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QUANDO LA RUSSIA E' STATA DICHIARATA NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO ?

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A cura di Davide
Il 28 Ottobre 2015
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DI PHILIP BUTLER

journal-neo.org

Le relazioni internazionali tra ciò che chiamiamo Occidente e la Russia sono diventate sempre più ostili nel corso degli ultimi due anni. Tuttavia, se attualmente si sono manifestate delle forti tensioni, uno sguardo alle politiche condotte dalle due ultime amministrazioni americane mette in evidenza un’annosa strategia di calunnia nei confronti della Federazione Russa. Ecco un saggio della retorica utilizzata dai mezzi di comunicazione dal 2003 a oggi. La Russia non è stata descritta come un nemico solo adesso, è chiaro che lo è sempre stata.

Nell’America di oggi molta gente pensa che Vladimir Putin in persona abbia abbattuto il volo MH17 ( Malaysia Air Lines da Amsterdam a Kuala Lumpur -n.d.t.). E’ anche vero che il tifoso tipo della lega nazionale di Foot-ball americano (NFL) crede veramente che Putin abbia sottratto la corona del Super Bowl a Robert Kraft, proprietario dei New England Patriots (squadra professionista di foot-ball vicino a Boston). Si, avete capito bene, una delle grandi ragioni per l’inizio di una sfrenata guerra nucleare tra l’ America e la Russia è la fregatura del trofeo al proprietario della NFL (si veda lo scandalo dei palloni sgonfiati). Pochi hanno notato che il miliardario Rupert Murdoch, proprietario dell’azienda editoriale News Corp, era indicato come testimone di quell’abominevole crimine. Una strana coincidenza, vero, che una persona a cui si addebita la responsabilità di rovesciare calunnie a carico della Russia attraverso i giornali, sia anche stato testimone del crimine del secolo (si veda il video della CNN)? Capisco che tutto ciò sia per voi una novità. Vedete, anch’io avevo creduto che questa nuova Guerra Fredda fosse cominciata in una data coincidente con la rivolta di piazza Maidan in Ucraina. Ma ero ben lontano dalla verità, come vedrete.

Ciò che è accaduto il 21 novembre 2013 sulla piazza dell’Indipendenza [la Maidan -n.d.t.] a Kiev, era senz’altro un colpo di Stato. Tuttavia gli avvenimenti poco dopo hanno fatto apparire questa sollevazione come un piano di emergenza per l’eventualità che Putin intervenisse contro le intenzioni della Nato di allargare la sua sfera di controllo verso Mosca. Una cosa che ha richiesto anni, non solo mesi. Global Research, e numerose altre analisi apparse sui media, la inquadrano bene. I mezzi di comunicazione “mainstream” tuttavia, non prendono neanche in considerazione questo genere di sospetti. Dunque personaggi come Murdoch e altri che hanno particolari interessi in settori come l’energia, i fondi d’investimento, ed il mercato dei cambi, per coincidenza possiedono anche la maggior parte dei mezzi di comunicazione, da Berlino a Los Angeles e ritorno. Senza poi andare a cercare i media corrotti e venduti, se siamo astuti possiamo rintracciare la copertura mediatica data ai punti strategici che vediamo in evidenza oggi.

La politica americana verso la Russia è cambiata radicalmente nel momento in cui George W. Bush ha lasciato la sua carica. Se guardiamo ai risultati, alla copertura mediatica e alle politiche annunciate dal 2001 a oggi, appaiono evidenti molti fatti. Non appena Barack Obama ha giurato come Presidente, anche prima che si fosse conosciuta la verità, la retorica anti-russa ha cambiato marcia. Prendendo in esame le notizie date da Google News, in ordine di data, ho trovato un cambiamento chiarissimo, che passa da un tono rilassato allo stato di guerra che troviamo adesso. Cito nel seguito gli argomenti-chiave dal 2003 ad oggi, con le date, solo a titolo di esempio.
L’anno 2003 per CNN si incentrava su: “La lotta di Putin contro gli Oligarchi”.
Nel 2004 il maggior titolo apparso sul New York Times diceva: “Il salmone trova un alleato nella Russia dell’Estremo Oriente.”
Il 1° dicembre 2005 l’articolo della BBC più critico che ho trovato era: “Un’orda di scoiattoli russi uccide dei cani”.
Nel dicembre 2006 lo Spiegel on line aveva come titolo più magniloquente : “La Russia di Putin: il Cremlino truffato da ex-agenti del KGB”.
Il 2007 è stato un anno di pausa, ABC ha titolato: “Russia: fate l’amore, fate dei figli, guadagnate dei soldi”
Nel 2008 le cose si riscaldano in agosto, il New York Times esordisce con: “La Russia sostiene l’indipendenza delle enclave georgiane”.
Più avanti nel 2008, dopo le elezioni, The Telegraph annuncia: “La Russia vuole tagliare le forniture di gas all’Ucraina, e mette a rischio le forniture all’Europa.”
Nel 2009 subito dopo la sua investitura, sul Washington Post: “Cerchiamo una nuova normalizzazione delle relazioni con la Russia, dice Biden”.
Sempre nel 2009 l’accordo sottobanco del quale ha parlato recentemente Vladimir Putin è comparso sotto forma di lettere segrete di Obama a Dimitri Medvedev. (International New York Times)
Nel 2010 la pugnalata alla schiena era in bella vista, quando la BBC informa: “La NATO e la Russia annunciano una ripresa del summit di Lisbona”.
Poi è arrivata la Primavera Araba e all’inizio del 2011 il New York Times annuncia: “In cambio la Russia accetta di cercare di convincere Gheddafi ad andarsene”.
E nel dicembre 2011, sul New York Times: “Gli elettori in Russia guardano i sondaggi elettorali, e ciò che vi vedono è la frode.”
Più tardi nel dicembre 2011 il New York Times surclassa di nuovo Google News: “Un raggruppamento che sfida il partito di Putin attira decine di migliaia di persone”.
Il 2012 comincia sul New York Times con “La Russia e la Cina bloccano l’azione dell’ONU contro la crisi in Siria.”
Più avanti in agosto lo Spiegel cinguetta che “La Russia di Putin è diventata una perfetta dittatura.”
Nel 2013 Putin ha costretto gli Stati Uniti a moderarsi, e la BBC ha informato che gli Stati Uniti e la Russia accettano la risoluzione sulle armi chimiche della Siria.
Dicembre 2013, il Wall Street Journal di proprietà di Murdoch spara: “Non aspettatevi che la Germania sostenga la Russia”.
Febbraio 2014 parte con gli articoli sul tracollo dei Giochi olimpici di Sochi, il Washington post titola:” A Sochi i giornalisti twittano in diretta le loro esperienze esilaranti e volgari negli hotel.”
E poi il 2014 è diventato l’anno della russofobia, degli anti-Putin e di milioni di racconti sulle aberrazioni della Russia di Putin.
2015 – La seconda Guerra fredda è a regime.

Nonostante a me sembri evidente la crisi tra l’Occidente e l’Est, può darsi che non sia chiaro per tutti. Penso a questo punto che sia interessante prendere in esame in particolare l’elezione presidenziale del 2008. Prima che Barack Obama assumesse la carica nel gennaio, si sono verificati molti movimenti di personaggi. Dopo la primavera Araba, vediamo oggi decimare il Nordafrica, e il Medio Oriente, e com’è la situazione ucraina, e perciò questa elezione merita un’attenzione particolare, se non altro per il ruolo dei partecipanti. Nel 2008 Hillary Clinton e Barack Obama sono stati prima risoluti avversari per la corsa alla presidenza, e poi hanno collaborato alla politica estera degli Stati Uniti. Per ciò che riguarda la Clinton, continua ad eludere le accuse di misfatti a Bengasi, lo scandalo dell’uranio e la faccenda delle sue e-mail (si accenna all’accusa rivolta a Hillary Clinton di aver discusso questioni riservate di stato con l’uso della sua mail privata- n.d.t.). Ancora più interessante è il fatto che l’avversario di Obama in queste elezioni, il senatore dell’Arizona John McCain, abbia perso le elezioni e sia stato poi nominato quale banditore incaricato della guerra in Siria ed in Ucraina. Il vice presidente Joe Biden si è ritirato dalla competizione elettorale per sostenere Obama e poi ne è divenuto il comprimario. Il figlio di Bi
den in seguito ha lavorato in Ucraina per una compagnia energetica locale.

Suppongo che si potrebbe anche sostenere che Vladimir Putin, che è stato eletto alla presidenza della Russia nel marzo 2012, abbia avuto un ruolo nell’ allargamento del fossato che divide l’America e la Russia. Dopotutto Dimitri Medvedev aveva già proposto Putin per un terzo mandato nel settembre 2011. Tuttavia anche se quella proposta potrebbe aver reso le cose più semplici, è evidentemente l’iniziativa di Putin del 2010 detta “da Lisbona a Vladivostok” che non era benvista. Il mio discorso è puntato su questo.

Quando gli Stati Uniti erano pesantemente impegnati in Afganistan ed in Irak, la preoccupazione e l’obiettivo dell’amministrazione Bush erano di vincere quelle guerre e di sfruttare gli affari che conflitti di quel tipo generano. L’entrata in scena della Russia era una preoccupazione secondaria, anche se abbiamo visto la NATO entrare in Georgia e in altre ex-repubbliche sovietiche. Con l’affievolirsi di queste guerre e specialmente con il bisogno di trovare al più presto dei nuovi conflitti da sostenere, gli obiettivi dell’amministrazione Obama erano chiari come l’acqua di sorgente. Io credo che i Governi degli Stati Uniti abbiano tentato di risucchiare la Russia in una sorta di consorteria occidentale – un di più, contraddetto dal ritorno di Putin al potere. Anche altri oltre a me lo hanno insinuato. Neil Buckley del Financial Times ha parlato dell’avvertimento di Putin agli europei a riguardo della religione. Egli cita Putin:

“In numerosi paesi europei la gente ha vergogna e paura di parlare delle sue convinzioni religiose. Le ferie religiose sono state soppresse o rinominate diversamente, nascondendo scandalosamente la natura del giorno di festa.”

Questo commento di Putin è arrivato nella scia degli appelli lanciati in Occidente per il boicottaggio dei giochi di Sochi, ma il tono riassume il punto di vista di Putin e quello della Russia, che Obama
ha per missione di ostacolare. Considerare tutto ciò che si è manifestato da quando Obama ha assunto la carica, compresa la verniciatura veemente della capitale dell’America con i colori dell’arcobaleno [simbolo Gay, n.d.t.], rende fondamentale questo punto di partenza.
Nell’istante stesso in cui la politica russa si è discostata dal progetto evidente di Washington, si è scatenato l’inferno per condannare qualunque cosa facesse Putin. Dopo il 2009 la squadra degli attori di Washington ha fatto di tutto per dare addosso a Putin. John McCain, il portavoce da un miliardo di dollari dell’industria degli armamenti, si è comprato sulla Pravda un articolo su Putin che gli assicura un posto nella storia tra i dirigenti psicopatici. A proposito della posizione della Russia (di Putin) sui gay McCain ha scritto:

“Scrivono delle leggi per inserire nei codici la bigottaggine contro delle persone di cui condannano l’orientamento sessuale. Gettano in prigione i componenti di un gruppo di Punk Rock per il crimine di essere stati provocatori e volgari e per aver avuto l’audacia di protestare contro il regime del Presidente Putin.”

E’ dentro questa specie di comportamento maniacale che il lettore vede oggi risvegliarsi la mia concezione della politica. Leggete quello che McCain ha scritto in uno dei giornali più influenti della Russia. La sua retorica non testimonia solo la sua mancanza di rispetto per il popolo russo, ma anche la sua ignoranza dell’immoralità dell’epoca. L’uomo che è stato eletto presidente ha ucciso migliaia di persone con i droni, il suo ex avversario politico corre come un malato dovunque nel mondo ad applaudire il caos e la guerra. Peggio ancora non trova criminale ma neanche indecente la volgarità dentro un luogo di culto. In quanto sudista, vi dico che se le Pussy Riot avessero fatto la loro esibizione in una chiesa battista della Carolina del Sud o dell’Alabama avrebbero pregato per essere condannate alla prigione. Mia madre diceva sempre:” C’è un tempo ed un luogo per ogni cosa”. E la maggior parte degli Americani della mia generazione si schiererebbero a fianco di Putin per quell’episodio.

In conclusione sembra corretto supporre che la missione contro la Russia e altri paesi non fosse solo una reazione all’impegno di Putin in Siria. Neppure la Primavera araba era un evento spontaneo. Da quando è iniziata la cosiddetta guerra contro il terrorismo, e forse anche da prima, è sorta a Washington una nuova élite e adesso ha un innegabile potere.

Due presidenti Bush, un Clinton, e una Clinton che lo diventerà, con un’amministrazione Obama che integra tutte le caratteristiche di questi ultimi, fanno sì che la democrazia non comporti più una scelta. Quanto all’ideale di una collaborazione pacifica tra Americani e Russi, non c’è mai stata probabilmente alcuna speranza. L’America attuale è vittima della sua stessa supremazia. L’inamovibilità della leadership, i cittadini che si accontentano del “meno peggio” – sono la causa dei pericoli che il mondo corre oggigiorno. Questa nuova Guerra fredda non è iniziata quando la Crimea ha votato per tornare russa, e i diritti LGBT non sono mai stati il problema principale. Le pressioni , le menzogne, gli aiuti logistici, e la strategia di guerra a lungo termine non si sono mai interrotti. Sapendo tutto questo noi dovremmo essere in grado di fermarci a riconsiderare che cos’è una vera scelta democratica. Una grande incertezza.

Phil Butler è un ricercatore ed analista politico, politologo ed esperto dell’Europa dell’Est e scrive esclusivamente per la rivista on-line New Eastern Outlook

Fonte: http://journal-neo.org

Link: http://journal-neo.org/2015/10/17/when-was-russia-declared-public-enemy-number-one/

17.10.2015

Traduzione dal francese per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

[n.d.t. = note dei traduttori]

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