PERCHE' NON CI SARA' ALCUNA RIVOLUZIONE IN UCRAINA

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DI SERGHEI24

 

 

 

 

 

 

 

E’ opinione corrente che in Ucraina sta avvenendo uno scontro fra due sistemi e due diverse concezioni della società. Da una parte quello famigliar-mafioso del Presidente Kucma e del suo protetto Jankovic, legato alla Russia e guardingo verso l’Occidente. Dall’altro quello democratico liberale che guarda verso l’Europa, e spinge per una maggiore apertura e occidentalizzazione del paese, incarnato da Iusenko.

Questa lettura, a mio avviso, è inesatta. In questi giorni ha avuto, per lavoro, diverse conversazioni con clienti ucraini, e con Olga, precipitata da Mosca a Kiev per farsi picchiare dai manganelli della polizia ucraina (non contenta di quella russa).
L’impressione è che piuttosto che allo scontro fra due sistemi, stiamo assistendo allo scontro dentro il sistema. Iusenko è un prodotto genuino dell’intreccio politico mafioso che governa l’Ucraina fin dalla sua indipendenza. E’ stato già Primo Ministro – nominato da Kucma, il presidente dimissionario coinvolto fino al collo nella melma della corruzione e traffico d’armi – prima del suo oppositore Jankovic. Iusenko è piuttosto una stortura del sistema politico mafioso ucraino, che ha lanciato una sfida dal suo interno. 

La differenza non è formale. Il sistema politico mafioso, soprattutto nei paesi dell’Est, ha uno spirito innato all’autoconservazione e riesce, arrivato a un limite di tensione, a levigare le proprie storpiature. Da questo punto di vista la situazione che vediamo vivere l’Ucraina è diversa da quella serba, di Belgrado, o quella georgiana di Tibilissi. Là avevamo assistito a una sfida della società civile alla mafia del potere ma – e qui è la differenza sostanziale – questo senso di rigetto era guidato e incanalato da una leadership esterna, al di fuori del sistema stesso.

 

La passione con cui la società civile, giovane, occidentalizzata, acculturata, ha risposto all’appello di Iusenko ha confuso in primo luogo lui stesso. La società – e l’Europa – per lui è un mezzo per un cambio al vertice del sistema, da mafioso a mafioso, che non per questo dovrebbe cessare di essere mafioso. Non so se qualche giornale ha pubblicato una sua biografia: è quella classica di un uomo di mafia.

Se poi, il rigetto della società civile sarà cosi forte da spazzare via e tutti, Iusenko sarà incluso in quel “tutti”. Una volta sdoganato un sistema alternativo, sarà scavalcato da personaggi nuovi e con un altro tipo di passato. Come a Belgrado, come a Tibilissi. E lui lo sa.

Ma questo è un caso remoto, il sistema – nonostante quello che ci può sembrare da qui – paradossalmente è compatto e forte. Basti pensare che Iusenko ha dichiarato che licenzierà chiunque gli consiglierà politiche antirusse.
 

Cambiare affinché nulla cambi.

Serghei24
Fonte:http://serghei24.splinder.com/
24.11.04

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