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PRIMA LAUREA CON TESI “DISSIDENTE”: INCONTRIAMO LA DOTT.SSA RIGGIO

Dopo tanto dolore, il riscatto; la storia di un sogno realizzato: la laurea con una tesi sul dissenso. Le congratulazioni della redazione alla neo dottoressa Alessandra Riggio.
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A cura di Redazione CDC
Il 17 Luglio 2024
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Di Paola Fara, per ComeDonChisciotte.org

 

Incontriamo Alessandra Riggio, danneggiata dalla vaccinazione anti Covid-19, che ha recentemente conseguito la laurea in Lettere, Sapere Umanistico e Formazione, con una tesi dal titolo “Persecutio. Storie di streghe e di untori” nella quale analizza il comportamento umano in caso di straordinari eventi contrari ed evidenzia le analogie tra gli accadimenti dei tempi passati e quelli della storia recente in epoca di pandemia.

Sono passati due anni dal mio primo incontro con Alessandra. Ricordo quegli attimi come se fosse ieri e, a ripensarli, mi emoziono ancora. Avevo cercato contatti con persone danneggiate dalla vaccinazione anti Covid-19 perché da diversi mesi avevo compreso che qualcosa non stava funzionando come previsto e sentivo fortissima la necessità di andare a fondo al problema degli effetti avversi. Volevo scrivere un articolo su questa tematica, che fosse dettagliato e contenesse testimonianze dirette.

Alessandra, ormai cara amica, è la prima persona danneggiata dalla vaccinazione che ho conosciuto. Dopo di lei se ne sono aggiunte moltissime altre e il mio viaggio al loro fianco e nei vari ‘gironi’ di questo inimmaginabile Inferno terreno nel quale ci siamo trovati, mi ha portata a contatto con tante dolorosissime realtà.

Ma al contempo mi ha fatto scoprire la tenacia e la determinazione di chi sta lottando per cercare di riacquistare la salute perduta, di chi sta cercando Verità e Giustizia, di chi, pur in questi tempi bui, non ha abbandonato i suoi sogni.

  • Alessandra, dal 15 dicembre 2021 la tua vita è cambiata. Hai dovuto fare una scelta, pressoché obbligata, di cui stai pagando pesanti conseguenze sulla tua salute. Ma, nonostante le grandi difficoltà, non ti sei chiusa in te stessa e fai tutto il possibile per dare voce a chi si trova in situazione analoga alla tua. Cosa è successo e cosa ti ha portato ad esporti, anche in difesa degli altri?

 

Il 15 dicembre 2021 con il D.L. 44/2021 è stato imposto l’obbligo vaccinale al personale scolastico di cui faccio parte. Fino a quel momento mi era stato permesso di recarmi al lavoro sottoponendomi ai tamponi e, al contempo, sopportando tantissime vessazioni da parte di chi a scuola confidava totalmente nella propaganda posta in atto dallo Stato e dalla Scienza. A causa di quel D.L. non potevo più esimermi, altrimenti non avrei potuto garantire il sostentamento ai miei figli entrambi minorenni!

Alle 8:20 di quel mattino, con una telefonata, venni informata dalla segretaria che era stata redatta una lettera di sospensione nei miei confronti che sarebbe divenuta esecutiva quel giorno stesso se non mi fossi sottoposta alla vaccinazione.

In uno stato di profondo sconforto, e come se mi stessero conducendo al patibolo, mi recai all’hub vaccinale per farmi inoculare. E’ stato terribile! Quel maledetto giorno mi sono sentita violata nel corpo e nell’anima; ignoravo però che sarei rimasta immediatamente vittima di effetti avversi causati dal siero genico sperimentale che mi fecero sprofondare in un incubo da cui intendo risvegliarmi con tutte le forze. Da quel momento il mio corpo non ha più smesso di bruciare ed anche il mio cuore è rimasto danneggiato sviluppando una peri-miocardite; per un periodo non ho più avuto neppure il controllo delle gambe. Tutt’ora non ho una diagnosi e neppure una cura che continuo comunque a cercare e a pretendere.

Per mia natura non ho mai taciuto di fronte alle ingiustizie, come potevo farlo dinanzi allo scempio che era stato fatto dei nostri diritti, delle nostre libertà e soprattutto della nostra salute? (La mia in primis!)

Dovevo AGIRE! Esigevo delle risposte perché non capivo in nome di cosa ci stavano facendo tutto questo e, se nessuno era disposto a darmele, le avrei trovate da me, esponendomi in ogni modo possibile: giornali, TV, documentari, libri, social e urlando persino ai quattro venti se fosse stato necessario. Avvertivo, inoltre, il dovere morale di far sentire la mia voce anche per quelli che voce non ne avevano avuta, magari per paura di esporsi o per mancanza di mezzi tramite i quali diffonderla o perché una voce non ce l’avevano più e non avevano più neppure una vita.

Il mio intento precipuo era quello di salvare dagli effetti avversi quanti ancora potevano esserlo – c’era tanta gente, troppa, che considerava il vaccino come l’unica via di salvezza, non potevo sottrarmi dal raccontare loro la mia esperienza, dovevano essere eruditi e comprendere che avrebbero potuto incorrere in effetti collaterali anche gravi che venivano sistematicamente taciuti dalla martellante propaganda – e di informare e confortare chi come me viveva e vive lo stesso calvario.

  • In questi anni difficili hai anche deciso di tirare fuori il tuo ‘sogno nel cassetto’: il conseguimento della Laurea. Un sogno ambizioso, non facile da far conciliare con la famiglia, il lavoro, i problemi di salute. Da dove nasce questo progetto e cosa ti ha portato a definire l’argomento della tua tesi?  Ce ne puoi riassumere il contenuto? In questi tempi di facile censura verso qualsiasi voce dissonante, hai avuto difficoltà a trattare l’argomento scelto?

 

Trovandomi a vivere un periodo tanto difficile e delicato della mia esistenza non potevo permettere al dolore e alla paura di avere la meglio su di me, non potevo minimamente pensare che la mia vita si riducesse a fare i conti con un corpo malato, dovevo reagire alla paura della morte che mi ha accompagnata in questi due anni e mezzo e canalizzare le mie energie in qualcosa di edificante, bello, vitale ed immensamente positivo. Dovevo nuovamente pensare al futuro, a nuovi progetti, contrappore pensieri di vita a quelli di morte: ho così deciso di buttarmi a capofitto nello studio al fine di conseguire la laurea e realizzare quel sogno che da troppo tempo attendeva di essere portato a compimento. Raggiungere questa meta, alla luce di quanto accaduto, aveva adesso un’altra valenza, aveva un ulteriore fine: trasmettere un messaggio che mi aiutasse a denunciare una realtà scomoda in un contesto dove trattare la dissidenza è alquanto inusuale.

Con grandi sacrifici e determinazione, nonostante le varie corse al Pronto Soccorso e le terrificanti diagnosi, rivelatesi fortunatamente errate, il 9 luglio 2024 sono stata finalmente proclamata dottoressa in Lettere.

L’argomento trattato nella mia tesi abbraccia più epoche storiche unite da un medesimo filo conduttore: di fronte ad eventi inaspettati e avversi, che non trovano spiegazione nell’umana ragione, ci si risolve nella ricerca di un colpevole su cui riversare rabbia e frustrazione, ed è proprio la persecuzione l’elemento cardine del mio elaborato.

La recente pandemia ha visto, ad un certo momento, l’opinione pubblica dividersi tra favorevoli e contrari al vaccino e verso questi ultimi si è generata una campagna d’odio di considerevoli proporzioni (che ho vissuto anch’io in prima persona sulla mia pelle); ciò ha istillato in me il desiderio di comprendere l’umano agire quando la paura prende il sopravvento  e di confrontare il presente con simili accadimenti verificatisi in passato come la caccia alle streghe e quella agli untori, di cui ho riportato diverse storie. Ho trovato ed evidenziato moltissime analogie con il tempo presente, soprattutto quando ho analizzato il periodo della peste definita “ Manzoniana” come ad esempio: i luoghi in cui si è scatenato il contagio, il paziente zero, la quarantena, le zone rosse, il green pass, la psicosi collettiva, gli untori accusati di diffondere il virus, le persecuzioni e le vessazioni, gli errori medici e quelli politici, la propaganda, la spirale del silenzio a cui tutti i dissenzienti sono stati ridotti e persino una terribile similarità con i carri militari di Bergamo.

Ad essere sincera non ho trovato alcuna difficoltà a trattare l’argomento poiché ho cercato di stilare una fedele ricostruzione storica degli avvenimenti, evitando di esprimere opinioni personali – soprattutto per quanto concerne l’attualità – per non incorrere appunto in facili censure. Certo avrei avuto molte altre cose da raccontare, come il difficile destino dei danneggiati da vaccino e dei morti ammazzati a causa degli scellerati protocolli di tachipirina e vigile attesa, ma non ho potuto che accennarle in modo del tutto marginale.

Il mio scopo, comunque, era quello di parlare di questa epoca storica e di quello che abbiamo subìto, utilizzando un registro diverso rispetto a quello usato dai canali mainstream e di riportare una visione dei fatti che viene dal basso e credo di potermi ritenere più che soddisfatta perché ho potuto farlo, e non era affatto scontato.

 

  • Nell’ultima parte del tuo lavoro, quella che ci porta ai giorni nostri, alla pandemia e a tutte le sue conseguenze, vi sono i contributi, scritti appositamente per la tesi, di persone che hanno vissuto sulla loro pelle situazioni particolarmente sfavorevoli. Tra di loro vi è anche Raffaele Varvara, redattore di ComeDonChisciotte. Cosa ti ha maggiormente colpito delle loro testimonianze? E cosa ti hanno lasciato gli incontri con loro?

Le loro storie, accomunate dalla capacità di rivendicare il diritto di scegliere in libertà e consapevolezza fino al punto di rinunciare a tutto: stipendio, agi, abitudini e persino ciò in cui più si identificavano ossia la professione, mi hanno commossa moltissimo. Quanto dolore è stato inferto a chi ha avuto il coraggio di dissentire!

Tra le pagine della mia tesi troviamo infatti i contributi di Silvana, psicologa e docente universitaria, o almeno lo era fino all’avvento del siero magico, nonché quello di Luisa, anch’essa psicologa che ha avuto un modo eccezionale e controcorrente di affrontare la sfavorevole situazione, e quelli di Raffaele e Giusy entrambi infermieri sospesi e licenziati. Ma queste vessazioni, contrariamente ad ogni aspettativa, hanno generato un effetto boomerang nei confronti del sistema, dando vita ad una capacità di reazione senza pari. La cosa che più mi ha colpita è la determinazione con cui ognuno di loro ha saputo resistere, reinventarsi ed agire senza farsi irretire.

Gli incontri con loro mi hanno fatta sentire meno sola ed unita ad essi da un genuino sentimento di fratellanza e comunione di intenti, sicuramente mi hanno arricchita moltissimo.

 

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  • La tua tesi è, a mio parere, un esempio eccezionale di forza e rinascita. Quella Forza che si acquisisce quando ci si espone per la difesa di diritti fondamentali, non solo a tutela della propria persona ma a tutela di tutti. E quella Rinascita che scaturisce dal dover affrontare situazioni estreme, nelle quali scoprirsi dotati di risorse inimmaginabili. Come ti ha cambiato questo percorso?

Questo percorso mi ha resa un’indomita guerriera, non permetterò mai più a niente e a nessuno di dilaniare il mio corpo, di impormi scelte che non condivido o che possano nuocermi, continuerò a battermi per la difesa dei nostri diritti e non consentirò ad alcuno di mettere a tacere la mia voce e di adombrare la mia capacità di discernimento.

Mi chiamo Alessandra, nome di origine greca composto dal verbo “Alexèin” che significa proteggere, difendere, aiutare e dal sostantivo “Andros”, ossia uomo, che si traduce in “protettrice degli uomini” e mi piace pensare che il mio nome racchiuda la mia essenza!

  • Le imposizioni degli anni della pandemia hanno colpito duramente i giovani. Ma, salvo casi eccezionali, non li abbiamo trovati ai convegni, alle proiezioni dei documentari che riscrivono, in modo eccezionale, la nostra storia recente. E altrettanto raramente li abbiamo visti manifestare contro tutte le vessazioni che li stavano schiacciando. Quale è il motivo, a tuo parere, di questa assenza? Cosa ti sentiresti di dire loro?

I giovani sono le vere vittime, figlie di questo tempo, la loro assenza presumibilmente è dovuta all’incapacità di usare il loro senso critico poiché diseducati ad esercitarlo.

Desidero invitarli ad utilizzare il discernimento e la partecipazione attiva alla vita sociale, coadiuvati in questo in primis dalla famiglia e poi dalla scuola entrambe tenute a supportare ed incoraggiare il pensiero critico, il dialogo e la socialità. Li invito inoltre ad informarsi quanto più possibile e a non prendere per oro colato le notizie che vengono diffuse dal mainstream; consiglio loro di dubitare, dubitare sempre e di non affidare le loro vite nelle mani di chi fa facili promesse che restano comunque sempre disattese e di ritornare ad essere fautori del loro destino. Li invoglio inoltre a studiare perché lo studio mi ha salvato la vita e in ogni caso contribuisce senz’altro a migliorare quella di ognuno di noi.

Infine consiglio loro vivamente di spegnere i cellulari e di ritornare ad incontrarsi all’aperto, nelle piazze, nei locali e di dialogare fino a consumare la voce.

Oggi, cara Paola, è un giorno importante per me, oltre all’emozione della proclamazione ho avuto l’onore di essere da te intervistata per questa interessante rivista e di godere del privilegio di vedere pubblicata la mia tesi. Inoltre, dal prossimo settembre, sono stata invitata a girare l’Italia con questo mio elaborato per condividere le mie riflessioni con quanti lo vorranno!

Nutro nei tuoi confronti e nei confronti della redazione una profondissima stima e vi ringrazio di cuore per avermi resa degna di ascolto.

Sinceramente grata, Alessandra.

 —

Ringrazio io di cuore Alessandra per aver accettato la proposta di questa intervista che ci ha dato una nuova occasione di incontro. La sua testimonianza è drammatica ma al contempo carica di speranza e determinazione. Le conseguenze delle imposizioni sanitarie e politiche di questi anni passati, pesano come macigni sulla vita di un numero di persone inimmaginabile. Purtroppo coloro che, come Alessandra, si mettono in gioco e si espongono, sono solo una minima parte della punta di un iceberg enorme che si ingrandisce sempre di più e che ancora si cerca di tenere sommerso.

Mi auguro che ognuno di loro ritrovi la salute perduta e possa realizzare il proprio ‘sogno nel cassetto’ così da riguadagnare anche quella forza e quella serenità che sono state così duramente minate alle fondamenta.

 Di Paola Fara, per ComeDonChisciotte.org

17.07.2024

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