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Mentre l’attenzione del mondo si concentra sull’Ucraina, gli eventi in Siria potrebbero influenzare in modo significativo la situazione in Medio Oriente e nel mondo. Le forze di Bashar Assad hanno completamente liberato Homs, la terza città più grande del paese con una popolazione di un milione di abitanti, dove la rivolta era iniziata circa tre anni fa. Secondo l’accordo, circa duemila militanti hanno lasciato la città, portandosi via armi di piccolo calibro, devono essere armati per respingere eventuali attacchi da parte delle forze degli Stati islamici di Iraq e Siria (ISIS) che li accusano di tradimento. In cambio i civili tenuti in ostaggio sono stati liberati ed è stato concesso il permesso di assistere i civili ancora sotto assedio nelle zone più popolose della città. Alla scadenza dell’accordo, mentre i militanti lasciavano la città, hanno subito un attacco con il lancio di missili: ci sono stati molti morti, tra cui il comandante in capo Abade Rahman.
Le due brigate dell’esercito che hanno liberato la città dovrebbero essere reimpiegate nel nord del paese, dove sta per iniziare la battaglia decisiva per Aleppo. Le forze governative hanno riconquistato la parte orientale di Guta, un sobborgo di Damasco. Recentemente sono arrivati rinforzi dalla regione di Qalamoun, dove l’esercito governativo ha appena vinto una battaglia. Ci sono sufficienti motivi per credere che, al momento delle elezioni presidenziali previste per il 3 luglio le forze regolari del governo avranno ripreso il controllo in una parte del paese dove vive almeno l’85% della popolazione.
Washington ha già detto che la prevista vittoria di Bashar Assad, il candidato favorito tra i tre candidati, sarà comunque illegittima, perché infuria una guerra civile e i candidati non hanno tutti pari opportunità. La posizione USA non è molto convincente, visto che hanno già riconosciuto come legittime le elezioni presidenziali che si terranno prossimamente in Ucraina in circostanze più o meno analoghe.
Non è l’unica situazione che accomuna la Siria e l’Ucraina. Il gioco della grande scacchiera fa intrecciare i loro eventi malgrado la grande distanza che esiste tra i due paesi. Gli esperti dicono che Washington potrebbe aver provocato la crisi ucraina nel tentativo di distogliere l’attenzione da una umiliante sconfitta subita nella scacchiera siriana. Gli atti terroristi di Volgograd sono stati ricollegati a militanti islamici in Siria (dislocati nei pressi di Homs). Molti si aspettavano che la Russia (per questo) intensificasse il suo sostegno per Damasco e che arrivasse a perseguire i colpevoli. Se questa versione fosse esatta, le forze anti-russe arrivate al potere a Kiev avrebbero dovuto distrarre Mosca, tra l’altro, anche da tutte le manovre che l’Occidente stava facendo per rovesciare il regime siriano. Se questo fosse vero, allora i piani sarebbero tutti falliti clamorosamente.
Gli USA non possono avere mano libera in Siria, approfittando del coinvolgimento della Russia in Ucraina. Gli errori strategici li hanno messi di fronte a una “zugzwang” una vera mossa obbligata. Qualsiasi intervento americano in Siria dà alla Russia un maggior impulso per poter intensificare i suoi sforzi in Ucraina.
Un suo coinvolgimento diretto comporterà un aumento degli aiuti russi a Bashar Assad, che oggi è molto più vicino alla vittoria di quanto lo sia il governo ad interim di Kiev, che ha aspettative tanto alte che né USA né l’Europa sono pronte a soddisfare. Sui giornali francesi si legge: «Non c’ è nessun segnale a Damasco che il regime di Bashar Assad stia per cadere. Le sue vittorie sono incredibili e nemmeno gli annalisti più perspicaci riescono a spiegarsi come abbia potuto raggiungere certi successi». I giornalisti francesi dicono che gli Stati Uniti hanno evitato un coinvolgimento diretto perché Assad godeva dell’appoggio di Vladimir Putin.
Arabia Saudita e Qatar hanno fatto un “errore madornale” restando accecati dal loro odio per il presidente siriano. Hanno fornito fondi a Al -Qaeda che era legata a gruppi islamici radicali. L’Occidente ha ignorato questo fatto, ma il resto del mondo ne era ben consapevole. Un motivo in più per il successo di Assad è stato il fallimento del tentativo di mettere zizzania tra chi gli era vicino, per indebolire la sua squadra.
Il leader siriano ha assolutamente ragione quando ribadisce che la popolazione ha costituito il fattore decisivo per influenzare gli eventi che sono accaduti e che si sono volti favorevolmente per il governo. Il popolo è stanco della violenza e dei tanti gruppi militanti che operano nel territorio del paese. Credono che solo quelli che sono oggi al governo possano essere in grado di stabilire la pace, la legge e l’ordine nel paese. E’ importante notare che dopo i tanti tradimenti e dopo la perdita dei tanti fratelli-d’armi, Bashar Assad si sia circondato di persone che gli sono fedeli, che sono in grado di compiere le missioni più difficili e malgrado le importanti perdite subite durante la guerra, l’esercito siriano è diventato il più efficace e più fedele in tutto il Medio Oriente.
Fonte: http://www.strategic-culture.org
15.05.2014
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