RIUSCIRANNO I RUSSI A SVIARE IL PIANO TURCO PER INVADERE LA SIRIA ?

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Vladimir-Putin-riding-a-bear

DI MIKE WHITNEY

counterpunch.org

Migliaia di soldati iraniani sono arrivati ​​in Siria per prendere parte ad una grande offensiva contro i militanti sunniti che si trovano nel nord-ovest del paese. Le forze di terra iraniane faranno parte di un’operazione congiunta che includerà l’esercito arabo siriano (SAA), la Russia e i combattenti della milizia libanese Hezbollah. L’assalto arriva sulla scia di due settimane di fulminanti bombardamenti aerei delle forze aeree russe, che hanno portato il caos tra i jihadisti, sostenuti, lungo il corridoio occidentale, dagli Stati Uniti . La mobilitazione di truppe iraniane indica che il lungo conflitto, che dura da quattro anni, sta entrando nella fase finale e che la coalizione a guida russa tenterà di schiacciare le milizie, prevalentemente sunnite e di ripristinare la sicurezza in tutto il paese.

Attualmente, i combattimenti più feroci hanno luogo in tre zone fondamentali per la sopravvivenza del presidente siriano Bashar al Assad: l’Enclave del Rastan, l’importante regione del Hama del Nord, e la pianura del Ghab.

Mentre si pensava che le forze di Assad potessero sopraffare i jihadisti in tutte e tre le zone, i militanti si sono asserragliati e hanno strutto un gran numero di veicoli blindati e di carri armati. Se il regime perdesse questo settore, perderebbe il controllo dell’autostrada M5 che corre da nord a sud e collega città di uno stesso stato. Non appena che queste fortezze nemiche saranno suddivise in piccole aree di resistenza, le forze della coalizione si sposteranno più a nord per bloccare la frontiera con la Turchia, mentre tenteranno di riconquistare la città strategica di Aleppo. (Vedi:LINKper le mappe dell’offensiva.)

 Secondo l’analista militare Patrick Bahzad:

 ”Nel complesso, il risultato delle operazioni in corso nei tre settori di cui sopra è chiaro. E’ difficile dire se i gruppi ribelli abbiano puntato tutto su queste battaglie, quindi non si può fare nessuna valutazione su quanto una loro imminente sconfitta potrà incidere sulla capacità di reazione.

E ‘anche opportuno ricordare che una volta che le unità SAA saranno riuscite a sfondare le difese dei ribelli …. questo potrebbe causare una lorocaotica ritirata per non restare intrappolate. Quel momento della battaglia potrebbe essere cruciale, come potrebbe essere anche l’inizio di un fuoco di sbarramento di artiglieria (LMR) e di violenti attacchi aerei da parte della RuAF, che causebbero drammatiche perdite tra le fila dei ribelli . “ (Vedi: Sic Semper Tyrannis per uno spaccato delle offensive su mappas.)

 In altre parole, ci sono buone possibilità che i jihadisti comprendano di non aver nessuna possibilità di vittoria e che cercheranno una via d’uscita, ma è ancora troppo presto per dire quando ciò potrà avvenire.

Secondo un rapporto della Reuters “… una grande mobilitazione dell’esercito siriano … una elite dei combattenti di Hezbollah, e migliaia di iraniani” stanno muovendo verso nord per riconquistare  Aleppo. Tuttavia, anche militanti dell’ISIS, si dirigono verso la città da est, quindi uno scontro importante potrebbe avvenire in qualsiasi momento. 

In risposta, l’aviazione russa ha portato i suoi bombardamenti a oltre 100 raid al giorno e questo numero è destinato a raddoppiare nei prossimi giorni se i combattimenti si intensificassero.

Secondo i primi rapporti provenienti diSyria Direct, l’esercito siriano ha chiuso Aleppo in una difesa a pugno aperto che taglia fuori l’arteria principale da cui arrivano rifornimenti vitali dal Nord, dalla Turchia, e visto che il pugno si stringe intorno alla città, i ribelli sostenuti dagli Stati Uniti sono fuggiti verso ovest, che è ora l’unica via possibile di fuga. Questa forma di ritirata, in preda al panico, ha moltiplicato le proteste contro i capi ribelli per le perdite sul campo di battaglia e per aver permesso che “il regime completasse il disastroso assedio di Aleppo.”:

 ”La miriade di brigate controllate da  al-Jabha a-Shamiya a nord-est di Aleppo sono ridotte a frange di uomini attaccate su tutti i fronti … presi tra le forze del regime, a sud, e quelle dell’IS a nord ….  per assoluta mancanza di coordinamento tra le brigate, e scarsità di armi e denaro inviato dagli americani per poter competere con il più attrezzato Stato Islamico, senza aver altra scelta che la ritirata.” ( ‘completa mancanza di coordinamento “, Syria Direct)

 Aleppo è un nodo cruciale nella strategia di Mosca per sconfiggere il terrorismo e per ristabilire l’ordine in tutta la Siria. La battaglia è destinata ad essere molto combattuta, con corpo a corpo e con la possibilità di guerriglia urbana casa per casa. Questo è il motivo per cui è indispensabile che le forze della coalizione chiudano appena possibile il confine con la Turchia per fermare il flusso di armi e di rifornimenti. Si dice per questa missione che Putin potrà impiegare, a nord di Aleppo, anche un’élite di paracadutisti russi, ma finora, sono solo voci. Putin ha più volte detto che non permetterà che truppe di terra russe combattano in Siria.

Non si esagera mai abbastanza nel definire distruttivo e nichilista il ruolo svolto dall’amministrazione Obama in Siria. Insieme con i suoi alleati del Golfo, gli Stati Uniti hanno finanziato, armato e addestrato la maggior parte dei teppisti jihadisti che hanno lacerato lo Stato e ucciso quasiun quarto di milione di persone. Ora che Putin ha deciso di porre fine a questa selvaggia guerra per procura di Washington, l’amministrazione sta progettando di buttare altra benzina sul fuoco inviando pallet pieni di munizioni e di armi a chi combatte per loro nella Siria centrale e orientale.

 Sul New York Times, si è messo alla berlina il programma definendoloallucinante”.ecco un estratto dell’articolo:

 ”… la Casa Bianca venerdì ha presentato un piano ancor più incoerente e pieno di rischi.  Il Pentagono bloccherà l’addestramento dei combattenti ribelli nei paesi limitrofi ma è previsto un programma per garantire che i combattenti siano adeguatamente controllati prima di poter mettere le mani su armi e munizioni americane. Il nuovo piano si limiterà ad incanalare le armi attraverso i capi dei ribelli che sono già in guerra e che abbiano dato l’impressione di poter fare qualche passo avanti … L’esperienza di Washington in Siria e in altre guerre recenti dimostra che chi combatte per procura, di solito, è volubile e che le armi buttate in una guerra, senza che nessunne o controlli veramente il loro uso, spesso finiscono per avere effetti disastrosi …… ..Il piano originale lasciava qualche dubbio, quello nuovo è allucinante. “ ( Una strategia di guerra incoerente in Siria “, New York Times editoriale Board)

L’amministrazione ha consegnato anche “27 container carichi di armi al Kurdish Democratic Union Party (PYD)” e alla sua ala militare, il People’s Protection Units (YPG). Le armi dovrebbero essere usate contro l’ ISIS, ma la mossa ha fatto infuriare il presidente turco Erdogan che lo considera un gruppo terrorista.

Mentre sembra che il team di Obama sia semplicemente alla ricerca di come dimostrare ai suoi critici di essere proattivo nella lotta contro il terrorismo, non si rende conto che potrebbe aver creato il pretesto ideale per una invasione turca nella Siria del nord, cosa che complicherebbe notevolmente le cose.

Ecco unaclipdal Turkish Daily Hurriyet:

” Il primo ministro turco Ahmet Davutoğlu mercoledì ha detto che i risultati, all’indomani delle esplosioni mortali del 10 ottobre ad Ankara, contro attivisti filo-curdi e attivisti di sinistra, dimostrano che possono esservi coinvolti sia il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che lo Stato islamico dell’Iraq e il Levante (ISIL).

 ”A seguito di approfondite indagini, sulla base di [informazioni ottenute via Twitter e indirizzi IP] , crediamo che ci sia una alta possibilità che il Daesh [nome arabo per ISIL] e il PKK abbiano svolto un ruolo attivo nel bombardamento”, ha detto nel corso di una conversazione in una conferenza stampa con il primo ministro bulgaro Boyko Borisov a Istanbul. “(“ISIL e PKK possono aver avuto un ruolo)

Il fatto è che non c’è nessuna evidenza di un coinvolgimento del PKK (milizia curda) e alcuni campioni di DNA dei due kamikaze indicano che erano entrambi membri della ISIS. Le uniche ragioni che potrebbe avere Erdogan per coinvolgere il PKK potrebbero essere lo screditare uno dei suoi rivali politici (curdi) o creare un pretesto per invadere la Siria. (Nota: Un tribunale turco ha imposto un ordine di riservatezza sulle indagini sui bombardamenti che sembra una chiara censura del governo. Secondo Altan Tan, deputato del Partito democratico del popolo pro-curdi (HDP), “Bombe esplodono in tutta la Turchia quindi possiamo fare solo due supposizioni,  che ci sia il governo dietro questi attacchi o che il governo non  sia stato capace di prevenirli  ”In entrambi i casi, il governo è responsabile”)

Mentre il ruolo futuro della Turchia nel conflitto siriano rimane incerto, il sostegno degli Stati Uniti per i curdi aumenta notevolmente le possibilità di un’invasione turca e dell’allargamento di una guerra regionale. E’ questo il vero obiettivo dell’amministrazione, far dislocare truppe turche oltre confine, in Siria, in modo che la Russia si trovi impantanata in una gravosa palude da cui non riuscirà ad uscire?

Sembra una esagerazione, ma ci sono alcuni punti da prendere in considerazione. Ad esempio, sul programma CBS-News 60 Minutes, Obama ha detto:

“Sono stato scettico sin da quando abbiamo avuto l’idea di creare un esercito effettivo a cui delegare la gestione degli affari interni siriani. Il mio obiettivo era quello di  testare questa idea, se saremmo riusciti ad addestrare ed equipaggiare un’opposizione moderata che disposta a lottare contro l’ ISIL, ma  quello che abbiamo capito è che, fintanto che Assad resterà al potere, sarà molto difficile far concentrare l’attenzione di quelle persone sull’ ISIL. “(60 minutes).

Naturalmente, Obama vuole che tutti credano che “è tutta colpa di Assad“, dopotutto non si prenderà certo che dica che la colpa è sua. Ma su una cosa è onesto: Non ha mai pensato sul serio che armare gli estremisti sunniti sia stata una buona idea. In altre parole, ha sostenuto l’obiettivo (cambio di regime) non solo i metodi (armare i jihadisti). E probabilmente, dopo 4 anni di combattimenti, quando il conflitto sta prendendo una brutta piega e si sts mettendo in stallo, si comincia a sentire vendicato.

Quindi, se era convinto che armare i jihadisti non avrebbe funzionato, quale era il suo piano di backup, qual era il suo piano B?

Abbiamo già detto che Obama potrebbe aver raggiunto un accordo con Erdogan che potrebbe lanciare un’invasione turca della Siria se gli Stati Uniti daranno una copertura aerea alle sue forze di terra. Pensiamo che questo facesse già parte di un quid pro quo che Obama ha accettato per l’utilizzo della base aerea strategica a Incirlik. Bisogna ricordare che Erdogan concesse Incirlik agli USA per più di un anno, prima che gli Stati Uniti ricevessero una sua domanda di aiuto per rovesciare Assad.

Naturalmente, questa non è una cosa che Obama potrebbe riconoscere in pubblico, ma sarebbe una parte essenziale in qualsiasi accordo. Un’intervista su PBS News Hour della scorsa settimana, con David Kramer, ex assistente Segretario di Stato durante l’amministrazione George W. Bush, fornisce qualche punto di appoggio a questa teoria. Ecco un estratto dalla trascrizione:

JUDY WOODRUFF: Allora, David Kramer, che ne pensa? C’è una vera preoccupazione che gli Stati Uniti vengano coinvolti, che vengano risucchiati, trascinati dentro e che non riescano ad uscirne?

DAVID KRAMER: Molto tempo fa I turchi avevano detto che erano pronti a inviare le loro forze se gli Stati Uniti avessero dato copertura e sostegno. Quindi dovremmo creare delle zone sicure, delle no-fly zone e dovremmo garantirle da eventuali aerei che dovessero minacciare la persone in quelle zone, sia che siano aerei siriani che aerei russi. Dovremmo dire ufficialmente ai russi che eventuali violazioni o attacchi contro quelle zone costituirebbero un attacco a cui dovremmo rispondere. Nessuno vuole questo. Certo, ci sono decisioni sbagliate che si devono prendere, ma non siamo ancora a questo punto, ma penso che se non lo facciamo, continueremo a vedere persone che vengono uccise, continueremo a vedere persone che fuggono dalla Siria, pertanto non esistono delle soluzioni buone. Dobbiamo scegliere le meno-peggio.

 JUDY WOODRUFF: Ma la mia domanda è, non è che stiamo entrando in un nuovo livello di rischio, in cui aerei americani potrebbero essere abbattuti, truppe statunitensi potenzialmente catturate, per non parlare di un conflitto, di un potenziale conflitto con la Russia, anche se non intenzionale?

DAVID KRAMER: Abbiamo i turchi che hanno espresso la volontà di andare avanti e possiamo trovare disponibili anche altri paesi, tra cui quelli del Golfo, anche se non collaborano molto in questo tipo di operazioni. Gli Stati Uniti potrebbero dare supporto aereo, e dare copertura, penso che si possa trovare modo, senza mandare in campo forze USA, ma al momento non esiste una scelta “migliore di un’altra” ”( PBS News Hour).

Kramer non sembra solo estremamente fiducioso che “I turchi … siano pronti all’invio di forze, se gli Stati Uniti dovessero dare appoggio e copertura” ma gli sembra pure che buona parte dell’élite di Washington fosse già a conoscenza della trattativa, anche se non ne cuole parlare.  Per fortuna, l’intervento militare di Putin ha sabotato qualsiasi prospettiva di mettere in atto il piano B, quindi non sapremo mai se la Turchia avrebbe invaso o no la Siria.

Ciò che conta ora è che la coalizione guidata dai russi si muova velocemente per consolidare le sue posizioni, interrompere le linee di rifornimento nemiche, bloccare le vie di uscite, chiudere i confini e scoraggiare la Turchia dal compiere qualsiasi atto che possa allargare la guerra. Erdogan sicuramente darà ascolto alle motivazioni, se gli saranno imposte con la forza.

I mercenari jihadisti dovranno arrendersi o essere cacciati via il più rapidamente possibile per consentire a 11 milioni di siriani di tornare sani e salvi alle loro case ed avviare un arduo compito, quello di ricominciare da capo.

Mike Whitney  vive nello Stato di Washington. Ha  contribuito alla scrittura di Hopeless: Barack Obama and the Politics of Illusion (AK Press). Anche disponibile  in Kindle edition.  E’ raggiungibile a [email protected].

15.10.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzioneBosque Primario.

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