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La Redazione

 

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Recensione dell’opera: “Il Manuale del Leccaculo” di Richard Stengel

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A cura di Redazione CDC
Il 6 Giugno 2021
5973 Views
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Il Manuale del Leccaculo

Il Manuale del Leccaculo

Di Patrizia Ligabò, ComeDonChisciotte.org

L’autore Richard Stengel nel suo saggio “Il manuale del leccaculo” , ci presenta le origini dell’adulazione e ci consegna diverse prospettive, e punti di vista sul tale concetto. La panoramica ci illustra vari personaggi partendo da Satana, primo adulatore della storia, ma oggi l’umano non è secondo a nessuno. Un’opera ironica ed autoironica, ricca di documentazione. Molti gli autori citati nell’arco del tempo. Avversata come un male, oppure onorata come scienza del buon vivere, spesso la lusinga è un inganno inoffensivo, un delitto senza vittime.Aspetti positivi, e negativi di questo atto sono evidenziati nell’opera.

L’autore ritiene che l’aspetto negativo consista nella capacità di rendere le persone poco autocritiche, ed insofferenti alle critiche esterne. Nelle persone di spettacolo, della politica o di potere, questo aspetto emerge prepotentemente. Inoltre l’adulazione condiziona la simpatia , e non la reale capacità, o potenziale, soprattutto negli ambienti lavorativi.

Richard Stengel 2011

Richard Stengel 2011

Bacone fa un distinguo fra adulazione positiva o negativa. Persino nella sua poesia sulla morte il poeta Yeats crea un elogio all’elogio stesso. Le persone insicure o molto sensibili, avvertono ogni critica , come un singolo attacco personale. L’origine etimologica di “leccaculo”, pare sia dal francese flater, che significa appiattire, spianare, lisciare con mano, accarezzare; poi traslato in inglese flatter. Anche altre supposte origini, si accomunano nell’atto d’accarezzare. “Lisciare” fu utilizzato nel Seicento per evidenziare l’atto adulatorio. Aveva un’accezione negativa, fin dagli antichi greci che asserivano che l’arte del sedurre, fosse un atto illecito, portando alla distruzione della convivenza civile.

Colui che non avrà alcuna pietà di loro sarà Dante , relegandoli all’inferno, esattamente nell’ottavo girone. Se la parola di Dio era verità, il linguaggio ingannevole doveva essere per forza opera del diavolo. Avvicinandosi al XX secolo, ci fu un’evoluzione del termine ed il suo progressivo miglioramento. Il suo lato negativo, si perse durante il Rinascimento, divenendo più debolezza umana, che un peccato capitale.

Statua di Dante Aligheri a Firenze, Piazza Santa Croce

Statua di Dante Aligheri a Firenze, Piazza Santa Croce

Anche in Shakespeare troviamo una prospettiva del concetto positivo, attraverso la figura di Giulio Cesare. L’auto lusinga, in fase narcisistica, detta anche fase del pavone, è un indulgere nelle nostre fantasie personali.

Gli scimpanzè possiedono il 98% del nostro dna, essi vivono in gruppi come noi ed all’interno vi è un maschio alfa solitamente, ovvero esiste una gerarchia. Il maschio alfa cammina sicuro con il capo verso l’alto, gli altri con il capo leggermente chinato. Tutti i gruppi sociali hanno una gerarchia. Gli scimpanzè sono abili manipolatori, fregano l’altro, sono opportunisti. L’inganno è insito nelle scimmie a livello genetico. Si pensi che i maschi considerano le femmine solo quando in calore, ovvero attraenti, altrimenti le ignorano. D’altro canto le femmine sanno che la sessualità è una carta vincente, e la giocheranno per garantirsi una scalata sociale, o dei vantaggi. La struttura delle scimmie si basa sull’ingannare gli altri del gruppo, ciò non avverrebbe per un gruppo di lupi, od aquile, in cui il gruppo conta di più del singolo.

Recensione dell'opera: "Il Manuale del Leccaculo" di Richard Stengel

Secondo l’antropologo Robin Fox i maschi dominanti fra gli ominidi sono stati: ”Astuti, controllati, collaborativi.” Dal punto di vista antropologico, la deferenza nei confronti del maschio alfa non è diversa dall’ossequio dei cortigiani davanti a Luigi XIV, o dal bacio dei nobili egizi ai piedi del faraone in segno di reverenza. De Wall asserisce che il nostro sistema sociale, deriva da quello delle scimmie. L’evoluzione ha favorito i timidi ed i servili, penalizzando gli arroganti ed i colossi. Differentemente da quando asseriva Darwin non sopravvive sempre il più forte, spesso sopravvive il più ipocrita. Ovunque sostengono i sociologi esistono rapporti asimmetrici, cioè d’individui subalterni che cercano di migliorare il loro stato, fino a diventare dominanti. E dove c’è tensione e movimento, non può non esserci adulazione.

Giudicando un individuo come “arrampicatore sociale”, non gli fate certo un complimento. Però è insito nel suo dna. Ciò che può risultare irritante è come l’individuo lo sbatta in faccia a tutti, senza vergognarsene affatto, anzi facendone un vanto. Tali atteggiamenti sono presenti da Tutankamon ad Elisabetta I, da Wall Street a Hollywood. La simpatia potrebbe essere vista come un comportamento per iniziare e conservare un rapporto altruistico. Nell’opera di George Williams “Adaption and Natural Selection“ l’autore sostiene:

”Un individuo che ottimizza le amicizie, e riduce le sue inimicizie avrà un vantaggio evoluzionistico , ottimizzando i rapporti .”

L’adulazione spesso è una scelta operata da un concorrente, che sa di avere moltissime possibilità di perdere, se dovesse affrontare direttamente la competizione. Egli è sostanzialmente un debole, spesso escluso dalla gerarchia dominante, e non per sua scelta. Inoltre l’adulazione costa meno, del confronto ad armi pari. Le lusinghe producono serotonina, ed una certa distensione e senso di benessere. Infatti la serotonina è un neurotrasmettitore, una sostanza chimica che serve ad inviare informazioni da una cellula all’altra e la mancanza di serotonina è riscontrabile nei soggetti affetti da depressione.

La civiltà egizia durò tremila anni, il popolo egizio detestava i cambiamenti. Ciò perché nella loro cosmologia il loro mondo era perfetto. Per loro la perfezione significava immobilità eterna. L’inerzia era uno degli aspetti della loro civiltà. Ed in una società conservatrice, il ruolo dell’adulazione è fisso come qualsiasi altra cosa ed era bene non criticare mai. Inoltre nella società egizia la morte era sempre presente, l’aldilà era uguale, ed anzi migliore. Re e nobili portavano con loro nelle tombe spesso sontuose, i beni da loro reputati necessari o a cui erano affezionati, per continuare a vivere in maniera migliore possibile.

Piramidi, Egitto

Piramidi, Egitto

Dal 1800 a.c. l’ Aldilà venne allargato anche agli aristocratici, che lo guadagnavano elogiando la corte, e man mano il paradiso divenne più democratico. Verso la fine del Medio Regno, l’Aldilà si era ormai completamente democratizzato. Le tombe però rimasero in due zone completamente diverse, al popolo un’area, ai nobili e ricchi altri luoghi. Le piramidi sebbene meravigliose, sono lo specchio più evidente dell’ego umano, o autoelogio davanti alla morte. Anche i nomi scelti: Nefertiti ovvero “arriva la bellissima”, erano egoici. Negli epitaffi erano elencate solo qualità: onesto, giusto, magnanimo, tollerante, mai difetti.

D’altro canto la morte assolve tutti e ci rende migliori, molto di più di ciò che eravamo in vita. Secondo i greci l’adulazione era antidemocratica. La democrazia fin dall’inizio V e VI a.c.; infatti significa, o dovrebbe significare che alcuni possano essere sempre più uguali degli altri. Plutarco disse : ”L’adulatore nasce libero, e decide poi di vivere schiavo”

Differentemente dall’ Egitto vi erano stati dei re, ma non avevano mai formato delle corti, o delle elite. Per i greci l’adulazione era un nemico interno, non quella personale, ma quella pubblica! Nell’opera “I cavalieri”, il commediografo Aristofane traccia un’aspra caricatura della demagogia o ritratto poco lusinghiero del popolo che si fa abbindolare. La franchezza era alla stessa stregua pericolosa, si pensi a Socrate condannato a morte, per eccessiva sincerità. Con la morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a.c. , la libertà di parola venne meno garantita.

Primus, maximus, optimus ecco le parole d’ordine della gloria romana. Nella Roma augustea tutto doveva essere grande. I poeti erano al totale servizio dei mecenati, non vi erano contratti né diritti, erano ricattabili e considerati “prostitute” della parola dei potenti. Mentre i pensatori greci si preoccupavano di proteggere il popolo dai demagoghi, i pensatori romani erano più preoccupati a difendere i capi dagli adulatori, difendendo il potere e non la democrazia. L’adulazione romantica è incarnata da Casanova il quale diceva: “ Lodate i belli per la loro intelligenza, e gli intelligenti per la loro bellezza”. Se la seduzione amorosa, non avesse incontrato ostacoli non si sarebbero scritti personaggi quali: Anna Karenina, Abelardo ed Eloisa, Tristano ed Isotta, Romeo e Giulietta eccetera.

In conclusione le corti sono sempre esistite fino a giungere alle società odierne come Microsoft, Apple, Google, eccetera. Il motore che le alimentava, e le alimenta tuttora, è la ricerca di potere, prestigio, migliore vita e condizione sociale. Dal quattordicesimo secolo, i giovani che uscivano dalle università chiedevano un avanzamento sociale, ed essi erano numerosi come un esercito. Fra il 1500 ed il 1800 furono scritti migliaia di manuali di buone maniere, il tutto nella speranza di poter accedere alle corti, un giorno.

Anche la scoperta del continente americano contribuì al cambio di costume. Mentre nel vecchio mondo , l’affermazione dell’identità personale era ormai prassi, nel nuovo mondo, tutto era possibile.

”In America l’unico peccato era porsi dei limiti.” Emerson.

Inoltre il lavoro fa bene all’anima ed al portafoglio, così sostenevano gli americani. Agli inizi dell’Ottocento la popolazione Americana crebbe parecchio per le invasioni d’immigrati nelle città. Secondo Tocqueville, il primo motore dell’eguaglianza americana fu l’abrogazione del diritto di primogenitura. Si rafforzò la democrazia, minando l’aristocrazia. La definizione del grande sociologo canadese Erving Goffmann definì la vita un’opera in cui ognuno tenterà di proporre se stesso al centro. Tutt’oggi, con la cancellazione dell’etica avvenuta negli ultimi decenni, l’adulazione del popolo è la prima strategia di un delinquente, ed il patriottismo fine a se stesso è l’ultimo rifugio dei mascalzoni.

In una vera democrazia , il popolo vuole ciò di cui ha bisogno e non ha bisogno di essere elogiato, o raggirato da false promesse, non realizzabili, solo per tenerlo buono. E se si dice che ognuno ha il suo prezzo, non tutti siamo in vendita, ricordatevelo bene cari potenti!

Di Patrizia Ligabò, ComeDonChisciotte.org

Pubblicato da Giulio Bona per ComeDonChisciotte.org

 

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