Riceviamo da un lettore e pubblichiamo questa interessante analisi.
Buona lettura.
POSTULATO
L’analisi politica di uno stato-nazione deve considerare: il territorio, la popolazione, e gli avvenimenti storici, economici, culturali e militari che ha subito.
Questi avvenimenti hanno determinato il formarsi di differenti sistemi politici di gestione del potere e anche se uno stato è autonomo o vassallo di un altro stato o impero.
Nei paesi autonomi i sistemi politici principiali sono: i democratici liberali, i corporativi liberali, i confessionali e i non democratici (dittature e oligarchie), mentre, negli stati vassalli, di solito, ci sono sistemi apparentemente democratici liberali, come negli stati europei della UE. In ogni caso, sono tutti sistemi politici classisti, che prevedono la presenza di ricchi, benestanti e poveri.
Sistema democratico liberale di Paese autonomo
E’ uno Stato dove è presente solo l’economia reale, dove tutti sono produttori (proprietari, dirigenti e operai), che operano nel proprio interesse e nell’interesse nazionale, anche se la redistribuzione della ricchezza prodotta non è equa, ma è più a favore dei ricchi. Infatti, i ricchi, oltre a legare le proprie fortune al continuo sviluppo economico della società, si limitano a influenzare gli organi legislativi perché legiferino a loro favore, senza però dominarli. Per evitare rischiosi scontri sociali sono presenti strutture di rappresentanza indipendenti che funzionano, come i sindacati e i partiti. Banche e industria sono private, mentre la banca di emissione della moneta appartiene allo stato.
Sistema democratico corporativo di Paese autonomo
E’ il sistema politico più efficiente per la crescita economica di uno Stato. La società resta classista, ma lo Stato rimane proprietario del sistema finanziario (banche e banca di emissione) e delle grandi industrie nazionali, cosa che garantisce uno sviluppo equilibrato con una redistribuzione della ricchezza prodotta che migliori la vita anche delle classi più svantaggiate e non solo dei miliardari.
Un esempio: l’Italia che uscì militarmente sconfitta e semidistrutta dalla seconda guerra mondiale e che venne occupata militarmente dalle truppe alleate (lo è ancora), fu governata dalla Democrazia Cristiana (DC) che vinse le elezioni politiche e ereditò dallo sconfitto stato fascista un sistema corporativo statale proprietario del sistema bancario e delle grandi industrie (l’IRI), con cui controllava il 90% dell’economia nazionale. Questo sistema portò l’Italia, in vent’anni, a diventare la quarta potenza economica mondiale (il famoso Boom Economico).
Oggi anche due stati, Russia e Cina, hanno un sistema corporativo, che gli ha elevati a potenze mondiali egemoni, la prima militare e la seconda economica.
Oltre a ciò, la Russia e la Cina, assieme a un blocco di nazioni composto da Paesi Eurasiatici continentali fino all’Iran ed da alcuni Paesi dell’America Latina e Africani, portano avanti una politica “multilaterale”, dove ogni Stato venga tutelato da una legislazione internazionale affinché operi senza che la propria sovranità e il proprio interesse siano condizionati.
Impero Anglo-Sionista-Americano (ASA), o Impero Occidentale,
e gli stati vassalli
L’entità che domina molti stati vassalli è l’impero occidentale, che li ha sottomessi con guerre militari o economiche.
A sua volta, l’impero è governato da un’oligarchia di miliardari legati alla finanza internazionale, la cui forza si fonda sopratutto sul controllo del dollaro, l’attuale moneta di riserva mondiale imposta in sostituzione dell’oro, e che i miliardari possono stampare in una quantità senza limiti, cosa che lo trasforma in uno strumento geopolitico. Questi oligarchi non hanno interessi nazionali se non quello di dominare il mondo e aumentare le proprie ricchezze, attraverso una politica definita “unipolare”.
Diversamente, un ristretto numero di miliardari locali, sempre legati alla finanza imperiale, domina ogni Stato vassallo (definito alleato), come, ad esempio, avviene in Francia, dove comandano gli 8 miliardari che posseggono il 30% della ricchezza nazionale e il presidente Macron, mentre i miliardari in Italia hanno Mario Draghi.
Negli Stati vassalli, con l’economia reale dei produttori (che coinvolge la quasi totalità della popolazione), è presente l’economia parassita della finanza internazionale, che oltre avere la supremazia militare ed economica, ha il controllo dei media nazionali (stampa, televisione e intrattenimento) indispensabile per gestire il consenso della popolazione utilizzando decine di migliaia fra intellettuali e grandi dirigenti statali, che devono le proprie carriere e fortune economiche all’impero.
I media, presenti in ogni stato vassallo, sono collegati fra loro come un’orchestra per suonare la stessa musica e nascondere o mistificare la realtà politica e, se necessario, terrorizzare la popolazione (vedere covid, mascherine e vaccini).
Attualmente, i media in Italia, stanno nascondendo la pericolosa (per le istituzioni nazionali) costituzione della “Commissione di inchiesta parlamentare sui vaccini anti-covid.
Si può raffigurare l’oligarchia imperiale dei miliardari come un grande albero nodoso che sovrasti i paesi vassalli, e utilizzi le sue radici per succhiarne le ricchezze e per dominarli.
I principali Paesi vassalli dell’impero sono quelli dell’Unione Europea (UE), la stessa UE, il Giappone, il Commonwealth Britannico, alcuni stati petroliferi Medio Orientali, alcuni stati africani e Sud Americani.
Ma anche i popoli degli Stati Uniti e del Regno Unito sono, di fatto, vassalli nella forma più totale, anche se l’impero viene etichettato con i loro nomi, questo perché lo devono supportare con tutte le loro risorse economiche e militari.
La geopolitica
Per evitare che le economie reali dei Paesi vassalli si sviluppino troppo e diventino una manaccia per il potere imperiale, si devono frequentemente indebolire con un saccheggio quotidiano delle loro ricchezze (interessi sul debito pubblico, utili esentasse delle multinazionali, ecc.) e con saccheggi più devastanti come le grandi crisi economiche internazionali.
Il saccheggi quotidiani danneggiano relativamente le economie reali, non così le crisi internazionali dove i miliardari imperiali riescono a fare man bassa delle loro ricchezze..
Un esempio: nella crisi del 2008, in Italia appartamenti valutati prima della crisi a 100.000 € vennero venduti all’asta a 12.000 €, e molte banche locali in difficoltà vennero acquisite a costo zero dalle grandi banche legate alla finanza internazionale. Per non parlare del totale saccheggio subito dall’economia reale americana nella crisi del 1929.
Inoltre, nel 2020 e 2021 la così detta pandemia di covid 19 si è diffusa in quasi tutto il mondo colpendo ferocemente le economie reali.
Recenti ricerche mediche sudafricani hanno rilevato che il virus del covit non era un prodotto naturale, ma di laboratorio e che le tre ondate di contagi che avevano investito il Sudafrica, avevano colpito prima la popolazione nera, poi i bianchi e dopo la popolazione di origine indiana.
E ancora, con la pandemia i miliardari imperiali, in due anni, hanno aumentato le loro ricchezze di 2.000 miliardi di dollari.
Altro argomento: i cambiamenti climatici. Nei media, controllati dai miliardari dell’impero e dove vengono ospitati scienziati al loro soldo, si afferma che la vita sulla terra è minacciata dal cambiamento climatico in essere (aumento della temperatura terreste), causata soprattutto delle attività umane che producono CO2, a seguito dell’utilizzo di energia derivata da idrocarburi. E per essere più convincenti coinvolgono ai cambiamenti anche il grande inquinamento a cui è soggetto il Pianeta, ma che è tutt’altra cosa.
Ma ci sono emeriti scienziati che negano che il cambiamento climatico dipendi da fattori come la CO2, perché il surriscaldamento è dovuto in gran parte dall’attività solare.
Come mai i miliardari improvvisamente si sono preoccupati di salvare il mondo?
Ecco come si spiega: se si interrompesse l’utilizzo del petrolio e del gas per produrre energia, le economie reali sarebbero condannate a un rovinoso ridimensionamento economico e di conseguenza a un totale assoggettamento ai miliardari dell’impero.
Va inoltre segnalato l’evento che veramente avrà il potere di sconvolgere i piani dei miliardari, e in positivo, la vita degli umani: nel 2025 è prevista la prima produzione di energia dalla fusione nucleare, che da un grammo di combustibile otterrebbe la stessa energia elettrica che attualmente si ottiene con 11 tonnellate di carbone, senza produrre CO2 e sostanze inquinanti.
Altro avvenimento da considerare è lo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina, dove la Russia ha invaso il territorio ucraino soprattutto per impedire alla NATO di arrivare ai suoi confini in seguito alla adesione dell’Ucraina all’alleanza militare occidentale. L’Ucraina sta combattendo una guerra voluta e supportata dall’impero occidentale, con l’obbiettivo di indebolire la Russia (e la Cina) per provare a fermare il movimento di Paesi che condividono l’ideologia multilaterale, ma contraria all’uni-polarità dell’impero.
Nelle fasi iniziali dell’invasione, l’esercito russo ha scoperto che vicino i suoi confini c’erano più di venti laboratori dove si studiavano e producevano virus micidiali da utilizzare in attacchi batteriologici contro le popolazioni civili e ha ritrovato in una centrale atomica, quantità di plutonio e uranio arricchito (vietati dalle leggi internazionali) che potenzialmente potrebbero servire per costruire una bomba atomica. Queste scoperte legittimano l’invasione militare russa, anche se è giustificata dai continui atti provocatori ucraini.. L’esito della guerra avrà conseguenze oggi difficilmente prevedibili sui futuri equilibri geopolitici mondiali.
Alla fine, lo scontro di Cina e Russia (potenze multilaterali) con l’impero occidentale (potenza uni-polare) è lo scontro fra economie reali e finanza internazionale parassita.
E per non far mancare nulla alle economie reali, i miliardari imperiali gli hanno servito un piatto con gli aumenti delle materie prime, condite con la conseguente inflazione. I rincari delle materie prime sono, di solito, conseguenti a una loro scarsità, ma non in questo caso, perché sono molto abbondanti. Gli aumenti sono provocati dalla finanza imperiale, che per ragioni geopolitiche, e con un gioco speculativo, utilizzando lo strumento finanziario dei “futures”, è riuscita a far lievitare i prezzi dei listini.
Tutto questo viene nascosto dai media che addossano la colpa degli aumenti delle materie prime alla guerra in Ucraina. In particolare accusano la Russia come responsabile della futura carestia che colpirà i popoli sottosviluppati, anche se l’impedimento all’esportazione dei cereali e fertilizzanti russi è dovuto alle sanzioni occidentali. Anche se alla Russia sarà impedita l’esportazione, le compagnie americane che stoccano il 50% della produzione cerealicola mondiale, possono soddisfare tutte le richieste per evitare una carestia.
Se la guerra in Ucraina ha compattato il sostegno dei miliardari imperiali, il destino dell’Unione Europea li ha divisi: un gruppo maggioritario vorrebbe farla cessare per il potenziale pericolo che rappresenterebbe, mentre un gruppo minoritario vorrebbe farla sopravvivere, temendo che la fine dell’impero dovuta all’inevitabile più o meno vicina trasformazione degli Stati Uniti in una potenza multilaterale: nel qual caso la UE diventerebbe l’ancora di salvezza della loro ricchezza.
Perdere il potere può essere una tragedia, ma mai paragonabile al perdere la ricchezza.
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org