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RENZI IN USA O IL VIAGGIO USA DELLA FAMIGLIA RENZI ?

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A cura di Davide
Il 26 Settembre 2014
69 Views

DI STEFANO ALI

ilcappellopensatore.it

E’ stato rottamato anche il protocollo internazionale o Renzi in Usa è andato a titolo personale e privato ? Ha incontrato vecchi amici neocon, fra cui Ronald Spogli. E poi c’è la Hacking Team

Quindi abbiamo Renzi in USA in “Missione di Stato”.

Dietro la cortina fumogena dei media che con fuochi d’artificio e giochi pirotecnici “cantano” delle mirabilia di questa “missione” appaiono le voragini che indicano chiaramente che, in realtà, si tratta solo di un tipico viaggio organizzato in USA del tipo “coast to coast” per il sig. Matteo Renzi e gentile Signora.

Non posso non provare ammirazione per Nomfup1. Riuscire a far apparire “acclamato Statista” il vuoto torricelliano che regna in Renzi richiede una bravura che non posso non riconoscere.

Certo, la … “pigrizia” dei giornalisti lo aiuta pure. Ammettiamolo.

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Durante la Festa dell’Unità è stato tenuto un corso di comunicazione on line. Fra gli interventi, quello di Valentina Di Leo che, fra le altre, ha presentato la slide in basso a destra allegata a un tweet di Anna Masera. La stessa Valentina Di Leo sostiene (conversazione twitter a sinistra) che influenzare l’agenda dei media è necessario perché “la pigrizia di certi giornalisti è nota”

Torniamo alla “missione” di Renzi in USA.

La prima stranezza è data dal mancato incontro istituzionale con Obama.

Una stranezza macroscopica e che solo la valanga di “messaggi promozionali” consente di nascondere.

Non mi risulta esserci stati Presidenti del Consiglio italiani che appena messo piede in USA (quando in viaggio di Stato, ovvio) non siano stati ricevuti dal Presidente degli Stati Uniti.

Renzi no.

Renzi in USA ha incontrato Bill e Hillary Clinton (rispettivamente ex Presidente ed ex Segretario di Stato), ed altri suoi vecchi amici (ne accenno dopo, visto che il dettaglio è succoso. Conosceremo un po’ meglio l’ex Ambasciatore Spogli e la correlata “Hacking Team”) ma nessun rappresentante del Governo USA.

Non necessariamente Obama2, ma nessun esponente del Governo?

Certo, i Clinton sono “esponenti democratici” di rilievo. In questo senso estremamente simili a Renzi, ma allora è andato come segretario del PD?

È noto che Bill Clinton è stato il più destrorso dei Presidenti DEM. È definito “New democrat” in quanto ha mutuato la politica economica dell’estrema destra repubblicana.

Ha sostituito i sussidi con incentivi per il reinserimento al lavoro, ma flessibilizzandolo talmente tanto da creare la nuova classe dei “working poors”3

Dice di lui Bill Emmott, direttore del settimanale inglese “The Economist”

Bill Clinton da voi è un eroe di sinistra, in realtà è l’uomo che ha distrutto lo stato assistenziale in America.

E in questo Renzi mi pare sia sulle sue orme.

Hillary Clinton … beh, sulle sue posizioni di politica estera (che somigliano pericolosamente a quelle dell’estrema destra repubblicana) ne ho già accennato. Anche in questo Renzi si identifica perfettamente.

Per quanto riguarda i contenuti della “missione” ho cercato sul sito di Palazzo Chigi, ma ho trovato solo foto e video.

Eppure, una “missione di Stato” non può essere ridotta anch’essa a slide. Una missione di Stato deve avere una agenda che non sia solo “visita a…” Quello si chiama tour turistico!

Giustamente, Valigiablu.it si chiede quale sia la sostanza dietro i capricci di un ragazzetto che brama di provare i google glass, di prendere un caffè con Dick Costolo, di incontrare Marissa Mayer, ecc

Insomma, quali siano i contenuti utili allo Stato, tanto da organizzare questo giro turistico per Mrs e Mr Renzi, non si sa.

È forte il sospetto che non ce ne siano affatto.

Non è neppure possibile sostenere (come “La Repubblica”), che sia andato li a verificare i miglioramenti nella sua lingua inglese.

La lingua innanzitutto, con un inglese che è valso una promozione al leader italiano. Nella cena alla Stanford University – la sera stessa dell’arrivo in compagnia dell’Ambasciatore Claudio Bisogniero, del console di San Francisco Mauro Battocchi, del presidente della famosa università e degli ex segretari di Stato statunitensi George Schultz e Condoleezza Rice – Renzi ha provato il suo inglese in un discorso accolto con entusiasmo. “Matteo se l’è cavata egregiamente, il suo inglese è di gran lunga superiore a quello del suo discorso che gira sul web”, racconta l’avvocato Jeff Capaccio, fondatore di SVIEC, e vicepresidente della NIAF, “si fa capire con calore, competenza ed è molto convincente”.

Cominciano già a circolare i primi video. Questo da Corriere.it

Per chi si volesse cimentare, c’è l’intera trascrizione del discorso di Renzi in USA. Pietosamente, il trascrittore, che pure ha cercato di limitare il danno correggendo perfino alcuni tempi verbali improbabili, su alcune espressioni scrive “inaudible” (non si è sentito), piuttosto che “double Dutch” (linguaggio assolutamente incomprensibile).

Dalla trascrizione, prendo una parte non perché sia la peggiore, ma perché quella che mi ha fatto ridere di più:

Next step will be the second lecture of the process of constitutional reforms, approved for the first time in last August in the Senate, to surpass the actual Senate and to reduce the procedure of legislation. So the next will be in September, when chambers of deputy began the study about it, and in less than one year, all will be concluded.

Parla della riforma del Senato in corso. Inglesizzando “seconda lettura”, traduce in “second lecture”. Ma “lecture”, sta per conferenza, lezione, oppure per ramanzina, reprimenda.

Beh, ma ha parlato all’ONU del cambiamento climatico, dirà qualcuno. Ecco quale è il senso della “missione”.

Su questo, mi ritiro in buon ordine e lascio che leggiate la durissima “lecture” (nel suo senso di tirata d’orecchie) di Greenpeace.

Quindi resta solo l’incontro con i vecchi amici.

Si, perché la sera dell’arrivo di Renzi in USA, lui e la sua gentile consorte hanno partecipato ad una cena con Condoleezza Rice (Segretario di Stato di Bush. Neocon Bush e neocon la Rice) e George Schultz (Segretario di Stato di Regan. Neocon Regan e neocon Schultz).

Ma era presente pure Ronald Spogli.

Spogli è stato Ambasciatore USA a Roma durante l’amministrazione Bush (elemento già di per se sintomatico). Di lui la produzione di cablo wikileaks “imbarazzanti” è davvero copiosa (una occhiata alle altre pagine di questo stesso blog ne fornisce una idea).

Ma peggio poi. Collocatosi in pensione, Spogli ha assunto la carica di Presidente di Innogest.

Dai dati diffusi dalla bravissima Stefania Maurizi de “L’Espresso”, si segue il filo: Innogest ha, nel suo portfolio, la “Hacking Team”. Si da adesso il caso che Hacking Team sia nella lista dei cinque mercenari dell’era digitale stilata da “Reporters San Frontièrs”.

Da “L’Espresso”

Tra i dossier italiani c’è quello su un’azienda milanese che sta diventando un caso mondiale: è l’unica a mettere sul mercato un’arma cibernetica, come loro stessi la definiscono. Un apparato dichiaratamente “offensivo” con potenzialità sconvolgenti chiamato Remote Control System, Rcs. Lo ha inventato la Hacking Team che dal suo quartiere generale di via Moscova conduce un marketing altrettanto aggressivo. Rcs è il più moderno cavallo di Troia concepito finora: un Trojan che entra in computer e smartphones per trasformarli in uno strumento a disposizione dello spione. Cattura, copia e trasmette ogni dato: mail, conversazioni telefoniche o Skype, pagine Internet consultate, password, post sui social network, posizione satellitare. Non solo: può attivare telecamera o macchina fotografica dell’apparecchiatura, filmando o facendo scatti all’insaputa dell’utilizzatore. E far partire il microfono registrando le conversazioni che avvengono nelle vicinanze. “È come se gli infilassimo dentro un agente segreto, che non verrà mai scoperto”, recita la loro brochure.

Bel giochetto, eh?

Privacy International, una delle più importanti e rispettate organizzazioni del mondo per la difesa della privacy, in marzo ha inviato una lettera al ministro Federica Guidi, a capo dello Sviluppo economico del governo Renzi, e al presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, per chiedere spiegazioni sull’azienda milanese.

Nell’ottobre 2012 il “Citizen Lab” di Toronto, che ha indagato anche sulla sorveglianza elettronica del Dalai Lama, documenta l’uso del trojan Rcs della Hacking Team contro ‘organizzazione giornalistica marocchina “Mamfakinch”, critica dell’operato del governo del Marocco. Presto, il laboratorio di Toronto individua un’altra vittima del trojan: Ahmed Mansoor, attivista per i diritti umani di alto profilo, che negli Emirati Arabi è finito imprigionato con l’accusa di aver insultato il presidente. Passano due anni e sempre il Citizen Lab scopre una terza vittima: la televisione satellitare etiope “Esat”, che trasmette da Amsterdam, Londra e da altri paesi ed è gestita da giornalisti in esilio che si oppongono al regime dell’Etiopia.

Già, perché parrebbe pure che le istituzioni italiane finanzino Hacking Team.

Renzi in USA è davvero di casa, in certi ambienti. E come sempre i suoi amici si distinguono per la trasparenza.

Michael Ledeen, Ronald Spogli … la trasparenza e la democrazia personificate. Come lui stesso, in fondo.

Stefano Ali

Fonte: http://ilcappellopensatore.it

Link: http://ilcappellopensatore.it/2014/09/renzi-in-usa-viaggio-famiglia-renzi/

26.09.2014

NOTE

1Al secolo, Filippo Sensi. Al seguito di Renzi, dal gennaio 2014 è il capo ufficio stampa del PD. È l’uomo che costruisce l’immagine di Renzi e che prepara i comunicati stampa che i giornalisti si limitano a leggere pedissequamente senza sgarrare una virgola. L’acronimo sta per NOt My FUcking Problem.

2Non mi si opponga lo “scambio di battute” celebrato dai nostri media avvenuto fra Obama e Renzi al Palazzo di Vetro, per carità. Risparmiamoci tutti l’umiliazione di doverne pure parlare

3 Lavoratori poveri. Gente che, pur lavorando, non riesce a sbarcare il lunario. Un po come intende fare Renzi abbattendo ulteriormente il costo del lavoro in Italia

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