POLITICI,COLLUSI E GUARDONI

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DI MASSIMO FINI

Nell’inchiesta di
Potenza su un presunto,
ma gravissimo
se confermato, intreccio
fra mafia, politica e Pubblica
amministrazione, il Sostituto
procuratore della Direzione
distrettuale antimafia
lucana, Vincenzo Montemurro,
il Pubblico ministero
Henry John Woodcock,
coordinati dal Procuratore
capo Giuseppe Galante,
hanno emesso 52 ordinanze
di custodia cautelare mentre
stanno indagando su un centinaio
di altre persone, per
reati che vanno dall’associazione
per delinquere di tipo
mafioso, all’estorsione,
all’usura, al riciclagggio,
alla corruzione e, naturalmente,
alle tangenti sugli
appalti attraverso “un diffuso
e metodico rapporto collusivo”
tra un clan mafioso e
ambienti politici, amministrativi
e imprenditoriali.
Gli uomini politici coinvolti
sono 26. Fra gli altri, il
deputato di Forza Italia
Gianfranco Blasi, per il
quale è stata chiesta l’autorizzazione
all’arresto, il
deputato dei Ds Antonio
Luongo, il deputato dell’Udeur
Antonio Potenza, il
presidente della Regione
Filippo Bubbico, dei Ds, il
presidente del Consiglio
regionale Vito De Filippo,
della Margherita, l’assessore
alle attività produttive
Gaetano Fierro, dell’Udeur,
il sindaco di Potenza, Vito
Santarsiero, della Margherita.Come si vede ci sono uomini
politici sia della maggioranza
che dell’opposizione,
deputati di sinistra e deputati
di destra. Questa volta
non si può parlare di ‘toghe
rosse’ o di qualsiasi altro
colore poiché l’inchiesta di
Potenza è, per così dire,
bipartisan o, meglio, bipartisan
è la corruzione.
Eppure questo non ha impedito
alla classe politica di
aggredire ancora una volta
la Magistratura come fa
ormai da un decennio, in
ogni occasione in cui qualcuno
dei suoi esponenti viene
indagato. Il coordinatore di
Forza Italia
(…) Sandro Bondi ha parlato
di “una vera e propria
aggressione nei confronti
delle Istituzioni democratiche
e del mondo politico”. Il
suo collega Fabrizio Cicchito,
ex piduista, ex socialista,
riciclato in Forza Italia,
ha accusato i magistrati
di “uso politico della giustizia”.
Entrambi, naturalmente,
si sono affrettati a
esprimere la loro “piena
solidarietà” all’“onorevole
Blasi” a nome di tutto il
partito. Il segretario dei
Ds, Piero Fassino, ha
espresso “solidarietà e stima
ai colleghi di partito
Bubbico e Luongo”. E così
ha fatto Mastella per i suoi.
L’Unità, che ogni volta che
un’indagine tocca Berlusconi
o qualcuno dei suoi cari,
spara la notizia a nove
colonne in prima pagina,
questa volta l’ha relegata in
sesta.

Ora, bisogna che chi ci dirige
e ci comanda, con i
nostri soldi, ci chiarisca
una cosa. Se ogni volta che
un provvedimento della
Magistratura riguarda un
uomo politico, questo è “uso
politico della giustizia” o
“un’aggressione alle istituzioni
democratiche” o, peggio,
“un complotto”, ciò
comporta come logica conseguenza
che non è possibile
indagare uomini politici.

Che non è vero che, come
afferma solennemente l’articolo
3 della Costituzione,
“tutti i cittadini sono uguali
davanti alla legge”, ma che
ce ne sono alcuni, gli uomini
politici, che, come nella
Repubblica degli animali di
Orwell, sono “più uguali
degli altri”. Che ci sono cittadini
di serie B, noi, verso
i quali la Magistratura può
liberamente procedere a
norma di legge, se lo ritiene
il caso; e altri, i politici,
che, oltre a godere di ogni
sorta di guarentigie penali
(autorizzazione all’arresto,
divieto di intercettazioni
telefoniche, eccetera) la
Magistratura non può perseguire
secondo le stesse
norme senza essere immediatamente
aggredita e,
prima o poi, con leggi
opportune, innocuizzata.
Perché la verità è che i partiti
politici non sono l’essenza,
ma la fine della democrazia.

Sono oligarchie,
minoranza organizzate che
operano con i sistemi della
mafia, omertà e copertura
reciproca, il cui interesse
primario non è quello di
servire i cittadini, ma di
difendere se stesse e i propri
adepti. E la cosa più
vera l’ha detta, in questa
occasione, il non a caso
odiatissimo Antonio Di Pietro:
“I politici d’oggi si dividono
in due categorie: quelli
collusi e quelli che stanno
a guardare”.

Massimo Fini
Fonte:”AriannaEditrice”
30.11.04

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