In questa fase storica di modifica dei precedenti equilibri geopolitici non c’è mai un attimo di noia. Conflitti reali o potenziali sono presenti attualmente in varie parti del mondo e tra gli attori principali, ovviamente, non mancano mai Cina, USA e Russia.
Accade così che, dopo due decenni di occupazione USA/NATO, ora che gli “Occidentali” hanno lasciato l’ufficialmente l’Afghanistan e il governo talebano si è insediato, le grandi potenze sono in allerta per capire come il nuovo Emirato islamico si muoverà.
Per questo motivo, successivamente a una riunione del Consiglio dei Ministri degli Esteri della CSI – Comunità degli Stati indipendenti – il Ministro degli degli Esteri russo Sergey Lavrov, in una conferenza stampa a Dushanbe, ha dichiarato:
“Non si può permettere che la situazione [in Afghanistan] collassi di nuovo, perché sarebbe troppo dura per il popolo afghano, che ha sofferto della presenza della NATO per 20 anni”
Sotto la lente di ingrandimento quindi, come dicevo, il nuovo governo talebano, organizzazione definita terroristica da una sentenza della Corte Suprema russa il 14 febbraio 2003, che tutti sperano non si radicalizzi per evitare nuove escalation difficilmente controllabili. Dopo 20 anni di occupazione Occidentale per “esportare la democrazia”, quella che una volta era una Repubblica Islamica oggi è un Emirato sotto il controllo dei talebani. Nessuno sa se ciò possa garantire stabilità e per questo motivo Russia e Cina hanno inviato messaggi ai talebani sottolineando la necessità di formare un governo inclusivo.
“Ci aspettiamo che i nostri alleati in Tagikistan, che hanno una grande influenza sull’Afghanistan, in particolare sul nord dell’Afghanistan, continuino ad aiutarci a raggiungere obiettivi comuni”, ha concluso Lavrov.
Massimo A. Cascone, 13.05.2022