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DI ANWAAR HUSSAIN

A Norimberga, ai primi dell’ottobre 1945, le quattro nazioni accusatrici, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e la Russia, presentarono un capo di accusa contro 24 uomini e sei organizzazioni naziste. Dei 24 accusati solo 21 furono presenti al processo. Le accuse riguardavano non soltanto lo sterminio sistematico di milioni di persone ma anche l’ideazione e la programmazione della guerra in Europa. Alla fine 12 imputati furono condannati all’impiccagione, 3 all’ergastolo, 4 a pene di detenzione comprese fra i 10 e i 20 anni, il resto fu assolto.

Oggi la guerra in Irak e in Afganistan, che sta provocando migliaia di morti civili innocenti, costituisce un caso lampante di crimine di guerra. Basandosi sugli stessi concetti di Norimberga, oggi sarebbe facile, anche per uno studio legale di media portata, istruire un caso simile contro gli attuali leader della coalizione in guerra.

Nel settembre 2004 l’attuale capo delle Nazioni Unite, Kofi Annan, si è espresso molto chiaramente. Parlando alla tv inglese BBC ha detto: “l’invasione dell’Irak, condotta dagli USA, è un atto illegale che ha violato la carta dell’ONU.” Trattandosi del capo dell’ONU, e del custode della legge internazionale, dovrebbe aver saputo quello che diceva.



La conseguente guerra illegale di aggressione, l’uccisione dei civili e il maltrattamento dei prigionieri costituiscono tutti dei crimini di guerra molto chiari, come la dichiarazione del capo dell’ONU.



I capi d’accusa del tribunale di Norimberga erano i seguenti.



Capi di accusa n. 1 e 2: cospirazione per iniziare una guerra di aggressione e sua condotta successiva. L’accusa di “un piano comune per cospirare” era stato ideato per risolvere il problema di come affrontare i crimini commessi prima della guerra. L’imputazione per il primo capo di accusa era quello di essere stati d’accordo nel commettere i vari crimini. L’imputazione per il secondo capo era così definita: “la programmazione, la preparazione, l’inizio e la condotta delle guerre di aggressione, che erano anche guerre in violazione dei trattati internazionali, accordi e assicurazioni.”



Oggi è disponibile una abbondante documentazione che prova come Bush e Blair e i loro consiglieri si siano impegnati nella “programmazione, preparazione, inizio e condotta di una guerra di aggressione.” L’Irak non costituiva nessun pericolo né per gli Stati Uniti né per la Gran Bretagna. Il suo governo non aveva né i mezzi né l’intenzione di entrare in guerra contro questi paesi, né aveva nessun mezzo per poterli minacciare. Non esistevano armi di distruzione di massa.



Oggi si è scoperto che l’amministrazione USA aveva programmato ben prima dei fatti dell’11 settembre sia il crimine dell’invasione dell’Irak sia l’intenzione di colpire altri paesi del Medio Oriente. L’ex direttore della CIA James Woolsey e il consigliere presidenziale David Gergen lo hanno confermato. La guerra di “Operazione libertà in Irak” era stata prevista ben un decennio prima. Tutte le scuse dell’amministrazione per giustificare l’invasione, con il conseguente massacro al limite del genocidio, si sono oggi dimostrate quelle che erano e cioè dei pretesti fraudolenti.

Nel libro di Ron Susskind, “Il prezzo della libertà”, si apprende che Bush si era impegnato sin dai primi giorni di presidenza ad escogitare qualche sistema per poter lanciare una guerra di invasione contro l’Irak. In un altro libro, “Contro tutti i nemici”, l’ex consigliere di antiterrorismo Richard Clarke, conferma come la fissazione di Bush fosse quella di attaccare l’Irak. Nel libro viene anche descritto come la preparazione e l’inizio della guerra siano avvenuti per mezzo di una deliberata manipolazione dei servizi di spionaggio.

Bob Woodward, il giornalista del caso Watergate vincitore di un premio Pulitzer, ha definito chiaramente come giusto cinque giorni dopo i fatti dell’11 settembre il presidente stesse macchinando di nascosto per andare a caccia di Saddam e non di Bin Laden, il presunto responsabile degli attacchi dell’11 settembre. In particolare, 72 giorni l’11 settembre, Bush aveva ordinato al segretario alla difesa Rumsfeld di portare alla luce i piani segreti di guerra.

Secondo il Sunday Times un altro fatto nuovo venuto recentemente alla luce è che sia la RAF che l’USAF avevano raddoppiato i bombardamenti in Irak nel 2002, nel tentativo di provocare Saddam per avere così la scusa per l’invasione. Nel secondo semestre del 2002 gli alleati hanno sganciato un carico di bombe doppio rispetto a quelle sganciate durante tutto il 2001. Alla fine di agosto i raid erano diventati un’offensiva aerea completa.

Gli attacchi si erano intensificati sin dal maggio del 2002, e cioè sei mesi prima della risoluzione dell’ONU n. 1441, con la quale Blair e Lord Goldsmith avevano dichiarato di avere la copertura legale per la guerra. Tutti questi dettagli si sono appresi a seguito delle rivelazioni di appunti scritti durante un incontro fra Blair e il suo governo, durante il quale si discusse come rendere “legale” il “cambio di regime” in Irak.

Queste rivelazioni assieme al resoconto di Downing Street mostrano chiaramente che i due capi di governo, di USA e GB, erano impegnati a fondo nel “programmare, preparare, iniziare o condurre una guerra di aggressione” e nell’“aggiustare” le notizie fornite dai servizi di spionaggio per farle corrispondere ai loro desideri.

I capi di imputazione n. 3 e 4: crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Le imputazioni riguardavano le accuse di atrocità commesse contro l’umanità per i campi di sterminio, per i campi di concentramento e per l’uccisione indiscriminata delle popolazioni civili con i bombardamenti.

Come risulta da più fonti, il risultato di questa guerra di genocidio è che i morti civili diretti sono 24.000 e quelli indiretti 120.000. Il totale dei morti in Afganistan varia fra 6.000 e 10.000.

Ormai sono disponibili molte prove che i capi dell’amministrazione Bush, e il personale militare che ha eseguito i loro ordini, hanno commesso: “violazioni delle leggi o degli usi di guerra.” compresa “l’uccisione … di popolazioni civili nei territori occupati, uccisione o maltrattamento dei prigionieri di guerra.. saccheggio di proprietà pubblica o privata, distruzione indiscriminata di città, centri o villaggi, devastazioni non giustificate da esigenze militari.” Naturalmente se le necessità militari addotte a giustificazione non risultano effettive i responsabili non possono essere scusati dei loro comportamenti.

Comunque, anche se tutte le precedenti accuse possono essere controbattute da una pratica forense smaliziata, esiste sempre un delitto delle forze di coalizione che è sufficiente per farli condannare dieci volte per crimini contro l’umanità. Si tratta dell’uso di armi all’uranio impoverito sia in Irak che in Afganistan. Si tratta del peggiore dei crimini contro l’umanità. Questo crimine non si limita a colpire le generazioni di oggi ma continuerà a provocare i suoi devastanti effetti anche sulle prossime generazioni. Uno sguardo sui suoi effetti (attenzione, troppo disgustoso) conferma che la sua terribile azione è già cominciata.

Secondo i più recenti studi, il tasso dei difetti alla nascita, dopo che è cresciuto dieci volte da 11 per 100.000 nascite nel 1989 a 116 per 100.000 nel 2001, sta ancora crescendo. Ci sono stati 650 casi di malformazioni alla nascita dall’agosto 2003. Si tratta di un aumento del 20% rispetto ai dati precedenti.

Dal 1976 al 1999, nel sud dell’Irak, c’è stato uno spaventoso aumento dei casi di cancro fra i giovani al di sotto dei 15 anni. Nella provincia di Bassora il tasso dei casi di cancro di ogni tipo è aumentato del 242 per cento, mentre i casi di leucemia sono aumentati del 100 per cento. I bambini che vivono nella zona soffrono di una percentuale di malattia del 10,1 ogni 100.000. Nelle zone dove l’uso dell’uranio impoverito è stato più concentrato il tasso è salito al 13,2 ogni 100.000. Per quanto spaventosi siano questi dati di sei anni fa, negli ultimi anni si è visto un ulteriore aumento dei casi di cancro fra i giovani al di sotto dei 15 anni. Oggi il tasso è del 22,4 ogni 100.000, cinque volte il tasso del 1999, pari a 3,98 ogni 100.000.

L’emergenza sanitaria è attribuita all’uso generalizzato dell’uranio impoverito da parte delle forze inglesi e americane nel sud dell’Irak durante la guerra del golfo, e il suo uso ancora maggiore durante l’invasione del 2003.

Secondo un rapporto dell’ONU dell’agosto 2002, l’uso dell’uranio impoverito è proibito dalla seguenti leggi: La dichiarazione universale dei diritti degli uomini, la carta dell’ONU, la convenzione sui genocidi, la convenzione contro le torture, le quattro convenzioni di Ginevra del 1949, la convenzione sugli armamenti del 1980, la convenzione dell’Aia del 1899 e del 1907, le quali vietano espressamente di utilizzare: “veleno o armi avvelenate e armi, proiettili o materiali concepiti per causare sofferenze non necessarie”.

Quindi non c’è bisogno di uno studio legale di geni per accusare Gorge Bush, Tony Blair e qualche altro leader della coalizione di avere violato:


• La carta delle Nazioni Unite;

• La carta di Norimberga del 1945;

• Le leggi umanitarie internazionali;

• Le convenzioni di Ginevra.

Alle imputazioni principali si possono aggiungere altre accuse specifiche.


Si sono verificati casi provati in cui vari funzionari, compreso il personale delle Nazioni Unite, sono stati avvicinati con promesse, minacce o con la forza, per indurli a sostenere la linea guerrafondaia contro l’Irak. Non soltanto, ogni giorno di più si fa più forte la convinzione che gli attentati dell’11 settembre abbiano visto coinvolto, in vari modi, il governo USA. I capi di governo che cospirano contro i propri cittadini sono l’esatto opposto di strumenti dell’autorità. In realtà si tratta di gente colpevole della più vergognosa criminalità.

Recentemente la Media Education Foundation ha messo in circolazione un documentario che riguarda la sinistra agenda della cabala che attualmente guida gli Stati Uniti. Si intitola Hijacking catastrophe (Dirottamento della catastrofe) e rappresenta una forte accusa e un chiaro commento dello schema criminale che riguarda gli accusati.

Comunque c’è un problema. E cioè che sono sempre i perdenti coloro che commettono i crimini di guerra. Gli attuali accusati sono così potenti che una loro disfatta militare appare al momento del tutto remota. Per di più la “guerra al terrore” è stata resa apposta così indefinita che le linee della legalità si sono così confuse da nascondere le prove dei crimini. L’unica azione possibile sembra essere, come primo passo, quella di un immediato ‘impeachment’ dei leader da parte delle propri nazioni, facendo poi ricorso alla legge internazionale dopo che i leader sono stati privati dei loro poteri.

Noam Chomsky ha detto una volta: “Se la legge di Norimberga dovesse essere ancora applicata, allora i presidenti americani del dopo guerra dovrebbero essere stati tutti impiccati.” Se così fosse c’è qualcuno che dovrebbe essere impiccato più volte.

Direi… rispolveriamo i vecchi archivi di Norimberga.

Anwaar Hussain
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link:http://www.informationclearinghouse.info/article9218.htm

20.06.05

Scelto e tradotto per www.www.comedonchisciotte.org da VICHI.

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