DI CARLO BERTANI
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“Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante,
che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po’ rimate,
che non merita nemmeno l’attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare…”
Così cantava Francesco Guccini nel lontanissimo 1976, quando ancora eravamo poco di più che ragazzi: “Chi se n’è andato per età, chi perché già dottore…” Ricordate? Erano gli anni della nostra giovinezza, dei primi amori “seri”, dello studio…già…
Avremmo mai immaginato che questo sarebbe stato il finale (almeno, per adesso)?
Spicchiamo un salto proprio nel 1976 – l’anno dell’Icmesa e di Seveso – ed immaginiamo d’incontrare una zingara che ci legge la mano, che ci racconta il futuro.
“Tu vivrai a lungo ma, quando cercherai di lasciare il lavoro, te lo impediranno e dovrai faticare fino a tarda età, tirando avanti con le poche forze che ti rimangono…”
Già l’avresti guardata di storto. Ma la zingara continua:
“Non più pensione a 60 anni, no…nemmeno le donne a 55…ma a 67…70…non capisco bene…aspetta, lascia mano, due spiccioli per bambini chiedo, niente di più…una donna, una contadina…sì, contadina ma professoressa…decide lei, non si va più in pensione…”
Sì, e la lasciano fare: una bifolca che s’inventa di lavorare fino a 70 anni…ci sarà tanto lavoro!
“No lavoro, poco. Giovani lavorano per pochi soldi, spesso licenziati…non mettere su famiglia, troppo insicuri…vecchi al lavoro perché Stato non vuole pagare liquidazioni, tenere per loro, per vivere da Re…”
Eh già, e alle elezioni noi siamo così fessi da votarli, vero?
“Niente più elezioni…cioè no, elezioni ci sono ma truccate: tu voti chiunque ed è lo stesso, nessun nome puoi scrivere…legge non valida dicono i giudici…ma loro se ne fregano, il presidente se ne frega, capo di governo se ne frega, parlamentari se ne fregano…tutti, anche sindaci…tutti pronti solo ad arraffare, niente più lavoro, fabbrica chiude, ufficio chiude, niente pensioni…”
Si fa tardi – dice la mia compagna, dai…dobbiamo andare alla manifestazione per Seveso – e allora prendo cinquanta lire e le metto nella mano della zingara, la ringrazio e la saluto (almeno, la smetterà di tormentarmi…) e così è. Solo urla da lontano: “stai attento, non ti fidare!”
E a me tornano alla mente i versi di De Gregori in “Rimmel”:
“Chi mi ha fatto le carte,
mi ha chiamato vincente
ma uno zingaro è un trucco…”
Ma pensa te quella pazza…una società dove voti senza scegliere chi vuoi eleggere e tutti i partiti d’accordo per gestire il potere…roba da matti…
C’è uno scrittore che sto studiando per l’esame di Letteratura inglese…un certo Orwell – ribatte Lara – uno che aveva della fantasia…immaginava proprio una società così strutturata, lo ha scritto con una grande allegoria in un libro, “La fattoria degli animali”…sembrava, a leggerlo, quasi un veggente, come la zingara…
Ma smettila…dai che arriva il 34 barrato, manca poco che inizia la manifestazione…gliela diamo noi una bella lezioni a questi bastardi di democristi, socialisti e, già che ci siamo, anche a qualche comunista venduto ai padroni…sai come immaginava la rivoluzione un amico di mio padre, ex-partigiano? Tanti lampioni con gente impiccata: un padrone ed un comunista, un padrone ed un comunista…dai, sali che c’è l’autobus…
Così era, se vi piaceva e così è, se non vi piace.
Pochi giorni or sono, sono stato invitato ad un matrimonio: fantastica serata, con un compagno d’eccezioni, ossia il mal di denti. In mezzo ad una simil-discoteca.
Così (eravamo in un ristorante dentro ad un porto turistico) salivo spesso sulla torre dei piloti, dalla quale si godeva uno spettacolo grandioso: c’era vento – ed il dente godeva – ma almeno non c’era il fracasso.
Lo spettacolo era sì magnifico, ma c’era qualcosa che non andava: barche “popolari” a vela – ossia quelle sotto i 10 metri – ce n’erano pochissime, e questa non era soltanto la prova lampante che la cosiddetta “classe media” non esiste più in questo Paese. D’altro canto, ai saloni della nautica, vendono più solo qualche gommone e poi…via con le “barche da sogno”!
Per contrappasso, decine di metri di banchina erano riservati a veri e propri “incrociatori” del mare: tutta roba sopra i 20-30 metri di lunghezza, si riconosceva una nave militare “ricostruita” (una ex corvetta) ed una di questa navi aveva anche un piccolo ponte a poppa, per l’eventuale atterraggio di un elicottero. Ovviamente, su quasi tutte spiccava la bandiera delle Cayman.
E ce n’erano tante, troppe per un porto – tutto sommato – di provincia! E quante ce ne sono nei porti italiani? Migliaia?
Se il Ministro della Guerra delle Isole Cayman (ammesso che esista) decidesse – un giorno qualunque – di requisirle (come il Regno Unito nella 2° G.M.), per poi piazzarci sopra un cannone, un lanciamissili contraereo ed un paio di lanciasiluri, diventerebbe la prima Marina del Pianeta, potrebbero risalire il Mississipi e mettere a ferro e fuoco gli USA!
Pur ammettendo che l’Italia sia un Paese di ladri, truffatori e mafiosi – questo lo sappiamo – e che le raffinerie di droga pullulano in certe isole del Belpaese, quelle navi sono comunque troppe anche per i mafiosi, per i trafficanti di armi, di schiavi…i quali, peraltro, preferiscono starsene ai Carabi.
La bandiera? Le “esorbitanti” tasse sui natanti oltre i 14 metri (prima erano 10, ma si sa…cambiano i tempi…)?
Fatta la legge, trovato l’inganno.
“La tassa non è dovuta, inoltre, sulle unità a disposizione dei soggetti portatori di handicap, affetti da patologie che richiedono l’utilizzo permanente delle stesse unità.”
Cosa vuol dire? Che devono recarsi in barca all’ospedale? E chi non ha – soprattutto fra i signori ai quali nessun certificato medico viene negato – una bronchite cronica, male ad una gamba…qualcosa per cui il clima marino giovi?
Ecco dove s’annida il marcio di questo Paese, nel sangue infetto della sua gente: recenti inchieste hanno evidenziato che per “compensare” chi partecipava, a vario titolo, ad operazioni finanziarie poco pulite, oppure nere come il carbone, spesso si ricorreva alla nautica. Così, una tangente di qualche milione di euro si trasforma in ferraglia da diporto immatricolata alle Cayman. E tu, giudice, indaga le solite scatole cinesi.
Chi è questa gente?
Sono quelli che veramente ci governano.
Dalla torre dei piloti del porto turistico ho fatto un conto a spanne: in quelle acque ristrette, c’erano almeno 300 milioni di euro, mal contati. Da dove vengono?
Mani Pulite fu un’operazione che spazzò via una vecchia classe dirigente per sostituirla con una nuova, e l’unica specie che è sopravvissuta è stata quella di squali famelici, che si gettano su tutto quel che si muove. Al punto che in Italia, oggi, se sei un imprenditore e non hai le “coperture”, stai proprio fermo e galleggi appena.
E i lavoratori?
Abbandonati a loro stessi, in un tormento che può essere oggi l’incertezza d’essere pagati o di conservare il posto di lavoro, domani l’incertezza del giorno della pensione, dopodomani quello di trovare – all’occorrenza – una sanità che sappia curarti e non spedirti al Creatore così ce n’è uno di meno da mantenere.
Cosa dire ai colleghi della scuola, che ancora non hanno ben compreso come va l’andazzo, qual è l’atteggiamento da assumere?
Quando giungi ai 60 anni (ed oltre) non sei più in grado di reggere una classe (come guidare un camion, lavorare ad una macchina, ecc) e l’unico “scoglio” che è stato creato – ossia le belle leggi della Fornero (lavoro e pensioni, oggi “arricchite dal “job act” di Renzi) – serve solo per mantenere quella ferraglia che ho sotto gli occhi, le puttane che ci vanno sopra (più che consenzienti) e i loro magnaccia/compari/uomini d’affari che trattano ogni sorta di cosa su quei ponti lucidati con l’olio di tek.
Noi siamo solo gli schiavi: chi si preoccupa della vita di uno schiavo? Perché mai dovremmo occuparci di loro, svolgere bene il nostro lavoro, essere sempre “all’altezza della situazione”?
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2014/04/piccola-storia-ignobile.html
27.04.2014