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La Redazione

 

ROULETTE NUCLEARE NELLA TROPOSFERA

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A cura di Davide
Il 1 Gennaio 2006
73 Views

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Un’Altro Lancio al Plutonio Della NASA

DI KARL GROSSMAN

La Nasa sta di nuovo minacciando le vite degli abitanti del pianeta terra.
L’11 gennaio sarà lanciato da Cape Canaveral un razzo contenente una sonda spaziale con a bordo 24 libbre di carburante al plutonio. Il plutonio è considerato la sostanza radioattiva più nociva.
Una volta separatasi dal razzo, la sonda, facente parte di quella che la Nasa chiama missione New Horizon, si muoverà nello spazio grazie ad un convenzionale carburante chimico.
Il plutonio è un Generatore Termoelettrico Radioisotopico (convenzionalmente chiamato con la sigla RTG N.d.A.) destinato a fornire l’energia elettrica alla strumentazione di bordo: solamente 180 watt una volta arrivata su Plutone.
Tuttavia prima che la sonda abbandoni il razzo e si liberi dalla forza gravitazionale terrestre, il plutonio costituisce un pericolo per la Terra.
Dal momento che un milionesimo di grammo di plutonio rappresenta una dose letale, chiunque ne respiri anche la più piccola particella dispersa, potrebbe morire.

La Nasa ha diviso la sequenza in quattro fasi, precedenti quella che chiama “la fuga” della sonda dal campo gravitazionale terrestre. La preoccupazione, maggiore deriva per lo più dalla fase di lancio.

Nel Resoconto Finale sull’impatto Ambientale della Missione New Horizion (EIS), si indica che esiste “una probabilità del 6%” che si verifichi un incidente.

Se si dovesse liberare del plutonio durante un incidente di lancio- e la Nasa dice che esiste una probabilità su 620 che ciò accada- esso si disperderebbe ovunque. Una parte di esso potrebbe arrivare fina a 62 miglia oltre il sito di lancio di Cape Canaveral. Una “porzione” del plutonio potrebbe andare anche oltre, afferma la Nasa, e in ogni caso, “ i due terzi delle conseguenze radiologiche previste si verificherebbero all’interno della popolazione globale”.

Questo perchè “delle particelle finissime di plutonio, di lunghezza inferiore ad un micron potrebbero essere trasportate ben oltre le 62 miglia previste, mescolandosi ottimamente nella troposfera e diventando così, capaci di intaccare potenzialmente le persone che vivono in una fascia latitudinale che va approssimativamente dai venti-gradi nord ai trenta-gradi nord” dice la Nasa.

La troposfera è quella parte di atmosfera tra le 5 alle 9 miglia a partire dalla superficie terrestre. La banda dai 20 ai 30-gradi nord comprende parte dei Carabi, il Nord Africa, il Medio Oriente, e poi l’India, la Cina, alcune isole del Pacifico e poi Messico e sud del Texas.

Tuttavia, la vita sulla terra potrebbe essere messa in pericolo anche altrove, se mai la sonda a plutonio dovesse cadere sulla terra prima della “fuga” e del successivo volo verso Plutone. La Nasa afferma che “le probabilità di un incidente” durante l’intera missione, che coinvolga la sonda sono approssimativamente “1 su 300”.

Il dott. Ernest Sternglass, professore emerito di fisica radiologica dell’università di Pittsburgh School of Medicine, sottolinea che “un enorme disastro” si verificherebbe in caso di dispersione del plutonio. La questione principale è quanto plutonio sarà rilasciato sotto forma di particelle respirabili, spiega il professore.

“Il problema è che ne basta ua quantità piccolissima”, dice il dott. Sternglass.

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L’EIS ( il rapporto della NASA sull’impatto di un eventuale incidente, citato in precedenza N.d.A.) riferisce che in caso di rilascio di plutonio “i costi potrebbero includere: rilocazione a breve o lungo termine dei residenti; perdite d’impiego a lungo o breve termine; distruzione o quarantena dei terreni agricoli comportanti restrizioni che potrebbero danneggiare il valore reale di proprietà, attività turistiche e ricreative.; restrizioni o divieti di pesca commerciale; pesanti conseguenze sulla saluta pubblica e sull’assistenza medica”.

L’EIS notifica che il costo di decontaminazione dei terreni su cui dovesse cadere del plutonio “varia tra i 241 milioni e il miliardo e tre di dollari per metro quadro”. Tuttavia gli eventuali compensi sarebbero soggetti al Price-Anderson Act, una legge degli U.S.A. emanata nel 1957. tale legge fissa un tetto su quanto possa essere raccolto per pagare i danni realtivi a proprietà, malattia e morte in caso di “ incidente nucleare”. In base all’Energy Bill approvato quest’anno, il tetto è stato aumentato fino a 10 miliardi di dollari.

Ma la legge stipula che il tetto per danni “in caso di incidente nucleare al di fuori degli Stati Uniti non dovrà superare i 100 milioni di dollari”. Questo è il limite originario del Price-Anderson Act. Non è mai stato innalzato.

Si tratta di una violazione all’Outer Space Treaty del 1967, legge base internazionale sullo spazio-che gli Stati Uniti hanno firmato, e nella cui stesura hanno avuto un ruolo centrale- la quale dichiara che “ gli stati sono responsabili dei danni causati dai propri oggetti che circolano nello spazio”.

Il Global Network Against Weapons e Nuclear Power
chiede che la missione New Horizons sia cancellata. Il suo coordinatore, Bruce Gagnon, afferma: “ l’unica cosa certa che sappiamo è che la tecnologia spaziale può e riesce a fallire, pertanto, quando all’equazione si unisce del plutonio mortale, si sta volutamente cercando la catastrofe”.

La Nasa, aggiunge, “sta giocando con il mondo alla roulette russa nucleare”.

Andando in direzione totalmente contraria, la Nasa sta progettando una serie addizionale di lanci di sonde alimentate al plutonio e altri lanci che includano l’utilizzo di materiale radioattivo. E, nell’ambito del programma Prometheus Project, l’agenzia sta lavorando sia a dei reattori nucleari da trasportare con dei razzi per essere installati sulla luna, sia a dei lanci con razzi a propulsione atomica.

Un incidente potrà o non potrà verificarsi durante la missione New Horizons, tuttavia, se tali missioni nucleare continueranno, inevitabilmente una di esse sarà funestata da qualche guasto, disperdendo del materiale radioattivo.

In realtà, degli incidenti si sono già avuti durante il programma spaziale nucleare degli U.S.A.
Delle 25 missioni spaziali utilizzanti plutonio, tre sono state caratterizzate da guasti, ammette il rapporto della Nasa, EIS. Una ogni otto, si tratta di un record. Il peggiore è capitato nel 1964 e ha coinvolto lo SNAP-9° RTG con a bordo 2,1 libbre di carburante al plutonio. Esso doveva rifornire di elettricità un satellite, ma sbagliò traiettoria e ricadde sulla terra. L’RTG si disintegrò nella caduta e disperse largamente il plutonio. La diffusione di tale sostanza ha causato un notevole incremento del numero di tumori ai polmoni, afferma il dott. John Goffman, professore emerito di fisica medica della università di Californi di Berkley.

Dopo l’incidente dello SNAP-9°, la Nasa ha cominciato a sperimentare l’utilizzo di energia solare nello spazio. Adesso tutti i satelliti e le Stazioni Spaziali Internazionali sono alimentate con energia solare.

Insieme all’esercito degli Stati Uniti, che da decenni sta progettando l’impiego di armi nucleari nello spazio, la Nasa sta cercando di trovare più ampi usi dell’energia atomica, rischiando sulla nostra pelle.

Nel suo rapporto, i rischi derivanti da incidenti in una missione, non sono giudicati estremamente negativi essendo letti alla luce di una classifica chiamata “ Calcolo dei Rischi e Probabilità di Incidenti derivanti da Varie Cause, negli Stati Uniti”. In questa speciale classifica il rischio di essere uccisi da un tornado, da un fulmine o da un inondazione sono maggiori rispetto a quelli di morte derivanti da plutonio disperso durante la missione New Horizons”.
Naturalmente noi non possiamo controllare lampi, tornado e inondazioni. Si tratta di assalti involontari e naturali. Al contrario, la scommessa della Nasa sul nucleare nello spazio, usando denaro pubblico (Costo della New Horizons 650 milioni di dollari) è frutto di una scelta precisa.

Un ulteriore neo: i meccanici specializzati della Boeing che dovevano installare la sonda sul razzo Atlas, sono attualmente in sciopero, e avvertono che l’utilizzo da parte della compagnia di lavoratori di rimpiazzo, comporterà un ulteriore rischio di sicurezza. A causa dello sciopero, altre missioni della Nasa a Cape Canaveral sono state sospese. Nonostante ciò, la Nasa sta continuando il progetto New Horizons. “ se non è sicuro continuare tutte le altre missioni, con altri lavoratori, è irresponsabile continuare con New Horizons”, dice Robert Wood, portavoce dell’associazione internazionale dei meccanici e dei lavoratori aerospaziali”.

Gagnon afferma che la sua organizzazione “sta costruendo un’opposizione alla New Horizons e tutte le altre missioni che utilizzano energia nucleare nello spazio”. Il pubblico deve sapere di più di questa faccenda, e abbiamo bisogno di un ampio sostegno dal basso per fare pressione sulla Nasa, sul Congresso e su altre istituzioni responsabili. Noi sosteniamo che la Nasa debba sviluppare energie alternative e non nucleari, da utilizzare durante le missioni spaziali”.

Paul Gunter dell’Information and Resource Services, con base a Washington, D.C., commenta: “il fatto che sia il pianeta Plutone che l’isotopo di plutonio siano chiamati come il dio degli inferi, apre bizzarre prospettive sulla fascinazione della Nasa per il lancio di questi oggetti misteriosi, a rischio di inquinare il resto dell’umanità”.

La New Horizions e le altre operazioni mortali della Nasa devono essere arrestate.

Se lo spazio deve essere esplorato, ciò deve essere fatto con sicurezza. Distruggere una parte della terra per esplorare lo spazio, non ha assolutamente senso.

Karl Grossman è professore di giornalismo all’Università di Stato di New York-College di Old Westbury, è autore di The Wrong Stuff: The Space Program’s Nuclear Threat to Our Placet (Common Courage Press). Ha scritto e Narrato il documentario Nukes in Spaces: The Nuclearization and Weaponization of the Heavens
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Fonte: www.counterpunch.org
Link:http://www.counterpunch.org/grossman12132005.html

13.12.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLA GERUNDINO

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