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PROTOCOLLO HANNIBAL: DOZZINE DI INNOCENTI AMMAZZATI

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A cura di Bosque Primario
Il 6 Agosto 2014
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DI GILI COHEN

haaretz.com

Il protocollo Hannibal – prevede un uso massiccio della forza nel tentativo di evitare la cattura di un soldato israeliano, anche a rischio della sua stessa vita è stato impiegato nel tentativo di salvataggio del Sottotenente Hadar Goldin.Secondo i palestinesi in questo modo sono state uccise almeno altre 130 persone.

Dopo il sequetro del sottotenente Hadar Goldin, venerdì scorso sulla Striscia di Gaza, Le forze di difesa israeliane hanno messo in atto in pieno quanto prevede la loro “Hannibal procedure,” un protocollo che prevede l’uso massiccio della forza nel tentativo di liberare un soldato catturato dal nemico, anche a rischio della sua stessa vita. Come conseguenza della pesante sparatoria avvenuta nella zona di Rafah, sono stati uccisi anche decine di civili innocenti.

Un alto funzionario dello Stato Maggiore domenica ha affermato che: “si è dovuto sparare molto nella zona durante gli attacchi effettuati a obiettivi mirati”.

Secondo rapporti palestinesi, durante questi attacchhi sono rimasti uccisi più di 130 Palestinesi e alcuni dei cadaveri sono stati ritrovati solo qualche giorno dopo che erano stati uccisi. I Palestinesi hanno accusato l’esercito israeliano di aver attaccato anche i veicoli che si stavano avviando verso l’ospedale di Rafah, e tra queste auto c’erano parecchie ambulanze.

Fonti dell’esercito israeliano hanno detto che i Comandanti in Capo presenti sul campo hanno ordinato di mettere in atto la procedura nel modo più rigoroso. L’esercito è a conoscenza che ci sono stati innocenti feriti a causa del massiccio uso di fuoco avvenuta dopo la cattura del soldato.

Un’inchiesta della IDF ha accertato che 75 minuti dopo l’inizio del “cessate il fuoco” venerdì mattina, è arrivata la pattuglia della Brigata Givati che, muovendosi coperta da un nuovo pesante fuoco, si è diretta verso un edificio dove si era individuato un sistema di tunnel. Il Comandante di Compagnia Maj Benaya Sarel e il suo Responsabile della comunicazione, il Sergente Liel Gidoni, sono rimasti uccisi. L’IDF crede che anche il Caposquadra Goldin sia rimasto ucciso nell’incidente.

Contrariamente ai rapporti precedenti, comunque, l’inchiesta ha convenuto che il terrorista che si è avvicinato ai tre soldati non indossava una cintura esplosiva, ma semplicemente ha continuato a sparare con il suo fucile finché non è rimasto ucciso.

Quando sono arrivati sulla scena altri soldati della compagnia, pochi minuti dopo, hanno trovato tre corpi, quelli di Sarel, di Gidoni e quello di un uomo di Hamas che indossava una divisa dell’IDF. Solo dopo si sono resi conto che Goldin era sparito. Il vicecomandante della compagnia, il tenente Eitan, allora ha deciso di mandare qualcuno dei suoi uomini dentro il tunnel alla ricerca di Goldin, in violazione del protocollo.

Dopo aver percorso poche centinaia di metri all’interno del tunnel, gli uomini della truppa hanno trovato degli effetti personali di Goldin, che in seguito sono stati utili all’ IDF per stabilire che il Sottotenente era stato ucciso. Il tunnel in sé si divideva in vari rami, alcuni dei quali erano bloccati. Uno dei tunnel portava fin dentro una moschea, che i soldati hanno ispezionato, ma era vuota. Un altro tunnel portava fino ad un avamposto di Hamas.

L’ IDF poi ha mandato nella zona alrei rinforzi, tra cui aerei e attrezzature per l’osservazione. Secondo una fonte IDF, è stata inviata nella regione centro-sud della striscia di Gaza praticamente tutta la potenza di fuoco disponibile nel settore di Rafah, dove è avvenuto l’incidente, per ordine del Comandante della Brigata Givati, il Col. Ofer Winter.

Tra le forze inviate c’erano un battaglione di carri armati e uno di fanteria che hanno aiutato nella ricerca di altri tunnel e delle loro diramazioni. Anche l’impiego di queste forze supplementari è avvenuto sotto una pesante copertura di fuoco che arrivava da “ qualsiasi parte” con granate anticarro, bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei, il tutto nel tentativo di delimitare l’area in cui si credeva che potesse essere il Sottotenente Goldin, per bloccare tutte le vie di accesso da e per la zona e quindi assicurarsi che nessuno potesse entrare ed uscire senza che fosse visto dai soldati – questo secondo la fonte dell’ IDF ed in linea con quanto prevede la procedura Hannibal, che un alto ufficiale israeleino ha detto ” ha il compito di garantire che venga messo in atto qualsiasi sforzo possibile per individuare il rapito [soldato] e i rapitori”.

Fonte: www.haaretz.com

Link: http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/.premium-1.608715

3.08.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

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