile di una delle più dannose débâcles nella storia dell’Iraq moderno? Il segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha affermato:
“La libertà è svincolata, e la gente libera è libera di commettere errori e crimini e fare cose cattive”… Il saccheggio – ha aggiunto – non è insolito per paesi che hanno vissuto un significativo sconvolgimento sociale. “Certe cose succedono”, ha concluso Rumsfeld.
Nell’estate inoltrata del 2005, dopo che l’uragano Katrina ha ridotto New Orleans ad una novella Atlantide, costringendo alla fuga un milione di persone e riducendone centinaia di migliaia alla più tremenda povertà, un’ondata di saccheggi ha percorso la città. Alcuni giuristi hanno sostenuto che quando la gente si sente in pericolo di vita a causa d’un disastro naturale, essa allora ha il diritto di procurarsi cibo, medicine e acqua – e altri oggetti necessari alla sua sopravvivenza – dai negozi e magazzini abbandonati.
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Così l’amministrazione Bush ha trattato i dirigenti Walmart della Louisiana così come trattò i proprietari iracheni, no? Dopo tutto, “certe cose succedono”, non è così? La gente libera è libera di commettere errori e crimini in periodi di crisi, giusto?
No.

“Affermando di parlare a nome del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, il procuratore di New Orleans Jim Letten ha affermato che polizia e magistratura sono pronte a dare la caccia al piccolo gruppo di criminali responsabile di “orrendi” crimini nella città sconvolta. “Le strade di New Orleans appartengono ai suoi cittadini, non ai violenti teppisti che hanno tirato la testa fuori dal guscio nel tentativo di sfruttare una tragedia nazionale”, ha detto Letten ai giornalisti. “Non un solo pollice di questa città sarà ceduto agli elementi criminali”, ha concluso a Baton Rouge. “Non un solo pollice”.”

Così, ho finito per supporre che dipenda semplicemente da di chi siano le proprietà che vengono distrutte e saccheggiate, perché Bush si preoccupi o no d’inviare truppe statunitensi ad interrompere le razzie.
Gl’Iracheni hanno notato la contraddizione, e l’hanno rimarcata.
Allo stesso modo, c’era una città in Iraq, giusto un po’ più piccola di New Orleans (una volta popolata da mezzo milione di persone), che era Fallujah (una volta popolata da 300.000 persone).


Così come New Orleans è stata svuotata da un disastro naturale, Fallujah lo è stata da un disastro di matrice umana – l’assalto militare ordinato da Bush contro questa città civile, allo scopo di stanare un piccolo gruppo di letali guerriglieri. Due terzi degli edifici nella città sono stati danneggiati, e la maggior parte dei suoi abitanti lasciati senza tetto per mesi. Probabilmente solo metà circa ha fatto ritorno, dal momento che l’erogazione d’acqua ed elettricità è inaffidabile e la ricostruzione estremamente lenta. Alcuni rientrati debbono vivere in tende piantate sulle macerie di quelle ch’erano le loro case.
Altri abitanti di Fallujah hanno vissuto molti mesi nei campi profughi. Alcuni bambini sono stati separati dai genitori, altri ridotti orfani. I bambini di Fallujah non avevano preso alcuna parte politica, né partecipato ad azioni belliche, ma essi sono stati deportati (e alcuni uccisi) così come chiunque altro.

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Infatti, la devastazione di Fallujah non ha fermato la guerriglia in Iraq, e piuttosto l’ha diffusa. Mosul, una città con più d’un milione d’abitanti rimasta fino ad allora quieta, insorse. Quattromila poliziotti si dimisero (molti poliziotti di New Orleans sono scomparsi) e questa città, una volta tanto pacifica da essere spacciata come modello dal Gen. David Petraus, divenne instabile per lungo tempo. Gli Arabi sunniti s’infuriarono a tal punto per la campagna di Fallujah, che boicottarono un’elezione promossa dagli Americani. Di conseguenza, il parlamento eletto risulta dominato dagli Sciiti fondamentalisti e dai Curdi, con gli Arabi sunniti largamente marginalizzati nel processo di redazione costituzionale. La brutale e sconsiderata campagna di Fallujah ha perciò contribuito significativamente all’attuale crisi politica, nella quale gli Arabi sunniti rigettano la costituzione proposta.
Dunque, la morale della storia è che Bush ha trattato anche i profughi di New Orleans molto meglio di quelli di Fallujah (che ignorò semplicemente). Giusto?
No. All’inizio ha per lo più ignorato anche loro.
Conclusione: Bush si preoccupa profondamente solo delle proprietà di persone ricche e bianche.

Juan Cole insegna storia all’Università del Michigan.
Fonte:www.juancole.com
3.08.09

Traduzione di DANIELE SCALEA

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