Di P. SAINATH
counterpunch.org
E’ stata la notte dei lunghi coltelli per la popolazione miliardaria dell’India. Il club è stato decimato, con un crollo di oltre la metà, da 53 a 24. La più recente lista dei miliardari di Forbes, lo rende ancora più chiaro. Siamo inoltre scesi di due tacche nella classifica delle nazioni con il maggior numero di miliardari. La posizione numero 4, precedentemente in mano indiana, è stata scaltramente usurpata da un Cinese che si è appropriato della posizione con un patrimonio di 29 miliardi. E ancora più mortificante, siamo un piolo sotto i Britannici, che si sono acchiappati la posizione 5, con 25 miliardi.
Nella foto, I cinque indiani più ricchi: Lakshmi Mittal, Azim Premji, K.P. Singh, Anil Ambani e Mukesh AmbaniAnche la disponibilità netta dei piu’ ricchi Indiani si e’ ridotta di oltre un terzo, dal tempo dell’ultima classifica di Forbes. Nel 2007 il valore aggregato raggiunse i 335 miliardi. Ovvero 53 individui in una popolazione di un miliardo deteneva una ricchezza uguale a quasi un terzo del prodotto interno lordo della propria nazione. Quest’anno questo valore e’ crollato a 107 miliardi. (Un momento di rispettoso silenzio alla memoria dei cari, spariti miliardi non e’ fuori luogo). Ma Tuttavia possiamo ancora confortarci del fatto che il nostro club possiede complessivamente oltre il doppio dei rivali Cinesi. Ed inoltre abbiamo anche 8 miliardari in piu’ di tutte le nazioni Nordiche messe insieme, nonostante esse possano vantare i più alti standard di vita nel mondo.
“Quattro Indiani erano nella classifica dei dieci piu’ ricchi uomini del mondo nel 2008, con un valore combinato di 160 miliardi”, segnala Forbes. Oggi, ahime’, “lo stesso quartetto vale solo 54 miliardi”. Ma i restanti 29 magnati Indiani degradati alla penuria di essere milionari, non devono perdersi d’animo. Forbes ci offre queste parole di rassicurazione. “I venti della ricchezza possono cambiare rapidamente…possono ancora spirare favorevolmente nella direzione di questi magnati.” Quindi che sara’ mai se si naviga a vele ridotte per un po’ ? Potrebbero esserci bufere piu’ avanti.
Lungo il bordo di questa selezione di plutocrati Indiani, si affianca una triste tendenza che si protrae da tempo. L’India e’ caduta alla posizione 132 nella nuova classifica dell’indice dello sviluppo umano della Nazioni Unite (HDI) su 179 nazioni. Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite ci fornisce questo indice, quale parte del suo rapporto sullo Sviluppo Umano. L’indice HDI guarda oltre i parametri del prodotto nazionale lordo, quale mezzo di misurazione del benessere. Cerca di catturare “tre dimensioni dello sviluppo umano: una vita lunga e sana (misurata come aspettativa di vita dalla nascita ). L’educazione ( misurato dal livello di alfabetizzazione degli adulti e il coinvolgimento della popolazione nell’educazione primaria, secondaria e terziaria). E terzo: il prodotto nazionale lordo pro capite misurato in dollari a parita’ di potere di acquisto (PPP).” (vedasi http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_parit%C3%A0_dei_poteri_di_acquisto, per maggiori delucidazioni sul PPP. ndt )
Nell’indice 2007-2008, L’India si e’ classificata ad un deprimente 128. Ora siamo a 132. Che e’ la nostra peggiore posizione nell’indice di questa decade. Cio’ significa, tra le altre cose, che il piccolo stato del Buthan, mai apparso nelle classifiche dei piu’ famosi di Forbes, ci ha battuto nella nuova classifica HDI. La piccola nazione Himalayana si attesta al numero 131. Che e’ una tacca al di sopra del suo vicino che e’ “la seconda nazione al mondo con la crescita economica piu’ rapida”. Il Buthan era precedentemente annoverato nel fondo delle peggiori 15 nazioni al mondo nell’indice HDI. E’ non e’ mai stato tra le nazioni a piu’ rapida crescita economica del mondo.
Nella posizione 132, l’India sta dietro anche alla Repubblica del Congo, Botswana e Bolivia (quest’ultima spesso citata la piu’ povera nazione dell’America Latina). I territori occupati della Palestina (stroncati da 60 anni di conflitti), sono avanti a noi. Un altro vicino, lo Sri Lanka, devastato dalla guerra per due decadi, ha ceduto qualche posizione. Tuttavia si attesta in posizione 104, 28 tacche sopra l’India. Il Vietnam ha patito morti per milioni nella guerra contro gli Stati Uniti. Decenni dopo la sua agricoltura non si e’ ancora pienamente ripresa dalla distruzione pianificata, bombardamenti letali, e l’uso intenzionale di veleni mortali. Ma il Vietnam si attesta alla posizione 114. E la Cina sta al 94 posto, nonostante la perdita di diverse posizioni.
La brutta notizia tra le brutte e’ che questi dati rappresentano i giorni delle “buone notizie”. Essi si riferiscono all’anno 2006. (Il Sensex -indice borsistico di Bombay. Ndt – era in piena crescita. Esso ha infranto i 10.000, poi i 14.000 per la prima volta di sempre. L’economia Indiana cresceva di un 9,6% nel 2006/7 e del 9,4% nel 2005/6.). Questi supposti giorni di gloria, che hanno generato 53 miliardari in dollari, hanno anche nutrito la caduta dell’India al 132 posto nella classifica dello sviluppo umano. E come spesso accade nella storia, i ricchi si sono ingrassati, mentre i poveri mangiavano di meno. Quindi i valori aggiornati del HDI non catturano la recessione economica attuale. La situazione sara’ alquanto meno bella non appena questi fattori saranno considerati.
Tuttavia questi valori catturano il rivisto potere di acquisto parificato (PPP), che si e’ attestato nel tardo 2007. Questi dati predirono il problema ai tempi. Era chiaro che l’indice fu redatto usando i precedenti dati di PPP, e quindi la nostra pessima performance nell’indice HDI, avrebbe potuto anche essere peggio, se i nuovi dati fossero stati considerati. (Il PPP e’ caduto da 3.452 $ a 2.489 $ usando i nuovi dati.)
Potremmo anche essere al di sotto del 132 se non fosse per i dati relativi al PIL ripartiti pro capite. Anche ora, la nostra posizione riferita al quel fronte, e’ sei tacche al di sopra della posizione HDI. Quindi cio’ ci fa sembrare meglio di quello che siamo. Ad esempio, nel calcolare la nostra posizione attuale, i ricercatori delle Nazioni Unite, segnalano che il PIL pro capite del 2006 ” ha causato lo spostamento in avanti dell’India di una posizione”. Ma i “nuovi dati (per il 2006) sulle aspettative di vita hanno causato la retrocessione dell’india di una posizione”. Inoltre l’India e’ retrocessa di ulteriori due posizioni in quanto due nazioni – Montenegro e Serbia, si sono inserite nella lista. Entrambe hanno mangiato meglio di noi. Abbiamo inoltre perso altre due posizioni “quale risultante della revisione dei dati stimati di PPP.” Questo spiega perche’ siamo 4 posti al di sotto della nostra ultima precedente posizione.
Cosa significa posizionarsi meglio nel PIL pro capite piuttosto che nel HDI, come facciamo noi? Significa essere meno efficienti nel convertire i guadagni in sviluppo umano. Il nostro PIL pro capite e’ sei tacche piu’ in altro del nostro HDI. l’HDI del Vietnam e’ 114 ovvero 15 posizioni sopra il suo PIL pro capite. A differenza nostra, il Vietnam, – nonostante gli orribili handicap storici – ha convertito la sua ricchezza in sviluppo umano molto meglio.
Cuba si attesta alla posizione 48, entrando nelle top 50 dell’indice. (Mentre l’India consolida la posizione nelle ultime 50.) Cio’ e’ sette posizioni sopra il prospero Sud Africa, il cui PIL pro capite e’ 3 volte sopra quello Cubano. In questa classifica, l’Arabia Saudita e’ al 35, torreggiando sul 88 di Cuba. Ma quando si tratta di sviluppo umano, l’Arabia Saudita e’ sette posizioni sotto Cuba. A parte minori introiti, Cuba ha vissuto sotto sanzioni commerciali per decadi. Sanzioni che hanno imposto enormi impedimenti e alti prezzi su ogni cosa essenziale. Tuttavia l’aspettativa di vita a Cuba e’ ora di 77,9 anni. Quasi lo stesso degli USA (78) e 14 anni in piu’ dei 64,1 dell’India.
Nel mentre gli USA hanno segnato il loro peggior posizionamento di sempre, scendendo a 15 da 12. Tra il 1995 ed il 2000, gli USA furono sempre nella top 5, con punte al numero 2 per qualche anno. Come l’India, il loro declino si e’ verificato proprio negli anni visti come i migliori, l’era dorata del Libero Mercato, il punto del Nirvana del neo-liberismo. E’ bastato un anno di riforme economiche, l’India nel 1992 era al 121 posto su 160 nazioni allora considerate nell’indice. Oggi l’India e’ al 132 su 179 nazioni. Una comparazione diretta tra i due periodi e’ difficile, in quanto l’indice e’ cambiato sia nei numeri che nella metodologia. Ma la tendenza e’ chiara e sicuramente non allegra.
I dati HDI dal 2002 segnalano un costante declino nel rapporto di conversione tra ricchezza e sviluppo umano della nazione – nonostante il fatto che il numero dei miliardari e milionari sia raddoppiato e triplicato. Ora i miliardari sono ridotti in numero, ma non i poveracci. Ci sono almeno 836 milioni di Indiani che vivono con meno di 20 rupie al giorno, come ci dice un rapporto interno del nostro governo del 2007. Oltre 200 milioni di questi prendono meno di 12 rupie al giorno. E questi sono numeri precedenti alla recessione. Forse abbiamo bisogno di una nuova lista di Forbes, che possa menzionare i 500 cittadini piu’ poveri al mondo. Chi ci potrebbe mai battere su questa ?
P. Sainath e’ l’editore delle relazioni rurali dell’ Hindu, dove appare questo articolo, ed e’ l’autore di Everybody Loves a Good Drought (La siccita’ piace tutti. ndt). Egli puo’ essere contattato a: [email protected].
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/sainath03202009.html
20/22.03.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MASSIMILIANO MANCINI