DI ANTONUIO CAMUSO
pugliantagonista.it
La domanda vietata ai giornalisti dai nostri
generali
Quanto è avvenuto, oggi mettendo da parte sentimentalismi patriottici e
dolorose constatazioni che si tratta di giovanissimi provenienti dal SUD, che
continua a fornire carne da cannone, possiamo dire che si tratta di un
normalissimo episodio militare, da manuale e che statisticamente , è possibile
calcolare con largo anticipo la probabilità che esso succeda per numero di
operazioni simili, la quantità di perdite umane e di materiale previste
In Afghanistan operazioni di allargamento del controllo del territorio tramite
FOB ( Basi Avanzate) sono normalissime, e americani ed inglesi sono degli
specialisti in questo e calcolano anticipatamente quante perdite sono
accettabili nel rifornire , mantenere una FOB e tenerla operativa attraverso
operazioni di controllo di territorio remoto.In poche parole, in nove anni di guerra afgana, è possibile ormai conoscere
matematicamente lo scotto che c’è a pagare per ogni centimetro di territorio
che si vuol strappare agli insorti e quanto in più c’è da versare, in sangue e
denaro per mantenere nel tempo il controllo di quel centimetro conquistato.
Quello che in Italia i giornalisti non chiedono e che invece in America è
anticipato dagli staff del public-relation del Pentagono.
Se ci fate caso, ad ogni conferenza stampa che segue l’inizio di una nuova
operazione militare delle Forze armate USA, i portavoce del Pentagono
rispondono con matematica precisione alle domande dei giornalisti sulle perdite
che prevedono di avere, dei costi dell’operazione e dei risultati che si vuol
conseguire.
Ebbene da quando gli USA hanno chiesto al nostro contingente di cambiare
strategia nel territorio di competenza, tirare fuori il naso dai caposaldi e
andare a contendere passo passo il terreno agli insorti, installando nuove
basi sempre più remote e bisognose di rifornimenti continui in uomini e
materiali, ebbene nessun giornalista italiano si è permesso di chiedere ai
nostri generali quanto ci sarebbe costato tutto ciò.
Quelle cifre previsionali, morti, mezzi distrutti, ecc sono da tempo sui
tavoli degli analisti del nostro Stato Maggiore Difesa, come anche su quelle
del ministro della Difesa on La russa, ma nessuno si permette di chiederlo,
poiché sarebbe una bomba politico-militare,
Invece si preferisce contrabbandare il mito del buon italiano protetto dallo
stellone e dall’amuleto che ci si è portati da casa e dal materiale di
produzione nazionale che è sempre meglio di quello degli altri contingenti, per
poter fare marketing alle imprese armiere nazionali.
Né troveremmo un giornalista deciso di esser messo alla porta , a vita,
dagli ambienti ministeriali e dal suo giornale a causa di una domanda vietata
in Italia.
Si preferisce invece lanciarsi nelle interviste falsamente pietistiche ai
familiari e agli amici delle vittime, alle inquadrature di bare avvolte nel
tricolore e nel riportare i bollettini di vittoria dal fronte afgano e pieni
di indici di gradimento rilevati tra la popolazione locale verso i nostri
militari.
Io speriamo me la cavo, l’importante è arrivare a questo benedetto fine 2011…
Chissà se un giorno un nuovo filone di cinema neorealista italiano potrà
sceneggiare un film con questo titolo sulla guerra afgana vista dai soldati
italiani, quelli veri, come il caporalmaggiore che scriveva su facebook,”- Io
mi son rotto dell’Afghanistan e voglio ritornare a casa”- o come il pugliese
che diceva: “-Qui fa un freddo cane e rimpiango il mare del Salento?”–
Antonio Camuso ( Osservatorio sui Balcani di Brindisi)
Fonte: www.pugliantagonista.it
Link: http://www.pugliantagonista.it/osservbalcani/afghan17_domandavietata.htm
9.10.2010