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La Redazione

 

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PUTIN E ISRAELE – UNA RELAZIONE COMPLESSSA

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A cura di Davide
Il 30 Dicembre 2015
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THE SAKER

thesaker.is

Il recente assassinio di Samir Kuntar per mano israeliana ha acceso nuovamente la discussione sulla relazione tra Putin e Israele. Questo è un argomento estremamente complesso e quelli che vogliono risposte semplici o “preconfezionate” dovrebbero smettere subito di leggere. In verità la storia della relazione tra Russia e Israele e, prima ancora, quella tra russi ed ebrei, meriterebbe un libro intero. Infatti, un libro simile lo ha scritto Alexander Solzhenitsyn, dal titolo 200 anni insieme, ma a causa dell’influenza sionista sui media anglosassoni, non è ancora stato tradotto in inglese. Questo dovrebbe già farci capire qualcosa — un autore acclamato in tutto il mondo non riesce a far tradurre in inglese un suo libro, perché il suo contenuto potrebbe minare la narrativa mainstream sulle relazioni russo-ebree in generale e sul ruolo ricoperto dagli ebrei nella politica russa del Ventesimo secolo in particolare. Non sono necessarie altre prove sulla realtà della subordinazione dell’ex impero britannico agli interessi sionisti.

Ho già scritto in passato su questo argomento e vi chiederei, perlomeno, di leggere i seguenti due articoli prima di continuare a leggere:

Prima di vedere alcune delle idiosincrasie della relazione russo-israeliana, vorrei sottolineare un punto davvero importante: non si dovrebe immediatamente supporre che la relazione tra ebrei e gentili in Russia sia simile a quella che vi è in Occidente. Non è questo il caso. Senza entrare in una discussione dettagliata sull’emancipazione degli ebrei in Occidente e sul loro lungo cammino dagli shtetls (insediamenti ebrici ndr) governati dai rabbini fino ai consigli di amministrazione delle più grandi corporation, dirò solamente che per gli ebrei russi questo processo ha avuto luogo in modo molto più violento e catastrofico. La seconda grande differenza è che grosso modo tra il 1917 e il 1939 una specifica sottocategoria di ebrei (ebrei bolscevichi) aveva il controllo quasi totale della Russia. Durante quel periodo gli ebrei bolscevichi hanno perseguitato i russi, specialmente i cristiani ortodossi, con un odio quasi genocida. Questo è un fatto storico del quale molti russi sono consapevoli, anche se questo è ancora considerato reato d’opinione in molti circoli occidentali. E’ inoltre importante sottolineare qui che gli ebrei bolscevichi non hanno perseguitato solo dei cristiani ortodossi, ma tutti i gruppi religiosi, tra i quali anche gruppi ebraici. Putin è molto più consapevole di tutti questi eventi che sono stati da lui menzionati mentre parlava ad un gruppo di ebrei a Mosca:

Nel secondo degli articoli segnalati sopra ho discusso questi problemi, e ciò che intendo mostrarvi è come Putin sia veramente più consapevole di questo passato, e di come egli abbia l’onestà intellettuale di ricordare ciò agli ebrei russi.

L’altro fattore assolutamente cruciale riguardo la relazione tra Russia e Israele è l’emigrazione degli ebrei russi verso Israele. Voglio qui sottoporvi alcuni punti riguardanti il perché questo sia un fattore cruciale:

– Tralasciando se essi siano finiti in Israele, Austria, Germania, Usa o Israele; l’immigrazione degli ebrei russi verso Israele ha reso possibile la partenza di quegli ebrei che non volevano più restare in Russia. Questo significa che la maggior parte – se non tutti – degli ebrei russofobi e fortemente anticristiani ha lasciato la Russia. Quelli rimasti in Russia hanno fatto così perché hanno deciso che quella fosse la loro casa.

– Una parte consistente ( alcune stime parlano del 20% ) dei cosiddetti “ebrei” che hanno lasciato la Russia non sono del tutto ebrei, fra i quali alcuni di quelli insediati in Israele. La verità è che le difficoltà economiche e sociali che ha affrontato la società sovietica sotto Breznev & co. e la Russia sotto Eltsin hanno spinto diversi russi non-ebrei ad inventarsi un’inesistente origine ebrea per il solo fine di emigrare. Perciò in Israele vi sono molti russi autentici, piuttosto che ebrei russi.

– Come risultato di quest’ampia emigrazione, vi sono innumerevoli legami fra individui e famiglie che vivono in Russia e fra quelli in Israele. Questo significa, per esempio, che quando l’Iraq o Hezbollah lanciano razzi verso Israele, vi sono persone in Russia che sono realmente preoccupate per i loro amici in Israele, anche se non necessariamente approvano le politiche israeliane.

– La cosiddetta “mafia russa” è in realtà, principalmente una mafia di ebrei russi. Questo è particolarmente vero in occidente. In Russia vi sono dei gangster ebrei, ma non una mafia ebrea in quanto tale. Mafiosi ebrei e russi vanno notoriamente d’accordo, e questo fatto crea, come dire, forti legami d’affari tra gli oligarchi russi ed Israele.

– Sotto Eltsin il paese era di fatto gestito dalla cosiddetta semibankirshchina, il “governo dei Sette banchieri”. Questi erano i sette maggiori banchieri russi che detenevano da soli il 50% dell’intera economia nazionale. Erano tutti ebrei ad eccezione di uno (Potanin).

– Durante gli anni di Eltsin, gran parte dei membri del governo, ed in particolare i loro consiglieri, erano ebrei. Degli ebrei avevano inoltre il controllo di quasi tutti i media mainstream. Per darvi un’idea di quanto fosse prevalente questo trend negli anni ’90, vi è una lista di personaggi ebrei ai massimi livelli nella Russia di Eltsin, trovati su internet. ( fonte: https://goo.gl/jZlazH)

Oltre agli oligarchi ebrei che assicurarono la rielezione di Boris Eltsin nelle elezioni presidenziali del 1996:

1991-1999

Boris Yeltsin (sposato con un’ebrea)

Livshits, consigliere del presidente per le questioni economiche.

Durante tutto il periodo di carica di Eltsin, la maggior parte dei consiglieri erano ebrei.

Il capo dell’amministrazione presidenziale Filatov, Chubais, Voloshin, la figlia del Presidente, Tatyana Dyachenko.

GOVERNO

Tutti i ministri chiave erano ebrei, tra cui:

Yasin, Ministro dell’economia

Urinson, Viceministro

Panskov, Ministro delle finanze

Vavilov, Viceministro

Paramonov, Presidente della Banca Centrale

Kozyrev, Ministro degli esteri

Shafranik, Ministro dell’energia

Bulhak, ministro delle comunicazioni

Danilov. Ministro delle risorse naturali

Efimov, Ministro dei trasporti

Nechayev, Ministro della sanità

Saltykov, Ministro della scienza

Sidorov, Ministro della cultura

MASS MEDIA

Rodents, Presidente dei Media

STAMPA

“News” – Golembiovskiy
“Komsomolskaya Pravda” – Fronin
“Moskovsky Komsomolets” – Gusev (Drabkin)
“Arguments and Facts” – Starks
“Work” – Potapov
“Moscow News” – Karpinski
“Kommersant” – Yakovlev (Ginsburg)
“New Look” – Dodolev
“Nezavisimaya Gazeta” – Tretyakov
“Evening Moscow” – Lisin
“Literary Newspaper” – Udaltsov
“Publicity” – Izyumov
“Interlocutor” – Kozlov
“Rural Life” – Kharlamov
“Top Secret” – Borovik

RADIO E TELEVISIONE

TV e Radio “Ostankino” , A. Yakovlev

TV e Compagnia radiofonica Russa, Poptsov

I “Sette banchieri” (più uno)

1 Aven

2 Berezovsky

3 Gusinsky

4 Potanin

5 Smolensk

6 Friedman

7 Khodorkhovsky

8 Abramovich

L’elenco delle personalità ebree nel governo sovietico nel periodo 1917-1939 è molto simile. La potete trovare voi stessi su Internet.

A dire il vero, quelli che compilano liste simili, raramente sono motivati da intenti meramente “scientifici”, e spesso non si attengono strettamente all’evidenza. Perciò è possibile che una certa percentuale di ebrei nella lista in alto non siano veramente ebrei. Ma anche considerando un largo margine di errore, si ha comunque un quadro generale. Cosi come tra il 1917 e il 1939, e tra il 1991 e il 1999 la gestione del potere in Russia era saldamente in mani ebree, e in entrambi i casi con conseguenze veramente catastrofiche. La grossa differenza è che, mentre all’inizio del 20° secolo gli ebrei al potere erano ideologicamente antagonisti all’impero Anglosassone, alla fine del 20° secolo gli ebrei al potere in Russia erano in pratica un’estensione dell’impero Anglo-sionista.

Parliamo ora dell’estensione dell’Impero Anglo-sionista.

Ho già spiegato più volte in passato il fatto che la candidatura di Putin per la successione a Eltsin fosse un compromesso tra i servizi di sicurezza russi e i poteri economici che appoggiavano Medvedev come “contrappeso” a Putin. Generalmente mi riferisco alle forze che sostengono Putin come a “sovranisti euroasiatici”; definisco invece “integrazionisti atlantici” quelli che appoggiano Medvedev. L’obiettivo dei primi è di rendere la Russia pienamente sovrana, facendone al contempo un elemento chiave all’interno di un continente Eurasiatico multipolare ma unificato; l’obiettivo dei secondi è invece quello di essere accettati dall’Impero anglosionista come partner di pari grado, tramite l’integrazione di fatto della Russia nelle strutture di potere occidentali. Ciò che segue è così importante che ho deciso di separarlo in un paragrafo a parte:

Gli integrazionisti atlantici hanno ancora il pieno controllo dei settori finanziario e bancario russi, di tutte le posizioni chiave del governo e dei ministeri economici, controllano la Banca Centrale russa e sono, di gran lunga, la più grande minaccia per il ruolo di Putin e di coloro che lo sostengono. Considerando che adesso il 90% dei russi circa appoggia Putin, ciò significa che questi integrazionisti atlantici rappresentano la più grande minaccia per il popolo russo e per la Russia nel suo insieme.

Come si lega tutto ciò ad Israele? Semplice!

Putin ha ereditato un sistema creato da e per l’Impero Anglosionista. La sua era una candidatura di compromesso tra due partiti radicalmente opposti, e ciò ha fatto si che ci volessero anni per disfarsi, prima, dell’oligarchia (ebrea) russa, e successivamente, molto gradualmente, è iniziato il processo di “ripulitura” nel quale, lentamente e passo dopo passo, i sionisti venivano buttati fuori dalle loro posizioni di potere. Secondo Mikhail Khazin, il bilanciamento tra questi due gruppi ha raggiunto solo di recente un equilibrio instabile di 50/50. Questo significa inoltre che i “putiniani” dovrebbero guardarsi la schiena ogni santo giorno che Dio manda in terra, perché sanno che i loro cosiddetti “colleghi” li pugnalerebbero in un batter d’occhio non appena si presentasse l’occasione.

Penso che i rumors su un eventuale colpo di stato in Russia siano fortemente esagerati. Non solo perché Putin gode del supporto dei “ministeri del potere” (Difesa, Sicurezza di Stato, Interni etc), ma soprattutto perché, cosa ancora più importante, gode del supporto del 90% dei russi. Rovesciare un uomo con un seguito tale, amato veramente da gran parte della gente, sarebbe pericoloso. Ciò non vuol dire che la “quinta colonna” non sia disposta a sabotare ogni sforzo di Putin e dei suoi sostenitori.

La verità è che Putin è stato costretto a scendere compromessi molte, molte volte. Qui vediamo solo alcuni esempi:

Gli oligarchi: quando Putin ha liberato la Russia dalla semibankirschina, non ha realmente operato un giro di vite contro tutti gli oligarchi in quanto tali. Si è disfato solamente di quegli oligarchi che, come Khodorkovsky, hanno sostanzialmente provato ad ordire un golpe contro Putin corrompendo l’intera Duma. Agli oligarchi è stato detto: “state fuori dalla politica e verrete lasciati in pace”. Il patto è valido ancora oggi.

L’economia: anche nel suo ultimo discorso Putin ha dovuto evidenziare che il suo pieno appoggio alla Banca Centrale e ai ministeri economici del governo Medvedev. Considerato che tutti gli alleati di Putin denunciano ad alta voce il modo in cui è malgestita l’economia russa, questa appare come una dichiarazione estorta e non ciò che egli pensa veramente. A proposito, sto osservando una sistematica campagna di denigrazione, nei canali della TV centrale russa, contro la Banca Centrale e i ministeri economici, e questa non può essere una coincidenza. Prevedo che Putin abbia in serbo un’epurazione di questi circoli, ma ha bisogno di mettere in fila le sue prede prima di agire, in particolar modo aizzando l’opinione pubblica contro di esse. Ancora oggi l’economia russa è gestita da emuli del FMI, nello stile del “Washington Consensus”, da qui la loro politica folle sui tassi di interesse, sull’acquisto di bond Usa, sul contenimento dell’inflazione etc. Putin non è uno di quelli che definirei come socialista, per ciò che sostiene, ma più precisamente un fautore del “capitalismo sociale”, uno che sta provando con forza a staccare la Russia dal sistema finanziario occidentale, e a non farla più giocare secondo le regole dell’Impero.

Politica estera: fino all’ultima rielezione di Putin, quando la Russia ha iniziato ad avere una politica estere abbastanza coerente, la politica della Russia è stata una serie di zig-zag. Ciò era particolarmente vero nel periodo in cui Medvedev era Presidente e quando l’Iran e la Libia sono stati traditi dalla Russia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU (cosa che Putin ha apertamente definito “stupida”).

Personalità: ricordate l’ultra-corrotto ministro della difesa Serdiukov? Indovinate… non è stato ancora formalmente accusato di nulla. Anche la donna con la quale conduceva i suoi loschi affari vive ancora nel suo lussuoso appartamento a Mosca. Cosa ci dice tutto ciò? Che anche quando Putin ha avuto le prove schiaccianti degli illeciti di Serdiukov, ha avuto abbastanza potere per sostituirlo con Shoigu, ma non abbastanza da consentire la carcerazione di un “integrazionista atlantico” di alto profilo.

Ukraina occupata dai nazisti: Putin aveva abbastanza controllo sul governo da fornire l’assistenza logistica di base e per inviare alcune forze speciali di artiglieria lungo i confini per aiutare i Novorossij, ma non potè costringere i ministeri economici ad usare la forza economica russa per soffocare l’economia ucraina. Questo è evidente nell’invio di munizioni lungo i confini nel Saur Moglia e nelle forniture energetiche (sostanzialmente gratis) oltreconfine a Kiev.

Propaganda russofobica: quando poco tempo fa Alexei Andronov, un giornalista sportivo di terz’ordine, ha postato un commento su twitter brutalmente russofobico, è stato per questo criticato da Alexei Pushkov, giornalista e inoltre capo del comitato per gli affari esteri alla Duma nel programma TV Postscriptum condotto da quest’ultimo. Il canale TV che trasmette il programma, TV Tsentr, ha censurato la sequenza in cui si critica Andronov. In seguito, il famoso regista russo Nikita Mikhailkov, ha registrato un intera puntata per discutere questo fatto, e l’emittente che manda in onda il programma, TV Russia, ha censurato allora l’intera puntata. Il direttore del canale TV in cui lavora Andronov, Tina Kandelaki, ha dato a quest’ultimo il suo pieno appoggio. Conclusione: mentre Putin ha immensamente migliorato la qualità complessiva della TV russa, i russofobi sono ancora molto influenti e possono continuare a sputare veleno nella totale impunità.

Potrei continuare questa lista esempio dopo esempio, ma penso di aver reso l’idea: Putin è una persona molto valida, che opera in un sistema molto inadeguato.

Ma ora torniamo alla Siria, ad Hezbollah e all’omicidio di Samir Kuntar.

Prima di tutto, considero controversa la decisione di intervenire militarmente in Siria. Putin è riuscito a realizzarla mettendo in piano due cose: spiegando ai russi che sarebbe stato meglio affrontare i terroristi laggiù (in Siria), piuttosto che in casa, e promettendo che non avrebbe inviato forze di terra. Quando Daesh e i turchi hanno mantenuto la promessa fatta ad Obama e a Biden facendo esplodere in volo un aereo di linea russo, e in seguito un bombardiere SU-24, la gente in Russia ha continuato a sostenere Putin, ma molti altri, incluso chi scrive, erano estremamente consapevoli dei rischi della situazione. Alla fine della storia è stata la personale fama da “duro” di Putin, che gli ha consentito di tenere botta a dispetto dei timori fondati.

In secondo luogo, è evidente che Putin e Netanyahu abbiano raggiunto un accordo quando quest’ultimo si è recato a Mosca: Israele non avrebbe interferito nelle operazioni russe in Siria fino a quando i Russi si sarebbero tenuti fuori dalle operazioni militari di Israele contro Hezbollah. Ciò ha consentito ad entrambe le parti di perseguire i loro interessi primari, a discapito degli loro obiettivi secondari. Non vi piace questo accordo e ne mettete in dubbio la moralità? Bene, lo penso anch’io. Questo, infatti, mi mette estremamente a disagio, ma non mi sarei aspettato niente di meno da due spietati campioni della realpolitik come Putin e Bibi Netanyahu. (è una cosa buona che io e voi non siamo al potere!).

A questo proposito vi è un altro precedente che mi ha trovato a disagio: il totale appoggio russo alla sanguinosa repressione militare dell’esercito egiziano contro i Fratelli Musulmani in Egitto. Io posso accettare la motivazione che l’appoggio all’esercito egiziano aveva senso nell’ottica del conflitto in Siria, ma eticamente, il supporto ad un regime simile mi preoccupa. E’ per questo che Putin è un politico spietato ma di successo, mentre il sottoscritto è un modesto e quasi irrilevante blogger: è necessario un orso spietato per combattere dei lupi spietati.

Detto ciò, non facciamo finta che Hezbollah sia meno cinica di quanto non lo sia realmente. Vi ricordo ciò che è successo quando Imad Mughniyeh è stato ucciso a Damasco dagli stessi israeliani, in un’operazione che avrebbe potuto avere luogo solamente con la collaborazione ad alti livelli del regime di Assad: Hezbollah ha promesso una rappresaglia, ma non si è lasciata sfuggire neanche una parola contro il regime. Né Hezbollah fece alcuna obiezione mentre Assad torturava dei musulmani per conto della CIA all’interno del programma delle “renditions”.

Così per Putin: egli ha semplicemente delle priorità diverse piuttosto che proteggere Hezbollah o combattere Israele.

Sopravvivere in Russia senza essere rovesciati dalla sempre potente Configurazione di Potere Sionista ( per utilizzare un’espressione di James Petras) è la vera priorità. Un’altra priorità è quella di non offrire ai nemici, interni o esterni che siano, l’argomento politico che la Russia stia attaccando Israele. E’ pure cruciale non ingaggiare nessuno scontro armato con le forze israeliane, per non esporre il piccolo e isolato contingente russo ad un conflitto su due fronti. Lo è pure che il contingente russo non venga accusato di essere de-facto la forza aerea di Hezbollah, così come gli Usa lo sono per Daesh. Tutte queste ovviamente sono priorità per Putin.

E ancora: mentre gli S-400 russi possono facilmente abbattere ogni aereo israeliano, il contingente aereo russo non ha l’intenzione concreta di combattere Israele o, non di meno, la NATO o CENTCOM. Così la Russia non può assolutamente ingaggiare uno scontro con Israele, non tanto a causa dell’intrinseca forza dell’entità sionista, ma a causa del fatto che l’impero USA è completamente sotto il controllo sionista. Così quegli americani che si lamentano del fatto che Putin non ha il coraggio di affrontare Israele, dovrebbero chiedersi come abbia fatto Israele a trasformare l’Europa e gli Usa in un protettorato sionista senza voce, e cosa stiano facendo loro per liberarsi da quel giogo.

Riguardo all’Occidente, uno dovrebbe da un lato paragonare la posizione dell’impero anglosionista, e dall’altro quella di tanti influenti ebrei russi, riguardo la guerra in Ucraina. Mentre l’Occidente si è schierato a totale supporto dei nazisti di Kiev, diversi ebrei russi, specialmente quelli famosi come Vladimir Soloviev, hanno assunto apertamente una posizione anti-nazista. E mentre in Israele la popolarità di Putin e della Russia è ancora estremamente bassa, gran parte dell’opposizione a Putin in Russia non è formata da ebrei. Infine, la gente comune in Russia è purtroppo molto poco informata sugli orrori perpetrati dal regime sionista contro i palestinesi, mentre gli Israeliani e quelli che hanno la doppia cittadinanza (come Eugenii Satanovskii o Avigdor Eskin ) diffondono in continuazione l’idea che “noi russi e israeliani siamo gli unici ad affrontare il terrorismo musulmano” che viene così sfruttata al meglio nella guerra in corso tra la Russia e Daesh. In altre parole, per Putin sarebbe terribilmente difficile far digerire all’opinione pubblica russa l’abbattimento di un aereo israeliano.

Capisco che le cose dette sopra abbiano poca presa verso coloro che semplicemente odiano gli ebrei oppure verso quelli a cui piace dividere le cose in bianco e nero. Per loro Putin sarà sempre un venduto, un galoppino degli ebrei o un burattino della finanza internazionale. Sinceramente, non è a loro che intendo rivolgermi. Ma ci sono anche quelli che sono realmente confusi e frastornati dalle politiche della Russia che possono apparire opache o anche contraddittorie. Concluderò dicendo loro quanto segue:

Putin persegue il proprio scopo un passo per volta e sa bene quando aspettare per fare sì che gli eventi seguano il loro corso. E’ inoltre assolutamente consapevole di dover lottare con una mano legata detro la schiena e l’altra impegnata a difendersi da nemici esterni ed interni (questi ultimi molto più pericolosi) nello stesso momento. Sono sicuro che Putin comprenda appieno che, almeno potenzialmente, la sua politica di resistenza, emancipazione e liberazione possa condurre ad un conflitto nucleare intercontinentale e che la Russia sia attualmente più debole dell’impero Anglosionista. Come ai tempi di Stolypin, la Russia ha un disperato bisogno di qualche altro anno di pace per svilupparsi e riprendersi appieno. Più precisamente, questo non è il momento per una guerra frontale con l’Impero. La Russia ha un bisogno vitale di “pace” e di “tempo”: pace in Ucraina, pace in Europa e, certamente, pace in Medioriente. Quest’ultima — ahimè — non è un’opzione e, laddove è stato costretto, Putin ha preso la decisione di andare in guerra. E sono assolutamente e categoricamente certo che se l’Impero attacherà la Russia (dalla Turchia o altrove), essa si difenderà. La Russia è disposta ad entrare in guerra, se necessario, ma farà tutto il possibile per evitarla. E’ questo il prezzo che la Russia paga per stare dalla parte più debole. La buona notizia è che la Russia sta diventando più forte ogni giorno che passa, mentre l’Impero diventa più debole. E il potere degli Anglosionisti e della loro quinta colonna russa si indebolisce ogni giorno che passa. Ma questo processo richiede tempo.

Il grande evento a cui guardare è il giro di vite sulla Banca Centrale e sui ministeri economici. Ognuno in Russia lo sta aspettando, e lo stesso Putin ha sollevato direttamente la questione di recente, ma sta ancora negando tutto e sostenendo che egli sostiene appieno questi sabotatori. Considerando il ragionamento di Putin, è alquanto stupido pensare che egli li sostenga veramente — questa è chiaramente una tattica dilatoria per aspettare il momento opportuno.

Non fraintendiamo. Non c’è un grande amore tra la Russia ed Israele. Ma non c’è neanche molta ostilità, almeno non da parte russa. Molti russi sono consapevoli del ruolo cattivo svolto dagli ebrei già due volte nella storia russa, ma questo non si traduce nel tipo di ostilità contro gli ebrei che si può vedere, ad esempio, in Ucraina. Al più i russi possono essere diffidenti del “potere” degli ebrei, ma raramente si traduce in ostilità verso di essi indistintamente. Alcuni dei personaggi pubblici più amati in Russia, come il poeta Vladimir Vysotskii, sono ebrei. Molti russi fanno una distinzione tra gli ebrei “loro” (ebrei russofobici in Occidente) e i “nostri” ebrei (ebrei russi che amano la Russia). Ma da quando la russofobia è dilagata tra le elite russe, prima e dopo la rivoluzione, essa può difficilmente essere descritta come un fenomeno meramente ebreo. La cultura russa è sempre stata transnazionale e multietnica, non separa le persone in base alla loro provenienza etnica, ma le giudica molto più volentirei per le loro azioni e le loro idee. Per tutte queste ragioni l’odio verso gli ebrei è più un fenomeno nazionalista ucraino che russo.

E mentre la maggior parte dei russi non desidera un ritorno al potere di una nuova versione dei commissari Bolscevichi o dei “democratici” oligarchi in russia, vi è una vicinanza ed una solidarietà antinazista tra russi ed israeliani che non si dovrebbe dimenticare.

Riguardo la Palestina, la Russia appoggerà tutte le risoluzioni importanti dell’ONU e pertanto sosterrà la soluzione assai poco fantasiosa dei “due stati”. Al più la Russia condannerà o si di lamenterà degli abusi israeliani sui palestinesi. Ma la Russia non diventerà mai una strenua paladina dei diritti dei palestinesi come l’Iran o Hezbollah, per il semplice fatto che il futuro dei palestinesi non è una priorità russa.

Spero che tutto ciò sia di aiuto nel comprendere il perché la Russia non intraprenda nessuna azione per difendere Hezbollah contro gli israeliani (e il perché non impedirà ad Hezbollah di contrattaccare dalla Siria, se Hezbollah prendesse questa decisione). In breve: non vi sono ragioni convincenti interne od esterne farsi direttamente coinvolgere in tutto ciò, mentre vi sono un sacco di ragioni interne ed esterne per starne fuori. Se in passato l’URSS ha sostenuto l’OLP sia per ragioni ideologiche che geopolitiche, la Russia contemporanea non seguirà lo stsso paradigma oggi. Inoltre, Al-Fatah o Hamas non sono partner invitanti o credibili per la Russia, essendo collusi con Daesh. Idem per la Fratellanza Musulmana in Egitto.

Così come non è detto che Hezbollah abbia bisogno della protezione della Russia. Nonostante siano significativi, gli assassinii di Imad Muginiyeh o di Samir Kuntar non indeboliranno in alcun modo la resistenza. Se la vicenda dell’omicidio di Abbas al-Musawi ci insegna qualcosa è che a volte Israele uccide un leader di Hezbollah per poi scoprire che il successivo è un avversario ancora più formidabile. Se dio vuole, sarà il caso anche questa volta.

The Saker

Fonte: http://thesaker.is

Link: http://thesaker.is/putin-and-israel-a-complex-and-multi-layered-relationship/

23.12.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VALENTINO FANCELLO

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