RUSSIA, EBOLA, LA NATO E LA PROPAGANDA

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DI BRIAN CLOUGHLEY

asiatimes.com

Jackson Diehl è vice editore della pagina editoriale del Washington Post e scrive pezzi di affari esteri, quindi la sua opinione è piuttosto diffusa. Quattro giorni dopo il discorso del Presidente russo Putin al Valdai International Discussion Club del 24 ottobre (nel quale Putin aveva affermato che gli sarebbe piaciuto “gli Stati Uniti se ne stessero fuori dagli affari russi e la smettessero di pensare di governare il mondo intero”), Diehl ha dichiarato che Putin ha sparso “un velenoso mix di bugie, teorie della cospirazione e vetriolo anti-russo”.

Il proclama di Diehl faceva seguito ad un report del Washington Post del 25 ottobre che presumibilmente non aveva l’obiettivo di essere velenoso o cospirazionista. Parlava del sospetto sinistro ruolo dei laboratori di ricerca russi nell’epidemia di Ebola e ci aveva informato tutto emozionato che:

in un momento in cui il mondo sta lottando con un’epidemia di Ebola senza precedenti, il muro di segretezza che circonda i laboratori russi si stende ancora più forte, dicono gli esperti del controllo degli armamenti, alimentando le teorie della cospirazione e sollevando sospetti.

Questa è un’accusa interessante che ironicamente supporta l’affermazione di Putin: “obiettività e giustizia sono state sacrificate all’altare dell’espediente politico. L’interpretazione arbitraria e le affermazioni faziose hanno rimpiazzato le norme legali. Al contempo, il controllo totale dei mass media ha permesso di dipingere a comando il bianco come nero e il nero come bianco”.

La sua osservazione è sostenuta e riceve credibilità dalle ultime uscite dei media occidentali circa operazioni aeree militari russe attorno ai confini sovietici.

I titoli delle testate occidentali del 30-31 ottobre erano bizzarri e includevano “Aerei militai russi VIOLANO con sempre maggior frequenza [notare l’enfasi] lo spazio aereo europeo”. “Violano” lo spazio aereo europeo? Assurdo: stavano volando in spazio internazionale. Nessuno di questi ha violato per un momento la sovranità di alcuno stato europeo. Ma i titoli erano così spinti e fantasiosi, uno di questi con pathos diceva che “questa settimana più di una dozzina di velivoli russi sono stati scoperti a sorvolare al di fuori del proprio spazio aereo nazionale in tre diverse parti d’Europa, fomentando le paure di una prossima terza guerra mondiale”.

Il fatto che velivoli statunitensi e britannici volino lungo i confini russi ogni giorno, provocando e invitando all’ingaggio, per raccogliere informazioni circa il posizionamento dei dispositivi di difesa, non è menzionato da nessuna parte, ovviamente. (La Cina ha problemi ancora maggiori con gli aerei spia statunitensi che volano al largo delle sue coste).

I media occidentali, alimentati da innumerevoli anonime “fonti ufficiali”, principalmente a Washington e Londra, si sono appoggiati entusiasticamente alla campagna anti-russa guidata dagli USA per esplorare affascinanti alternative per schiacciare la Russia. L’offensiva di Washington contro la Russia è stata resa palese dal discorso di risposta del Presidente USA alle Nazioni Unite, in cui si mostrava incontrovertibilmente ostile e mandava alla Russia il chiaro messaggio che non ci sarebbero stati incontri, negoziati di qualsiasi sorta riguardo l’accettazione della Russia come nazione di rilievo.

Alla fine della guerra fredda nel 1991, molte nazioni del mondo, specialmente la Russia, che stava lottando per sopravvivere economicamente e politicamente, avevano immaginato che l’occidente – definito come USA, Canada, Regno Unito e la maggior parte dell’Europa occidentale – avrebbero fatto rilassare le schiene dei loro eserciti, come senza dubbio aveva fatto la Russia, ridimensionando le proprie forze armate ad una frazione delle precedenti sovietiche.

Ma l’occidente non aveva alcuna intenzione di ridurre la propria postura militare. Benchè non ci fosse alcun tipo di minaccia da parte della Russia, che si stava concentrando sul creare ed espandere affari e legami commerciali con i propri vicini, gli USA e i loro seguaci decisero di espandere la NATO, un organismo totalmente orientato all’ambito militare, da 16 a 28 nazioni.

La Russia non aveva intenzione di intimidire i propri vicini, con i quali aveva stabilito e porta avanti tutt’ora importanti accordi commerciali, ma nel 1999 la NATO ha accolto la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca nei propri ranghi.

Successivamente nel 2004 – ancora senza alcuna indicazione di possibili minacce da parte russa – la NATO si è espansa ancora più marcatamente, con l’aggiunta di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia, nazioni che il 90% degli statunitensi (o dei britannici o delle popolazioni di altre nazioni) non saprebbero indicare su una mappa. Hanno aggiunto Albania e Croazia nel 2009 e previsto di fare lo stesso con Georgia e Ucraina per far sì che le forze NATO potessero minacciare la Russia lungo tutto il confine occidentale.

Perchè?

È importante ragionare su quale sia l’utilità della NATO.

Tutte le nazioni della NATO:

giurano, come stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite, di dipanare in maniera pacifica ogni disputa internazionale in cui possano essere coinvolte, di modo che la pace internazionale e la sicurezza e la giustizia non siano messe a repentaglio e di astenersi nelle relazioni internazionali dal minacciare o dall’usare la forza in qualsivoglia modo che non collimi con i propositi delle Nazioni Unite.

Il che fa pensare come mai così tante tra queste, guidate dagli USA, stanno facendo squadrismo contro la Russia e facendo minacce per una questione che non li riguarda assolutamente: il caos in Ucraina.

Gli USA considerano la Russia un nemico e non è un mistero circa il perchè la loro malevola campagna antirussa viene portata avanti. È perchè la Russia diventa una nazione sempre più influente. Gli Stati Uniti considerano importante – se non fondamentale – che ad essa sia impedito di svilupparsi come nazione, dunque vogliono renderla parte di qualsiasi intrigo si possa immaginare, per poterla dipingere come nemico del mondo libero.

Come abbiamo visto dalle obiettive ed assolutamente veritiere colonne del Washington Post, una delle ultime mosse è un tentativo di legare la Russia con la diffusione di Ebola, il virus che potrebbe diventare un’epidemia globale.

Il 24 ottobre, le agenzie di stampa russe affermavano che “la Russia ha lanciato la produzione di un lotto di prova del vaccino contro Ebola Triazavirin, che sarà inviato in Africa nei prossimi giorni per alcuni test d’efficienza. Il vaccino è stato creato dal Centro di Tecnologie Biofarmaceutiche degli Urali. I test hanno mostrato l’alta efficienza del vaccino (70-90%) contro diverse febbri emorragiche, tra cui quella di Marburg, che ha uno stretto legame con Ebola”.

Ecco che abbiamo una prova concreta del contributo della Russia allo sforzo internazionale per combattere un’orribile malattia. (Se ce ne fosse menzione nei media occidentali sarebbe accuratamente nascosta. La notizia è comparsa su un sito asiatico di informazione).

Ma l’opinione del Washington Post del 25 ottobre sulla Russia ed Ebola era qualcosa di diverso. Il WP comincia a perdifiato, informandoci con enfasi che in Russia nel 1996 una donna non ben identificata “era una normale tecnica di laboratorio aveva un compito incredibilmente pericoloso: estrarre sangue da animali infettati da ebola in un laboratorio segreto militare”. Ma tragicamente (non proprio la parola usata dal WP), si taglia e muore a causa di una possibile infezione di ebola. Il rapporto continua dicendo che lei “è stata seppellita, secondo una testimonianza, in un ‘sacco pieno di calcio ipoclorito’, o ammoniaca in polvere”. Una storia con molti dettagli – ma nessuna precisione.

La storia, di un Joby Warrick, ci informa che “l’incidente è avvenuto all’interno di un laboratorio russo ad accesso limitato che un tempo era parte del programma di ricerca sovietico per le armi biologiche. Anni fa, la stessa struttura a Sergiev Posad, nelle vicinanze di Mosca, coltivava microbi per uso bellico. Oggi, molto di ciò che succede nei laboratori resta sconosciuto”.

Certamente: tutto ciò che succede nei laboratori di ricerca di tutto il mondo “resta sconosciuto”. Quanti laboratori di ricerca dell’esercito USA sono aperti ad ispezioni esterne? O anche ispezioni nazionali?

Ciononostante il Post è politicamente impalato e infaticabile. “Ora” dichiara “in un momento in cui il mondo lotta contro una crisi di ebola senza precedenti, il muro di segretezza che circonda i laboratori [russi] si stende ancora più forte, dicono gli esperti del controllo degli armamenti, alimentando le teorie della cospirazione e sollevando sospetti”.

Ma chi “alimenta le teorie della cospirazione e solleva sospetti”?

Sicuramente il Washington Post non farebbe mai nulla di così bieco e scandaloso come l’insinuare che la Russia in qualche modo sia responsabile della diffusione di ebola dicendo che: “Il fatale incidente di laboratorio, e uno simile nel 2004, permettono una fugace occhiata ad una storia di 35 anni di interesse dell’URSS e della Russia nel virus ebola”.

Tutto ciò è considerato sinistro perchè “la ricerca su ebola è proseguita nei laboratori del Ministero della Difesa, dove resta pressochè occultata, nonostante anni di appelli da parte dei funzionari USA per una maggiore trasparenza”.
Ma chi sono questi “funzionari USA”? E che appelli hanno fatto per tutti questi anni?

Qui una piccola domanda che si pone il Presidente Putin:

oggi vediamo nuovi sforzi per frammentare il mondo, [per] disegnare nuove linee divisorie, [per] creare “coalizioni” non costruite per un fine ma dirette contro qualcuno, contro chiunque. La situazione ci è stata presentata in questo modo durante la Guerra Fredda. Tutti noi lo capiamo e ne siamo a conoscenza… ma questi tentativi sono sempre più distaccati dalla realtà e in contraddizione con le diversità del mondo. Passi in questa direzione inevitabilmente creano acredine e la necessità di contromisure e hanno l’effetto contrario rispetto agli obiettivi dichiarati.

Le 28 nazioni della NATO cercano disperatamente una ragione per mantenere ed espandere la loro alleanza obsoleta ed ora che sono state sconfitte da un gruppo di guerriglieri straccioni in Afghanistan e hanno dovuto abbandonare quel paese caotico in un casino peggiore di quello in cui l’avevano trovato, di fondo hanno trovato solo un’altra scusa per immischiarsi.

Stanno facendo gruppo contro la Russia nella ormai prostituita causa della libertà, e in qualche strana maniera credono che le loro bricconate c’entrino qualcosa con la Carta delle Nazioni Unite “nelle relazioni internazionali dal minacciare o dall’usare la forza in qualsivoglia modo che non collimi con i propositi delle Nazioni Unite”.

Come il Washington Post e il suo velenoso lavoro sporco antirusso su ebola, le nazioni della NATO, nelle parole di Putin, sono “incredibilmente distaccate dalla realtà”.

PS: Il New York Times si è unito al Trivial Pursuit del bacchettare la Russia con il report speciale della prima pagina del 2 novembre titolato “Gli amici di Putin fanno affari nelle purghe dei libri scolastici”.

Questo obiettivo pezzo ci informa che “Dall’inizio della scuola, il numero di libri di testo approvati per i 14 milioni di bambini russi in età scolare sono stati tagliati di più della metà, minacciando la sopravvivenza di molti editori. Ma uno strettamente collegato al Presidente Vladimir V Putin ne ha tratto grandissimi profitti”. Che rivelazione a prima pagina scadente per quello che era uno dei più importanti quotidiani del mondo.

Che peccato che [l’amico di Putin, NdT] non abbia provato anche a diffondere ebola.

Brian Cloughley è un ex soldato che scrive di affari politici e militari.

Fonte: http://www.atimes.com/

Link: http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-01-051114.html

5.11.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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