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La Redazione

 

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Preparano il green pass breve – e la fine dei tamponi

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Il 16 Novembre 2021
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www.renovatio21.com

Secondo le indiscrezioni raccolte dai giornali nel fine settimana, con la scusa di «garantire alle imprese e alle attività commerciali di rimanere aperte» e del «Natale sicuro», il governo prepara la stretta.

Si parla già di regioni italiane che entro le feste potrebbero passare in giallo: Friuli Venezia-Giulia, Marche, Lazio potrebbero tornare all’obbligo della mascherina all’aperto e ai ristoranti con tavoli di massimo 4 persone. Le misure più retrtittive saranno lasciate a governatori e sindaci – con grande gioia degli sceriffi pandemici che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi. L’ipotesi è quella di far tornare, se sarà il caso, le zone rosse.

Tuttavia, è sulle regole generali, da applicare su ogni cittadino italiano, che ci sono i maggiori rilievi.

In particolare, il regolatore agirà in tre modi

  • Terza dose per tutti
  • Taglio dei tempi di validità del green pass
  • Cambio delle regole per i tamponi

La terza dose non è una novità per nessuno: l’unico dato che potrebbe rivelarsi interessante è quanti saranno disposti a farsi iniettare in corpo altro mRNA.

Il ministero della Salute parla di «chiamate attive» dei medici ai pazienti per convincerli – con buona pace della privacy.

Tuttavia, soprattutto le altre due voci vengono incontro ai dubbiosi: volete rischiare di divenire reietti come i tamponati?

La terza dose sarà obbligatoria per i sanitari e per tutti i lavoratori esterni che accedono alle RSA (dove continua a esserci qualche morto, pur essendo tutti vaccinati: mah).

Inoltre, verrà allargata la banda dei vaccinabili. «L’ipotesi più probabile è che l’ampliamento a tutte le fasce di età arrivi a inizio 2022, ma se la quarta ondata farà impennare la curva non si esclude di anticipare» scrive il Corriere della Sera.

L’accorciamento del green pass sarebbe invece dovuto, spiegano, al «calo dell’efficacia della copertura vaccinale», fenomeno che avrebbe «convinto gli scienziati a suggerire alla politica di valutare una riduzione dei tempi di validità del green pass».

In breve, la durata del certificato verde passerebbe da 12 mesi – partendo dall’ultimo incontro con il siero genico – a 9 mesi(il lasso di tempo di una gravidanza: cosa che apre a pensieri inquietanti, ma lasciamo stare).

Il ministro Roberto Speranza, bontà sua, «esclude si possa arrivare a 6 mesi».

La vera rivoluzione riguarda invece i tamponi. Qui la fronda scienziata si fa sentire in tutta la sua possanza: «gli esperti sono scettici sull’attendibilità del tampone rapido, parlano di numerosi “falsi negativi” e per questo vorrebbero escluderlo come strumento diagnostico per ottenere il green pass» scrive il quotidiano di Via Solfernino, tuttavia l’intrepido ministro «Speranza invita alla cautela visto che le farmacie ne fanno migliaia al giorno e così si rischierebbe di tagliarle fuori dal sistema di controllo dell’epidemia».

Ammettiamo di non capire bene l’ultima frase, ma non importa. Le farmacie? Tagliate fuori? Cosa c’entra?

Quindi, in attesa dell’abolizione del tampone richiesta dagli scienziati, dovremmo accontentarci del compromesso ministeriale a favore del popolo: test molecolari che passano da 72 a 48 ore: non lo scrivono, ma 24 ore nel PCR si perdono per i risultati, quindi avrete possibilità di sfruttare il green pass «molecolare» per una sola giornata.

Stessa sorte per il test antigenico rapido: da 48 a 24 ore. Anche qui, non lo scrivono, ma la conseguenza diretta è una sola: tampone ogni singolo giorno della vostra vita di non-vaccinati, in orari impossibili da gestire o anche solo da capire (alla mattina presto? Alla sera? Ma quale farmacia, se mai tenesse aperto, avrebbe posto a sufficienza?) più un esborso di 15 euro al giorno per andare al lavoro.

Si tratta del ricatto finale, 300 euro al mese – almeno – per il diritto costituzionale di lavorare. Pensare che un sindacato (e un partito, e un tribunale…) possa tacere davanti ad un tale rivoltante sopruso ci dà la dimensione della situazione in cui sono piombate le nostre istituzioni.

L’estorsione non è più nemmeno dissimulata: «d’altro canto – scrive il Corsera – accorciare la durata del test rapido potrebbe servire per convincere i dubbiosi a iniziare il percorso di immunizzazione».

«Convincere i dubbiosi» significa privarli una volta per tutte dei mezzi di sostentamento. Si tratta della cosa più rivoltante vista nella storia delle democrazie liberali, e forse nemmeno solo di quelle.

I giornali del resto riferiscono senza battere ciglio di scelte politiche aberranti.

«I numeri, se confrontati con quelli di gran parte d’Europa, dicono che la strategia di puntare sulla campagna vaccinale e la certificazione verde come strumento fondamentale ha funzionato, tanto da essere presa a modello».

Tutto OK, allora? Finalmente, l’Italia come modello: e non è una balla dell’OMS che fa sparire gli studi epidemici. Ma c’è un ma:

«Ma ora i ministri appaiono compatti nel ritenere che le modifiche siano necessarie, proprio perché il percorso intrapreso ha portato risultati soddisfacenti che non bisogna vanificare».

In pratica, alla combo CTS-Draghi piace stravincere – le cose vanno bene, ma togliamo ulteriori libertà perché potrebbero andare meglio. Si stenta a credere che siano riusciti a pensare, e a scrivere, una cosa del genere. Datevi un pizzicotto: rileggete. È proprio così.

Che i tamponi fossero sulla strada per essere aboliti era nell’aria: avevano cominciato le interviste dei soloni sanitari ai giornali, mentre i casi più eclatanti della fallibilità ben più pericolosa di green pass e vaccino – ad esempio il caso Colombari – vengono ignorati.

La spallata decisiva la hanno data i laender tedesci e Austria, dove il 3G (geimpf, genesen, getestet: vaccinato, guarito, o testato) è diventato 2G, cioè sola ammissibilità del vaccinato e del guarito, non più del tamponato. In Austria, come noto, è scattata la zona gialla per i non vaccinati.

Tuttavia l’oltre Brennero non ha la vaccinazione come condizione per lavorare: e nessun Paese lì ha il lavoro nel primo articolo della loro Costituzione.

Per noi è diverso: l’obbedienza prevede il ricatto costituzionale totale.

Restiamo basiti davanti alla spudoratezza della sottomissione – biotica, biopolitica bioinformatica – che ci viene imposta.

Ripetiamo le parole di Robert Kennedy jr. a Milano sabato scorso:

«Potete vedere tutti cosa sta succedendo: hanno preso quei diritti e non li ridaranno mai indietro a meno che non siamo noi a farglielo fare. E il green pass, è il loro colpo di Stato. Il green pass è il modo in cui consolidano il loro potere sulle vostre vite».

Fonte: https://www.renovatio21.com/preparano-il-green-pass-breve-e-la-fine-dei-tamponi/

Pubblicato il 15.11.2021

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Massimo A. Cascone, dottore in giurisprudenza e giornalista pubblicista. Membro fondatore del Coordinamento No Green Pass Napoli.
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