Riceviamo e pubblichiamo dalla Sig.ra Paola Fara, una cittadina molto attiva in difesa dei danneggiati da vaccino. Il suo appello è anche il nostro: diffondere per non dimenticare. E i molti documentari usciti in questi anni che trattano dell’epoca Covid, disgraziata e criminale, meritano la massima attenzione.
Buona lettura e buona visione.
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Di Paola Fara
Gli ultimi tre anni della nostra storia, dall’arrivo della ‘pandemia’ ad oggi, hanno portato profonde ripercussioni sulla salute delle persone, sul lavoro, sulle relazioni.
Molti sono cambiati. Io sono cambiata.
All’inizio del 2022, dopo aver saputo che alcune persone intorno a me avevano riportato effetti avversi dalla vaccinazione anti Covid19 e aver letto di giovani morti improvvisamente, avevo deciso di pubblicare un video su TikTok in cui parlavo di questi eventi. La notevole quantità di messaggi ricevuti, che confermava le mie preoccupazioni, mi aveva spinto a proporre un articolo al giornale della mia zona per evidenziare quanto avevo raccolto.
Da allora il tempo si è dilatato: il lavoro di giorno e l’altra attività alla sera e nei momenti liberi. Organizzazione di serate informative, gazebo sul territorio, proiezioni di documentari, incontri online, articoli.
Mai avrei immaginato di ricoprire ruoli così distanti dalla mia indole riservata ma in questi anni ho imparato a non tacere più davanti a nessuno. E ho continuato a cercare modi nuovi per parlare di tanta sofferenza, senza sentire stanchezza, seguendo quotidianamente la fortissima necessità di farmi carico, nel mio piccolo, di quanto stava accadendo. Una sensazione quasi fisica, che potrei definire come una stretta allo stomaco, un senso di urgenza nell’agire che ancora mi accompagna.
Oggi, a circa due anni da quel primo articolo, pubblicato il 9 maggio 2022 su Notizia Oggi di Borgosesia e al quale ne sono seguiti tanti altri, sento il desiderio di fare il punto della situazione.
In questo tempo ho visto, negli occhi di centinaia di persone, la disperazione e lo sconforto per la salute perduta. Ho ascoltato e, quando mi è stato possibile, ho cercato di dare riferimenti utili a definire diagnosi e cure.
Alcuni hanno trovato, con moltissima fatica ed enorme dispendio economico, un po’ di sollievo; altri hanno visto insorgere nuovi problemi che si sono aggiunti a quelli sviluppati subito dopo le dosi; altri ancora hanno dovuto sopportare la grandissima delusione causata da un breve periodo di miglioramento seguìto da un ritorno alle problematiche iniziali, a volte addirittura acutizzate. In una pesantissima ‘altalena’ che snerva e toglie la speranza. Nessuno, tra coloro che conosco, ha riguadagnato la Vita di prima. Davanti a tanto dolore come possono ancora i nostri medici negare i danni?
Ho incontrato familiari di persone ricoverate in ospedale, a volte anche per un banale infortunio e, risultate positive al tampone pur senza sintomi, trasferite in terapia intensiva e intubate. Sottoposte a protocolli dannosi e poi, quando ormai in condizioni disperate, ‘accompagnate’ a morte con una terapia per sedazione profonda data ad alto dosaggio, visibile nelle cartelle cliniche, che alcuni definiscono ‘eutanasia di Stato’.
Persone ricoverate che mandavano ai familiari video e registrazioni fatte con il cellulare, decedute e restituite in sacchi neri insieme ai loro effetti personali tra i quali quegli stessi cellulari, completamente resettati.
Lutti sospesi, non elaborati, che chiedono risposte, raccontati in modo eccezionale dal documentario di Alessandro Amori La Morte Negata.
Testimonianze terribili, lasciate dagli appartenenti al Comitato Nazionale Familiari delle Vittime Covid, ora raccolte nel libro Volevo solo tornare a casa, edito da Graus, per il quale ho avuto modo di collaborare ad una prima serata di presentazione (altre sono già in programma).
Leggo quotidianamente, sempre e solo sui giornali locali, di persone che muoiono per ‘malore improvviso’, come ormai si usa definire questi decessi, che andrebbero più correttamente chiamati morti inattese. Il termine malore, che indica una situazione transitoria dalla quale ci si riprende, viene usato in modo ingannevole per sminuire la gravità della situazione, dimostrata invece dalle decine di persone che tutti i giorni vengono trovate senza vita o la perdono all’improvviso mentre sono al lavoro, durante le loro attività sportive, quando sono al volante, con le conseguenze che ormai purtroppo conosciamo.
Guardo a queste morti con grande tristezza e compassione, pensando al dolore immenso dei familiari. Ma al contempo non posso evitare di chiedermi quando lo sgomento lascerà il posto alla pretesa della Verità. Quando verranno eseguite autopsie adeguate a comprendere cosa ha causato queste morti? Quando si verificherà lo stato vaccinale per capire se ci sia un collegamento tra questi decessi e le dosi inoculate? Non dovrebbe essere questo il giusto approccio, nell’interesse di tutta la collettività?
Ho raccolto le storie di lavoratori sospesi per non aver aderito alla campagna vaccinale e, quando rientrati al lavoro, discriminati e tuttora vessati. Alcuni li ho ritrovati a tutte le proiezioni del documentario che racconta di loro: hanno bisogno di rivederlo, di sentirsi parte di questo folto gruppo che, pur nell’ora più buia, ha avuto il coraggio di fare una libera scelta. E che da questa scelta, oltre che dalle pressioni subite, è uscito più forte e determinato.
Se oggi quindi dovessi ‘tirare una linea’ direi con assoluta certezza che molte cose non sono andate bene, come è perfettamente raccontato dal nuovo bellissimo documentario di Paolo Cassina, Non è andato tutto bene, che Michelangelo Catricalà ed io abbiamo proiettato lo scorso 4 maggio a Vercelli in una sala da 300 posti completamente piena e che il prossimo 21 settembre porteremo all’Auditorium Teatro Lux di Gattinara, in provincia di Vercelli.
Il 24 maggio scorso poi, in occasione della terza proiezione di Sospesi al Castello di Lenta (VC), Walter Zollino, coautore e regista insieme a Marcello Rossi, mi ha attribuito una nuova professione: la proiezionista.
Accetto volentieri questo ‘titolo’ perché, dalla prima proiezione di Invisibili del gennaio 2023 fino ad oggi, ho potuto toccare con mano che la visione di questi documentari, che si stanno dimostrando fondamentali per riscrivere la nostra storia recente, non è solo un’importantissima occasione di informazione ma anche un eccezionale momento di aggregazione e di confronto tra i cittadini e quei professionisti che, con grande serietà e umanità, si sono schierati fin da subito a difesa della Vita e dei diritti fondamentali, contrastando la pericolosissima ‘dittatura sanitaria’, travestita da tutela della nostra salute, che rischiamo di trovarci cucita addosso.
Mi volto indietro e ripensando al cammino di questi tre anni mi rendo conto di aver messo in campo tante azioni, rese possibili grazie all’aiuto di molte persone.
Gli amici che, condividendo i miei intenti, mi hanno aiutata e supportata nelle varie attività: senza di loro sarebbe stato tutto molto più complicato.
Il Comitato Ascoltami e la sua presidente e mia amica Federica Angelini che mi ha accolta e mi ha dato fiducia nel cercare di portare la loro voce nelle piazze e nei teatri.
Tutti coloro che come me, e molto più di me, si stanno battendo su vari fronti in questa incredibile lotta e che ho avuto il privilegio di incontrare: da ognuno di loro ho imparato molto.
Fondamentale è stato l’incontro con Michelangelo Catricalà. Quando, nella primavera del 2022, dopo aver letto il suo nome in un articolo su Notizia Oggi Vercelli che parlava di danneggiati e di quanto lui stesse facendo per dare loro voce, gli avevo mandato un messaggio chiedendo di poterlo contattare, non avrei certo immaginato, e sicuramente nemmeno lui, che da quel momento avremmo iniziato una collaborazione intensa che continua senza sosta, il cui intento è dare informazione e contribuire a far emergere la Verità.
Sempre supportati da medici e professionisti eccezionali.
Mi è capitato che mi venisse chiesto perché mi stia occupando di questi problemi. In fondo, mi è stato detto, non essendo io coinvolta in prima persona, potrei non interessarmene.
Credo che la risposta si possa trovare in questa mail ricevuta da una persona danneggiata che avevamo invitato alla proiezione a Vercelli dell’ultimo documentario di Paolo Cassina:
“Gentilissimi Michelangelo e Paola,
Al momento la mia situazione di salute non mi permette di poter programmare nulla, purtroppo.
Vi contatterò sotto data per sapere se ci sono ancora posti, qualora riuscissi ad esserci (e ci terrei ovviamente tantissimo).
Colgo ad ogni modo l’occasione per ringraziarVi di tutto quello che avete fatto e continuate a fare: siete la forza che noi non abbiamo più. Grazie.
Un caro abbraccio a voi tutti, con la speranza di vederci alla proiezione”.
Suggerisco di guardare i documentari che ho citato e che sono disponibili in libera visione:
Invisibili – regia di Paolo Cassina: https://playmastermovie.com/invisibili/
La Morte Negata – regia di Alessandro Amori: https://playmastermovie.com/la-morte-negata/
Sospesi – regia di Marcello Rossi e Walter Zollino: https://www.buzzz.blog/documentari
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“Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo.
Un dovere civile, una sfida morale, un impegno categorico al quale non ci si può sottrarre.”
Oriana Fallaci
Di Paola Fara
26.07.2024