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DI MALCOM LAGAUCHE

Nei giorni scorsi abbiamo visto numerose cerimonie commemorative del primo anniversario dell’assassinio di Saddam Hussein. Si sono svolte in molti paesi, inclusi Iraq, Yemen, Giordania, Danimarca, Indonesia, Palestina, Libano, Gran Bretagna ed altri. All’elenco ora potete aggiungere gli Stati Uniti. Non sono state ovviamente sanzionate dai governi, ma erano profondamente sentite e adeguate a rendere omaggio al martirio di Saddam.

A El Cajon, in California, un paio di dozzine di persone si sono presentate presso il ristorante Hammurabi per onorare il presidente assassinato. Vi erano uomini e donne, vecchi e giovani, arabi e non-arabi di diverse estrazioni sociali. In fondo ad un tavolo due ritratti di Saddam Hussein affiancavano una bandiera irachena.

La commemorazione è durata due ore. Non ci sono stati grandiosi discorsi, soltanto le discussioni personali fra i presenti. Ecco alcune dichiarazioni fatte dai partecipanti: • Saddam Hussein è stato il più grande modernizzatore del XX secolo. Lui ha provvisto di comodità moderne un paese che ne era privo. (Filosofo pensionato)
• Oggi sto onorando due martiri: Saddam ed Arafat. Entrambi vennero uccisi dagli imperialisti di Stati Uniti, Iran e Israele. (Ingegnere)
• Saddam era un uomo d’azione. Unificò il paese ed era gradito in ugual modo a tutte le sette in Iraq. Egli è nel cuore di ogni persona che definisce lui o se stesso un iracheno vero. Noi rievocheremo ogni anno il suo retaggio. (Proprietario di un’impresa di costruzioni)
• Egli era la persona giusta nell’epoca giusta. Sfortunatamente forze esterne esercitarono pressioni su di lui ed alla fine distrussero l’Iraq. (Proprietario di attività di vendita al dettaglio)
• Saddam era un uomo coraggioso. Gli Stati Uniti distrussero lui e l’Iraq perché rifiutò di vendersi. (Disegnatore di moda)

Abbiamo deciso che questo evento si commemori ogni anno il 1° gennaio. Saddam Hussein fu assassinato il 30 dicembre, ma il 1° gennaio è la data più vicina in cui il pubblico americano celebra una festa e la gente sarà disponibile a partecipare. Nonostante i due giorni di differenza fra le date, il simbolismo è evidente.

Brani e frammenti

Vediamo come i media dominanti possono concretamente distorcere i fatti in modo ridicolo, persino usando avvenimenti attuali.

Il 31 dicembre 2007 il quotidiano britannico The Telegraph ha pubblicato un articolo intitolato “Pochi si sono radunati in memoria sulla tomba di Saddam”. Era scritto da Akeel Hussein e Colin Freeman. Ecco alcune perle dell’articolo:

Nel primo anniversario della sua morte, in ogni caso, il luogo dell’eterno riposo dell’uomo le cui ultime parole furono “L’ Iraq non è nulla senza di me” mostra minimi cenni di trasformarsi nel santuario che molti temerono…

… Comunque i sostenitori che si sono raggruppati per la commemorazione posando fiori e leggendo il Corano si contano soltanto a dozzine, non a centinaia di migliaia, come l’ego illuso di Saddam si sarebbe potuto attendere…

… Il cimitero del partito Baath, come un giorno magari sarà conosciuto, sta ancora aspettando nuovi arrivi.
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Il cugino di Saddam, Ali Hassan al-Majid, soprannominato Alì il Chimico per aver gassato 5.000 curdi nel 1988, dovrà essere impiccato nei prossimi mesi.

Questi brani sono un raccapricciante esempio di giornalismo, in particolar modo perché provengono da un giornale così affermato come The Telegraph. Il tono di scherno, normalmente, non trapela mai in un articolo importante. Inoltre le inesattezze sono madornali. Nemmeno i detrattori di Saddam gli hanno mai attribuito le ultime parole che questa squadra di tirapiedi ha scritto. Comunque sia, i fatti sono veri: solamente alcune dozzine di persone si presentarono alla tomba di Saddam.

Ora, spostiamoci di alcune miglia attraverso la città di Londra e vediamo come The Time si è occupato della stessa storia. Deborah Haynes ed Ali Hamdani hanno collaborato all’articolo pubblicato il 30 dicembre 2007: “Impedito a migliaia di persone di visitare la tomba di Saddam nell’anniversario dell’esecuzione”.

Diamo uno sguardo ad un campionario tratto da questo articolo:

Una manciata di sostenitori di Saddam Hussein ha pianto intorno alla sua tomba in un villaggio a nord di Baghdad, oggi, nel primo anniversario dell’esecuzione del deposto dittatore, mentre ad altre migliaia è stato impedito di visitarne la tomba a causa delle aumentate ragioni di sicurezza…

…” L’esecuzione del Presidente Saddam Hussein condannato al martirio è un anniversario triste e addolora ogni iracheno onesto,” ha sostenuto Um Marwan, quarantenne, alla testa di una delegazione di donne dirette al luogo della sepoltura.

“Non si può comparare Saddam a Maliki o a Talabani, che si stanno nascondendo nella Zona Verde,” ha affermato.

Nel vicino villaggio di al-Dawr migliaia di persone avevano in programma una dimostrazione per condannare l’esecuzione, seguita da un corteo fino alla tomba di Saddam, ma i loro spostamenti sono stati limitati da un coprifuoco a tempo indeterminato imposto a partire da sabato, ha dichiarato Selam al-Abid, una ex-guardia di Saddam.

Due resoconti hanno usato dei fatti essenziali (e della menzogna, da parte di The Telegraph) nel descrivere il primo anniversario dell’assassinio di Saddam Hussein. Ad ogni modo, solamente in uno si spiega perché vi erano così poche persone sulla tomba di Saddam.

Se Saddam Hussein è una forza ormai esausta in Iraq, perché gli Stati Uniti ed i loro alleati collaborazionisti non permettono alla gente di visitare la sua tomba? Sono codardi senza assolutamente alcuna integrità e possono funzionare soltanto se circondati da carri armati ed armamenti pesanti quanto basta per incenerire l’intero paese. Tanto da “portare la democrazia in Iraq”.

Riguardo ad un altro argomento, ho ricevuto un messaggio e-mail da una donna britannica a proposito del mio articolo n°611 (Il massimo retaggio di Saddam Hussein: dal dicembre 2003 al dicembre 2006 – Seconda Parte). Lei ne restò sconvolta. In esso affermavo “Nessuno mise in dubbio le ragioni della guerra”. Questa frase seguiva due capoversi nei quali esaminavo la copertura insensata che la stampa aveva dato all’assassinio di Saddam. Inoltre, dopo la frase offensiva, continuai a proposito della stampa: “Tutti quanti gettarono la colpa su Saddam e scrissero come se l’Iran fosse un paese benevolo e leso”.

Io stavo decisamente facendo riferimento alla copertura stampa, non alle azioni di individui che si opposero coraggiosamente alla politica statunitense e britannica prima e dopo l’illegale invasione del marzo 2003. Questa donna mi fece molti esempi in cui lei mise a repentaglio il suo futuro per protestare ed agire contro i disegni imperialistici di Stati Uniti e Regno Unito. Chiedo scusa per ogni ambiguità che le mie parole possano aver causato. Pensavo di essere stato chiaro, ma se qualcuno eloquente come lei, e che è stato in trincea a lottare contro l’ingiustizia, ha frainteso le parole, ritengo necessario chiarire la situazione.

Malcom Lagauche

Fonte: www.malcomlagauche.com

Link: www.malcomlagauche.com/id1.html
1.01.08

Scelto e tradotto da Adelina Bottero

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