La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

QUANTO PROGRESSISTA STIGLITZ?

blank
A cura di Truman
Il 18 Ottobre 2006
227 Views
227 Views

blank

DI EDUARDO GUDYNAS

Peripecias

La figura dell’economista Joseph Stiglitz appare sempre più frequentemente come riferimento e fonte di ispirazione per tutti coloro che sostengono nuove politiche di sviluppo. Ci troviamo nella situazione in cui un economista tradizionale appare come una figura celebrata dai più diversi movimenti alternativi.
C’è qualcosa di strano in tutto questo: Stiglitz continua ad essere un economista convenzionale, non è il sostenitore di nessun cambiamento radicale né rivoluzionario nell’economia dello sviluppo, al contrario le sue posizioni sono quasi sempre ancorate alla tradizione liberale.

E’ vero che Stiglitz ha attaccato duramente alcune posizioni economiche attuali. Ma è necessario porre le sue argomentazioni in prospettiva.Egli ha ottenuto notorietà per le sue forti critiche al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e specialmente su come venivano applicate alcune ricette di aggiustamento strutturale. Sebbene il suo libro più venduto, “La globalizzazione e i suoi oppositori” pubblicato nel 2002, nel titolo richiami ad una revisione di tutti i processi globali attuali, quello che in realtà prevale nelle sue pagine sono interrogativi e critiche al comportamento del FMI. Vi si trovano molte delle questioni e rivalità personali tipiche della comunità internazionale di Washington.

Stiglitz parte da una visione ristretta della globalizzazione. La definisce come un processo economico inteso come “l’eliminazione degli ostacoli al libero commercio ed una più ampia integrazione delle economie nazionali” e la cui “forza” è “l’arricchimento di tutti, in modo particolare dei poveri”. Questa è una visione della globalizzazione essenzialmente economica, che in se stessa ha un indiscusso potenziale positivo, mentre il dibattito dovrebbe basarsi piuttosto sul modo di “amministrare” la globalizzazione. Partendo da queste idee, ne “La globalizzazione e i suoi oppositori”, egli punta il dito specialmente contro il FMI. Quasi tutto ciò che scrive è vero; dalla miopia nell’applicazione degli strumenti fino all’arroganza dei suoi funzionari che fanno pressioni per riforme strutturali.

Ma Stiglitz non pone gli stessi interrogativi sull’istituzione sorella del FMI, cioè la Banca Mondiale. Ricordiamo che questo economista ha occupato una posizione di prestigio in questa banca dal 1997 al febbraio del 2000. Stiglitz ha una visione abbastanza semplicistica della Banca Mondiale, dal momento che la presenta come un’istituzione che dipende dalle decisioni del FMI e non affronta adeguatamente il suo ruolo come promotrice di iniziative e programmi di sviluppo, attraverso i quali si delineano dalle riforme della sicurezza sociale agli investimenti nelle infrastrutture. Sebbene meno noti delle famose lettere di intenti e dei programmi di aggiustamento strutturale del FMI, gli accordi con la Banca Mondiale, sia sotto forma di programmi allo sviluppo sia sotto forma di fondi strutturali, hanno rappresentato il fondamento degli studi sulle riforme di mercato fino a pochi anni fa. Negli anni in cui c’era Stiglitz non si sono registrate migliorie sostanziali atte a convertire l’impatto sociale e ambientale dei processi finanziati dalla Banca, e nemmeno sono migliorate le condizioni di trasparenza e accesso all’informazione.

Le relazioni della Banca Mondiale, e specialmente i suoi rapporti annuali sullo sviluppo mondiale, hanno ottenuto lo stesso trattamento. Certamente il volume sulla povertà (2000/2001) è stato al centro di un certa polemica, alla quale ha partecipato Stiglitz, ma in ogni modo l’accento era posto sulle riforme di “seconda generazione”. Negli anni di Stiglitz alla Banca Mondiale si erano completate la serie di proposte di riforme strutturali per l’America Latina, guidate dall’ufficio del capo economista responsabile della regione. In questi anni è apparso il conosciuto trio di pubblicazioni di Shahid, J. Burki e Guillermo Perry, con la lunga lista di riforme che si dovrebbero applicare in America Latina, dall’apertura commerciale alla decentralizzazione e municipalizzazione dello Stato. Molte di queste proposte sono state messe in pratica in alcuni paesi.
Sebbene Stiglitz abbia criticato la nomina di P. Wolwitz alla presidenza della Banca Mondiale (fatto che gli ha valso applausi), ricordiamo che i candidati erano l’ex presidente messicano Ernesto Zedillo, l’ex presidente della Banca Centrale del Brasile, Arminio Fraga e l’ex vicepresidente della Banca Mondiale, Kemal Dervis (Turchia). I punti a loro favore era che avevano esperienza di sviluppo economico e di mercati finanziari e che si erano laureati o tenevano lezioni nelle Università di Yale e Princeton o che potevano contare sull’appoggio del Financial Times (Stiglitz su El Pais, Madrid, 12 Marzo 2005). Queste non appaiono argomentazioni convincenti da una prospettiva rinnovatrice.

Certamente Stiglitz dice molte cose interessanti in materia di economia ed in alcuni momenti ha delle ispirazioni di eterodossia. E’ molto piacevole leggerlo e riflettere su alcuni punti. È anche vero che alcune sue critiche dirette al cuore della comunità dei tecnocrati globali di Washington, hanno un forte impatto. Bisogna però riconoscere che possiede una visione semplicistica della globalizzazione, dal momento che insiste sui suoi aspetti economici convenzionali. Una delle mie frasi preferite pronunciata da Stiglitz per dimostrare il suo semplicismo si trova nelle conclusioni di “La globalizzazione e i suoi oppositori”, quando afferma: “il mondo è complicato”. Ci si potrebbe aspettare che offrisse un’analisi un po’ più dettagliata, nonostante il fatto che nessuno possa negare che il mondo sia complicato. Questa stessa cosa la affermano molti altri economisti e leader sociali da molto più tempo e con maggiori dettagli.

È evidente che nella globalizzazione influiscono anche altri processi, come quelli che vanno dall’ambito delle ideologie politiche ai modelli culturali di consumo. Stiglitz li rammenta ogni tanto, a volte li intuisce, ma non li elabora in profondità. Per esempio non indaga su una economia alternativa sul tema della povertà, non ha un confronto con le posizioni di Amartya Sen, dovrebbe analizzare e molto più approfonditamente una riforma politica per una nuova economia, e così via con altre questioni. In quasi tutti gli scritti di Stiglitz si finisce per notare che manca lo sviluppo delle problematiche, si annuncia una analisi interessante, si presume che ci sia un approfondimento della materia, come nel caso della OMC o del rinnovamento delle Nazioni Unite… ma restiamo sulla superficie del rinnovamento amministrativo e delle riforme da attuare tramite la gestione. Le proposte alternative di Stiglitz sono quasi una rapida revisione, appesantite da una certa aria di superiorità e per questo motivo somigliano più a dei ricettari. Si tratta di “un’altra ricetta” con alcuni aspetti interessanti ma sempre una ricetta. Certamente l’esempio più chiaro fu il suo scritto “verso una nuova agenda per l’America Latina” pubblicato dal CEPAL nel 2003 e riprodotto in molti paesi. Buona parte delle sue proposte tuttavia sono molto generiche e non differiscono sostanzialmente dalle “nuove” riforme che si discutono in ambito CEPAL, BID e perfino nella stessa Banca Mondiale.

È fondamentale fare un passo avanti, e domandarsi perché ci siano tante persone affascinate dagli scritti di Stiglitz. Sembrerebbe che l’asse del dibattito si sia spostato verso destra, dal momento che un economista liberale come Stiglitz finisce per essere indicato come progressista. O piuttosto continuiamo impacciatamente a cercare persone con prestigio, che abbiano un premio Nobel o una cattedra negli Stati Uniti. Non ci sono nel seno dei movimenti sociali economisti alternativi che dicano più o meno le stesse cose? Sicuramente esistono, nonostante José Luis Fiori abbia ragione quando afferma che la sinistra ha avuto molte difficoltà a produrre i suoi propri programmi economici. Proprio per questo non è il momento di guardare esclusivamente alle cattedre economiche universitarie dell’emisfero nord per promuovere ancora di più il dialogo e le analisi economiche all’interno dei propri movimenti sociali.

Eduardo Gudynas

Fonte: http://www.peripecias.com/
Link:http://www.peripecias.com/desarrollo/104GudynasStiglitzCritica.html
30.09.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANNALISA MELANDRI

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
0 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti

  • Londra, uno stupro all’ora 2 Ottobre 2024
    anche questo è sempre stato così?!?! _____________________________________________________________ A Londra si registra una denuncia di stupro ogni ora, secondo i dati della polizia pubbli...
    dana74
  • La "sovranista" svende le centrali Enel in dismissione a BLACKROCK 2 Ottobre 2024
    Dalla lettura del Messaggero si apprende che Blackrock si incontrerà con l’AD di ENEL Cattaneo per la cessione al fondo le centrali elettriche dismesse o in via di dismissione a causa della ...
    dana74
  • Le zanzare infette, il boom di casi a Fano, i kit: la Dengue deve preoccuparci? 2 Ottobre 2024
    COME MAI 100 CASI TUTTI CONCENTRATI IN UNA SOLA CITTA'?!?! Certo se i responsabili non pagano MAI ovvio che alzano il tiro. Ah toh c'è il vaccino...... mentre il sindaco è cauto già i soliti...
    dana74
  • Chi semina vento raccoglie tempesta 2 Ottobre 2024
    Un centinaio di missili iraniani ieri sono arrivati in israele verso obiettivi militari e governativi. Nessun palazzo o infrastruttura civile è stata presa di mira, nessuna tendopoli è stata...
    dana74
  • Vendono già terreni del Libano 1 Ottobre 2024
    il celebre senso degli affari Un gruppo di coloni israeliani sta promuovendo nuove proprietà in vendita nel sud del Libano, mentre l’esercito israeliano conduce una campagna di bombarda...
    dana74


blank