DI DEBORA BILLI
Crisis
Quando tra le categorie di questo blog decidemmo di inserire anche “Ordine Pubblico” non fu idea peregrina. Prima o poi doveva servire.
Ed ecco che mentre il Paese si scanna per le intercettazioni, o pensa agli Europei, o sta a guardare Bush che passeggia nei giardini Vaticani, con la massima nonchalance si decide di mandare l’esercito a pattugliare le strade. E nessuno fiata.
Eppure è una roba da Cile di Pinochet, per essere scontati, o al limite giustificata solo in luoghi e situazioni estremi (penso ai Vespri Siciliani, dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio).
Ma oggi? Da cosa ci devono proteggere le Forze Armate? Dai rumeni che scippano? Dal tossico che sgraffigna il TomTom? Dai bulli adolescenti? Dai guidatori ubriachi? Perché l'”emergenza sicurezza” in Italia è questa, mica altro, a meno di voler andare a stanare i mafiosi – cosa che non mi pare in programma.
Allora le opzioni sono due. O il governo deve mostrare all’elettore che mantiene le promesse, e fa un po’ di gesti plateali per rassicurare la sora Rosina che il suo voto è ben speso, oppure i militari nelle città sono un’assicurazione contro eventi di altro tipo: proteste per la benzina, per i rincari o, Dio ci scampi, per le banche.
C’è chi minimizza:”Vabbè, ma sono solo 2500, quattro gatti”. Ma adesso con una firma su un foglio possono diventare 4000, 5000, all’occorrenza. Chi li conta? E se ne possono dirottare in quantità su un’unica città, Milano, Roma, o… Genova. Cosa fatta capo ha.
Qualcuno ha ancora voglia di scendere in strada a lamentarsi?