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DI BETTY MOORE
malvestite.net/

Poveri poveri catto-bruti impauriti che non possono ricorrere alle maniere spicce dei bei tempi andati quando si strapazzava la gente scema e superstiziosa e ignorante con quei deliziosi vaneggiamenti autoritari così disumani e violenti e celestialmente splatter, che è il linguaggio che più s’addice ai sant’uomini di fede – salmodiava Padre Pio (santissimo!) a proposito dell’aborto, senza peli sulla lingua (santissima!),

Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità […] I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un’abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini

bei tempi, altri tempi, ah! (sospiro), al giorno d’oggi per fare quello sporco lavoro là del cattolico regnante, promuovere sofferenza e inciviltà e ignoranza e disperazione, che noia, sono necessari mezzi molto meno grossolani, più subdoli e macchinosi; uff!, non si può neanche più parlare di anima e di eternità e di peccato e di inferno, è come parlare delle renne di babbo natale a nessuno gliene frega niente, si può giusto delirare un tantino rivendicando per esempio, che ne so, il valore sacro di vaghissime non meglio identificate astrazioni spirituali, come l’ammore di Giuliano Ferrara – che lo vede così, il fine ultimo della pillola RU-486 (cito)

Perché sia compiuta l’opera di scristianizzazione dell’amore

oppure, per esempio, si può buttarla sul vetusto muro contro muro politico-ideologico peppone e doncamillo abbaiando contro i comunisti senzaddyo che ci fanno il lavaggio del cervello – è la strada che ha scelto Gabriella Carlucci, cito

L’AIFA è stata condizionata dalla campagna ideologica e relativista messa in atto dalla sinistra italiana

ma anche qui, che volete, a nessuno gliene frega niente – a parte certo qualche sparuto gruppuscolo di satolli bburinoni celtocrociati che c’hanno mezzora di tempo libero prima della partita di calciotto – oppure ancora, ecco, si può ribaltare la situazione facendoci la parte dei compassionevoli difensori della donna randagia abbandonata in autostrada dalla società cinica e senza scrupoli (cito)

si cerca di scaricare sulla donna sola la responsabilità della decisione. Si torna a una forma di privatizzazione dell’interruzione di gravidanza. All’inizio si è legalizzato l’aborto proprio per toglierlo dalla clandestinità, ora il medico se ne lava le mani e il peso di coscienza ricade sulla donna

ma insomma è un ribaltamento così evidentemente pretestuoso (una donna che vuole poter abortire è una donna che vuole potersi prendere in prima persona la responsabilità di abortire) che no, meglio lasciar perdere, troppa confusione, l’unica debole possibilità d’arginare lo sporco mondo freddo e insensibile e scientista è opporgli qualcosa che pretenda d’inserirsi in questo stesso suo ordine di idee, razionale, niente animelle e inferno e ammore e comunisti e coscienze, bisogna muoversi (almeno apparentemente) su argomenti basati sulla sostanza più concreta e verificabile delle cose (noi? oh, noi? noi siamo “uomini di ragione” – cit. Giuliano Ferrara – mica c’appecoroniamo su strampalate credenze primitive dettate da una combriccola di mistici arteriosclerotici asessuati in sottana) – si tratta comunque di argomenti ridicoli, ma insomma oh, ci si prova – e allora ecco che

1) si tenta di controbattere sul piano scientifico: la pillola RU-486 fa male alla salute, uccide, cito (dall’interrogazione dei quattro senatori dell’Ave Maria)

la pillola abortiva Ru486 è conosciuta negli Usa con l’appellativo di kill pill perché avrebbe provocato la morte di numerose donne a causa della sua alta pericolosità

che non è proprio del tutto vero, negli Stati Uniti la chiamano “kill pill” perché uccide “i bambini”, non le donne (vedi qui o qui; addirittura, pensate, c’è chi negli Stati Uniti chiama “kill pill” pure la pillola del giorno dopo: stanno avanti, negli USA), ma va be’ non facciamo i pignoli – sempre i quattro preoccupati catto-legislatori del PdL, aricito,

si è potuto verificare, negli Stati in cui tale farmaco viene utilizzato ormai da anni, che il rischio di morte dopo l’aborto provocato con la somministrazione della pillola RU486 è di 10 volte maggiore rispetto a quello che si può avere con un’interruzione di gravidanza eseguita chirurgicamente

su questo argomento, che è un argomento bomba!, ci pensa Avvenire a precisare, cito

un editoriale del New England Journal of Medicine di quattro anni or sono aveva rivelato che, pur nella differenza di numeri assoluti, la mortalità in seguito all’aborto medico (o chimico) è dieci volte più alta di quella per aborto chirurgico, a dispetto della «favola» che vuole far credere più facile e moderno il ricorso al farmaco per l’interruzione di gravidanza.

addirittura il New England Journal of Medicine, una fonte mica da niente, accipicchia!, e pensate però: proprio in quello stesso articolo del NEJM – facciamo finta di no, ché tanto il 99,9% dei giornalisti che ne scrivono, tzè, manco se lo sono letto l’articolo, non fanno altro che riciclare citazioni di citazioni di citazioni riciclate – si specifica che (ecco l’articolo)

In the United States, the risk of death from any cause associated with attempting to carry a pregnancy to term is 8 to 10 times that.

e cioè, dice, a proseguire una normale gravidanza i rischi per la salute della donna sono statisticamente dieci volte più significativi che a interromperla, quella stessa gravidanza, wow!, per cui usare l’argomento dieci volte questo più di quello, seguendo la stessa scemissima direzione di ragionamento, finisce che ci s’infogna in un simpatico paradosso ultrabortista – come spiega Silvio Viale (cito)

come se si dicesse che proseguire una gravidanza ha un rischio di mortalità di 10 volte superiore all’aborto, con il conseguente implicito paradossale suggerimento che sarebbe meglio abortire

e però ehi, la storia del dieci volte tanto funziona, che paura!, dieci volte tanto!, il NEJM dice che

the risk of death from infection is less than 1 per 100,000

omiodyo una su centomila!, cito ancora Avvenire,

A oggi sono 29 quelle morte dopo aver assunto Ru486: sono decedute, in larga parte, a causa dell’infezione da batterio Clostridium Sordellii: un batterio che non causa febbre, e perciò è difficilmente individuabile

ventinove vittime in vent’anni! – eppure, che strano, sempre in quell’articolo del New England Journal of Medicine che tanto gli piace ad Avvenire, sentite un po’, non la fanno mica così semplice, sono storie un tantino controverse, c’è scritto che i decessi accertati

they remain a small number of rare events without a clear pathophysiologic link to the method of termination.

ah ecco: “un numero limitato di eventi rari senza un chiaro legame fisiopatologico con il metodo utilizzato” (oh ma dài, che divertente tagliuzzare un articolo conservandone soltanto i pezzetti che suonano più utili!) – senza contare che ventinove è un numero gonfiato, cito

La storia delle morti per RU486 è una grande mistificazione statistica e mette assieme cose diverse.

perché sì basta informarsi un po’, si capisce, basta leggersi un qualsiasi decente articoletto (ne trovate in quantità: questo o quello, per cominciare) che parli con un minimo di profondità dei vari decessi collegati all’utilizzo della RU-486 – leggetevi per intero l’articolo di Viale, che sputtana una per una le falsità e le disoneste distorsioni che gli anti-abortisti e i cosiddetti “movimenti per la vita” hanno appiccicato su queste morti,

la segnalazione di sei morti in Nord America per shock settico attribuite cinque al Clostridium sordellii e una al Clostridium perfrigens. Su queste morti l’EMEA esclude «un nesso potenziale con il mifepristone» e negli Stati Uniti si è avviato un monitoraggio. Approfondendo il tema a ritroso, si è scoperto come tali infezioni, sebbene rare, siano state segnalate in neonatologia, in ortopedia, tra i tossicodipendenti e in altre condizioni mediche. In una review del 2006 sono elencati 45 casi, da 17 giorni di età a 95 anni, con una mortalità complessiva del 70%, che diventa 100% per i 15 casi di ostetricia: otto casi dopo il parto, due per aborto spontaneo e cinque per aborto medico

eccetera eccetera – ma poi, oltre alla stortissima ribattuta pseudo-scientifica (che comunque, oh, c’è sempre un bel numero di gonzi che ci casca),

2) c’è da appendersi coi denti alle poche presunte ambiguità interpretative della legge 194, per cui ecco che il subdolo catto-bruto può persino indossare i panni dell’integerrimo difensore della legge sull’aborto, che storie!, perché la pillola RU-486, cito

supera e tradisce le precauzioni previste dalla legge 194

ed ecco che parte alla carica Famiglia Cristiana col teologo di punta Luigi Lorenzetti (un faro del pensiero contemporaneo – sito – già autore di Il comandamento “non uccidere” comprende gli animali? e di Unioni omosessuali: il matrimonio è ben altro) che specifica – dal Corriere, qui,

«la Ru486 pone forti obiezioni di compatibilità con la legge 194», dal momento che «l’articolo 1 contrasta l’idea che l’aborto possa essere considerato un mezzo di regolazione delle nascite» e che «l’articolo 5 prevede una procedura rispettosa della donna, ma dissuasiva dall’aborto»

eh, l’insuperabile lucidità dei teologi cattolici!, il collegamento tra la RU-486 e la “regolazione delle nascite” si commenta da sé, povero vecchio, mentre dal richiamo allucinante all’articolo cinque (leggetevela tutta la legge 194, eccola) si deduce senza ombra di dubbio che al vaticano dev’esser stato passato un testo di legge un tantino diverso da quello reale (per farli stare buoni, immagino), perché nell’articolo cinque non si parla affatto di procedure “dissuasive dall’aborto” (non c’è “dissuasione”, c’è la neutrale esposizione di possibili alternative all’aborto), e ci mancherebbe pure, non se ne parla da nessuna parte nella 194 di procedure “dissuasive” – che in realtà sarebbero, traduco dal cattolichese: sofferenza, dolore, strazio, infelicità, preghiera, dyotipregoaiutamitù; del resto si sa, i catto-bruti ci tengono tantissimo alla 194, non fanno che parlare

della prima parte della legge, che è quella sulla prevenzione, che non è stata applicata

e qui è il ministro Eugenia Roccella che parla, e dice “la 194 è una buona legge”, eh sì che una buona legge, ma non per via delle “prevenzioni”/”precauzioni” (parole chiave! – sono il cavallo di troia del più infido associazionismo cattolico rompiballe), è una buona legge perché ci sta scritto (ed è ripetuto tre volte “dignità”, dico: tre volte!),

ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza e della libertà della donna

e finché ci rimane scritto, finché non gli riesce di cancellarlo, mi dispiace, il primo boy scout “dissuasivo” che fuori dal consultorio mi si avvicina porgendomi il depliant “dyo ti aiuterà ad allevare il tuo santo feto”, come dire, io sarò ben felice di tenermelo alla larga rispondendogli con un sorrisone “fatti i cazzacci tuoi”.

Betty Moore
Fonte: http://www.malvestite.net/
Link:http://www.malvestite.net/2009/08/05/pesticidi-umani-sono-quelli-che-si-oppongono-alla-ru-486/
5.08.2009

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